A Minecraft Movie – La recensione del primo adattamento di Minecraft! (2025)
Questo 3 aprile uscirà nei cinema italiani “Un Film Minecraft”, traduzione orrenda che non ha senso (partiamo male). Ma bando alle ciance, noi di Nerd Al Quadrato l’abbiamo visto e siamo qui per dirvi la nostra!
La recensione di “A Minecraft Movie” sarà strutturata in queste parti: recensione no-spoiler (“Un blocco posizionato male”), recensione spoiler (“Una trama piatta, inesistente”) e l’opinione finale riassuntiva (“Un non-film minecraft”).

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Un blocco posizionato male.
L’idea di un film basato su Minecraft, ebbene ripetiamolo assieme: l’idea di un film basato su qualcosa di totalmente irrealistico, aveva scatenato un’ondata di entusiasmo tra i diversi giocatori di diverse console, ma di certo non quello dei comuni spettatori, soprattutto considerando quel poco avvincente trailer pubblicato mesi fa. Parliamo di un titolo che non solo ha segnato l’infanzia di milioni di giocatori, ma che ha anche influenzato profondamente la cultura videoludica moderna, un qualcosa che rimane inciso in quel mondo, però, nonostante la piccola apertura al cinema avvenuta negli ultimi anni (la quale si sta espandendo sempre più, e non sempre è bene).
Con un universo aperto e ricco di possibilità narrative, il film aveva il potenziale per diventare un’opera memorabile, capace di incantare nuove e vecchie generazioni. Tuttavia, il risultato finale si è rivelato uno pseudo-disastro: una produzione che non solo ignora, o non era a conoscenza di, le radici del gioco, ma che fatica persino a reggersi in piedi come film a sé stante, tra il palese green-screen e l’insulsa trama.
Uno dei primi elementi che colpisce negativamente è il doppiaggio italiano, il quale non è in nessun modo memorabile se non negativamente. La scelta di Mara Maionchi e Lazza appare più come una mossa pubblicitaria che una decisione basata sulla qualità interpretativa. Le loro voci risultano fuori luogo, prive di naturalezza e spesso irritanti poiché soppiantano persino l’abilità dei veri doppiatori che hanno preso parte al progetto, fra cui il doppiatore di Jack Black, Fabrizio Vidale, e il doppiatore di Jason Momoa, Francesco De Francesco.

La produzione ha puntato su attori celebri per attirare pubblico, ma il risultato è tutt’altro che soddisfacente. Sebastian Eugene Hansen (Henry) si ritrova a interpretare un ruolo troppo complesso per le sue capacità, dando vita a un protagonista del tutto dimenticabile. Jack Black, che solitamente riesce a brillare anche in contesti discutibili, alterna momenti di comicità riuscita ad altri in cui suscita puro imbarazzo, senza mai trovare un vero equilibrio. Jason Momoa, invece, appare completamente fuori parte: il suo personaggio dovrebbe essere ironico e riflessivo, ma il suo approccio risulta superficiale e privo di spessore, per non parlare delle gag del personaggio ripetute anche quattro volte all’interno dello stesso minuto.
Un punto positivo è rappresentato da Emma Myers, che riesce a dare un’interpretazione decente nonostante un personaggio scritto in modo piatto e prevedibile. Meno convincente è Danielle Brooks, il cui ruolo si riduce a un altro stereotipo del personaggio afroamericano ipercompetente e sopra le righe, una scelta ormai stanca e ripetitiva che rende il personaggio non solo totalmente inesistente ma del tutto innecessario.
Sul piano visivo, il film si difende a spada tratta: la CGI è ben realizzata, la fotografia è curata e le ambientazioni riescono a ricreare con una certa fedeltà il mondo di Minecraft. Le inquadrature sono dinamiche e ben studiate. Tuttavia, manca un elemento essenziale: l’anima. Se da un lato il film si presenta come un prodotto visivamente accettabile e a tratti gradevole alla vista, dall’altro non riesce mai a far percepire lo spirito avventuroso e creativo che ha reso il videogioco un fenomeno culturale.

