Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa – La Nostra Recensione! (2024)
“Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa” è un film biografico/drammatico del 2024, di Margherita Ferri.
Il film trae ispirazione dalla vera storia di Andrea Spezzacatena, quindicenne vittima di bullismo e cyberbullismo omofobico, che si tolse la vita il 20 novembre 2012. Noi di Nerd Al Quadrato l’abbiamo visto e siamo qui per dirvi la nostra!
La recensione di “Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa” è divisa in due parti: una prima parte no-spoiler, con una recensione ed un parere generale sul film; seguita da una recensione spoiler, con analisi della conclusione e pensieri finali sul film.
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Recensione No-Spoiler di “Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa”
“Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa” riesce nel difficile e delicato intento di raccontare un fatto di cronaca, una tragedia, con molto rispetto, tanta delicatezza senza cadere nel ridicolo.
Operazione non proprio semplice da effettuare; il rischio di rendere banale i fatti, cercando di andare oltre una storia tanto tragica quanto quella di Andrea Spezzacatena, era pericolosamente facile. Basti vedere l’esempio iniziale della serie sua Avetrana, il cui tiro è stato poi corretto.
Arricchito anche da un cast magistrale, invece, la storia del ragazzo dai pantaloni rosa riesce ad avere un buon ritmo, a non perdersi in cose stupide e a rispettare la memoria di un povero ragazzino raccontandone con amore, delicatezza e in alcuni momenti anche spensieratezza una storia tragica e terribilmente contemporanea.
Segnalando, appunto, quanto i veri cattivi, quelli più feroci sono proprio i ragazzi adolescenziali, perché non sono semplici ragazzini, ma, presi da una tempesta ormonale, confusi dalla crescita in atto, sono delle vere e proprie bestie, animali che non si rendono conto e trovano divertenti le sciagure degli altri.
Prendono di mira i più debole, quelli più sensibili, così come è successo proprio con Andrea, che è stato considerato dagli altri omosessuale e per questo doveva essere deriso.
Probabilmente era solo un ragazzo molto sensibile, ingenuo e dall’animo buono e delicato, che è stato vittima di ragazzi stupidi o che volutamente deridono le debolezze e le timidezze degli altri.
In sostanza, questo film è promosso sia per il cast che è riuscito ad essere magistrale, coeso e armonioso, ma soprattutto per il fatto di essere riuscito a raccontare per bene questa storia, cercando di segnalare e con la speranza di smuovere le menti per evitare che fatti atroci del genere continuino a succedere.
Questa storia deve essere vista e conosciuta da tutti, in qualunque modo, per sensibilizzare e far realizzare quanto gravi possono essere le conseguenze di certi giochi stupidi che sono all’ordine del giorno, soprattutto ma non unicamente, a causa all’uso dei social e della tecnologia.
Probabilmente i ragazzi adolescenti non hanno ancora sviluppato una certa sensibilità necessaria per comprendere certe tematiche e le conseguenze di certe loro azioni, così come ha dimostrato l’anteprima a Roma di questo film, in cui erano presenti alcuni ragazzi adolescenti e la maggior parte, fortunatamente non tutti, hanno deriso il protagonista per tutto il film ricreando nuovamente quell’ambiente di umiliazione che Andrea ha dovuto subito sia da vivo e che si è rinnovato ora.
Voto: 7/10
Recensione Spoiler di “Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa”
Episodi di violenza, bullismo e cyberbullismo sono fatti sempre più contemporanei e sono sempre più presenti in televisione, per questo motivo ero molto incuriosito dalla visione di questo film ed anche un po’ preoccupato.
La preoccupazione derivava dal timore che il regista o il cast potevano non aver individuato correttamente la giusta sensibilità da utilizzare per una storia del genere.
Fortunatamente mi sono sbagliato: sin dall’inizio, il film ci accompagna quasi come se fosse un racconto tra amici, che racconta la storia di Andrea, vittima di una sensibilità non corrisposta, non compresa e della stupidità tipica degli adolescenti in piena tempesta ormonale.
La storia, infatti, si apre con la voce narrante fuoricampo dell’attore protagonista che afferma che se fosse vivo avrebbe avuto 27 anni, anticipando immediatamente la sua tragedia.
Nel corso del racconto, poi, ci viene raccontato come il ragazzo subisca continuamente soprusi sin dalle medie, e spera che una volta iniziate le superiori, dove si allontanerà dalla causa principale del suo malessere, sarà finalmente libero.
Purtroppo per lui, però, quasi come uno scherzo del destino, si ritroverà di nuovo davanti a quello stesso colpevole che ha reso gli ultimi periodi delle medie un inferno; divenendo immediatamente consapevole che non si libererà mai di questa cattiveria che lo perseguirà per tutte le superiori.
