Arrivederci David Lynch – Il cinema e tutto il resto (2025)
David Lynch è morto.
È notizia ufficiale di poche ore fa che il regista americano, classe 1946, è venuto a mancare all’età di 78 anni. La famiglia ha richiesto il massimo rispetto della privacy e, per il momento, non sono note le cause effettive del decesso. Va detto che il regista, da due anni, soffriva di un enfisema polmonare che lo aveva completamente limitato, impedendogli di uscire di casa. Tuttavia, i recenti incendi a Los Angeles, dove risiedeva, lo avevano costretto a evacuare, e potrebbe essere che la sua condizione si sia aggravata in seguito a questi eventi.
Noi di Nerd Al Quadrato con questo articolo vogliamo ricordare non solo il regista ma anche l’uomo dietro a capolavori come Velluto Blu, Twin Peaks, Strade Perdute e Mulholland Drive. La sua opera ha ispirato generazioni di cineasti, appassionati e spettatori, lasciando un segno indelebile nel panorama artistico mondiale.
Non è solo il ricordo di un uomo, ma anche di un’idea: quella che il cinema possa essere più di una semplice narrazione, possa diventare un viaggio, un sogno, una domanda senza risposta. E forse, proprio come Lynch ci ha insegnato, non c’è bisogno di una conclusione. Il viaggio, le immagini, i suoni e le emozioni sono ciò che conta davvero.

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Le origini di David Lynch
Regista, sceneggiatore, produttore, musicista e artista visivo, David Lynch era nato a Missoula, nel Montana. Sperimentatore e innovatore di cui si può certamente dire che dopo il suo esordio “Eraserhead – La mente che cancella” si può parlare di un pre-Lynch e un post-Lynch, per i più giovani che magari non sono entrati in contatto questo nome può salire qualche dubbio sul perché David Lynch sia così acclamato e considerato tra i migliori registi di sempre al pari di maestri come Orson Welles.
Lynch è conosciuto per i suoi film surrealisti, ha sviluppato un proprio stile cinematografico unico, definito “lynchiano”, caratterizzato da immagini oniriche e da un meticoloso sound design. In effetti, gli elementi surreali e in molti casi violenti dei suoi film gli hanno fatto guadagnare la reputazione di “disturbare, offendere o mistificare” il pubblico.
Trasferitosi da bambino in varie parti degli Stati Uniti all’interno della sua famiglia borghese, Lynch studia pittura a Filadelfia, dove si avvicina per la prima volta alla produzione di cortometraggi. Decidendo di dedicarsi completamente a questo mezzo, si trasferisce a Los Angeles, dove produce il suo primo film, l’horror surrealista Eraserhead (1977).
Dopo che Eraserhead diventa un classico di culto nel circuito dei film di mezzanotte, Lynch viene assunto per dirigere The Elephant Man (1980), da cui ottiene un successo mediatico e lo stato di cult come gran parte della sua filmografia, il film ottenne otto nomination all’Oscar, tra cui la prima di Lynch come miglior regista.

Il flop di Dune e la Palma D’oro
Lynch ha avuto meno successo con l’adattamento del 1984 del vasto romanzo di fantascienza di Frank Herbert “Dune”. La produzione, realizzata con un budget di 40 milioni di dollari durante un’ardua lavorazione di tre anni, fu un colossale flop al botteghino.
Tuttavia, Lynch si riprese dal disastro con due film che definirono il suo stile maturo: “Velluto blu” (1986), una spaventosa corsa all’inferno attraverso il ventre psicosessuale di una piccola città americana, e il road movie violento e sexy ‘Cuore selvaggio’ (1990), premiato con la Palma d’Oro del Festival di Cannes.
Nel 1990 ha rivoluzionato la televisione americana a episodi con “Twin Peaks”, una serie creata insieme allo scrittore Mark Frost. Con l’azione che scaturisce dall’indagine sul misterioso omicidio di una liceale in una città di Washington, la serie settimanale della ABC ha esplorato argomenti inquietanti e fino ad allora tabù e ha reso l’inspiegabile un punto fermo della televisione narrativa moderna.
