La Terra di Mezzo – Ecco tutta la storia delle opere di Tolkien e dei vari adattamenti cinematografici e televisivi! (2024)
Come ben sappiamo, la grande storia che circonda la Terra di Mezzo è nota in tutto il mondo, con una fanbase molto grande e anche, molte volte, critica ed esigente nei confronti di alcuni aspetti dei prodotti sul grande o piccolo schermo, un esempio recente è proprio la serie TV di Prime Video, assai criticata perché non rispetta molti temi importanti e filosofici del professore.
In occasione dell’arrivo della seconda stagione de ‘Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere’ su Prime Video, noi di NerdAlQuadrato abbiamo pensato di farvi fare un tuffo nel passato, raccontandovi tutti gli adattamenti cinematografici e televisivi dedicati alle opere dello scrittore brittanico J.R.R. Tolkien.
Per via della grande popolarità de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, furono creati tanti prodotti live-action, animati e videoludici, tutto questo in un arco di ben 70 anni di storia. Vogliamo precisare che in questo articolo parleremo solo degli adattamenti cinematografici e televisivi, poiché la parte videoludica è assai vasta, che conta almeno 30 giochi.
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La nascita de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli
Se vogliamo parlare dei vari adattamenti, è giusto fare una parentesi sulla storia delle opere originali e del grande successo riscontrato. Come abbiamo già detto in precedenza, l’ideatore fu un professore britannico di nome John Ronald Reuel Tolkien, abbreviato in J.R.R. Tolkien, e tutto cominciò nel 1917, anno in cui iniziò a scrivere Il Silmarillion, un’opera mastodontica che racconta le origini e la mitologia della Terra di Mezzo, mai finita dal professore poiché morì nel 1973, e il libro venne pubblicato nel 1977.
Durante una giornata degli anni ’20, mentre il professore stava correggendo dei compiti, notò su un foglio bianco lasciato da un suo alunno una frase che gli cambiò per sempre la vita, “In un buco della terra viveva un Hobbit”. Da questa frase, Tolkien decise che sarebbe stato l’incipit del personaggio di Bilbo Baggins e le vicende de Lo Hobbit, che in origine erano pensate come storie per far dormire i suoi figli, ma man mano il professore raccolse tutte le storie in un manoscritto, e decise di intrecciare tutte le storie dei vari personaggi come Bilbo, Gandalf e Thorin, alla riconquista della Montagna Solitaria, creando Lo Hobbit, opera che poi concluse verso la fine del 1932.
Dopo aver concluso l’opera, Tolkien non era ancora convinto di pubblicarlo, e lo fece leggere ad alcuni suoi amici, tra cui Clive Staples Lewis, autore de Le Cronache di Narnia, e poco tempo dopo, l’opera finì nelle mani di una studentessa di Tolkien, Elaine Griffiths, e nel 1936 venne a contatto con Susan Dagnal, che lavorava per l’editore Allen & Unwin. Lei ne rimase colpita dall’opera, tanto da farlo vedere all’editore capo Stanley Unwin, e l’editore decise di farlo leggere a suo figlio di 10 anni, e ne rimase colpito.
Stanley Unwin decise che quest’opera doveva essere pubblicata, poiché doveva essere conosciuta in tutto il mondo, e nel settembre del 1937 la prima edizione de Lo Hobbit vide finalmente la luce. Il libro fu un’enorme successo, e Stanley Unwin chiese a Tolkien di continuare la storia dei suoi personaggi, ma come molti altri scrittori, non aveva una minima idea di come continuare. Proprio per questo motivo, Tolkien chiese di far pubblicare alcune sue opere minori, e anche Il Silmarillion, di cui dedicò 20 anni della sua vita, ma tutte le sue proposte vennero scartate, poiché secondo Unwin, la gente voleva sapere di più sugli Hobbit.
E fu così che Tolkien decise di mettersi di nuovo all’opera, per una nuova storia nella Terra di Mezzo, e ci vollero 17 anni prima di presentarla, e nel 1954 uscì Il Signore degli Anelli. Il lavoro dietro quest’opera fu molto complicato, per via di alcune modifiche ai personaggi, tra cui Bilbo, per adattarli meglio alla storia, e tra questi c’è anche Gollum, che fino ad allora era stato rappresentato come una creatura amichevole, che decise di sua spontanea volontà di scommettere il suo anello con Bilbo nel gioco degli indovinelli, e si lasciarono senza nessun rancore.
