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Alien: Romulus – La Nostra Recensione! (2024)

Oggi 14 agosto esce nelle sale italiane “Alien: Romulus” di Fede Álvarez, primo midquel e settimo capitolo del franchise creato dalle menti di Ridley Scott e Dan O’Bannon. Noi di Nerd Al Quadrato abbiamo la fortuna di averlo visto in anteprima stampa il 7 agosto al cinema Anteo di Milano e ora siamo qui per recensirlo! 

La recensione di “Alien: Romulus” sarà strutturata in queste parti: qualche parola sull’anteprima (dove ci ha salutati anche un fantastico Victorlaszlo88), poi la recensione no-spoiler (per chi vuole un primo parere sul film, ma non l’ha ancora visto), recensione spoiler, spiegazione del finale e concludendo con l’opinione finale riassuntiva.

Alien: Romulus
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L’anteprima di Alien: Romulus

Grazie a The Walt Disney Company Italia siamo stati invitati ancora una volta a Milano per assistere alle nuove produzioni della major del topo. Ringraziamo per la disponibilità anche l’Anteo Palazzo Cinema che con la sua sala Astra ha proiettato in 4K la pellicola fornendoci tutti i confort.

A nostra sorpresa abbiamo incontrato anche il creator su YouTube e cinefilo Victorlaszlo88 che poco più di una settimana fa ha seguito i post e le news del nostro canale Marvel su Telegram durante il San Diego Comic-Con, complimentandosi con noi sia allora che oggi, dopo un veloce saluto, con un breve ma intenso “Continuate così”. Grazie mille Vic! Ma proseguiamo pure con la recensione.

Alien: Romulus
Anteprima

Recensione No-Spoiler di Alien: Romulus

Premetto che non sono né un fan accanito che si entusiasma per ogni nuovo annuncio legato al franchise, né un hater che acquista i Blu-ray solo per usarli come zeppa per il tavolo traballante.

Proprio per questa mia posizione, credo di aver mantenuto una certa neutralità durante la visione del film, e cercherò di offrire una valutazione onesta della mia esperienza in sala.

“Alien: Romulus”, a differenza dei precedenti capitoli della saga, pone al centro della scena la storia di un  gruppo di ragazzini, persone di poco conto che vivono in una colonia politicamente e militarmente controllata dalla Weyland-Yutani, la potentissima compagnia che domina l’universo creato da Ridley Scott

Come abbiamo potuto assistere nei precedenti capitoli, questa corporazione non si limita ad amministrare le colonie umane al di fuori del sistema solare, ma persegue un obiettivo segreto ben più sinistro: lo studio degli alieni per la creazione di armi biologiche, criticando in modo sottile il capitalismo e gli sporchi affari delle grandi aziende che attuano solo per ricavarne profitto.

Ho fatto questa premessa perché i nostri protagonisti, in cerca di fortuna, decidono di esplorare un avamposto abbandonato della Weyland-Yutani, che orbita sopra il loro pianeta, Yvaga III. Presto scopriranno che quella stazione spaziale è deserta per un motivo ben preciso.

Alien: Romulus
Alien: Romulus

Questo è quanto posso dirvi sulla trama senza rischiare di rovinarvi le sorprese o i jumpscare, anche se alcuni di questi sono già stati spoilerati dai trailer. A tal proposito, vorrei criticare duramente la scelta di marketing: i trailer mostrano davvero troppo, anticipando scene che avrebbero dovuto mantenere il loro impatto emotivo (durante la mia visione, alcune scene sono state rovinate proprio da quei maledetti trailer).

Immagino che la logica sia stata “tanto tutti sanno come prosegue un film di Alien”. E in parte, non posso che concordare: la maggior parte dei film della saga, incluso quest’ultimo, sembra seguire delle linee guida ben definite, un esoscheletro narrativo comune che sostiene la struttura, ripetendo schemi e ritmi simili.

Tuttavia, “Alien: Romulus” si distacca in qualche modo dal franchise, raccontando una storia più intima e focalizzata su un gruppo di giovani protagonisti. Questa scelta narrativa potrebbe risultare sorprendentemente utile per sviluppi futuri, offrendo un nuovo punto di vista che, pur mantenendo l’essenza del mondo di Alien, potrebbe aprire la strada a progetti più innovativi.

