Dieci Capodanni – La nostra recensione della serie tv su RaiPlay! (2025)
Presentata a Venezia 81, Dieci Capodanni è la nuova serie TV creata da Sara Cano, Paula Fabra e Rodrigo Sorogoyen, disponibile gratuitamente su RaiPlay. Rodrigo Sorogoyen è uno dei registi europei più interessanti degli ultimi dieci anni. Due anni dopo l’uscita del suo ultimo film, As Bestas, Sorogoyen torna alla serialità dopo il successo di Antidisturbos, la sua prima serie TV uscita nel 2021.
Questa volta, il regista spagnolo propone una storia semplicissima, già vista, si potrebbe dire, ma raccontata da una prospettiva diversa: una storia d’amore narrata attraverso dieci capodanni, dal 31 dicembre 2015 fino al primo gennaio 2024. Questo espediente trasforma l’esperienza in un racconto fatto di frammenti: lo spettatore assiste a momenti isolati, senza conoscere tutti i progressi dei personaggi nel corso dell’anno.
La sfida di Sorogoyen e della produzione è chiara: riuscire a cogliere la complessità dell’essere umano. Ma ci saranno riusciti? Noi di Nerd Al Quadrato l’abbiamo vista e siamo qui per dirvi la nostra!
La recensione di “Dieci Capodanni” sarà strutturata in queste parti: recensione no-spoiler (per chi vuole un primo parere sul film, ma non l’ha ancora visto), recensione spoiler, analisi del finale e concludendo con l’opinione finale riassuntiva.

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Recensione No-Spoiler di “Dieci Capodanni”
Di cosa parla Dieci Capodanni? La storia inizia la notte di Capodanno del 2015. Óscar compie trent’anni il 31 dicembre e la sua vita sembra ormai ben definita. Ana, invece, festeggia i suoi trent’anni il primo gennaio, ma la sua esistenza è ancora un puzzle irrisolto. Si incontrano, si innamorano e iniziano una relazione destinata a durare dieci anni.
Partiamo da un presupposto: se vi aspettate una storia piena di colpi di scena e svolte narrative sconvolgenti, Dieci Capodanni potrebbe deludervi. Il suo obiettivo non è sorprendere con eventi clamorosi, ma raccontare con autenticità la storia d’amore tra due persone comuni. La scelta di affidare i ruoli principali a Francesco Carril e Iria del Río si rivela perfetta: non solo perché i due attori hanno una chimica straordinaria e riescono a calarsi nei personaggi con estrema naturalezza, ma anche perché danno vita a una coppia credibile, che potrebbe davvero essere quella dei vicini di casa che tutti conosciamo.
Sorogoyen e il suo team confezionano un prodotto brillante e realistico, in cui la frammentarietà della narrazione non pesa affatto. Al contrario, guardando gli episodi si ha la sensazione di trascorrere davvero dieci anni accanto ai protagonisti, percependo in modo quasi inconscio l’evoluzione dei loro pensieri e la loro maturazione, dal confine della giovinezza all’età adulta. La regia di Sorogoyen e degli altri due registi è essenziale ma incisiva: in particolare, le puntate dirette dallo stesso Sorogoyen regalano momenti di straordinaria potenza visiva e narrativa.
L’uso della colonna sonora, perfettamente integrata con le immagini, contribuisce a creare attimi di grande impatto emotivo, colpendo dritto al cuore senza mai risultare artificioso o eccessivamente melodrammatico. Nel corso della serie, personaggi e situazioni vanno e vengono, alcuni ritornano dopo un paio di episodi, altri scompaiono per sempre. Un esempio significativo è l’episodio in cui Oscàr e Ana invitano i loro genitori: il confronto tra coppie giovani e mature, le riflessioni su separazione e tabù non solo offrono spunti interessanti, ma risultano anche molto coinvolgenti. Colpisce in particolare la quinta puntata, incentrata sulla loro rottura il primo gennaio 2019, ma di questo parleremo più approfonditamente nella sezione spoiler della recensione.
Tra M: Il figlio del secolo e Dieci Capodanni, questo 2025 (anche se entrambe le serie sono state presentate nel 2024) si preannuncia come un anno straordinario per la serialità televisiva. L’augurio è che questi non restino casi isolati, ma possano ispirare autori e produttori a realizzare sempre più opere di questa qualità, capaci di emozionare e lasciare il segno nel pubblico.
Voto: 10/10