Come sappiamo bene, Gollum poi divenne una creatura malvagia e piena di rancore nei confronti dell’Hobbit, e questo cambio di personalità venne giustificato dal professore nel 1951, facendo uscire una nuova versione de Lo Hobbit, con una versione modificata del capitolo 5 “Indovinelli nell’oscurità”, dichiarando in una nota che la vecchia storia era una menzogna di Bilbo, per via dell’influenza dell’anello, e per saperne di più, dovevano attendere una nuova storia che poi sarebbe uscita qualche anno dopo.
La scrittura de Il Signore degli Anelli iniziò nel 1937, e molte idee vennero scartate, fino poi ad arrivare alla storia che conosciamo, ma la scrittura dell’opera fu molto lenta, poiché Tolkien era un professore a tempo pieno, e per racimolare qualche soldo, fece altri lavori come correggere esami. È un dato di fatto che Lo Hobbit fu un successo, ma con i numeri dell’epoca non si poteva gestire una casa e una famiglia, ma grazie all’amore per i suoi figli, il professore terminò la scrittura nel 1949, ma ci vollero ancora 5 anni prima della sua pubblicazione.
Dopo molti battibecchi per via della lunghezza dell’opera, si decise di dividerla in tre parti: “La compagnia dell’anello”, “Le due torri” e “Il ritorno del Re”, con l’ultimo capitolo che venne pubblicato nel 1956. Se volete recuperare la storia del professore tramite qualche film, vi consigliamo ‘Tolkien’, pellicola che si può trovare su Disney+.
I primi adattamenti delle opere
La nuova opera targata Tolkien riscontrò un grande successo, elogiato da molti critici, ma molti altri lo disprezzarono per ragioni non ancora note. Perlopiù, molti puntano sul fatto che i critici avessero paura di Tolkien, perché era lontano dal loro modo di vedere le nuove opere, ovvero il Modernismo, ritornando a fare un’opera dal tema epico-romantico. Nel 1955, un anno prima del rilascio de “il Ritorno del Re”, la BBC decise di trasmettere in via radio l’intera opera di Tolkien fino al 1956 in 12 parti, ma fu totalmente disprezzata da Tolkien, per via di come fu trattato il personaggio di Tom Bombadil, definendolo un personaggio oscuro, e per molti altri fattori.
Un primo adattamento delle opere del professore arrivò nel 1977, in formato animato, creato da NBC e prodotto da Rankin Bass Production, e il direttore dell’azienda, Arthur Rankin, potè creare il film animato poiché i diritti cinematografici delle opere di Tolkien erano di dominio pubblico. Rankin rispettò molto l’opera del professore, vinse anche dei premi, ma le recensioni del pubblico erano un pò miste, e tra le varie critiche c’era quella dell’animazione, affidata a uno studio giapponese di nome Topcraft, che oggi è famosa per essere Studio Ghibli.
Oltre a quest’opera, negli anni ’70 si era cercato di fare un adattamento live-action, e tra i vari registi che si sono offerti per creare un film c’era John Boorman, che aveva già contattato Tolkien per creare un unico film, con un intermezzo. La sceneggiatura doveva essere scritta dallo stesso regista, con una prima parte molto fedele all’opera originale, ma le altre parti erano totalmente rivisitate, anche un pò troppo, e fu così che il progetto venne scartato per il budget troppo alto, ma parte della sceneggiatura la usò per il suo film del 1981 “Excalibur”.
Con il passare degli anni, furono scritte molte sceneggiature per vari adattamenti, ma nessuno di questi andò in porto, e tra le varie storie c’era il famoso adattamento dei Beatles. I membri della band britannica erano grandi fan dell’opera, e fecero pressione alla United Artists, che allora deteneva i diritti, di creare un film musical con all’interno delle canzoni originali create proprio dai Beatles. Paul McCartney sarebbe stato Frodo, Ringo Starr il compagno fedele Sam, George Harrison doveva essere Gandalf, e infine John Lennon doveva interpretare Gollum, e la Union Artists approvò il progetto, visto che la stessa azienda aveva creato dei film sulla band ed erano un successo.
