Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & The Envisioned Land – La nostra recensione! (2025)
Sviluppato e pubblicato da Koei Tecmo, Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & The Envisioned Land è il nuovo capitolo della saga Atelier, che da decenni appassiona milioni di fan in tutto il mondo, e che in questa nuova iterazione si dimostra molto più story driven rispetto al passato.

Storia
Atelier Yumia segue la protagonista e il suo crescente gruppo di alleati mentre scoprono di più sul loro continente in rovina, un tempo governato dall’Impero di Aladiss. Yumia, in particolare, è più determinata degli altri, avendo sofferto per la perdita della madre ed essendo stata disprezzata per essere un’alchimista, una pratica ormai proibita. Spinta dai ricordi dell’abilità alchemica della madre defunta, Yumia si impegna costantemente a migliorare le sue conoscenze in alchimia, una necessità sempre presente mentre affronta individui ostili che rendono la scoperta del continente più pericolosa di quanto avesse previsto.

Dobbiamo sottolineare che Atelier Yumia è il capitolo più incentrato sulla trama che la serie abbia avuto da molto tempo, in contrasto con i primi capitoli del franchise, quando la maggior parte dell’esperienza era composta da episodi focalizzati sui personaggi. Questa comprensibile evoluzione rispetto alla narrazione della trilogia di Ryza offre un’atmosfera genuinamente cupa e malinconica, conferendo a questo titolo un’identità distinta. Gran parte del continente è dominata da detriti e rovine, e il trattamento riservato a Yumia come un’estranea scomoda rafforza ulteriormente questa atmosfera.

Naturalmente, questa cupezza viene mitigata man mano che Yumia si avvicina ai suoi nuovi amici. Tuttavia, questo tono finisce per rendere le relazioni costruite più autentiche rispetto ai capitoli precedenti. Inoltre, questo tipo di premessa da outsider su una scala molto più ampia del previsto ha reso il nostro legame con Yumia più personale rispetto ad altri protagonisti di Atelier. In più, l’alchimia stessa appare più speciale che mai, dato che Yumia sembra esserne l’unica praticante vivente.

Gameplay
Ad ogni modo, questa ambizione di evolvere la serie si estende anche ai sistemi di gameplay di Yumia. Basandosi su ciò che la trilogia di Ryza ha introdotto in termini di esplorazione e ampiezza, Atelier Yumia presenta più regioni vaste e dall’aspetto open-world, oltre a un albero delle abilità che influisce su ogni aspetto del gioco. Queste regioni sono enormi e offrono una quantità incredibile di attività, come raccogliere ingredienti, combattere mostri, pescare e completare obiettivi che, oltre a sbloccare ulteriori porzioni della mappa, forniscono potenziamenti per i personaggi.
Queste attività vengono ulteriormente incentivate dal Pioneering Effort, un insieme di incarichi assegnati per ogni regione che offrono ricompense significative al raggiungimento di determinate percentuali di completamento.

Il gameplay di Atelier Yumia è generalmente suddiviso in quattro “fasi”. La prima è la caratteristica iconica del franchise: la Sintesi. Questa versione segue l’approccio accessibile della trilogia di Ryza, pur introducendo alcune novità. In sostanza, l’alchimia in questo capitolo prevede l’inserimento di ingredienti in diversi tipi di nuclei, ognuno dei quali migliora aspetti specifici della ricetta. Ad esempio, un tipo di nucleo aumenta la qualità complessiva, mentre un altro potenzia gli effetti. Inoltre, nel corso dell’avventura, si apprendono abilità che permettono un ulteriore livello di personalizzazione.

In Atelier Yumia è stato anche implementato un compromesso interessante: il gioco offre la possibilità di eseguire la sintesi automaticamente in base a criteri selezionati. Questo metodo è molto più rapido rispetto alla selezione manuale, rendendolo ideale per i nuovi giocatori o per creare velocemente oggetti necessari per le missioni. Tuttavia, la mancanza di precisione nella scelta degli ingredienti rende questa modalità poco appetibile per i veterani che desiderano ottimizzare al massimo ogni dettaglio delle loro creazioni.

La seconda fase del gameplay è il combattimento, probabilmente l’aspetto che ha subito i cambiamenti più significativi. L’azione è al centro dell’esperienza, gli scontri si attivano quando si entra in contatto con i nemici sul campo, e durante le battaglie si utilizzano i tasti frontali per eseguire le abilità dei personaggi. È possibile passare liberamente il controllo tra i membri del party attivi in battaglia e quelli in riserva, quando le circostanze lo permettono.
Inoltre, si possono schivare gli attacchi telegrafati dei nemici e, se l’evitamento ha successo, si ottiene l’opportunità di effettuare uno scambio di personaggi con un attacco potenziato. Se tutto questo non bastasse, gli oggetti sintetizzati possono essere equipaggiati da tutti i membri del party, garantendo una vasta gamma di effetti, dalla cura al danno diretto, fino all’applicazione di stati alterati.

A prima vista, il combattimento in Atelier Yumia potrebbe sembrare quasi scollegato dalla sintesi, ma col tempo diventa evidente la loro interconnessione. Infatti, le ricette per armi, armature e accessori che si apprendono giocano un ruolo fondamentale nell’affrontare nemici con statistiche in continua crescita. Ignorare la creazione di nuovi equipaggiamenti porterà a battaglie in cui gli attacchi saranno deboli e la difesa insufficiente. Questa filosofia di progressione si applica anche agli oggetti, che possono essere potenziati a intervalli regolari.

Il combattimento in Atelier Yumia è abbastanza soddisfacente ed è un segnale di cambiamento che apprezzo, ma avrebbe potuto beneficiare di qualche affinamento nel bilanciamento e nell’esecuzione. Le abilità dei personaggi mancano di una vera unicità nelle loro funzionalità, il che a volte trasforma il combattimento in una sessione di pressione ripetuta dei tasti, con la schivata come unico focus. Forse il difetto più curioso è che, per qualche ragione, le battaglie contro i boss risultano sorprendentemente facili, molto meno impegnative rispetto ai normali nemici affrontati sul campo.

Tornando all’esplorazione, un’altra fase centrale del gameplay, la sensazione di open-world si percepisce maggiormente grazie alla presenza di mini-enigmi. Questi puzzle sono semplici rompicapo da cinque secondi, che avremmo preferito fossero stati meno frequenti, dato che sono richiesti anche per le funzioni più basilari, come l’uso delle teleferiche. Inoltre, ci sono sezioni della mappa che sembrano percorribili, ma che sono arbitrariamente classificate come inaccessibili.

L’ultima fase del gameplay è la Costruzione. Questo titolo permette ai giocatori di costruire basi in diverse regioni e, oltre a ospitare strumenti pratici, la decorazione è fortemente incoraggiata. Si possono trovare una moltitudine di elementi per personalizzare l’ambiente, mentre chi non ha un grande senso estetico può semplicemente scegliere strutture predefinite.
Nel complesso, la costruzione delle basi ha un impatto limitato e deve essere presa in considerazione principalmente per completare il Pioneering Effort, che richiede il posizionamento di determinati mobili. Tuttavia, il sistema di Building può risultare un po’ bizzarro, dato che molti oggetti, come tavoli e sedie, possono essere posizionati a mezz’aria senza alcuna connessione logica, facendo sembrare il tutto piuttosto casuale e poco rifinito.

Comparto tecnico e grafico
Il comparto tecnico del gioco è di buona fattura. Durante la nostra avventura abbiamo riscontrato qualche bug e glitch, che però non ha influenzato la nostra esperienza, e anche le performance si sono rivelate sempre molto stabili.
Il comparto grafico del titolo ha fatto un bel salto in avanti rispetto al passato. I modelli dei personaggi sono più definiti, così come la qualità delle texture degli oggetti (anche se diverse texture nell’open world sono di scarsa qualità).

Conclusione e Voto
Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land: In conclusione, Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land porta la celebre saga in una nuova direzione molto ambiziosa, mescolando una narrazione più story driven con un'esplorazione open-world più ampia. Sebbene la profondità della storia e il rinnovato sistema di sintesi brillino, antagonisti poco incisivi e un bilanciamento del gameplay altalenante impediscono al gioco di raggiungere vette qualitative più elevate. – Cri1603
Versione testata: PC
Questo gioco è stato recensito utilizzando una copia fornita dal publisher, dalla società di PR, dallo sviluppatore o altro allo scopo esplicito di una recensione.

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