Proprio al ridosso dell’inizio del secondo anno, infatti, non riesce più a reggere questa umiliazione continua che lo divora da dentro, che lo ha completamente trasformato e si arrenderà togliendosi la vita.
Questo non è terribile solo per il gesto e la cattiveria che lo ha spinto a questo; ma è soprattutto un peccato perché la sua vita era piuttosto felice, nonostante alcuni dettagli.
Andrea, infatti, seppur i genitori stessero gradualmente allontanandosi fino a divorziare, è sempre stato un ragazzo molto solare probabilmente molto più sensibile e maturo sia dei suoi coetanei sia della sua stessa famiglia.
Questo viene mostrato principalmente quando decide di caricarsi del peso di raccontare al fratello più piccolo cosa stesse accadendo tra i genitori, cosa che per Andrea era un evento evidente e inevitabile già da tempo, come viene mostrato nel film.
Quel che ha causato più tormento è essere stati testimoni dell’evoluzione in negativo che questo ragazzo è stato costretto a subire: passando da solare, una sorta di comico della famiglia, a ragazzo incredibilmente depresso e sempre chiuso in sé stesso.
Andrea era sempre in grado di vedere il lato positivo e sopportare i malumori provenienti dalla famiglia infelice, riusciva sempre a divertirsi con l’amica parlando di cinema e ad immergersi nelle letture dei grandi classici con molto piacere.
Alle volte era eccessivamente maturo: sentiva tanto il peso sulle spalle della famiglia che andava in pezzi, da confessarsi con l’amica della sua preoccupazione per i genitori e per come il fratellino avrebbe reagito, ammettendo che lui era ancora troppo piccolo e potrebbe ricordare poco dei genitori.
L’amica, d’altro canto, lo allontana da questa nube di negatività ricordandogli che anche lui stesso era ancora un bambino e, come tale, dovrebbe trattenere meno questi pensieri cupi e andare avanti.
Il nome del film, poi, evidenzia il voler denunciare e in qualche modo “sfidare” coloro che si comportano da bulli.
“Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa”, infatti, è il nome del gruppo Facebook creato dai ragazzi, che aveva come unico obiettivo quello di collezionare tutti gli episodi per Andrea più imbarazzanti ed offenderlo e denigrarlo quotidianamente da tutta la scuola e probabilmente da tutta l’Italia.
Andrea però risulta un ragazzo molto forte, trovando sempre il lato positivo delle cose, apprezza immediatamente i pantaloni bordeaux che vengono rovinati dalla lavatrice divenendo rosa.
Nonostante la madre più di una volta gli propone di buttarli via, soprattutto quando scopre che il figlio è stato preso in giro proprio per quel colore, il ragazzo rifiuta, dimostrando la sua maturità, consapevole che, se avesse fatto come consigliato dalla donna, avrebbero vinto i cattivi; rivendicando la libertà che gli spetta di diritto.
Indossare il pantalone rosa, però, non implica che sia omosessuale, cosa che non è colpa e non deve essere motivo di soprusi e offese.
Andrea, in realtà, probabilmente non era gay, era semplicemente molto più sensibile ed emotivo di altri compagni, esternava diversamente i suoi sentimenti: era molto grato anche delle attenzioni più piccole e quando qualcuno si dimostrava amichevole, lui reagiva dando tutto sé stesso, aiutando quando possibile e abbracciando come segno di apprezzzamento.
Tutti piccoli gesti che possono essere facilmente fraintesi, a quell’età.
Ed ecco che un cuore più dolce, un’eccessiva fiducia posta a persone che, sin dal primo sguardo è palese che siano orribili, e Andrea finisce vittima di scherni, vedendo esposti in pubblica piazza tutti i suoi segreti confessati in un momento di intimità e fiducia a Christian.
Lo stesso Christian che, per suo tornaconto, alterna momenti in cui è apparentemente amichevole e gentile con Andrea, confidandosi addirittura con il ragazzo e, non appena quest’ultimo si avvicina un po’ di più, il bullo reagisce deridendolo quasi spaventato e imbarazzato di quanto si siano avvicinati i due ragazzi.
Probabilmente anche lui è vittima dei giudizi degli altri, potebbe aver temuto che qualcuno lo prendesse in giro per essere così intimo con un altro maschio, ma questo sicuramente non giustifica le atrocità che ha commesso.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è, sicuramente, la scusa di organizzare un’irruzione stupida e virale alla festa di fine anno travestiti da donne da strada.
Il povero Andrea era sicuro che, con quest’azione, sarebbe stato finalmente accettato nel gruppo che lui vedeva così figo, dei ragazzi affascinati e più popolari della scuola.