John Lennon era molto fiducioso del progetto, e fece pressione alla major di ingaggiare come regista Stanley Kubrick, e nonostante il regista era un grande fan dell’opera, dichiarò che creare un adattamento con la tecnologia dell’epoca era impossibile. Man mano si stava perdendo interesse per questo progetto, e alla fine lo stesso Tolkien si rifiutò di cedere i diritti dell’opera ai Beatles, in quanto li disprezzava, e il progetto non venne mai realizzato. Così, nel 1978, arrivò il primo adattamento cinematografico dell’opera, in formato animato, diretto da Ralph Bakshi.
Ralph Bakshi lavorò ad un adattamento animato molti anni prima, e quando venne a scoprire della sceneggiatura del film di John Boorman, cercò di convincere la United Artists di approvare il suo progetto, dichiarando che adattare tutti i libri in un unico film è la cosa più stupida che abbia mai sentito. Bakshi voleva realizzare tre film d’animazione, in questo modo poteva raccontare al meglio le vicende dell’opera, ma l’allora capo dell’azienda era ancora amareggiato per il film cancellato di Boorman, poiché aveva pagato il regista 3 milioni di dollari per scrivere la sceneggiatura.
A Bakshi venne chiesto allora di cercare un altro studio che potesse pagare le spese della sceneggiatura di Boorman, e se ci fosse riuscito, allora il suo progetto sarebbe stato approvato, e incredibilmente ci riuscì, ricevendo il via libera per iniziare. Prima di cominciare, Bakshi prese un volo per l’Inghilterra, e andò a casa del professore e parlò con la figlia Priscilla, poiché l’autore morì qualche anno prima, e lei dichiarò che se non le fosse piaciuto il film, lo avrebbe fatto cancellare. Dopo questa visita, il regista iniziò a lavorare sul progetto, con un budget di 8 milioni di dollari.
Il film avrebbe raccontato tutte le vicende de “La compagnia dell’anello” e gran parte delle vicende de “Le due Torri”, concludendo il film con la battaglia del fosso di Helm, molte riprese vennero fatte in live-action, per poi essere rotoscopate sulla pellicola. La parte artistica del film fu molto complicata, poiché non si aveva delle rappresentazioni visive dei vari personaggi, e si doveva andare solo sulla fantasia, cercando di creare qualcosa con solo le varie descrizioni presenti nei libri, e durante le riprese ci furono tanti incidenti, e il regista stesso dichiarò che fu veramente estenuante.
Molti artisti del mondo della musica erano interessati al progetto di Ralph Bakshi, tra cui i Led Zeppelin, ma per colpa di alcuni accordi, non poterono partecipare. Quando il film uscì al cinema, gran parte del pubblico rimase confusa per la scelta del titolo, poiché in origine, il film doveva chiamarsi “Il Signore degli Anelli: Parte 1”, ma la United Artists decise di rimuovere “Parte 1” dal titolo, poiché pensava che molta gente non sarebbe andata al cinema perché sapevano di vedere una storia incompleta, e il regista stesso era arrabbiato per questa scelta, e il responso del pubblico era abbastanza negativo. Nonostante questo, il film fu un successo commerciale, costato 8 milioni, ne guadagnò 30 milioni.
Nonostante fosse alla fine un’opera assai fedele ai libri, il seguito non venne mai realizzato, ma molte scene e ambientazioni del film, avrebbero influenzato molto gli adattamenti futuri, come la trilogia di Peter Jackson. Per concludere la trilogia di Ralph Bakshi, la Union Artists si affidò nuovamente a Rankin Bass Production, che già stava lavorando a un film sulle vicende de “il Ritorno del Re” molti anni prima, come seguito del loro primo film “Lo Hobbit”, ma venne criticato poiché non aveva molto senso e tante scene erano scollegate tra loro.
Dopo che Rankin Bass Production venne chiusa nel 1987, i diritti delle opere di Tolkien finirono a Warner Bros., che decise di fare un cofanetto con all’interno una trilogia de “Il Signore degli Anelli”, con tutti e tre i film animati.
I vari adattamenti live-action in giro per il mondo
Se pensate che la trilogia di Peter Jackson sia il primo adattamento live-action dell’opera di Tolkien, vi sbagliate di grosso. Come detto all’inizio, i fan e gli adattamenti dell’opera sono tanti, tutti diversi e particolari tra di loro, che provengono da ogni lato del mondo.
