Call of Duty Black Ops 6 – La nostra recensione! (2024)
Sviluppato da Treyarch Studios e Raven Software, e pubblicato da Activision, Call of Duty Black Ops 6 è il sesto capitolo dell’amatissima saga Black Ops, che dal 2010 appassiona milioni di giocatori, e che quest’anno vede Treyarch e Raven Software proporre un pacchetto di gioco qualitativamente senza precedenti per il franchise, grazie ad una campagna eccellente, una modalità zombies rinata e un’ottimo comparto multigiocatore.

Campagna di Call of Duty Black Ops 6
La campagna di Black Ops 6 è ambientata nel 1991, poco dopo l’inizio della Guerra del Golfo, e si colloca in linea temporale dopo la campagna di Black Ops 1, di Cold War e delle missioni di Black Ops 2 ambientate alla fine degli anni ’80. Dopo gli eventi di Black Ops Cold War, impersonerete l’agente della CIA “Case”, un protagonista silenzioso affiancato dal leggendario Frank Woods e dal veterano Troy Marshall.
Dopo una missione di estrazione fallita in Kuwait, e con l’emergere di una nuova fazione paramilitare nota come Pantheon, il trio è costretto a nascondersi in una vecchia base segreta del KGB ormai inutilizzata, per sradicare questa minaccia nascosta prima che possa mettere in atto un piano che cambierebbe le sorti del mondo.

Nonostante Call of Duty abbia sempre avuto un cast di personaggi memorabili, raramente è stata raggiunta la stessa profondità della squadra di BO6 appena citata, a cui si uniscono Russel Adler (di ritorno dalla campagna di Cold War), Felix, un esperto ingegnere ormai pacifista, e la letale assassina Sev.
Oltre ad essere stati scritti in maniera semplicemente eccellente e ogni membro del cast abbia recitato divinamente (tra varie performance spicca sicuramente quella del Troy Marshall di Y’lan Noel), è anche come il protagonista interagirà con loro ad essere dannatamente fenomenale.

Come scritto prima, tra una missione e l’altra, Black Ops 6 trasporta i giocatori in Bulgaria, in un rifugio dove è possibile parlare con i membri del team e acquisire potenziamenti. Nel rifugio non è possibile solo acquistare potenziamenti e parlare con i membri della squadra, ma sono presenti anche vari segreti da scoprire risolvendo diversi enigmi, ed esattamente come in Cold War, anche qui l’idea del rifugio è resa alla perfezione.

Finalmente, dopo 2 anni nei quali la campagna non aveva di certo brillato, Black Ops 6 porta una ventata d’aria fresca, proponendo una varietà di missioni completamente diversa l’una dall’altra, e che abbiamo amato tutte alla follia. Preparatevi ad affrontare missioni dove, ovviamente, sparerete all’impazzata, alternandole a missioni completamente sotto copertura (come quella che si svolge durante un rally di Bill Clinton) in posti sempre diversi e curati fino all’ultimo dettaglio, come deserti, casinò, la villa di Saddam Hussein e molti altri.

Nello specifico, la missione “Emergenza” è secondo noi una delle missioni più belle nella storia di Call of Duty, che trasporta i giocatori in una terrificante esperienza horror che non ha addirittura nulla da invidiare a titoli horror blasonati o al fantastico Control di Remedy Entertainment.
In generale, la campagna di Call of Duty Black Ops 6 raggiunge vette altissime che il franchise non vedeva dai tempi di Black Ops 2 o degli originali Modern Warfare, mostrando le enormi qualità della squadra di sceneggiatori composta da Raven Software e Treyarch, e non vediamo l’ora di scoprire come gli eventi evolveranno nelle stagioni future del gioco.

Multigiocatore
Parlando del comparto multiplayer, la grossa novità dell’anno è sicuramente l’Omnimovement, il nuovo sistema di movimento che permette di scattare e tuffarsi in qualsiasi direzione, e non più solo in avanti (molto simile al movimento dei vecchi Max Payne). Questo permette movimenti nettamente più dinamici rispetto al passato, e secondo noi nonostante qualche piccola imperfezione l’Omnimovement deve assolutamente rimanere negli anni a venire, diventando la base su cui costruire i nuovi titoli.

In termini di contenuti, Black Ops 6 presenta uno dei pacchetti più completi degli ultimi anni, con un vasto arsenale di armi altamente personalizzabili, decine di serie di uccisioni, parecchie modalità di gioco e tante mappe al lancio. Tra le modalità figura l’inedita Esecuzione, una variante di deathmatch a squadre in cui 1 giocatore per squadra diventa un bersaglio VIP e le sue uccisioni forniranno più punti alla squadra.
Le sedici mappe, tutte completamente inedite (12 per il 6v6 e 4 sia per 6v6 che 2v2) offrono un intrigante mix di luoghi che sono stati meticolosamente progettati per incoraggiare vari stili di gioco, anche se la maggior parte sono estremamente piccole e avremmo preferito una migliore varietà come Treyarch ci ha sempre abituato, e probabilmente le mappe sono l’unico punto sottotono dell’intero gioco.

