Looney Tunes: Un’Avventura Spaziale – La recensione in anteprima del nuovo film di Warner Bros! (2024)
“Looney Tunes: Un’avventura Spaziale” è un film d’animazione del 2024 diretto da Peter Browngardt con protagonisti Duffy Duck e Porky Pig dei Looney Tunes e prodotto da Warner Bros. Animation, in uscita nelle sale italiane il 7 novembre.
La storia segue i due protagonisti che, a seguito di una serie di stranezze avvenute alla fabbrica di gomme, scoprono un complotto di un invasore alieno intenzionato a conquistare il mondo intero tramite il controllo mentale. Noi di Nerd Al Quadrato siamo stati invitati all’anteprima stampa di Lucky Red al bellissimo Cinema Giulio Cesare di Roma ed ora siamo qui per dirvi la nostra!
La recensione di “Looney Tunes: Un’avventura Spaziale” è divisa in due parti: una prima parte no-spoiler, con una recensione ed un parere generale sul film; seguita da una recensione spoiler, con analisi della conclusione e pensieri finali sul film.
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Recensione No-Spoiler di “Looney Tunes: Un‘Avventura Spaziale”
Essendo cresciuto principalmente con i lunatici di casa Warner più che con la concorrenza topoliniana, sentivo fortemente la mancanza di qualcosa di nuovo sul gruppo, riguardando con grande nostalgia i corti animati che venivano trasmessi in televisione al mattino o uno dei più meno amati che mi è rimasto nel cuore: “Looney Tunes: Back in Action”.
Con la mente pieno dei ricordi vividi di queste storie, le mie aspettative erano altissime quando sono entrato all’anteprima del nuovo “The Day the Earth Blew Up”, titolo originale che preferisco alla controparte italiana.
Fortunatamente non sono rimasto deluso: sono riuscito a ritornare bambino, ma allo stesso tempo ho goduto di una storia non vecchia e stantia, ma molto coinvolgente che è stata in grado di essere, allo stesso tempo, folle in pieno stile Looney Tunes e contemporanea con “frecciatine” al mondo contemporaneo.
La storia è costruita in maniera semplice ed intelligente, capace di divertire ed intrattenere a più livelli, coinvolgendo adulti e bambini contemporaneamente. Non vuole raccontare storie a bambini con un quoziente intellettivo sotto lo zero, ma li tratta con il giusto rispetto che meritano.
Grazie a questo, “Looney Tunes: Un’avventura Spaziale” riesce a coinvolgere in maniera ottima tutti i tipi di spettatori, da richiami ai vecchi cartoon, ammiccamenti di vario tipo, comicità grafica e battute azzeccate ed uno sconvolgimento di eventi sul finale che non può essere previsto, in pieno stile lunatico!
Insomma, questa pellicola segna IL ritorno dei Looney Tunes e dimostra che non hanno nulla di meno a Topolino & Co.: hanno studiato e sono in gran forma, vale la pena vederlo, soprattutto al cinema per godersi al meglio le gag.
Mi auguro che sia il primo di una serie di buoni prodotti che riporta in auge il gruppo di animali antropomorfi più stupidi e scorretti dell’animazione americana!
Voto: 7/10
Recensione Spoiler di “Looney Tunes: Un’Avventura Spaziale”
Cominciamo con il parlare del quadro generale, poi andiamo a fondo sugli elementi più interessanti della storia.
Ho personalmente apprezzato il fatto che abbiano voluto dare a questo film uno stile moderno seppur recuperando anche la tradizione classica: portando un disegno 2D molto fresco con tratti che sembrano richiamare i disegni anni ’90 (soprattutto sul design degli esseri umani presenti nel film, come lo scienziato mascellone e il sindaco grassoccio e anziano) e l’uso dei fondali dipinti a mano, dalle geometrie spesso spigolose e assurde, come si usava un tempo con i Looney Tunes e le storie di Tom & Jerry.
Inoltre, si vede che hanno studiato, perché è evidente l’aver “rubato” un po’ lo stile dei corti moderni della Disney: ho ritrovato, infatti, le smorfie e le distorsioni degli occhi, della bocca e in generale dei personaggi che si vedono negli ultimi prodotti di topolino. Personalmente, questo stile molto bizzarro nell’evidenziare le reazioni dei personaggi, l’ho trovato strano nei cartoni Disney e mi sembra molto più adatto ai Looney Tunes, che hanno fatto della distorsione assurda dei personaggi la loro firma.
Questi dettagli si notano principalmente quando Duffy impazzisce cercando di avvisare tutti che le gomme sono pericolose e che rendono tutti zombie, notando come il papero inizia ad avere forme strane, con il becco esageratamente allungato e mostrando addirittura dei dentoni sparsi qua e là come ad enfatizzare il suo voler urlare disumano.
Agganciandomi proprio a questo personaggio, voglio entrare nel dettaglio della storia, analizzando le parti che più ho gradito e che rendono, secondo me, questo film l’inizio del rinascimento dei Folli di Warner.