Nel 1971, qualche anno prima del film animato di Bakshi, uscì un adattamento live-action svedese, chiamanto “Sagan om Ringen”, traduzione in lingua svedese di “Il Signore degli Anelli”, e si tratta di un minifilm di 28 minuti trasmessa in due parti, che racconta la prima parte de “La compagnia dell’Anello”, dal compleanno di Bilbo fino all’arrivo a Gran Burrone, il tutto raccontato da una voce narrante e i personaggi non parlano mai. Se volete recuperarlo, lo si può trovare per intero su YouTube.
Nel 1993, arrivò nella televisione finlandese “Hobitit”, una serie live-action di 9 episodi che racconta in maniera fedele le vicende fino al consiglio di Elrond, per poi incentrarsi solamente al viaggio solitario di Frodo e Sam fino alla distruzione dell’Unico Anello, il tutto raccontato dallo stesso Sam molti anni dopo, davanti a dei bambini Hobbit. Il riscontro di questa serie fu molto positiva, poiché molto fedele all’opera originale senza raccontare tutto quanto.
Nel 1985, anche i russi cercarono di fare un loro adattamento live-action televisivo de “Lo Hobbit”, insieme ad una serie animata pilota nel 1991, di cui si sono perse le tracce, ma si venne a scoprire, non molto tempo fa, di uno spettacolo televisivo live-action uscito nel 1991 chiamato “Khraniteli”, che racconta in sole 2 ore tutte le vicende de “La compagnia dell’Anello”.
Gli adattamenti di Peter Jackson
Nel 1995, il noto regista neozelandese stava terminando la post-produzione del suo film “Sospesi nel tempo” insieme a Fran Walsh, sua moglie, e il loro deisderio era di fare una pellicola fantasy, e ogni loro idea era puramente ispirata a Tolkien, così Jackson decise di provare proprio con le opere del professore, e di vedere come stavano messi con i diritti cinematografici, poiché finivano sempre in diversi studi e l’argomento è piuttosto spinoso, così il regista contattò Miramax e un pezzo grosso delle produzioni di Hollywood, Harvey Weinstein.
Jackson sapeva che servivano tanti film per raccontare al meglio le opere di Tolkien, così propose una trilogia, ma non quella che conosciamo bene, infatti il regista propose un primo film incentrato su “Lo Hobbit”, mentre gli altri due capitoli sulla storia de “Il Signore degli Anelli”, ma questa idea venne scartata perché non si poteva mettere le mani su tutti i diritti, che erano divisi per vari studi, così Jackson accantonò il progetto de “Lo Hobbit” e si concentrò sui due film de “Il Signore degli Anelli”, ma quando si accorse di quanto si stava andando avanti, il budget iniziale offerto da Miramax non poteva bastare.
Il produttore Harvey Weinstein allora propose al regista un unico film, ma Jackson scartò questa idea poiché sarebbe durato 4 ore e per Miramax sarebbe stato troppo lungo. Lo studio cercò di insistere a Jackson di fare un film di 2 ore e scartare molte scene dell’opera, ma Jackson rifiutò molteplici volte, tanto che a una certa Weinstein minacciò il regista di farlo licenziare e sostituendolo con Quentin Tarantino, che secondo Jackson, erano solo delle minacce vuote, solo per fargli fare un film unico.
Dopo non aver trovato nessun accordo con Miramax, Jackson contattò New Line Cinema, che accettò il progetto e chiese di farla diventare una trilogia, poiché secondo l’allora CEO dell’azienda, aveva dichiarato che fare una trilogia avrebbe funzionato molto meglio. In origine, ogni film della trilogia doveva avere un budget di 60 milioni di dollari, ma dopo aver visto un’anteprima de “La compagnia dell’Anello”, New Line Cinema accettò di aumentare il budget, poiché erano molto entusiasti di quello che avevano visto, e così si arrivò a 93 milioni di dollari per ogni film.
Adattare una storia così lunga in soli tre film non era affatto facile, così il regista si affiancò insieme a Fran Walsh e Philippa Boyens, iniziando a scrivere la sceneggiatura nel 1997. Molte idee furono scartate, tra cui l’introduzione del personaggio di Tom Bombadil, una scena di sesso tra Aragorn e Arwen nei sotterranei del fosso di Helm, Gimli più scurrile e tante altre. I tre film vennero girati in contemporanea, tra l’ottobre del 1999 fino al dicembre del 2000, con più di 150 location diverse per rappresentare al meglio la Terra di Mezzo, tutto questo in Nuova Zelanda, e vennero fatte delle riprese aggiuntive ogni anno dal 2001 fino al 2004.