Fede Álvarez infatti non è uno stupido. Aveva già dimostrato le sue capacità nel dirigere remake, come con “La Casa” del 2013, e nel cimentarsi nell’horror puro con un fantastico “Man in the Dark”. Pensate che per questo settimo capitolo di Alien, Álvarez si è ispirato ad una scena tagliata in “Aliens – Scontro finale” dove venivano mostrati dei bambini correre per la colonia. Questo spunto lo ha portato a immaginare come quei ragazzi potessero crescere in una colonia ancora in costruzione e cosa sarebbe accaduto una volta raggiunti i vent’anni.

Alien: Romulus
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La regia di Álvarez, che crea tensione costante e un’atmosfera cupa, è anche ispirata moltissimo a quella di Ridley Scott, che accompagna quello che è il vero punto di forza del film: i giovani protagonisti. È un elemento originale per la saga, ma anche una scelta astuta: molte delle critiche rivolte al franchise di Alien hanno riguardato le azioni dei personaggi adulti, spesso scienziati e militari, che apparivano “prive di senso e ingenue”

Con degli adolescenti al centro della storia, Álvarez ha dato una giustificazione plausibile a quelle azioni irrazionali che inevitabilmente si verificano nel corso del film, aggiungendo una dimensione di vulnerabilità e inesperienza che rende la trama ancora più avvincente.

Parlando della scrittura, seppur intrigante, “Alien: Romulus” rimane ancorato agli schemi narrativi dei suoi predecessori, come già detto in precedenza, portando inevitabilmente a momenti di déjà-vu che fanno “anticipare” agli spettatori l’evoluzione della storia. Tuttavia, questo è un problema che affligge gran parte del cinema contemporaneo, quindi non sorprende più di tanto quando si riescono a prevedere i cliché di un film.

Alien: Romulus
Alien: Romulus

La fotografia è molto azzeccata, riuscendo a catturare ogni movimento nell’oscurità e a rendere alcune sequenze memorabili grazie a una sapiente gestione dei colori, dei soggetti e dei movimenti di macchina. Una delle scene più iconiche è completamente tinta di rosso, come suggerisce la locandina del film, creando una costante sensazione di pericolo che coinvolge efficacemente gli spettatori. Le inquadrature combaciano perfettamente con effetti visivi e pratici eccellenti, rendendo omaggio ai primi film della saga. Questo è stato possibile anche grazie al fatto che Álvarez ha coinvolto la troupe di effetti visivi di “Aliens – Scontro finale” per collaborare al progetto.

Sul fronte delle interpretazioni, tutti gli attori offrono prove solide, ma spiccano in particolare Isabela Merced, nel ruolo di Kay, e David Jonsson, che interpreta il senziente Andy. Le loro interpretazioni brillano per l’evoluzione dei personaggi e per alcune sequenze chiave dove rubano la scena e danno il meglio di sé.

In sintesi, “Alien: Romulus” riesce a offrire ai fan della saga un nuovo capitolo degno di nota, portando sullo schermo una storia interessante incentrata su un gruppo di adolescenti che lottano per la propria sopravvivenza contro i tanto amati facehuggers, gli xenomorfi, e forse anche qualcos’altro

Voto: 7.5/10

Alien: Romulus
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Recensione Spoiler di Alien: Romulus

Ammetto di non avere avuto grandi aspettative quando mi sono seduto a vedere “Alien: Romulus”. Dopo una sfilza di sequel di franchise iconici finiti male, mi ero rassegnato all’idea che anche questa pellicola potesse finire nello stesso buio vortice. Con mia grande sorpresa, però, il film mi ha colpito positivamente.

Uno degli aspetti più brillanti del film è la scelta di far interagire degli adolescenti, inesperti e ingenui, con alieni e tecnologie ben oltre la loro comprensione. Questa decisione non solo risulta intrigante ma anche efficace nel giustificare le scelte e le azioni dei protagonisti durante l’esplorazione della stazione spaziale o quando si trovano a dover rischiare tutto per sopravvivere.

Per quanto riguarda il titolo, “Alien: Romulus”, avevo sperato in un significato più profondo, magari legato alla mitologia di Romolo e Remo, specialmente considerando che tra i protagonisti ci sono due fratelli, l’androide Andy e Rain

Tuttavia, il titolo si riferisce semplicemente al nome di una delle due sezioni della stazione spaziale, mentre l’altra è chiamata Remus.Non so perché ma ho avuto in testa per tutto il film le stazioni di ricerca del progetto DHARMA di “Lost”, peccato che non vengano esplorate maggiormente come in quella serie.