Ho sempre visto Duffy Duck come il personaggio avaro, astuto che pensa sempre al proprio tornaconto, sacrificando se necessario gli amici, mettendo in pericolo chiunque per fini egoistici. Basta ricordare “Le Mille e Una Notte” con Bugs o il già citato sopra, “Looney Tunes: Back In Action”. Ogni volta rappresenta il co-protagonista o la spalla nevrotica che, spinto dall’edonismo, dal denaro o qualsiasi cosa lui desideri, risulta un personaggio geniale, ma goffo, scontroso e sempre con un piano da attuare, ma che finisce sempre gambe all’aria.
In questo film, torna ad indossare il profilo che originariamente era stato creato per lui: un personaggio ingenuo, pacifico e caotico, il quale commette una catastrofe ad ogni passo che fa.
Insieme con Porky Pig, sono da sempre stati personaggi relegati principalmente a spalle comiche, discorso che vale di più per il porcellino, che mai mi sarei aspettato potesse reggere il ruolo di eroe della storia.
Fortunatamente, mi sono sbagliato anche questa volta e Porky risulta perfetto nel seguire la classica storia di protagonista impacciato che si innamora della donna di turno e, quando arriva il pericolo, si scopre eroe temerario che salva la situazione.
Ovviamente, però, non è una storia così banale, perché i Looney Tunes permettono sempre di destrutturare e distruggere qualsiasi canone.
Infatti, inizialmente, la storia fa pensare che sia Duffy colui che diventerà l’eroe perché nessuno crede ai suoi allarmismi sugli zombi creati dalla gomma da masticare, essendo lui un complottista convinto, difficilmente verrà preso sul serio.
Una cosa che inizialmente mi ha dispiaciuto è il fatto che la storia concentra completamente il mondo intorno a loro due, rimuovendo completamente la presenza del vasto universo dei Looney Tunes e imponendo che i due siano cresciuti costantemente insieme senza nessun’altro comprimario.
Ammetto che mi ha un po’ ferito perché, sotto sotto, speravo in una fugace comparsata di Bugs Bunny.
D’altro canto, però, ho trovato interessante ed ho apprezzato come il film parta immediatamente con la storia, mostrando i titoli di testa non in uno stile classico e in maniera sequenziale, ma mentre ci viene già raccontata la vita di Duffy e Porky, in questo veloce e divertente montaggio musicale, per delineare subito il carattere dei due.
Altro punto di svolta è la presa in giro che si fa della “Donzella in Pericolo” delle classiche storie in cui c’è un eroe. Petunia sin dal primo momento è un disastro: i capelli sfatti, disordinata e zuppa di pioggia, goffa persino del camminare, una nerd a tutto tondo, pasticciona e tenera allo stesso tempo.
In completa opposizione a ciò che è realmente, quello che Porky vede sin dall’inizio, preso da una sorta amore a prima vista, è la classica rappresentazione di donna perfetta: affascinante che trabocca di incredibile erotismo qualsiasi cosa lei faccia, che sia il semplice camminare o sedersi su una sedia della tavola calda.
Per non parlare della minaccia del film: credo sia la prima invasione aliena che parte da una sorta di copia delle gomme Big Bubble che mangiavo quando ero un bimbetto dell’elementari!
Di questo punto della trama ho apprezzato il fatto che ci sia un mix di riferimenti cinematografici, da “La Cosa” di Carpenter a “L’Invasione degli Ultracorpi”, mi riferisco alla scena del mostro gigante di gomma che insegue Porky, Petunia e Duffy nella casa della porcellina; passando ad un paio di scene che dall’impostazione ricordano un po’ “La Notte dei Morti Viventi” di Romero, con loro che barricano ogni porta e finestra e le inquadrature angolari distorte che mostrano loro nascondersi dalle ombre degli zombie.
La dinamica che si innesca, poi, tra i tre protagonisti prima e tra loro e l’alieno, dopo, è tanto assurda da calzare perfettamente nel loro stile, creando una sorta di gruppo male assortito che, per puro caso, riesce a far quel che deve, meccanica vincente che viene utilizzata sempre in questi prodotti.
Altro elemento che ho trovato estremamente interessante è il modo in cui hanno citato i vecchi corti dei Looney Tunes, nel momento in cui Duffy e Porky sono alla ricerca di un lavoro ed iniziano una carrellata di disastri, il tutto raccontato in un corto in 4/3 con tanto di sigla iniziale e titolo dell’avventura.
Così come è divertente, anche se forse è l’unico elemento che è quasi superfluo, la parentesi musicale mentre prendono il ritmo a lavorare in fabbrica, che trasforma il film in una sorta di musical onirico dalle forme squadrate e bizzarre.
Oltre a queste citazioni al passato, c’è anche tutta una parte che lo rende contemporaneo, quando fanno ammiccamenti al mondo moderno influenzato dai social: ad esempio nel momento in cui lavorano in una sorta di Starbucks e si ritrovano davanti una cliente che non cerca un semplice caffè, ma un qualcosa di molto particolare con un determinato tipo di latte, di zucchero, con il ghiaccio; così come si può vedere all’interno di un qualsiasi Starbucks al giorno d’oggi.
