Furiosa: A Mad Max Saga – La nostra recensione! (2024)
Dopo quasi un decennio dalla furiosa corsa vista in “Mad Max: Fury Road”, questo incredibile franchise torna a ruggire nelle nostre sale con “Furiosa: A Mad Max Saga”, con protagonisti Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth. E noi di Nerd Al Quadrato siamo pronti ad accompagnarvi, ancora una volta, nel mondo post-apocalittico partorito dalla mente di George Miller, dove la sabbia si mescola all’olio e il rombo dei motori è la melodia della sopravvivenza.
La recensione di Furiosa sarà strutturata in queste parti: recensione no-spoiler(per chi vuole un primo parere sul film, ma non l’ha ancora visto), recensione spoiler e concludendo con l’opinione finale riassuntiva.
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Recensione No-Spoiler di Furiosa
Le aspettative per un prodotto del genere erano molto alte, sia per il budget che per il cast, ma soprattutto perché doveva cercare di eguagliare la grandezza imposta dal suo predecessore, diventato uno dei film più importanti degli ultimi 20 anni. Ma vado dritto al punto e rispondo alla domanda più succosa e importante: Furiosa è riuscito ad essere un degno seguito? Secondo me, solo in parte.
L’idea della pellicola era quella di esplorare la vita passata di Furiosa: l’infanzia nel Luogo Verde delle Molte Madri interrotta bruscamente dal suo rapimento e dalla separazione dalla sua famiglia, continuando poi con l’evoluzione come combattente e la scalata degli alti ranghi nella Cittadella di Immortan Joe. Il problema è che oltre a queste informazioni, che conoscevamo già dai tempi di Fury Road, George Miller e il suo sceneggiatore Nico Lathouris non sembra abbiano voluto aggiungere questioni più interessanti.
L’unica aggiunta importante per il personaggio di Furiosa è stato il periodo di tempo in cui era tenuta prigioniera da Dementus, di cui elogerò a breve l’interpretazione di Chris Hemsworth, e la sua sete di vendetta crescente nei suoi confronti, ma per il resto tutti gli avvenimenti che vediamo nell’arco del film sembrano degli adrenalinici deja vu, con alcune scene che mi han fatto storcere il naso.
Ma non voglio solo polemizzare. Sarebbe da sciocchi infatti non citare la magnifica fotografia satura di colori accesi che fanno da contrasto ad una scenografia apocalittica e maestosa, la colonna sonora che omaggia quella di Fury Road e un montaggio frenetico a cura di Margaret Sixel che accompagna la magistrale regia di suo marito. Una regia alta e personale, ma che mi ha dato la percezione di essere stata influenzata da quella hollywoodiana, tipica dei blockbuster più recenti.
Riguardo la sceneggiatura ho da dire giusto alcune cose: la differenza principale è la narrazione, che presenta molti più dialoghi favoreggiando una maggior caratterizzazione dei personaggi chiave e del world building; di contro però, mi è sembrata molto meno esuberante ed esagerata rispetto Fury Road, una caratteristica che funzionava proprio perché la pazzia dei personaggi dipingeva alla perfezione lo stato psicologico di sette, tiranni e ribelli.
Il film si struttura in 5 capitoli, i primi due con Furiosa ancora bambina e i restanti tre concentrati sulla sua ricerca di vendetta da adulta. Grazie a questa divisione, posso dire di aver percepito un ritmo iniziale più lento rispetto al precedente ma che funziona lo stesso grazie all’abilità degli attori e alla coordinazione della troupe. Parlando proprio della prima parte vi accorgerete anche voi delle numerose somiglianze con Fury Road a livello di scrittura e scenografie, cercando di farci empatizzare con Furiosa come avevamo già fatto con Max Rockatansky.
Tra le sorprese di questo film spunta fuori un Chris Hemsworth che porta in scena forse la sua miglior interpretazione, regalandoci un personaggio sopra le righe che parodizza i tiranni e gli imperatori dell’antica Roma in tipico stile Mad Max. Anya Taylor-Joy riesce pur con poche battute ad ammaliare l’intero pubblico con il suo sguardo unico che colma i silenzi e le scene d’azione.
Ci vengono presentati nuovi personaggi interessanti, ma le sorprese e l’importanza vengono limitati a causa capitolo precedente, che aveva già detto tutto quel che c’era da dire. Forse è per questo che Furiosa, secondo me, non riesce ad uscire dall’ombra di quel colosso: molte volte fa ricorso a concetti che già conoscevamo, personaggi che ci erano stati presentati in Fury Road compaiono ma senza lasciare qualcosa, l’epicità delle scene d’azione funziona alla perfezione, sono intoccabili, ma non riescono a sfondare come quelle viste 9 anni fa.
Se potessi non comparare questi due film probabilmente Furiosa mi avrebbe soddisfatto molto di più, essendo una pellicola molto ricercata e nel complesso superiore alla media, ma in quanto prequel e spin-off questo confronto viene spontaneo, evidenziando come George Miller si sia messo da solo il bastone fra le ruote cercando di eguagliare una sua precedente creatura, ancora ineguagliabile.