Più avanti nella sua carriera, in lungometraggi come “Strade Perdute” (1997), “Mulholland Drive” (che gli è valso il premio per la miglior regia a Cannes nel 2001) e “Inland Empire” (2006), Lynch ha sfoderato uno stile onirico più simile a “Eraserhead – La mente che cancella”, imperniato su trame che enfatizzano personalità sdoppiate, trasformazioni inspiegabili e scioccanti atti di violenza. Il tranquillo ed eccentrico “The Straight Story” (1999) si rifaceva all’emotività più riservata di “The Elephant Man”.
Il regista stesso è sempre stato reticente nel definire il significato del suo lavoro per gli spettatori.

Questo articolo è improvvisato, senza un effettivo messaggio o un obiettivo preciso con cui concludere, ma Lynch ne andrebbe fiero (forse). Come ha sempre dichiarato nelle sue interviste, ciò che più amava del fare cinema era porre domande e non fornire risposte, perché le domande sono il vero motore della nostra vita.
Da grande appassionato di David Lynch, ciò che posso dire senza girarci attorno è che la scomparsa di un artista del genere segna la fine di un’autorialità e di un’immaginazione che emergono solo raramente. Anzi, è rarissimo che una persona come Lynch abbia avuto l’opportunità di esprimere tutto il proprio talento, realizzando alcuni dei film più importanti della storia del cinema e non solo. Ha rivoluzionato il mondo delle serie TV, ha creato opere e lanciato idee senza curarsi di ciò che fosse giusto o sbagliato secondo i canoni comuni. Perché David Lynch era questo: un uomo capace di andare oltre la mera concezione umana, comprendendo che il genio può essere espresso in modi sempre diversi e radicalmente innovativi.
Era una persona coltissima ed enigmatica, ma mai egoista o presuntuosa. I suoi film hanno superato la prova del tempo e rimarranno per sempre tasselli fondamentali del cinema mondiale. Probabilmente, se fosse nato in quest’epoca, non avrebbe neanche trovato spazio per lavorare; e quindi, con un tono di amarezza, mi sento quasi sollevato che il suo tempo sia stato quello che è stato. Senza capolavori come Velluto Blu, Strade Perdute e Mulholland Drive, il cinema sarebbe un posto molto diverso, probabilmente più povero.
Negli ultimi anni, sempre più grandi maestri del cinema, nel tentativo di avvicinarsi al nuovo pubblico, vengono spesso definiti pedanti o discutibili. Mi viene in mente il divisivo Megalopolis (un capolavoro, a mio parere) di Francis Ford Coppola, Furiosa: A Mad Max Saga di George Miller, The Shrouds di David Cronenberg e il recentissimo Oh, Canada di Paul Schrader. E non dimentichiamo Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese e Here di Robert Zemeckis. Sempre più spesso si rifiuta la possibilità di uscire dagli schemi o di realizzare opere senza tempo, come quelle appena citate, senza coglierne la potenza narrativa e visiva.
Non significa, per carità, che criticare questi lavori equivalga a una colpa imperdonabile. Ma viene da chiedersi: quanto è rimasta viva l’idea di cinema come esplorazione, come mezzo per porre domande che disturbano, stimolano e ispirano? Forse il vero problema è che stiamo perdendo la capacità di lasciarci stupire, di accettare l’ambiguità e di accogliere il diverso. E così, come in un film di Lynch, ci troviamo a vagare in un’atmosfera di sogno, pieni di quesiti che nessuno sembra più disposto a esplorare.
La verità è che il cinema non dovrebbe mai essere una risposta; dovrebbe sempre rimanere una domanda. Ed è proprio questa la lezione più grande che David Lynch ci ha lasciato. O forse no. Forse, dopotutto, è solo un sogno che non siamo ancora pronti a interpretare. Ma soprattuto, in che anno siamo?

Messaggi d’addio al leggendario regista
Prima di concludere questo articolo riportiamo degli omaggio che varie figure dello spettacolo nelle ultime ore hanno rilasciato sui social per ringraziare David Lynch tra cui Nicolas Cage, Ron Howard, James Gunn, Kyle MacLachlan e tanti altri!

Kyle MacLachlan
Quarantadue anni fa, per ragioni che vanno al di là della mia comprensione, David Lynch mi ha strappato all’oscurità per recitare nel suo primo e ultimo film a grande budget. Chiaramente vide in me qualcosa che nemmeno io riconoscevo. Devo la mia intera carriera, e la mia vita in realtà, alla sua visione. Ho visto in lui un uomo enigmatico e intuitivo, con un oceano di creatività che gli scoppiava dentro. Era in contatto con qualcosa che tutti noi avremmo voluto raggiungere.