Gli amanti delle sfide sono stati accontentati da Treyarch, che oltre ad aver reso le mimetiche slegate dal livellamento delle armi (finalmente), ha reintrodotto l’amatissimo e richiestissimo sistema di prestigi originale, che era stato rimosso nel 2019 da Infinity Ward nel reboot di Modern Warfare.
Una volta arrivati alla fine del livello 55, i giocatori potranno prestigiare e venire riportati al livello 1, ottenendo un prestigio e sbloccando varie ricompense di gioco come skin operatore, blueprint arma, emblemi, portafortuna e altro, fino ad arrivare al Maestro Prestigio e iniziare il lungo viaggio verso il livello 1000.

La modalità multigiocatore quindi si presenta quest’anno decisamente solida e ricca di novità e sfide, anche se non con qualche difetto. Oltre le mappe, che sono si qualitativamente buone ma forse un po’ troppo piccole, il comparto multiplayer purtroppo soffre molto la presenza dello Skill Based Matchmaking, che dopo qualche partita inizierà a rendervi la vita difficile componendo lobby decisamente squilibrate.
Nonostante ciò, durante la nostra esperienza sul multigiocatore ci siamo divertiti tantissimo, come non succedeva da ormai tanti (troppi) anni, tra un prestigio e l’altro e sbloccando mimetiche cercando di avvicinarsi alla tanto desiderata mimetica segreta Dark Matter.

Zombies
Dopo l’esperimento open world dello scorso anno, Zombies ritorna alle sue radici con addirittura due mappe a round presenti al lancio (e una terza già prevista per il rilascio entro la fine dell’anno), entrambe semplicemente eccellenti ed estremamente diverse l’una dall’altra.
Da una parte abbiamo Terminus, la mappa più cupa e ambientata su una grande isola, mentre dall’altro c’è Liberty Falls, mappa decisamente più piccola e con tono meno cupo, ambientata in un piccolo centro abitato in West Virginia.

Il gameplay base della modalità e sempre lo stesso, ovvero sopravvivere a round sempre più difficili uccidendo zombies e potenziando le proprie armi. Sono però i due easter egg principali delle mappe a renderle tra le migliori nella storia della modalità.
L’easter egg principale di Liberty Falls è decisamente più facile rispetto a quello di Terminus, ma entrambi sono ben realizzati, sfruttando ogni zona della mappa a disposizione e con boss fight davvero ottime. Nello specifico la boss fight finale di Terminus è probabilmente una delle migliori boss fight nella storia di Call of Duty Zombies, e abbiamo faticato parecchio per ottenere la vittoria finale.

Quest’anno quindi Zombies si è presentata più in forma che mai. Il grande merito che va dato a Treyarch è quello di aver rilasciato al day one due mappe decisamente in contrasto tra di loro, in modo da accontentare sia i fan più navigati, sia i nuovi giocatori, riuscendo perfettamente nell’intento. Entrambe le mappe sono curate alla perfezione, piene di piccoli dettagli e fantastici easter egg secondari che terranno impegnati i giocatori per ore.

Comparto tecnico e grafico
Il comparto tecnico del gioco ha non poche sbavature. Anche se non abbiamo notato bug o glitch, diversi menu su PC sono fissati a 30 fps, rendendo quindi il passaggio ad altri menu meno fluido. Oltre questo, durante le nostre quasi 50 ore di gioco suddivise nelle varie modalità, il gioco ha continuato ininterrottamente a crashare ogni tot ore, specialmente tra una missione e l’altra della campagna e in diversi match sia in multigiocatore che in zombies.
Il comparto grafico del titolo è invece eccezionale. La cura dei dettagli in ogni singola mappa (che sia zombies, multigiocatore o campagna) è impressionante, e tutti i vari design dei personaggi principali, dei nemici e specialmente della modalità zombies ci sono piaciuti davvero tanto. Non da meno è l’impatto artistico, che brilla specialmente in zombies e nelle varie missioni della campagna.

Conclusione e Voto
Call of Duty Black Ops 6: In conclusione, Call of Duty Black Ops 6 segna un ritorno fenomenale per la saga sviluppata da Treyarch. La campagna, tra le migliori della storia del franchise, presenta missioni eccellenti ed estremamente diversificate. Il multiplayer, grazie anche all'inedito Omnimovement, è risultato dannatamente divertente seppur con qualche difetto, mentre Zombies è ritornato all'amata formula a round più in forma che mai, grazie a vari miglioramenti e alle due eccellenti mappe disponibili, estremamente diversificate l'una dall'altra. Se il comparto grafico e artistico è di altissimo livello, lo stesso non si può dire del comparto tecnico, parecchio instabile anche a causa di crash molto frequenti in ognuna delle tre modalità di gioco. Nonostante questo, però, dopo più di 50 ore passate tra campagna, multiplayer e zombies il gioco continua a divertirci alla follia, e non vediamo l'ora di scoprire cosa proporrà Treyarch durante il supporto post-lancio. E ricordate sempre: La Verità Mente. – Cri1603
Versione testata: PC
Questo gioco è stato recensito utilizzando una copia fornita dal publisher, dalla società di PR, dallo sviluppatore o altro allo scopo esplicito di una recensione.

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