Talmente carico di autostima e felicità che, dopo che si è divertito a vestirsi da donna con la madre costantemente titubante, decide di cantare con lei a squarciagola la loro canzone, mostrandosi felice e sorridente come non accadeva da tempo.
D’altronde la madre non ha preso provvedimenti perché vedeva suo figlio felice, in effetti era confusa dal modo in cui il ragazzo doveva vestirsi, ma non è mai stato un ragazzo che ha creato problemi o preoccupazioni di alcun tipo e, ingenuamente, si è fidata del buon umore e della carica con cui Andrea le raccontava del tema della festa.
Non si può biasimare una donna già combattuta tra lo stress di trovare un lavoro non umiliante, il peso di un divorzio in corso e la fatica di mantenere da sola una casa e due bambini, se è stata purtroppo cieca nel momento del bisogno.
Analisi del finale di “Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa”
Molti ragazzi che hanno vissuto le superiori e comunque l’adolescenza dopo gli anni ‘90 possono rivedersi in quel che accade nel film o possono, perlomeno, ammettere di essere testimoni di qualcuno che ha vissuto qualche esperienza molto simile, se non identica, a quella del film.
Un ragazzo che, confuso dalla crescita, dagli ormoni e dalla sessualità con cui si sta approcciando per la prima volta, non ha la possibilità di riconsocere il suo posto nel mondo perché è distratto dalla cattiveria degli altri, arrivando a trattare male anche l’unica amicizia che aveva coltivato.
Il problema più grande è la mancanza di comunicazione e la grande voragine che, alla fine del film, Andrea ha creato intorno a sé, sia nei confronti della madre che dell’amica.
Se solo gli adolescenti avessero la forza di confessare alcuni episodi, si avrebbero meno tragedie del genere.
Invece, insistendo lui nel chiudersi dentro sé, lascia una muta lettera d’addio dietro di sé la sera del suo quindicesimo compleanno.
Quasi come un condannato a morte, richiede il suo ultimo desiderio, il suo ultimo pasto: il sogno di rivivere un ultimo compleanno come un bambino, nonostante stia crescendo, rinchiudersi ancora una volta in quella bolla dove nessuno può farti male, alle giostre con tutta la famiglia e una bella torta.
Si gode questa leggerezza, una felicità che gli era stata strappata da troppo tempo, un dolce momento di attenzioni solo per lui, prima di compiere il gesto più orribile che possa fare.
Il lungo abbraccio alla madre è quasi una richiesta di scuse e, allo stesso tempo, un doloroso e amorevole addio, cercando di trasmettere quanto lui abbia amato sua madre.
Opinione finale con voto
“Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa” è un film delicato che cerca di far capire quanto sia importante comunicare per salvare dei ragazzi in una fase critica che, sempre di più al giorno d’oggi, non è solo una parentesi importante della vita, ma anche estremamente pericolosa per la libertà data ai ragazzi e alle influenze che subiscono dai social e dai coetanei sempre più cattivi.
Non bisogna soffocare la propria gentilezza e sensibilità, per quanto l’adolescenza sia una delle fasi più orribili della vita moderna, non bisogna rinnegare sé stessi, nonostante ci siano troppe persone che non comprendono chi è diverso da loro.
Non bisogna, soprattutto, sacrificare una vita per due o tre persone ignoranti; ciò che Andrea non comprende, quando è completamente soggiogato dalla sofferenza, dall’umiliazione e dall’angoscia, è che togliendosi la vita implicitamente lascia vincere i bulli.
Proprio lui, che inizialmente insiste con i pantaloni e addirittura mette lo smalto per provocarli e dimostrare di essere superiore, pur non di non fargliela vincere, alla fine si arrende e, invece di chiedere aiuto, decide di sventolare la bandiera bianca e ammettere che la cattiveria, ancora una volta, ha vinto sulla gentilezza, gentilezza che viene sempre ceduta immeritatamente a chi non merita nemmeno una carezza.
Voto: 7/10
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E voi avete visto “Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa”? Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate!
Il film “il ragazzo dai pantaloni rosa” è un film molto delicato. Io frequento la scuola secondaria (2° media) e nella mia classe già sono presenti molti atti di bullismo e questo film credo mi sarà stato di aiuto per battermi e magari quando sarà possibile vedere il film anche fuori dal cinema farlo vedere in più scuole possibili perché credo sia d’aiuto anche per chi è il bullo.
Io mi sono commossa molto perché ripeto che il film è bellissimo e in più la voce magnifica di Arisa che da il tocco magico. Grazie per questo film!
Bravissima questo è lo spirito giusto! Per quanto siano spaventosi, bisogna sempre combattere certi atteggiamenti e certe persone.
Buona fortuna con tutto, Carole!