La nostra amicizia è sbocciata in Velluto Blu e poi in Twin Peaks e l’ho sempre trovato la persona più autenticamente viva che avessi mai incontrato. David era in sintonia con l’universo e con la propria immaginazione a un livello che sembrava la migliore versione dell’umano. Non gli interessavano le risposte perché aveva capito che le domande sono la spinta che ci rende ciò che siamo. Sono il nostro respiro.
Mentre il mondo ha perso un artista straordinario, io ho perso un caro amico che ha immaginato un futuro per me e mi ha permesso di viaggiare in mondi che non avrei mai potuto concepire da solo. Lo vedo ora, che si alza per salutarmi nel suo cortile, con un sorriso caloroso, un grande abbraccio e quella voce da clacson delle Grandi Pianure. Parlavamo di caffè, della gioia dell’imprevisto, della bellezza del mondo e ridevamo. Il suo amore per me e il mio per lui sono nati dal destino cosmico di due persone che hanno visto l’una nell’altra le cose migliori di sé.
Mi mancherà più di quanto la mia lingua possa dire e il mio cuore possa sopportare. Il mio mondo è molto più pieno perché l’ho conosciuto e molto più vuoto ora che se n’è andato. David, rimango per sempre cambiato e per sempre il tuo Kale. Grazie di tutto.
James Gunn
RIP David Lynch. Hai ispirato molti di noi. ❤️
Gareth Evans
Un regista unico, visionario, maestro.
Il mondo del cinema ha appena perso una persona davvero speciale.
RIP David Lynch. Grazie per ogni fotogramma del tuo bellissimo lavoro.
Steven Spielberg
Ho conosciuto David quando ha interpretato John Ford in ‘The Fabelmans’. C’era uno dei miei eroi, David Lynch, che interpretava uno dei miei eroi. Era surreale e sembrava una scena di uno dei film di David. Il mondo sentirà la mancanza di una voce così originale e unica. I suoi film hanno già superato la prova del tempo e lo faranno sempre.
Eli Roth
Non ci sono parole per esprimere ciò che David Lynch e @davidlynchfoundation significano per me. Un amico, un mentore, un fratello, una luce guida per la mia vita di artista e di uomo: sono poche le persone che ho avuto la fortuna di incontrare e che hanno avuto un impatto maggiore sulla mia vita. Ho conosciuto David quando avevo 20 anni e lavoravo per un produttore e ho avuto la fortuna di fare ricerche per lui.
Ho messo insieme una squadra di colleghi studenti dell’Università di New York per aiutarmi e per mantenere la segretezza l’abbiamo chiamato Mister X, ed eravamo la squadra X. David lo adorava. Quando mi sono trasferito a Los Angeles nel 1999/2000, mi ha chiesto di produrre contenuti per DavidLynch.com. Ogni giorno era un’avventura e ora potete vederli su YouTube.
Mi diede il più grande consiglio che porto su ogni set cinematografico: “Tieni d’occhio la ciambella, non il buco”. La ciambella è la tua creazione, il buco è la merda che la circonda e se non stai attento verrai risucchiato. Ho realizzato un episodio di Rotten Fruit dedicato a lui, ed è stato fondamentale per aiutarmi a realizzare “Cabin Fever”.
Potrei scrivere un libro sul tempo trascorso con David e forse un giorno lo farò, ma per ora so che è in Paradiso, dove tutto va bene. O nella stanza rossa a bere caffè e mangiare una ciambella. Forse è con Phillip Jeffries nell’elettricità. O forse sarà qui accanto a me mentre scrivo. Il mio amore alla sua bellissima famiglia. Ha toccato così tanti e il suo lavoro vivrà per sempre. Ti amo David, ci vediamo nelle mie meditazioni. ❤️☕️🍩👀
Nicolas Cage
Era un genio singolare del cinema, uno dei più grandi artisti di questo o di qualsiasi altro tempo. Era coraggioso, brillante e un anticonformista con un gioioso senso dell’umorismo. Non mi sono mai divertito così tanto su un set cinematografico come quando ho lavorato con David Lynch. Sarà sempre oro massiccio.
Francis Ford Coppola
Sono stupito e affranto non riesco ad esprimere con nessuna parola la profonda perdita del grande David Lynch amico mio.