Un’altra presa in giro da menzionare assolutamente è la capacità di rompere la quarta parete senza rallentare o alienare dal racconto lo spettatore, a differenza di quel che si può percepire con “Deadpool & Wolverine”. In questo caso, la rottura è funzionale, portando avanti la storia o anticipando elementi futuri; senza rompere il ritmo. Esempio più divertente è il momento in cui Duffy, mentre lavorano nella fabbrica di gomme, riesce finalmente a non causare danni, ed afferma che da questo momento andrà tutto bene, a meno che non succeda qualche cosa che vada a rivoluzionare la trama della storia, facendo un occhiolino allo spettatore.
Altro esempio geniale lo troviamo nel plot twist finale che porta a dover scegliere Duffy come eroe della situazione, scelta talmente assurda che nessuno riesce a crederci: né le persone che guardano dalla Terra quello che sta succedendo, né gli alieni, né Petunia, nemmeno Duffy stesso! In questo esatto momento, si vede un’ombra di una persona che rappresenta uno spettatore al cinema, mentre si alza e va via dalla sala rifiutando questa svolta degli eventi.
Ultima citazione che ho adorato è la presa in giro più grande del film, ovvero quella in cui loro cercano di fare soldi sfondando come influencer sui social media e Duffy è sicuro di avere la soluzione, facendo ingrandire il suo sedere e ballando davanti alla telecamera proprio come molte pseudo-ballerine di Tik-Tok e di Instagram.
La cosa più assurda resta il fatto che sono riusciti a trovare un modo per riciclare quelle centinaia di dentiere meccaniche finte che l’Alieno va a comprare per sbaglio, qualcuno magari può anche dimenticarne la presenza, ma ecco che riappaiono e sono letteralmente la soluzione finale che nessuno può prevedere.
Analisi del finale di “Looney Tunes: Un’Avventura Spaziale”
Il finale è qualcosa di altrettanto geniale: si ha questa sorta di morale di come non bisogna lasciare indietro nessuno, dell’importanza dell’amicizia; la quale spinge Porky a sacrificarsi visto che Duffy era rimasto incagliato nella gomma nel meteorite.
È proprio questa amicizia, poi, il loro essere un disastro insieme e comunque cavarsela meglio di quando sono da soli, che li porta sopravvivere.
È altrettanto geniale il fatto che sono riusciti a rendere divertente una cosa incredibilmente stupida e assurda come il dover far masticare un ammasso gigantesco di gomme fino a farle esplodere per salvare il pianeta; dopo che hanno rovinato l’unico progetto che qualcuno aveva messo in atto per salvarlo, anche se l’idea era quella di creare una grande bolla per far rimbalzare un asteroide.
Analisi delle post-credits di “Looney Tunes: Un’Avventura Spaziale”
Ovviamente bisogna menzionare anche le due scene post-credit che sono state inserite palesemente per lanciare una frecciatina alle major come Disney e DC, con questi film che si sforzano in ogni modo di inserire qualche scena dopo i titoli di coda per anticipare i progetti futuri, che stanno portando sempre più a scene inutili; primo esempio tra tutti è “Venom: The Last Dance”.
Al contrario di questi prodotti, loro hanno dato un senso a queste scene, infatti nella prima mostrano il vero lieto fine, che è rappresentato dal restauro della casa grazie al Fattore Jim; ma la cosa più interessante è indubbiamente la seconda scena che cita la chiusura di ogni cartone con Porky che esclama che “è tutto gente!”, ma evidenzia come queste scene sono una trovata di marketing: Duffy lo afferma esplicitamente, interrompendo l’amico, per non chiudere definitivamente la storia e lasciare la possibilità di creare uno o più sequel, proprio per questo la scena si chiude con due sorrisi sornioni ed il rumore del denaro.
Opinione finale con voto
Come già anticipato nella parte no spoiler, questo film mi ha fatto divertire davvero tanto, mi ha reso anche felice di rivedere finalmente delle icone della mia infanzia finalmente di nuovo sul grande schermo, con una storia che aveva il rischio e la pericolosità di essere molto banale, vecchia e noiosa.
Fortunatamente, dato che hanno studiato bene la loro concorrenza, è risultato in un film interessante, coinvolgente e divertente, sia a livello di citazioni, che di satira, ma anche di, banalmente, scene comiche e di storia folle e semplice, che può essere goduta benissimo sia dai bambini che dagli adulti.
Magari i bambini possono afferrare meno certi momenti, ma divertirsi con la bizzarria dei personaggi; mentre gli adulti non solo si possono divertire con l’assurdità dei comprimari, ma anche con la valanga di citazioni che evidenziano quanto il mondo moderno sia forse più assurdo dei Looney Tunes stessi!
Voto: 7/10
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