Recensione Spoiler di “Dieci Capodanni”
Per la parte spoiler, mi concentro in particolare sul quinto episodio, ambientato il primo gennaio 2020. Ana e Óscar si sono regalati un viaggio a Berlino nel tentativo di ritrovarsi. Da mesi si sentono distanti e sperano che questa fuga nella capitale tedesca possa aiutarli, trascorrendo una notte intensa in uno dei club techno più famosi della città. Ma quella che dovrebbe essere un’occasione per riaccendere la scintilla si trasforma nel momento in cui entrambi realizzano che la loro relazione è ormai giunta agli sgoccioli.
L’episodio ha una forte impronta bergmaniana nella messa in scena della crisi di coppia: non è una separazione improvvisa, ma il risultato di una lenta erosione. Qui vediamo il vero cambiamento di Ana e Óscar, o forse il loro vero carattere che emerge con chiarezza. Ana non riesce più a sopportare la routine della coppia, si sente oppressa ma non trova il coraggio di ammetterlo. Óscar percepisce il disagio, prova a gestirlo, ma fallisce nel tentativo di tenere insieme qualcosa che non può più funzionare.
Questo episodio assume ancora più peso se confrontato con il terzo episodio, dove la coppia sembrava solida e capace di adattarsi alle reciproche esigenze, resistendo persino alle critiche dei genitori. Ed è qui che si svela il twist di Dieci Capodanni: la scelta narrativa di saltare un anno a ogni episodio permette di mostrare cambiamenti radicali nei personaggi, nelle loro scelte e persino nei piccoli dettagli visivi, come l’abbigliamento o l’acconciatura.
Questi elementi, apparentemente marginali, sono invece fondamentali per trasmettere il passare del tempo e l’evoluzione dei protagonisti. Non si tratta solo di un racconto d’amore, ma di un ritratto autentico e realistico della crescita personale, delle scelte e delle inevitabili trasformazioni che la vita impone.

Analisi del finale di “Dieci Capodanni”
Un finale ambientato il primo gennaio 2024, che segna il culmine perfetto di Dieci Capodanni. La scelta di Sorogoyen di girare l’intera puntata in un piano sequenza reale, senza tagli fantasma o trucchi di montaggio, amplifica l’immersione dello spettatore nella tensione emotiva tra Oscàr e Ana. La camera li segue senza mai perderli di vista, rendendo ogni loro esitazione, ogni sguardo e ogni silenzio ancora più potenti.
Dopo tre giorni trascorsi in una stanza d’hotel per decidere il futuro della loro relazione, entrambi sanno che tornare insieme sarebbe impossibile, nonostante il dolore della separazione. Ana ha avuto un figlio, ha ricostruito la sua vita in un altro paese; Oscàr, invece, è rimasto a Madrid, ancorato alle sue abitudini e ai suoi spazi, incapace di cambiare davvero. I dialoghi sono essenziali e diretti, privi di artifici o monologhi ridondanti: la tensione tra i due cresce in modo naturale, senza risultare mai forzata.
Il piano sequenza, perfetto nella sua esecuzione tecnica, ci impedisce di distogliere lo sguardo da loro, costringendoci a vivere ogni sfumatura dell’incontro. Poi, nel momento decisivo, la regia cambia: il piano sequenza lascia spazio a un campo-controcampo che cattura il loro ultimo sorriso, il loro avvicinarsi, fino a quando lo schermo diventa nero.
E così finisce la loro storia, e con essa questi dieci anni vissuti tra incontri, distanze, scelte e sentimenti mai del tutto risolti. Un finale che non cerca risposte facili, ma che suggella perfettamente l’anima di Dieci Capodanni: un racconto che con il tempo potrebbe diventare un cult, capace di elevarsi al di sopra delle classiche rom-com grazie alla sua autenticità e alla regia magistrale di Sorogoyen.

Opinione finale con voto
Dieci Capodanni entra di diritto tra i migliori lavori del regista spagnolo, arricchendo una carriera già straordinaria e originalissima. Sorogoyen dimostra anche grande umiltà nella storia che costruisce insieme a Sara Cano e Paula Fabra, evitando di cadere nei manierismi o nei cliché del genere.
Con il tempo, Dieci Capodanni potrebbe diventare un vero cult all’interno del panorama delle rom-com, distinguendosi per la sua capacità di elevarsi al di sopra della massa. E lo fa con maestria, riuscendo a coniugare emozione, autenticità e un tocco di raffinata eleganza narrativa.
Voto: 10/10

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E voi avete visto “Dieci Capodanni”? Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate!
Dieci capodanno bellissima il pezzo musicale che cantano nel primo episodio nel taxi mi sa dire chi è autore. Oppure dove trovo la colonna sonora della serie.. Grazie
Mai così tanta emozione per una serie… Meglio di un film, uno spaccato di vita che più realistico non si può, regia magistrale.
Magia pura, in dieci episodi entri nella vita di Ana e Oscar, due interpreti geniali ed intensi, percepisci i pensieri, le emozioni, la sofferenza dei sentimenti che confliggono.
Sorogojen si conferma un regista sensibile e attento.
Ultimo episodio da premio Oscar ad Oscar