Nonostante questa piccola delusione, il film riesce comunque a mantenere un buon equilibrio tra novità e tradizione, portando una ventata di freschezza in un franchise che, pur avendo una struttura ormai consolidata, sa ancora sorprendere.

Alien: Romulus
Alien: Romulus

Il film si apre con una scelta registica che ho amato: un lungo silenzio, rotto solo dagli opening credits, che ci regala una prospettiva esterna di un’astronave nello spazio. Questo momento di quiete possiamo quasi definirlo un respiro profondo prima del caos. Quando finalmente entriamo nel vivo, scopriamo che un gruppo di scienziati ha estratto da un meteorite uno Xenomorfo, portandolo nel laboratorio della stazione spaziale Romulus per studiarlo. E così, il pericolo è servito.

I protagonisti della storia abitano su Yvaga III, un pianeta che sembra uscito dall’unione tra Blade Runner e Star Wars. Con una pioggia incessante e nuvole perenni che oscurano il sole, Yvaga III è un luogo in cui si vive perennemente all’ombra, anche metaforicamente. I debiti con la famigerata Weyland-Yutani sono una spada di Damocle sulla testa dei giovani protagonisti, e Rain, una di loro, decide di saldare il conto partendo per una missione pericolosa coi suoi amici: recuperare delle capsule criogeniche all’interno della stazione Romulus.

A questo punto, incontriamo Andy, un androide acquistato dal padre di Rain per proteggerla. Tuttavia, Andy si rivela un personaggio complesso, con una debolezza che lo rende apparentemente fragile e una caratterizzazione che lascia intendere una forma di autismo. Questo elemento aggiunge una profondità inaspettata al personaggio e arricchisce ulteriormente il film, considerando che il franchise di Alien ha sempre fatto un ottimo lavoro nel caratterizzare i suoi androidi, da Ash a Bishop, fino a David 8, personaggi che ho amato.

Con l’attracco alla stazione Romulus, il film entra nel vivo con un secondo atto potente. I giovani esploratori trovano cadaveri, pavimenti corrosi dall’acido e incontrano un personaggio particolarmente intrigante: l’androide Rook, interpretato nientemeno che da Ian Holm (ricreato con l’intelligenza artificiale). Holm, celebre per il suo ruolo di Ash nel primo “Alien”, non solo fa un cameo, ma assume un ruolo secondario cruciale per la trama.

Alien: Romulus
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Scopriamo anche che, almeno per gli androidi più recenti, è possibile resettare o scambiare il chip di memoria, un’idea molto interessante che consente di cambiare direttive e permessi senza cancellare le conoscenze acquisite. Questo dettaglio diventa fondamentale per l’evoluzione di Andy, che da protettore affettuoso si trasforma in una pedina delle oscure direttive della Weyland-Yutani.

Quando i giovani eroi si avventurano in una camera con un livello di sicurezza stranamente alto per recuperare le capsule criogeniche, si imbattono in una scena che farà accapponare la pelle agli appassionati del genere: le luci d’allarme si tingono di rosso, e decine di facehuggers si muovono come predatori acquatici, pronti a saltare fuori dall’acqua al momento giusto. Anche se riescono a uscire dalla camera relativamente indenni, la fortuna non sorride a Navarro, che viene “abbracciata” da uno dei facehuggers sfuggito al controllo.

In una sequenza che fonde disperazione e ingegno, il gruppo tenta di usare le capsule criogeniche per rallentare la presa del parassita e liberare Navarro, ma il tentativo si rivela vano: il facehugger ha già compiuto la sua missione.

A questo punto, il conflitto interno esplode. Andy, ormai “sotto il controllo” della Weyland-Yutani, si ritrova a dover scegliere tra i suoi amici e la sua nuova missione: eliminare Navarro per salvaguardare un esperimento cruciale, un’arma biologica nata dagli studi sugli Xenomorfi. Ed è qui che le domande iniziano a farsi strada nella mente dello spettatore: quest’arma è la stessa sostanza vista in “Prometheus”, utilizzata dagli Ingegneri per distruggere mondi? Oppure siamo di fronte a una nuova, inquietante minaccia introdotta nell’universo di Alien

Il film riesce a sollevare interrogativi che promettono di essere al centro di discussioni appassionate tra i fan e che, si spera, troveranno risposta nei prossimi capitoli del franchise.