Come disse Kubrick tempo addetro, non c’era la tecnologia giusta per fare un adattamento fedele dell’opera, e per questi tre film, ci fu un salto in avanti riguardo questo tema. All’interno delle storie, molte scene di combattimento contavano almeno decine di migliaia di unità, ed era impossibile prendere tutte queste persone, così Weta Digital, azienda fondata dallo stesso Jackson, riuscì a creare delle scene di combattimento molto realistiche, grazie anche all’Intelligenza Artificiale. Un altro salto in avanti fu nella Motion Capture, in particolare per trasformare l’attore Andy Serkis in Gollum.
Per le colonne sonore, Peter Jackson si rivolse a Howard Shore, in cui fece un gran lavoro. Il compositore arrivò a creare un sacco di temi, superando 100 composizioni, di cui ancora oggi, la trilogia detiene il record del più grande catalogo di temi nella storia del cinema, superando l’intera saga di “Star Wars”. Quando il 27 aprile del 2000 venne pubblicato il primo trailer dedicato a “La compagnia dell’Anello”, il video raggiunse gli 1.7 milioni di visualizzazioni in sole 24 ore, che all’Internet dell’epoca, era impensabile, e nel dicembre 2001, il film arrivò nelle sale.
L’intera trilogia venne elogiata, per molti è una delle migliori trilogie della storia del cinema, persino John Boorman ne rimase colpito, dichiarando di essere rimasto contento che la sua sceneggiatura non venne presa in considerazione. All’inizio Ralph Bakshi decise di non vedere i film, ma venne a sapere che Jackson si era ispirato, per alcune scene, al suo film animato, dichiarando che il lavoro fatto da Jackson era più facile, poiché aveva del materiale a cui ispirarsi.
Successivamente Bakshi insultò i film di Jackson, dicendo che non aveva compreso a fondo l’opera di Tolkien, ed era una spazzatura di effetti speciali. Successivamente Bakshi si scusò con Jackson per tutte le critiche e insulti nei suoi confronti. In compenso, la trilogia fu un successo anche al botteghino, guadagnando 3 miliardi di dollari, e venne candidata a 30 premi Oscar, di cui vinse 17 statuine. Dopo il grande successo de “Il Signore degli Anelli”, Peter Jackson volle ritornare al suo progetto iniziale, “Lo Hobbit”.
La travagliata produzione de Lo Hobbit
La produzione de “Lo Hobbit” fu veramente molto complicata, New Line Cinema riuscì a prendere il 50% dei diritti, e l’altra metà a Metro Goldwyn Mayer, e le due major avrebbero sviluppato i film, tuttavia, i diritti del libro sarebbero scaduti nel 2009, e sarebbero tornati ai proprietari originali se la produzione non fosse iniziata entro quell’anno,e Peter Jackson non l’avrebbe presa bene.
Qualche anno prima, nel 2005, Peter Jackson fece causa a New Line Cinema di non avergli dato una bella fetta del guadagno del mrchandising, prodotti video e videogiochi legati al primo film. Non voleva soldi specifici, ma voleva verificare se l’azienda si fosse tenuta dei soldi che non gli spettavano. Questa disputa continuò negli anni a venire, ma l’allora capo di MGM voleva Jackson all’interno del progetto.
Dopo aver risolto con New Line Cinema, Peter Jackson continuò il suo lavoro, ma non come regista, bensì come produttore, poiché non voleva mettersi a confronto con l’altra trilogia, e così si decise che il copione non si sarebbe scritto fin quando non si trovava prima un regista, e fu così che nel 2008, MGM annunciò ufficialmente che Guillermo del Toro sarebbe stato il regista del film. Molti temi della trilogia di Jackson sarebbero rimasti, ma del Toro voleva dare il suo tocco, decidendo di dividere il film in due parti.
