Dune: Prophecy 1×02 – Analisi del nuovo episodio della serie di Dune! (2024)
È stato da poco rilasciato il secondo episodio di Dune: Prophecy, e noi di NerdAlQuadrato siamo qui con la nostra analisi completa!
⚠️ ATTENZIONE: ALLERTA SPOILER SUL SECONDO EPISODIO DI “DUNE: PROPHECY” ⚠️
Come detto per il primo episodio, la serie è ambientata 10.000 anni prima della nascita di Paul Atreides e poco dopo la distruzione del dominio delle Macchine Senzienti, “Dune: Prophecy” vuole narrare le origini della congrega più importante del mondo di Dune, le Bene Gesserit, seguendo le gesta, tra i tanti, di due sorelle Harkonnen.
Il secondo episodio di Dune: Prophecy, intitolato “Two Wolves”, continua a esplorare gli intricati giochi di potere e i segreti nascosti che caratterizzano questa serie spin-off ambientata nell’universo creato da Frank Herbert.
Vi ricordiamo che l’articolo sarà suddiviso in tre parti: un’analisi completa di quanto visto (“Vacillare fra bene superiore e male personale”), un accenno sul finale e un parere conclusivo con voto (“Un cuore potente in una cornice neutrale”)!
PER RESTARE SEMPRE AGGIORNATI SU TUTTE LE NEWS SUL MONDO DEL CINEMA, SEGUITE IL NOSTRO CANALE TELEGRAM!
Vacillare fra bene superiore e male personale
Questo episodio approfondisce il ruolo delle Bene Gesserit e la loro influenza sul fragile equilibrio dell’Imperium, mostrando al contempo i conflitti personali e politici che emergono all’interno delle casate nobiliari. Al centro dell’episodio c’è l’indagine sulla morte misteriosa di Kasha Jinjo, l’Oratrice della Verità imperiale, che getta ombre sulla stabilità dell’Imperium, la quale già di per sé vacilla.
Questo mistero funge da catalizzatore per mettere in luce i rapporti di potere all’interno dell’Imperium. La morte di una figura così vicina al trono solleva questioni politiche e spirituali, sottolineando la tensione tra le Bene Gesserit e l’Imperatore Javicco Corrino. Questo conflitto interno è emblematico della serie, che enfatizza l’equilibrio precario tra fede, manipolazione politica e ambizione personale che presentano tutti i personaggi, anche la madre superiora.
L’Imperatore Javicco Corrino, interpretato da Mark Strong, assume un ruolo più prominente, cercando di consolidare il suo potere in un periodo di instabilità, la quale è stata inevitabilmente amplificata dagli ultimi avvenimenti che hanno riguardato il matrimonio di convenienza osservato nel precedente episodio. Da considerare gli accenni alle manovre degli Atreides e degli Harkonnen, i quali, nonostante la distanza temporale fra la serie spin-off e i capitoli cinematografici, rimangono protagonisti, anche se sullo sfondo della narrazione predominante ed esterna a quel che abbiamo già visto al cinema.
L’episodio accenna, inoltre, a una ribellione in corso connessa ai Fremen, la popolazione nativa di Arrakis. Sebbene ancora marginali nella trama, i Fremen rappresentano una forza sotterranea che potrebbe influenzare gli equilibri di potere, motivo per cui le Bene Gesserit sfruttano l’influenza politica sia da una fazione che dall’altra per conseguire i propri obiettivi.
Nonostante il titolo della serie stessa, è difficile che vedremo qualcosa inerente ai Fremen, poiché essi, sia nel primo che nel secondo episodio, sono sempre stati solo accennati, e quindi di sfondo. Dunque, considerando che la serie conta appena sei episodi, dare spazio a nuovi personaggi al terzo episodio renderebbe la carne (già troppa) sul fuoco decisamente impossibile da concludere positivamente col poco tempo che si ha.
Spiegazione sul finale di Dune: Prophecy 1×02
Nel corso dell’episodio possiamo notare una dinamica che riguarda inevitabilmente ogni singolo personaggio: il Conflitto Interiore. Il titolo stesso, “Two Wolves”, allude a un conflitto interno e morale, ispirato all’idea di una lotta tra il bene e il male dentro ogni personaggio. Questione alquanto spinosa considerando che le Bene Gesserit agiscono nell’ombra per i propri scopi, ovvero avere il giusto componimento genetico per dare luce ad un soggetto potente che possa dominare le fazioni.
Nel finale, invece, si ha la possibilità di guardare un rituale, per così dire, “conclusivo” del percorso accademico delle giovani madri. Questo, però, viene attuato, sotto richiesta naturalmente, da un membro giovane e fin troppo acerbo, seppur promettente. Questo provoca la morte di un personaggio, ossia ///. La questione sul Destino di cui tanto si millantano le Bene Gesserit all’interno della narrazione viene messo, così, a dura prova. Infatti, eventi come la morte dell’Oratrice e i fallimenti dei loro rituali mettono in discussione la loro capacità di prevedere e manipolare il futuro, o, per meglio dire, rendono più difficoltoso il percorso che le madri hanno scelto di percorrere.
Un cuore potente in una cornice neutrale
Come è stato detto nella recensione del primo episodio, poiché la situazione è pressoché simile, l’episodio raggiunge sicuramente la sufficienza e, anzi, si avvicina a qualcosa di più interessante rispetto alla banale sufficienza, ma rimane circoscritto nell’umiltà. Cosa che non rende onore al titolo piuttosto imponente che porta il suddetto spin-off. E, beninteso, il rendere più “umile” la narrazione di un prequel di questo tipo non è necessariamente un errore, anzi è positivo in questo caso. La conseguenza problematica di questo ridimensionamento narrativo e registico pone la serie su di una certa visibilità ben diversa rispetto ai film.
Insomma, per quanto riguarda “la dimensione” della narrazione, sicuramente i dubbi rispetto all’inevitabile confronto fra serie e film rimangono vivi, seppur sopiti rispetto al primo episodio. Invece, per quanto riguarda il comparto musicale e registico, si seguono le orme poco interessanti, per così dire, del primo episodio: una colonna sonora piuttosto neutrale che, con difficoltà, accompagna la narrazione e una regia manualistica che fa il suo dovere ma rimane sul filo della neutralità, o meglio in questo caso è meglio parlare di “indifferenza”.
Voi cosa ne pensate? Vi è piaciuto il secondo episodio?