BiF&st 2025 – Nanni Moretti: Evoluzione di un Autore tra Regia, Scrittura e Impegno Cinematografico
Al Bif&st 2025, il celebre Nanni Moretti è stato il protagonista di una speciale retrospettiva dedicata ai suoi cinquant’anni di carriera. Durante la seconda giornata della manifestazione, al termine della proiezione di Ecce Bombo (1978), il regista ha incontrato il pubblico al Teatro Petruzzelli, articolando il suo intervento in dieci sezioni (ridotte a otto per ragioni di tempo) incentrate su aspetti fondamentali della sua esperienza artistica: regia, sceneggiatura, recitazione, produzione, rapporto con il pubblico, critica cinematografica e Cinema Nuovo Sacher. Noi di Nerd al Quadrato abbiam voluto scrivere questo articolo per omaggiare lui e la sua carriera.

PER RESTARE SEMPRE AGGIORNATI SU TUTTE LE NEWS SUL MONDO DEL CINEMA, SEGUITE IL NOSTRO CANALE TELEGRAM!
Le origini di un percorso autoriale
Nanni Moretti ha condiviso un’analisi intima e approfondita della sua evoluzione cinematografica, raccontando come, dagli esordi con il formato Super 8, sia riuscito a imporsi come uno dei maggiori autori del cinema italiano. I suoi primi passi nel mondo del cinema risalgono agli anni ’70, periodo in cui, con mezzi ridotti, girava cortometraggi in totale autonomia, sviluppando una disciplina rigorosa nella gestione delle riprese. La sua prima grande esperienza pubblica avvenne nel 1973 alle Giornate degli Autori di Venezia, dove l’assoluto silenzio del pubblico alla fine di una sua proiezione lo segnò profondamente, ispirandolo a ideare la celebre battuta “No al dibattito!” inserita in Io sono un autarchico.
Nel corso della sua carriera, Moretti ha perfezionato il suo stile registico, inizialmente caratterizzato da un’impostazione statica della macchina da presa, influenzata dal linguaggio cinematografico dei fratelli Taviani. Questo stile, mirato a enfatizzare una rappresentazione autentica della realtà, ha poi lasciato spazio a una regia più dinamica e coinvolgente, evidente in opere come Caro diario e Aprile.
Parallelamente, il suo approccio alla sceneggiatura si è trasformato: mentre nei primi lavori la narrazione risultava frammentaria e basata su un’improvvisazione spontanea con sceneggiature scritte di proprio pugno (essendo particolarmente geloso delle sue idee), dopo la visione di La signora della porta accanto di François Truffaut, ha iniziato a dare maggiore struttura ai suoi copioni, curando con attenzione il realismo dei dialoghi e avvalendosi della collaborazione di altri sceneggiatori (anche per una crescente mancanza di voglia di scrivere da solo).

Regista e attore: il doppio volto di Nanni Moretti
Il rapporto di Nanni Moretti con la recitazione è sempre stato peculiare: inizialmente, ha scelto di coinvolgere amici e familiari nei suoi film, affidando loro i ruoli principali. Suo padre, Luigi Moretti, ha interpretato diversi personaggi nelle sue opere. Col tempo, però, ha iniziato a collaborare con attori professionisti, creando un’intesa particolare con Silvio Orlando, capace di restituire con naturalezza e profondità i suoi dialoghi.
Oltre alla regia e alla recitazione, il suo contributo al cinema si è esteso anche alla produzione cinematografica. Nel 1987, ha fondato la Sacher Film, una casa di produzione pensata per garantirgli maggiore indipendenza artistica e per promuovere i talenti emergenti del cinema italiano. Grazie a questa realtà, ha reso possibile la realizzazione di opere di nuovi registi, come Notte italiana di Carlo Mazzacurati. L’amore di Moretti per il cinema si è manifestato anche nella creazione del Cinema Nuovo Sacher a Roma, un punto di riferimento per la distribuzione di film d’autore e indipendenti, lontani dalle logiche commerciali.

Critica, pubblico e l’importanza della musica nei suoi film
Nonostante il successo, Nanni Moretti ha mantenuto un atteggiamento distaccato nei confronti della critica cinematografica. Ha ribadito più volte di non replicare mai alle opinioni altrui, lasciando che siano gli spettatori a interpretare le sue opere senza condizionamenti: “Chiunque può dire del nostro lavoro qualsiasi cosa, io non replico mai”. Questo suo atteggiamento si riflette anche nel rapporto con il pubblico, che spesso ha reagito con difficoltà ad alcune sue scelte narrative. Un caso emblematico è Bianca, dove molti spettatori hanno faticato ad accettare la colpevolezza del protagonista, identificandolo inconsciamente con lo stesso Moretti.
Un altro elemento chiave della sua filmografia è la musica. Per il regista, la colonna sonora ha sempre avuto un ruolo essenziale nel definire il ritmo e l’intensità emotiva dei suoi film. Ha collaborato con compositori di grande talento, come Franco Piersanti e Nicola Piovani, contribuendo alla creazione di brani iconici capaci di esaltare la poetica delle sue storie. Inoltre, ha seguito da vicino le sessioni di registrazione, dimostrando una cura quasi maniacale per ogni dettaglio del processo produttivo.
L’incontro al Bif&st 2025 ha offerto un’opportunità preziosa per comprendere meglio la profondità del cinema di Moretti. Con una carriera coerente, ma sempre in evoluzione, Nanni Moretti ha saputo raccontare con ironia e sensibilità i cambiamenti della società italiana, lasciando un segno indelebile nella storia del cinema internazionale.

E voi cosa ne pensate di Nanni Moretti?