Peter Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens sarebbero tornati per scrivere la sceneggiatura, cambiando idea molte volte e innalzando sempre di più il malcontento, con una pre-produzione che durò 2 anni, fino a quando Guillermo del Toro abbandonò il progetto nel 2010, per via della pre-produzione che stava andando troppo per le lunghe, e non poteva rimandare ancora tutti gli altri progetti in cantiere.
Il via libera non era ancora arrivato per via che MGM, nel 2010, era sull’orlo della bancarotta, e non era certa di fornire il budget necessario, poiché si pensava che i due film avevano un budget di 150 milioni di dollari, e per via che la metà dei diritti apparteneva a MGM, il via libera non si poteva dare fin quando non si risolveva il problema finanziario.
Con l’abbandono di Guillermo del Toro alla regia, vennero presi in considerazione molti altri registi, come David Yates, regista degli ultimi quattro capitoli di “Harry Potter”, ma alla fine alla regia tornò Peter Jackson. Al regista neozelandese non venne dato tempo neanche per la pre-produzione, per via dei tanti soldi che avevano già speso, i copioni non erano stati terminati, neanche gli storyboard, e il regista fece il possibile per girare come poteva.
Molte scene de “Lo Hobbit” erano basate sull’improvvisazione, tanto per portare qualcosa, e l’aria che si respirava sul set era veramente stressante. Come se non bastasse, ci fu di mezzo una battaglia legale a maggio 2010, per via che New Line Cinema, ora di proprietà di Warner Bros., non aveva i contratti a norma secondo gli standard neozelandesi, e nel settembre del 2010, la Federazione Internazionale degli Attori, emanò un ordine ai suoi membri di smettere di lavorare al film, siccome la produzione non aveva rispettato i loro diritti.
Per risolvere questi problemi legali, Warner Bros. decise di spostare la troupe di “Lo Hobbit” in Est Europa, e in risposta a questa decisione, in molti si sono rivoltati per far continuare la produzione in Nuova Zelanda, poiché avrebbe influito sul turismo tolkieniano, e una perdita di almeno 1 miliardo e mezzo di dollari al Paese, e alla fine Warner Bros. decise di rimanere in Nuova Zelanda.
Come sappiamo, la storia de “Lo Hobbit” venne suddivisa in tre film, ma allora perché in questo momento c’era l’idea di soli due film? Come già detto in precedenza, l’idea di due capitoli venne da Guillermo del Toro, che aveva intenzione di raccontare fino allo scontro contro Smaug nel primo film, e il secondo doveva essere un incipit alla trilogia de “Il Signore degli Anelli”, e Jackson stava seguendo la stessa idea dell’ex regista, ma nel luglio del 2012, il regista neozelandese annunciò un terzo film, con il focus tutto sulla battaglia delle Cinque Armate.
Dal 2012 fino al 2014 arrivò nelle sale di tutto il mondo l’avventura di Bilbo Baggins, ma riscontrò molti pareri negativi, anche per via di allungare una storia breve in tre film dalla durata di 500 minuti, la caratterizzazione dei personaggi lasciava a desiderare e troppa CGI. Nonostante questo, l’intera trilogia guadagnò quasi 3 miliardi di dollari al botteghino, con budget di 730 milioni di dollari.
I nuovi prodotti sulla Terra di Mezzo
Nonostante il flop a livello di storia e di altri fattori, il risultato al botteghino della trilogia de “Lo Hobbit”, spinse Warner Bros. a creare nuovi prodotti ambientati nella Terra di Mezzo, tra cui serie TV e spin-off.
Ma quali prodotti ci aspettano in futuro? Come già detto all’inizio di questo articolo, il 29 agosto uscirà su Prime Video la seconda stagione della serie TV “Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere”, che continuerà la storia di Galadriel e di Sauron dopo la prima stagione uscita nel 2022. Dopodichè avremo dei spin-off sulla saga di Peter Jackson, con l’uscita a dicembre 2024 del film anime “The Lord of Rings: The War of the Rohirrim”, con Miranda Otto che riprende il ruolo di Éowyn come narratrice.
Oltre a questi, sono in sviluppo due nuovi film live-action spin-off con Peter Jackson come produttore, tra cui“The Lord of Rings: The Hunt for Gollum”, con Andy Serkis che ritorna nel ruolo di Gollum e sarà anche il regista, e uscirà nelle sale nel 2026.
Voi cosa ne pensate? Sapevate già tutta questa storia? Avete hype per i progetti futuri?