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Blade Runner – La nostra recensione del cult fantascientifico di Ridley Scott (2025)

Blade Runner è forse uno dei film di fantascienza più iconici della storia del cinema: diretto dal maestro Ridley Scott (Alien, American Gangster, Il gladiatore), ha ridefinito il genere sci-fi e torna oggi in sala in versione Final Cut restaurata in 4k. Noi di Nerd Al Quadrato in questa occasione abbiamo deciso di recensirlo data la sua importanza e la sua influenza per tantissime altre opere cinematografiche e per tutto il cinema fantascientifico.

La recensione di “Blade Runner” sarà strutturata in queste parti: una breve prefazione sulla produzione e ideazione del film, recensione spoiler, analisi del finale e concludendo con l’opinione finale riassuntiva.

Blade Runner
“Blade Runner”

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Introduzione al film

Blade Runner di Ridley Scott (tratto dal libro di Philip K. Dick) è uno di quei film che ha letteralmente ridefinito il genere della fantascienza, uscito nel 1982 inizialmente divisivo per la critica, è stato poi consacrato come un capolavoro della fantascienza grazie a una scenografia sensazionale, una fotografia incredibile che gli conferisce uno stile cyberpunk unico e molti altri elementi distintivi, questo cult seppur passato sotto diversi rimaneggiamenti dallo stesso regista, torna oggi in sala per offrire a una nuova generazione o a chi lo ha già amato l’occasione di rivederlo sul grande schermo in versione Final Cut restaurata in 4k.

Ambientato in un futuro inquietante perché molto plausibile Deckard è un cacciatore di Replicanti (Androidi con sembianze umane usati come forza lavoro su colonie nello spazio) alla sua ultima missione prima di ritirarsi, trovare quattro sintetici fuggiti dalle colonie spaziali e arrivati sulla Terra per vendicarsi del loro creatore Tyrell.

Cosa ci rende davvero umani? La memoria? Le emozioni? Blade Runner non dà risposte facili, ma ci lascia con interrogativi che restano attuali anche oggi, nell’era dell’intelligenza artificiale. La sua estetica cyberpunk, le musiche di Vangelis e il monologo “Like tears in rain” ormai diventato iconico continuano a incantare e far riflettere.

Blade Runner
“Blade Runner”

Recensione di “Blade Runner”

La pioggia cade incessante su Los Angeles, bagnando i neon che illuminano le strade affollate di un’umanità allo sbando. Dal buio emerge la sagoma di Rick Deckard, un Blade Runner al suo ultimo servizio per un’ultima caccia. Inizia così l’epopea cyberpunk diretta da Ridley Scott, un noir esistenziale mascherato da film di fantascienza, un viaggio nei meandri dell’anima umana e di ciò che significa essere vivi.

Nella Los Angeles del 2019 immaginata da Scott, la società si è sgretolata, il confine tra umano e artificiale è ormai impercettibile.
Deckard è un cacciatore di replicanti, macchine create a immagine e somiglianza dell’uomo, ma private del diritto di convivere con esso.

La sua missione è chiara: eliminare quattro replicanti ribelli, capitanati da Roy Batty, un essere tanto brutale quanto poetico, interpretato magistralmente da Rutger Hauer. Deckard non è un eroe, è un uomo spezzato, stanco, svuotato di qualsiasi ideale. Ma nel suo cammino incontra Rachael, un replicante che non sa di esserlo. Ed è in lei che l’illusione di qualcosa di vero lo porta a mettere in discussione ogni cosa.

La Los Angeles di Blade Runner è una giungla di luci e ombre, una distopia claustrofobica che ingloba il protagonista. Ridley Scott grazie anche ad una fotografia e scenografia spettacolari costruisce un mondo sporco, vivo, che si muove e respira in ogni inquadratura. Le luci al neon si riflettono nelle pozzanghere, il fumo avvolge i vicoli, mentre la colonna sonora di Vangelis trasforma il tutto in un’esperienza ipnotica e malinconica.

Il film non manca di momenti di tensione, inseguimenti ed elementi tipici del Noir, ma è nel finale che il film raggiunge il suo apice. Dopo un inseguimento soffocante tra i tetti bagnati di pioggia, Deckard si trova di fronte al suo avversario, ma Roy, ormai morente, non lo uccide. Al contrario, gli salva la vita. E con uno degli ultimi monologhi più toccanti della storia del cinema, accetta il proprio destino con parole che risuonano immortali:

“Ho viste cose che voi umani non potreste neanche immaginare”

La pioggia scorre, gli occhi di Roy si chiudono e la colomba vola via, lasciando Deckard con un interrogativo che risuona nel tempo: cosa significa essere umani? Nell’ultimo sguardo rivolto a Rachael, nella decisione di fuggire con lei, c’è forse la risposta. O forse solo un’altra illusione.

Voto: 9/10

Blade Runner
“Blade Runner”

Analisi dei finali di “Blade Runner”

Nel finale della “Theatrical Cut” vediamo Rachael e Deckard guidare in una natura incontaminata. Un finale più Hollywoodiano e più ottimistico rispetto al finale della “Final Cut” in cui dopo la morte di Roy, Deckard torna nel suo appartamento e scopre che Rachael è ancora viva. Decide di fuggire con lei, accettando il rischio di vivere in fuga per proteggerla. Ma prima di andarsene, trova un piccolo origami a forma di unicorno lasciato da Gaff, il misterioso collega che più volte lo aveva messo in guardia.

L’unicorno simboleggia qualcosa di irreale, di artificiale ma soprattutto il sogno di Deckard: se Gaff ha lasciato quell’origami, significa che conosce i sogni di Deckard. Ma come potrebbe se non fossero impiantati artificialmente? Questa rivelazione suggerisce che Deckard stesso sia un replicante, un’arma costruita per cacciare i suoi simili, inconsapevole della propria natura, teoria sostenuta anche nel fotogramma sottostante in cui vediamo gli occhi di Deckard “illuminarsi” come quelli degli altri replicanti.

Blade Runner
“Blade Runner”

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Opinione finale con voto

“Blade Runner” è un film che colpisce per la sua costruzione unica: la regia evocativa di Ridley Scott, insieme alla carismatica interpretazione di Harrison Ford e alla performance memorabile di Rutger Hauer danno vita a una storia che intreccia fantascienza e introspezione esistenziale. L’estetica inconfondibile creata dalla fotografia di Jordan Cronenweth, con i suoi contrasti tra luci al neon e ombre opprimenti, costruisce un futuro tanto affascinante quanto malinconico, consacrando il film come un classico senza tempo.

Voto: 9/10

“Blade Runner”

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