Deathbound – La nostra recensione! (2024)
Sviluppato da Trialforge Studio e pubblicato da Tate Multimedia, “Deathbound” è un soulslike che apporta diverse novità uniche nel genere, ma che non riesce a sfruttare tutto il suo potenziale. Noi di Nerd Al Quadrato l’abbiamo provato e ora siamo qui per dirvi la nostra!
La recensione di “Deathbound” sarà divisa in queste parti: storia, gameplay, comparto tecnico e grafico e concludendo con l’opinione finale riassuntiva con voto.
Storia
I Soulslike sono noti per aver sdoganato la narrazione tramite l’ambiente di gioco. “Deathbound” invece ha una premessa più diretta, con un pizzico di mistero lasciato all’immaginazione del giocatore. La scena di apertura mostra gli adepti di una chiesa zelota che idolatrano la Signora della Morte, marciando contro gli eretici della Città Proibita. Inizierete l’avventura come comandante dei suddetti crociati, pronto ad abbattere il leader della ribellione.
Tuttavia, venite rapidamente uccisi e vi ritroverete ad acquisire nuove Essenze. Un’Essenza è l’anima di un’altra persona, e in questo modo acquisirete fino a sette personaggi in totale, ognuno con la propria storia passata. La storia è così minimalista che fa fatica a fornire uno sfondo adeguato per i personaggi e le loro prospettive contrastanti.
L’atmosfera e l’ambientazione sono interessanti, con la mescolanza di personaggi medievali in un mondo moderno post-apocalittico. Sfortunatamente, è lì che finisce l’interesse. Anche il doppiaggio è molto discontinuo, e avremmo preferito un lavoro qualitativamente migliore del risultato finale.
Gameplay
Una delle novità introdotte nel genere soulslike da “Deathbound” è l’assenza di armature e armi modificabili, offrendo invece varietà attraverso le sue “essenze”, un set di personaggi da sbloccare tra cui i giocatori possono passare a piacimento. C’è un cavaliere con spada e scudo per iniziare, ma ci sono anche un ladro, un mago del veleno e altri da trovare, per poi costruire una squadra di quattro essenze per affrontare i pericoli di ogni tipo.
Il concetto di multi-personaggio non è l’unica novità del gioco, con tante altre uniche disseminate nel corso dell’avventura. Trovarli tutti dipenderà dalla pazienza di un giocatore, dato che il titolo è parecchio grezzo, tra cui alcuni combattimenti occasionalmente rigidi e pieni di bug, una strana meccanica di guarigione al posto delle normali fiaschette e altri vari consumabili da scoprire lungo il percorso.
Il combattimento in “Deathbound” tende a risolversi rapidamente, con un sistema di equilibrio, alcuni effetti elementali e colpi pesanti che lasciano giocatori e nemici esposti a rapidi contrattacchi. È un soulslike più veloce nel complesso rispetto alla norma, ma la maggior parte dei nemici è indebolita dai loro miseri set di mosse, alla fine ridotti a parassiti innocui dopo diverse ore di storia.
Il livellamento del protagonista applica buff alle statistiche di tutti i personaggi, ma sono tutti minimi e confusi. Un aumento dell’1% in difesa o di danno in mischia è appena percepibile, e c’è anche un limite basso per gli aggiornamenti; una volta raggiunto il livello 90+, non c’era più niente e una totale mancanza di mercanti rende la lodevole modalità new game+ di “Deathbound” un po’ inutile.
Detto questo, il combattimento di base di “Deathbound” è divertente, sostanzioso e reattivo. Il feedback delle armi è ottimo e combinare insieme i personaggi per sfruttare al meglio le riserve di resistenza è dinamico e bello da sfruttare. Un “indicatore di sincronizzazione” consente ai giocatori di cambiare istantaneamente personaggio durante uno scatto e può anche essere speso per un attacco pesante usando l’essenza selezionata. Inoltre, un sistema di affinità fornisce bonus extra in base alla configurazione del gruppo e all’allineamento del personaggio.
I boss di “Deathbound” sono meno interessanti, sfortunatamente, e sinceramente non rappresentano una grossa sfida. Ad eccezione di un boss, i combattimenti più difficili del gioco presentano solo una manciata di attacchi diversi da imparare. Un boss all’inizio del gioco si trasforma più volte durante il combattimento, ma abbiamo incontrato questa meccanica solo un’altra volta durante la nostra partita, e il new game+ non aumenta la difficoltà di questi combattimenti in alcun modo tangibile.
Comparto tecnico e grafico
Il comparto tecnico del gioco è mediocre. Durante la nostra esperienza siamo incappati parecchie volte in bug e glitch, e più di una volta abbiamo dovuto ricaricare il salvataggio in quanto eravamo rimasti buggati in alcune zone. Le performance invece sono rimaste fluide per tutta la durata della nostra partita.
Il comparto grafico del gioco è di discreta qualità. Se la direzione artistica fa si che il gioco splenda e sia visivamente d’impatto, lo stesso non si può dire della qualità grafica generale, tra texture di bassa qualità e alcuni ambienti leggermente spogli di dettagli.
Conclusione e Voto
Deathbound: In conclusione, "Deathbound" è un'entrata unica nel genere Soulslike, con un'ambientazione cupa e idee uniche che lo distinguono dagli altri titoli. Per quanto ambizioso possa essere però, la sua scrittura dei personaggi lascia un po' a desiderare e alcuni aspetti di game design impediscono a Deathbound di raggiungere il suo pieno potenziale. – Cri1603
Versione testata: PC
Questo gioco è stato recensito utilizzando una copia fornita dal publisher, dalla società di PR, dallo sviluppatore o altro allo scopo esplicito di una recensione.
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