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BATMAN: THE KILLING JOKE (1988) – LE MIGLIORI STORIE DELLA DC

Tra le migliaia di storie scritte dalla DC Comics nel corso degli anni ce ne sono alcune che, in particolar modo, sono memorabili; delle storie talmente belle che non possono essere dimenticate, ma vanno ricordate per sempre. Uno di questi fumetti “imperdibili” è: Batman – The Killing Joke, scritto nel lontano 1988 e tutt’oggi rimembrato e annoverato come uno dei migliori comics sul Cavaliere Oscuro.

Perché questo fumetto è così tanto bello? Andiamo a scoprirlo insieme in questa recensione!

Batman: The Killing Joke

Prima di partire con la recensione vera e propria, ci tengo a darvi qualche informazione specifica sul fumetto in questione.

Scritto, come già detto, nel 1988 dal grandissimo Alan Moore e disegnato dall’impeccabile Brian Bolland, Batman: The Killing Joke è un fumetto facente parte della cosiddetta “Modern Age“. Acclamato da pubblico e critica, fin da subito è entrato nel cuore dei lettori DC e non, radicandosi anche nella cultura pop in generale, dal momento che presenta le origini canoniche del Joker. Origini che, finora, non sono ancora state modificate e, probabilmente, non lo saranno ancora per molto.

La Panini Comics ha recentemente deciso di ristampare il fumetto in una versione economica (€12,00), quella Black Label. Inoltre l’azienda ha anche stampato un’edizione più costosa, da collezione, chiamata DC Absolute (€33,25).


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Recensione No-Spoiler

Questa recensione si dividerà in due parti: quella spoiler e quella non spoiler, che sarà la prima.

Iniziamo parlando del punto forte, anzi, centrale del fumetto: la scrittura. Alan Moore ha fatto un lavoro magistrale nella stesura dei dialoghi e della sceneggiatura, riuscendo a mantenere alta, viva la tensione per tutte quante le 96 pagine, quasi terrorizzando il lettore in alcune parti. Ma non solo, Moore è riuscito anche ad affrontare un tema ostico, quello della pazzia, in modo elegantissimo, riuscendo a creare una trasposizione di Joker che non scaturisce mai nel ridicolo. Tutte le battute, anche quelle comiche, professate dal pagliaccio sono sempre preziose, ricercate, mai banali e/o ridicole.

Moore riesce anche a dare un lato umano al Joker: nel corso della storia, soprattutto quando ci viene mostrato che cosa ha subito in passato, il lettore empatizza fortemente con la più grande nemesi di Batman, arrivando anche a provare una certa sensazione di dispiacere per lo stato in cui è ridotto.

Passiamo ora ai disegni, opera dell’eccezionale Brian Bolland. Così come il suo collega scrittore, anche Bolland presta un’attenzione minuziosa per la cura del dettaglio in ogni singola tavola. I personaggi raffigurati dall’artista britannico presentano un’espressività senza eguali e sembrano quasi avere vita propria, sembra che qualcuno abbia preso delle persone in carne e ossa e le abbia imprigionata dentro delle finissime pagine di carta.

Bolland ha, poi, un altro grande merito: quello di giocare sapientemente con l’uso del colore, sfruttandone a pieno il potenziale per impressionare ed emozionare il lettore, che si sente come rapito dall’armonia di fondo creata dalla perfetta fusione tra le matite di Bolland e i dialoghi di Moore. Ma di ciò ne parleremo meglio nella parte spoiler.

Voto: 10/10

Batman: The Killing Joke

Recensione Spoiler

Ripartiamo proprio dall’ultimo punto trattato: l’uso del colore. Un esempio del genio di Bolland è l’uso del grigio, che l’artista sfrutta per rappresentare le vignette del tremendo passato del Joker, quando era ancora un uomo con un’ottima sanità mentale, perché il grigio è un colore convenzionalmente associato alle emozioni “tristi”, che ci permette così di sublimare delle sensazioni di empatia verso l’uomo che era Joker. Quest’azione è, poi, aiutata dai perfetti dialoghi di Alan Moore, che, col suo eccezionale talento, riesce a suscitare nello spettatore qualsiasi tipo di emozione.

Un altro grande esempio è quello del look dell’iconico cattivo: ottenuto con dei colori piuttosto accesi e stravaganti, come il verde dei capelli o il rosso delle labbra, che ci inducono a provare terrore, paura quando lo vediamo – grazie anche alla straordinaria espressività conferita al personaggio da Brian Bolland.

Se, da una parte, il disegnatore del fumetto ha pensato all’aspetto “thriller” ed emotivo, lo scrittore, Alan Moore, ha badato alla parte più folle, sadica del Joker. Ne sono esempi: l’iconica battuta proferita da quest’ultimo dopo aver sparato a Barbara Gordon: “La prego, non si preoccupi. È un disturbo psichiatrico assai frequente tra gli ex bibliotecari. Vede, crede di essere un’edizione da salotto… Sia chiaro, non saprei dirle le condizioni del volume. Insomma, io vedo una lacerazione della costola e il dorso sembra gravemente danneggiato” .

Il trattamento più che sadico che il cattivo rivolge al commissario Gordon e la canzoncina che egli canta al commissario mentre quest’ultimo si trova sul vagone di una montagna russa, obbligato a guardare le foto, scattate dal Joker, di sua figlia nuda, ricoperta di sangue e agognante sul pavimento della loro casa.

Però, per uno scrittore come Moore, limitarsi ai soli dialoghi sarebbe troppo banale, quasi riduttivo. Così, lo scrittore decide di mettere dentro la sua opera un significato più profondo, sempre collegato al concetto di pazzia. Secondo Joker, chiunque viva una “brutta giornata” è destinato a diventare pazzo. In questo senso nessuno di noi è completamente sano dal punto di vista mentale, ma tutti quanti siamo “pazzi”, chi di più e chi di meno; ciò significa che nessuno di noi è perfetto e che non c’è qualcuno di propriamente migliore.

Inoltre, alla fine del fumetto, Batman cerca di dare una seconda possibilità a Joker, credendo che possa redimersi. Questo è un grandissimo esempio di speranza, quella che, forse, manca oggi verso coloro che infrangono le leggi.


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Opinione finale con voto

In conclusione, Batman: The Killing Joke è un’opera tecnicamente eccezionale, che merita, senza ombra di dubbio, di superare la barriera, l’ostacolo del tempo. Ma è anche un’opera con un significato profondo, che va capito e interpretato. Non è solamente una storia thriller, folle e, se vogliamo, divertente, ma è qualcosa di più.

Questo fumetto ha solamente un difetto: finisce.

Voto: 10/10

Batman: The Killing Joke

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Cosa ne pensate? Avete già letto The Killing Joke?

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