Uno degli aspetti più deludenti del film è la sua incapacità di rispettare l’universo di Minecraft. Con una lore vasta e aperta all’immaginazione, come già detto il gioco offriva infinite possibilità narrative. Purtroppo, invece di esplorare questi spunti, la sceneggiatura opta per una storia generica, sconclusionata e completamente scollegata dall’anima del videogioco. Il problema non è solo la trama debole, ma il modo in cui le meccaniche del gioco vengono ignorate o stravolte. Mob con comportamenti arbitrari, portali costruiti in maniera errata che funzionano comunque, meccaniche di gioco completamente travisate: tutto questo non è un dettaglio per fan ossessionati dalla coerenza, ma un errore fondamentale nei confronti del materiale originario.
Un film su Minecraft che ignora le sue regole di base è come un film su Super Mario in cui i tubi conducono nel passato o i Goomba volano. Semplicemente, non funziona (Per chi non lo sapesse, i Goomba sono funghi andata a male i quali ricoprono il ruolo di nemici ordinari nei giochi di Mario). L’unico elemento apprezzabile è la presenza di alcune costruzioni ispirate a creazioni fan-made, ma si tratta di dettagli relegati allo sfondo, insufficienti a compensare gli altri difetti.
Uno degli errori più gravi del film è il suo target indefinito. A Minecraft Movie avrebbe potuto rivolgersi a due fasce di pubblico distinte: gli adulti cresciuti con il gioco, offrendo una narrazione avventurosa e nostalgica, e i bambini, con una storia semplice ma visivamente accattivante. Invece, la pellicola fallisce su entrambi i fronti: è troppo infantile per i veterani del gioco e troppo confusionaria per i più piccoli. Il risultato è un’opera che non riesce a conquistare né la vecchia fanbase né un nuovo pubblico, finendo per risultare un prodotto senza identità. Il che è il peggior esito per un qualsiasi prodotto, che sia film o serie tv, derivato da un videogioco.
Una trama piatta, inesistente.
A Minecraft Movie segue le viaggio di quattro individui: Garrett “The Garbage Man” Garrison (interpretato da Jason Momoa), Henry (Sebastian Hansen), Natalie (Emma Myers) e Dawn (Danielle Brooks). I quali, mentre affrontano le sfide della vita quotidiana, vengono trasportati attraverso un portale misterioso, trovato in una miniera, nell’Overworld, un mondo cubico e surreale dove l’immaginazione prende vita. (Vi sembra fin troppo diretto e senza senso? Questo accade nel film, senza se e senza ma)
All’interno di questo universo, il gruppo incontra Steve (Jack Black), un esperto artigiano del luogo con una passione cinica per le miniere. Con il suo aiuto, devono apprendere le regole e le meccaniche di questo ambiente per sopravvivere e trovare una via di ritorno al loro mondo. La loro missione principale diventa quella di contrastare Malgosha (doppiata da Rachel House in lingua originale e dalla Maionchi in italiano), una maga piglin malvagia che minaccia di prosciugare le risorse dell’Overworld per i suoi scopi nefasti.

Durante il loro percorso, i protagonisti affrontano numerose sfide tipiche dell’universo di Minecraft, come la sopravvivenza notturna contro creature ostili, la costruzione di rifugi e l’esplorazione di ambienti pericolosi come il Nether. Il film incorpora elementi familiari ai fan del gioco, tra cui il crafting di strumenti e l’interazione con vari mob, cercando di bilanciare l’azione con momenti di umorismo e riferimenti diretti al materiale originale.

Un non-film di Minecraft.
A Minecraft Movie dimostra come un’idea potenzialmente vincente possa trasformarsi in un’occasione sprecata. Lontano dall’essenza del videogioco, privo di una direzione chiara e incapace di bilanciare il suo pubblico, il film finisce per essere un esperimento fallito seppur divertente. Invece di costruire con i mattoni della passione e della fedeltà, la produzione ha scelto di puntare su nomi noti e idee confuse. E il risultato è un film che crolla su se stesso, proprio come una torre costruita con la sabbia anziché con la pietra.
Voto: 3/10

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E voi avete visto “Un Film: Minecraft”? Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate!