BARDO, LA CRONACA FALSA DI ALCUNE VERITÀ – LA NOSTRA RECENSIONE! (2023)
Presentato in anteprima alla 79esima edizione del festival del cinema di Venezia, Bardo si presenta come la pellicola più intima e personale per il regista premio Oscar Alejandro González Iñárritu, prendendo molto da 8½ di Federico Fellini, il film vorrebbe parlare di molti temi come il Messico, i migranti, la famiglia, il lutto ecc. fallendo miseramente in gran parte della sua “eccessiva” durata. Ed ecco qui noi di NerdAlQuadrato pronti a recensirlo.
Chi ci segue sa già che la recensione di Bardo, La cronaca falsa di alcune verità sarà divisa in diverse categorie: la parte no-spoiler, parte spoiler, la parte dedicata ai personaggi e al cast, un ulteriore all’aspetto tecnico e infine l’opinione finale con voto.
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Recensione No-Spoiler
Un film che attendevo da molto tempo e ho sperato fino all’ultimo che si sarebbe rivelato il miglior film della stagione, purtroppo così non è stato. Infatti il nuovo film di Alejandro González Iñárritu è un film slabrato, senza una direzione, idolantradosi per tutto il tempo senza un effetivo senso. Il film scopiazza altamente 8½ di Federico Fellini ma senza mai metterci passione, un ripetersi continuo di 3 concetti (Migranti, Famiglia, Lutto) ma senza mai esplorandoli del tutto.
Sottotono il cast che tranne in pochissime scene è abbastanza dimenticabile, unica lancia a favore che si può lanciare è l’impeccabile comparto tecnico, perfetto e memorabile quanto la regia di Iñárritu. Bardo voleva essere un film memorabile e voleva mandare un messaggio forte ai critici di Iñárritu che l’avevano definito un venduto dopo l’Oscar con Birdman, un gringo, per usare il termine esatto. Bardo non è né bello né brutto, solamente un film mediocre e un’effettiva delusione lato narrativa da parte di Iñárritu.
Voto: 3/10
Recensione Spoiler
La prima parte di Bardo è stranamente molto semplice e comprensibile (In prodotti del genere bisognerebbe lasciare più domande e tante riflessioni allo spettatore, ma dettagli), la seconda e la terza parte sono invece quelle più ardue e di difficile comprensione per lo spettatore, che fanno vedere tutto quello che si ha visto nella prima parte, aggiungendo simbolismi e significati vari. Forse il vero motivo per cui Silverio passa dal reale all’irreale deriva dalla totale morte del suo lobo frontale, ma il film non prova a indagare neanche in minima parte su questo aspetto.
Altro tema in cui fallisce il film è il lutto, Mateo, questo bambino nato morto, ma rimasto nel Bardo (si intende uno stato intermedio, di transizione o liminale tra la morte e la rinascita), è un pensiero constante nei protagonisti, ma anche nella scena in cui la famiglia decide di lasciar andare le spoglie, il tutto rimane qualcosa di anonimo, citando nello stesso momento 10 film diversi (ma senza metterci alcuna passione), neanche la colonna sonora riesce ad accompagnare un momento che dovrebbe essere significativo per il film.
Personaggi e Cast
Il cast come detto in precedenza non spicca mai realmente, rimanendo in uno stato di piattume per la maggior parte del film. Solo in alcuni punti il cast è memorabile, ma non troppo, a mio dire. I personaggi sembrano avere una costruzione ad HOC soprattutto il protagonista Silverio, ma dopo neanche mezz’ora si sente un senso di pesantezza e di noia.
Aspetto tecnico
Gli unici elementi salvabili del film sono l’impeccabile regia di Iñárritu, dimostrando, ancora una volta, di essere un grande regista e di saperci fare alla macchina da presa, il tutto accompagnato del bellissimo comparto tecnico e dalla fotografia del iraniano-francese Darius Khondji (C’era una volta a New York, Se7en, Uncut Gems). Iñárritu gioca molto sui piani sequenza che si alternato tra sequenze movimentate a quelle più lente e ma che non annoiano mai. Effetti speciali un po’ mediocri sopratutto nelle scene con Mateo (il bambino morto di Silverio e Lucìa).
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Opinione finale con voto
Per concludere… Bardo poteva essere una pellicola trascendentale e unica, ma rimane in uno strato di piattume totale, nonostante ci siano delle scene memorabile il film rimane lo stesso lento e auto-elogiativo, copiando scene già viste in molti altri film. Il problema di Bardo è che i suoi veri momenti di grandezza sono pochi e si contano sulle dita di una mano, e per essere goduti a pieno, bisogna prima subirsi una storia che si slabbra, senza una direzione, compiacendosi per tutto il tempo. Una risoluzione finale nosense e impresentabile. Questo auto-compiacimento diventa snervante e inutile, provando a darsi arie da grande film cosa che non è.
Voto: 3/10
Cosa ne pensate? Vedrete Bardo, La falsa cronaca di alcune verità?