Edgard Wright
Cosa si può dire di David Lynch che non sia già stato raccontato in innumerevoli
tributi di fan e registi? Un regista dalla visione singolare, definito
dal suo stile magico e dalle sue affascinanti ambiguità. Sebbene il suo lavoro sia unico
di genere, ha ispirato molti a prendere in mano la macchina da presa. Sebbene il mio lavoro possa
non sembra particolarmente “lynchiano”, la sua influenza è sempre grande. Una transizione
transizione in Velluto blu – Frank Booth che scompare dall’inquadratura prima di una
viaggio notturno con la segnaletica stradale gialla che sfreccia – ronza nel mio cervello per sempre.
nel mio cervello per sempre.Nel 2011 ho avuto un incontro glorioso con l’uomo in persona. All’epoca, programmavo i film al New Beverly Cinema per una stagione chiamata “The Wright Stuff”, curando doppi spettacoli da sogno e organizzando discussioni con gli ospiti. Una sera proiettammo “Cuore selvaggio” e “True Romance”. Avevo già convinto il defunto produttore Steve Golin a partecipare al primo film e, tramite un amico comune, invitai anche Laura Dern. Lei accettò, ma avvertì che forse non ce l’avrebbe fatta, perché veniva direttamente da un evento.
Steve e io presentammo il film e aspettammo di vedere se Laura sarebbe arrivata. Mentre scorrevano i titoli di coda, il mio pubblicitario Greg Longstreet mi ha dato un colpetto sulla spalla: “Laura sta arrivando”, ha detto. Sollevato, sono salito sul palco per il Q&A. Mentre la tenda che conduce al backstage frusciava, annunciai al pubblico ignaro: “Signore e signori, la signorina Laura Dern!”. Il pubblico è esploso quando lei ha attraversato la tenda.
Emozionato, ho detto: “È una grande sorpresa. Non ero sicura che ce l’avresti fatta!”. Laura ha sorriso e ha risposto: “Beh, ho una sorpresa per te. Ho portato un’altra persona che ha lavorato al film”. A quel punto, a varcare il sipario, c’era David Lynch.
La standing ovation che ne è derivata è stata interminabile, come se il Mago di Oz in persona si fosse materializzato. L’unico inconveniente? Non ero pronto a intervistare David Fucking Lynch.
Ho inciampato nella mia prima domanda, ma lui è stato gentile e cortese. Pur evitando di spiegare il film (giustamente), ha parlato generosamente del cinema e della conservazione del cinema. La sua presenza era ultraterrena, ma con i piedi per terra.
Il ricordo di lui che attraversa il sipario rimarrà con me per sempre. David può anche andarsene, ma il suo lavoro sarà eterno.
Naomi Watts
Il mio cuore è spezzato. Il mio amico Dave… Il mondo non sarà più lo stesso senza di lui. Il suo mentore creativo era davvero potente. Mi ha messo sulla mappa. Il mondo in cui ho cercato di entrare per oltre dieci anni, bocciando audizioni a destra e a manca. Finalmente mi sono seduta di fronte a un uomo curioso, raggiante di luce, che parlava parole di un’altra epoca, facendomi ridere e sentire a mio agio. Come faceva a “vedermi” se ero così ben nascosta e avevo persino perso di vista me stessa?!
Non è stata solo la sua arte a colpirmi: la sua saggezza, il suo umorismo e il suo amore mi hanno dato un senso speciale di fiducia in me stessa a cui non avevo mai avuto accesso prima.
Ogni momento trascorso insieme mi è sembrato carico di una presenza che raramente ho visto o conosciuto. Probabilmente perché, sì, sembrava vivere in un mondo alterato, di cui mi sento molto fortunata di essere stata una piccola parte. E David invitava tutti a intravedere quel mondo attraverso la sua squisita narrazione, che ha elevato il cinema e ispirato generazioni di registi in tutto il mondo.
Non riesco a credere che se ne sia andato. Sono a pezzi ma per sempre grato per la nostra amicizia. Sto urlando dal megafono: Buona fortuna, Buddy Dave! Grazie per tutto quello che hai fatto. -Buttercup xox
Martin Scorsese
Metteva sullo schermo immagini diverse da qualsiasi cosa io o chiunque altro avessimo mai visto: rendeva tutto strano, inquietante, rivelatore e nuovo. Ed era assolutamente senza compromessi, dall’inizio alla fine. Siamo stati fortunati ad avere avuto David Lynch.

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