Dune: Prophecy 1×01 – Analisi del primo episodio della serie di Dune! (2024)
Lunedì è stato rilasciato il primo episodio di “Dune: Prophecy“, e noi di NerdAlQuadrato siamo qui con la nostra analisi completa!
⚠️ ATTENZIONE: ALLERTA SPOILER SU “DUNE: PROPHECY ” ⚠️
Le aspettative sono altissime per questa serie che punta ad arricchire l’universo, già mastodontico di suo, della saga di Dune, messa in scena da Denis Villneuve.
Ambientata 10.000 anni prima della nascita di Paul Atreides e poco dopo la distruzione del dominio delle Macchine Senzienti, “Dune: Prophecy” vuole narrare le origini della congrega più importante del mondo di Dune, le Bene Gesserit, seguendo le gesta, tra i tanti, di due sorelle Harkonnen.
Il primo episodio, come previsto, punta a gettare le basi della narrazione, mostrandoci il contesto politico di quel periodo storico; le case regnanti; lo status di Arrakis e gli intrighi che hanno dato il via alla nascita delle Bene Gesserit così come le abbiamo conosciute nei film.
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Analisi del primo episodio di Dune: Prophecy
L’episodio si apre con una sequenza incredibilmente didascalica ed in generale ha come unico obiettivo quello di mettere tutte le carte sul tavolo, probabilmente mettendo troppe informazioni in rapida successione a disposizione dello spettatore.
Ci viene raccontata la fine della guerra contro le Macchine Senzienti, con la creazione delle Bene Gesserit per guidare l’Imperium da dietro le quinte. Le sorelle Valya e Tula Harkonnen emergono come potenziali candidate a diventare Madri Superiori.
Segretamente, la congrega sviluppa un programma genetico per creare un essere perfetto per perseguire i loro scopi, ciò che sarà poi alla base dei film e che vedrà il suo compimento con Paul Atreides.
Alla morte della prima Madre Superiora, Raquella Berto-Anirul, Valya ne prende il posto dopo aver ucciso con la Voce la nipote ed erede di Raquella, spinta dalla visione di una profezia che la designa come prescelta e dalla minaccia che la ragazza rappresentava, avendo quest’ultima affermato di rinnegare il programma segreto ed essendo intenzionata a distruggerlo.
Trent’anni dopo, Valya governa, orchestrando le sorti degli altri personaggi.
Quest’ultima si dimostra subito un personaggio forte e capace di regnare con pugno duro la Sorellanza, gestendola più come una caserma a tutti gli effetti, ponderando sapientemente quali sorelle assegnare a quali Case, con sempre bene in vista l’obietttivo principale delle Bene Gesserit.
La Principessa Ynez, futura apprendista Bene Gesserit e amante di Keiran Atreides, suo maestro di spada, viene costretta a sposare il giovane principe Pruwet Richese, di soli 9 anni, per consolidare la stabilità della linea di sangue Imperiale e permettere al padre di Ynez, l’Imperatore Javicco Corrino, di mantenere il controllo su Arrakis.
Ynez non è da meno: si dimostra da subito una eccellente stratega, che riesce a trovare un modo di guadagnare qualcosa in ogni situazione, addirittura riguardo la problematica di avere un marito-bambino. Matura ed indipendente, si pone come obiettivo quello di eccellere in tutti gli aspetti che possono renderla una Imperatrice inattaccabile, mentre non ha timore di imporsi e prendere ciò che vuole, come l’Atreides.
Parallelamente, una spedizione su quest’ultimo finisce in tragedia. Desmond Hart, unico sopravvissuto, avverte che l’agguato è opera di alleati interni, non dei Fremen; mostrando implicitamente come lo status geo-politico del pianeta sia ancora agli albori e le popolazioni autoctone non sono ancora relegate a piccole aree esterne dal dominio imperiale.
Kasha Jinjo, Bene Gesserit dell’Imperatore, ha una visione funesta e implora Valya di annullare il matrimonio, ma viene ignorata. Poco dopo, Hart attacca Pruwet con un misterioso potere, causandone la morte per combustione, mentre anche Kasha, nel suo dormitorio, muore nello stesso modo. Valya riconosce in questi eventi l’avverarsi della profezia di Raquella, rendendo il suo ruolo ancora più gravoso.
I protagonisti maschili sono ancora poco delineati: Corinno sembra un Imperatore in crisi messo sotto pressioni da più fronti e consapevole del territorio delicato che ha tra le mani; mentre Hart sembra già profilarsi come bomba pronta ad esplodere.
In questo periodo storico, inoltre, si comprende che gli Atreides sono semplici sudditi e sembra che gli Harkonnen fatichino ancora a prendere il proprio posto nella gerarchia, ridotti solo ad una piccola comparsa durante i festeggiamenti per il suddetto matrimonio, con l’intento di instaurare un accordo commerciale con Corrino.
Spiegazione del finale di Dune: Prophecy 1×01
Il finale risulta sicuramente interessante e porta la serie ad allontanarsi un minimo dalla struttura già vista nei grandi fantasy contemporanei (House Of The Dragon, Rings Of Power), lasciando lo spettatore incuriosito sia dal motivo che ha spinto Hart ad uccidere il principino, ma soprattutto da come sia possibile che egli abbia un potere del genere!
Da questo personaggio si evince che la follia religiosa che permea Arrakis ed i Fremen nei film, è già ben radicata e probabilmente è in grado di contagiare chiunque operi lì, questo risulta evidente soprattutto nella scena in cui Corrino rivede l’attacco del Verme del Deserto e Hart sembra immolarsi ad esso, quasi come se fosse una benedizione divina.
Pareri finali sul primo episodio di Dune: Prophecy
Questa partenza è sicuramente sulla sufficienza, si può accettare l’appiglio più ridotto ed intimo, più chiuso rispetto ai film; con una fotografia sempre affascinante ma sicuramente meno imponente.
Una narrazione meno aulica e più semplice è la scelta giusta per non appesantire il prodotto, la medizione in cui ricadono tutti i fantasy, però, rischia di rendere anche questa “Dune: Prophecy” poco digeribile ai più.
L’inizio è eccessivamente didascalico e momenti del genere possono ritornare in ogni episodio, l’inserimento di una quantità eccessiva di personaggi già dalle prime battute può far perdere di vista la trama generale agli spettatori che non hanno letto i libri e provengono solo dai film di Villneuve, già giganteschi da soli.
Ovviamente è interessante un’approccio con una storia corale, in maniera tale da raccontare molteplici sfaccettature simultaneamente, tipiche di una serie politica, ma gestire così tante personalità rappresentanti così tanti aspetti differenti di un impero, può risultato complicato e rischia di far perdere appeal alla serie.
L’aspetto tecnico è abbastanza neutrale, perde il mordente sperimentale dei film e si limita ad accompagnare senza avere una sorta di segno distintivo, così come il comparto musicale che fa da sfondo ma non riesce a dare quel quid in più che poteva arricchire i momenti più concitati.
Voi cosa ne pensate? Vi è piaciuto questo primio episodio di “Dune: Prophecy”?