La visione al cinema resta un obbligo, perché dove io posso aver visto una sfida del regista contro se stesso molti altri l’hanno pensata diversamente da me (meno male) e si sono goduti doppiamente il film. Uscite di casa, accendete i motori e sfrecciate nella sala più vicina.
Voto: 7.5/10
Recensione Spoiler di Furiosa
Sono stato un po’ troppo cattivo, e un po’ me ne pento, ma da amante di Mad Max: Fury Road non potevo non essere il più severo possibile con Furiosa, aspettandomi che riuscisse ad avvicinarsi al capolavoro di George Miller. Probabilmente pure lui si era reso conto di quanto sarebbe stato difficile soddisfare una grande fetta di aspettative, ha deciso quindi di non azzardare e di preferire invece l’utilizzo di sequenze quasi identiche a quelle del suo precedente film, sia in modo positivo che negativo.
Iniziando proprio con il primo capitolo, vediamo Furiosa venir rapita dai predoni e portata nella base di Dementus, propriocome Max fu rapito dai Figli della Guerra e portato nella Cittadella di Immortan Joe. Mary Jo Bassa, sua madre, riesce poi a riprendersela e nel tratto di ritorno, per seminare i predoni, fa ricorso ad un canyon. Strano deja vu. Purtroppo verrà catturata ed uccisa crudelmente davanti a sua figlia.
Come prosegue invece è ben più interessante: tutta la costruzione di Dementus l’ho trovata straordinaria, in perfetta linea con la caratterizzazione del precedente film, dove oltre a imitare un imperatore romano nel nome e nelle vesti, guida un veicolo composto da motociclette che ricorda una biga. È questo il tipo di pazzia comica che desideravo. Il folle piano per conquistare Gastown per ricattare la Cittadella vola da quanto è scritto bene. Scopriamo così come Furiosa passi nelle mani di Joe e riesca poi a sottrarsi sia a lui che a suo figlio Rictus Erectus, particolarmente attratto da lei. Disgustoso. Quindi perfetto per il film.
Salto temporale di qualche anno e finalmente vediamo Anya Taylor-Joy che nasconde la propria identità spacciandosi per un meccanico, supervisionando la costruzione della Blindocisterna ed architettando un piano per poter fuggire e tornare al Luogo Verde. Inizia quindi un’altra epica sequenza sul War Rig che suona le stesse note dell’immensa corsa in Fury Road, con violenza, esplosioni, morti investiti e tanto voluto sangue. Con questa specifica scena mi sono accorto come in Furiosa siano più presenti motociclette che veicoli a quattro ruote, ed è un peccato ricordando come quest’ultimi venissero utilizzati e modificati in mille modi diversi e improbabili (menzione d’onore per il Doof Wagon che accompagnava a suon di rock l’inseguimento, regalando una colonna sonora da paura).
Negli ultimi capitoli, oltre a l’epicità degli scontri a Bullet Farm dopo un’imboscata e il successivo inseguimento, veniamo a conoscenza di come Furiosa si sia amputata il braccio, l’unica scena che mi abbia fatto veramente storcere il naso perché non si comprende come nessuno si sia accorto della sua fuga. Facevano “giro giro tondo” mentre torturavano i due compagni e non si son resi conto che si era mozzata un braccio e aveva rubato una moto?
Spero di esser stato io ad aver completamente eliminato dei minuti del film. Ero così confuso dalla scena che mi sono accorto in ritardo del cameo di Max Rockatansky, non interpretato da Tom Hardy ma dalla sua controfigura, che off-screen la riporta alla Cittadella.
Nel bene o nel male arriviamo ad una conclusione molto rapida dove lo scontro più grande che poteva esserci nel film (ovvero quello tra l’Orda di Motociclisti di Dementus e i Figli della Guerra di Immortan Joe), lo mostrano con un montaggio veloce formato solo scorci alla war movie, con la vittoria della Cittadella come esito. Un po’ troppo raffazzonato ma comprendo che avrebbe sforato il minutaggio. Alla fine Furiosa riesce ad uccidere Dementus, ma il modo con cui se ne sbarazza rimarrà solo nelle leggenda senza conferma. Si aggiudica così il titolo di Imperatrice e il film finisce con il collegamento diretto a Fury Road, mentre le Cinque Mogli del film iniziano a nascondersi all’interno della Blindocisterna.
Nella post-credit (che non mi aspettavo fosse presente), un piccolo teschio stuzzicherà le nostre menti, facendoci teorizzare un prossimo futuro capitolo dedicato a Nux o ai Figli della Guerra. E come idea non è per niente male.
Opinione finale con voto
George Miller porta una pellicola da cui mi aspettavo forse troppo, e per questo mi ha lasciato molto amaro in bocca. Imita il suo predecessore mancando un po’ di originalità e di una forte componente femminile (molto presente invece nel quarto capitolo) e segue in modo discontinuo le linee guida che hanno portato Fury Road ad un successo enorme. Vanta però una cinematografia ricercatissima di questi tempi, con un cast azzeccato e un comparto tecnico quasi intoccabile.
Furiosa: A Mad Max Saga è comunque un film che consiglio di andare a vedere immediatamente così da potervi fare una vostra personale opinione e condividerla con noi o coi vostri amici.
Voto: 7.5/10
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