Alien: Romulus
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Dopo la divisione del gruppo, la trama prende una piega decisamente più cupa e intensa. Sulla Corbellan, l’astronave dei protagonisti, assistiamo alla tragica fine di Navarro, che non sopravvive alla nascita del chestbuster, dirottando la navicella contro l’avamposto. È un momento che lascia il segno, anche grazie alla sensazione di “concretezza” della creatura, probabilmente realizzata con effetti pratici che richiamano i metodi classici del franchise.

Subito dopo, il destino non è clemente nemmeno con Bjorn, un altro personaggio secondario che incontra la sua fine in modo tanto macabro quanto memorabile. Ucciso dallo Xenomorfo che emerge da una crisalide a forma di vagina, come se fosse un parto alieno, la scena è un mix di horror corporeo e simbolismo che non lascia indifferenti. Ammetto che l’ho adorato per la sua audacia visiva.

Kay, rimasta l’unica superstite a bordo della Corbellan, si ritrova a dover affrontare lo Xenomorfo all’interno della Romulus, ma il vero tradimento arriva da Andy, che decide di lasciarla in balia del mostro pur di salvare gli altri. Questa scelta innesca l’ira di Tyler e Rain, due personaggi che, fino a quel momento, avevano riposto la loro fiducia nell’androide. Ma la vera sorpresa riguardo a Kay è un segreto ben custodito: è incinta. Appena il film accenna a questa sua condizione, sapevo già a cosa saremmo andati incontro.

Per cercare di salvarla, i protagonisti si avventurano in una sorta di “tana” aliena situata nei livelli inferiori della nave. Qui, il film ci regala una sequenza avvincente, con un ambiente a gravità zero, dove ogni mossa è pericolosa. L’obiettivo è evitare che l’acido degli alieni distrugga la nave, ma l’operazione sembra quasi suicida. Nonostante ciò, i protagonisti riescono a cavarsela, ma non senza un sospetto di plot-armor che potrebbe far storcere il naso ai più critici. Le probabilità di successo erano incredibilmente basse, eppure, in mancanza di alternative, i nostri eroi si lanciano nel pericolo con coraggio.

Kay, ferita e disperata, si inietta la misteriosa sostanza nera presa in laboratorio che le viene venduta da Rook come un farmaco per curare le ferite. Tuttavia, non ci vengono mostrati subito gli effetti di questa scelta. Quello che segue è la mia scena preferita, un raro momento di brutalità visiva che il film non teme di mostrare: il parto di un abominio. La sostanza nera reagisce con il feto di Kay, trasformandolo in una creatura ibrida, un essere che mescola tratti umani, xenomorfi e forse anche Ingegneri. La scena è cruda, disturbante e al contempo affascinante, portando alla morte inevitabile di Kay e allo scontro finale di Rain contro il mostro.

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Spiegazione del finale di Alien: Romulus

Lo scontro finale con questa nuova mostruosità si svolge nello spazio, in un confronto che è tanto brutale quanto disperato. La creatura viene infine “uccisa”, ma la conclusione lascia aperte molte domande, non solo su come queste nuove aggiunte al franchise si integreranno nel futuro della saga, ma anche su come influenzeranno le storie a venire. L’attesa per il prossimo capitolo si fa sentire, alimentata da curiosità e un pizzico di timore per ciò che verrà.

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Opinione finale con voto

“Alien: Romulus” dona ai fan una pellicola interessante e modesta, con una regia e una fotografia mostruosamente ben fatti che omaggiano i primi capitoli della saga. Si sarebbe potuto esplorare molto di più il worldbuilding, ma lascia molte porte aperte rendendo il capitolo, purtroppo, ancora dipendente da altri film. Godibile, originale e augurando a Fede Álvarez di ritornare presto a dirigere un nuovo capitolo del franchise.

Voto: 7.5/10

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E voi avete visto Alien: Romulus? Scriveteci nei commenti cosa ne pensate!

Ward

Nel tempo libero recito il ruolo di critico cinematografico per NerdAlQuadrato. Attore di teatro, doppiatore, nerd a 359° ma soprattutto, fin da bambino, amante del cinema. Sono onnivoro di generi, è facile accontentarmi ma difficile farmi cambiare idea da quanto son testardo. L'egocentrismo del cinefilo alla fine presuppone che abbiam ragione su tutto. P.S. Non son cristiano, ma le sceneggiature di Tarantino son la mia Bibbia.

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