CinemaRecensioni

Never Let Go – La Nostra Recensione! (2024)

Never Let Go” è un film horror/thriller del 2024, di Alexandre Aja. Il film racconta la storia di una famiglia che cerca di sopravvivere isolati nella propria casa, dopo che un male indicibile ha preso il sopravvento del mondo. Noi di Nerd Al Quadrato l’abbiamo visto e siamo qui per dirvi la nostra!

La recensione di “Never Let Go” è divisa in due parti: una prima parte no-spoiler, con una recensione ed un parere generale sul film; seguita da una recensione spoiler, con analisi della conclusione e pensieri finali sul film.

Never Let Go
Never Let Go

PER RESTARE SEMPRE AGGIORNATI SU TUTTE LE NEWS SUL MONDO DEL CINEMA, SEGUITE IL NOSTRO CANALE TELEGRAM!


Recensione No-Spoiler di “Never Let Go”

Un film che risultava promettente, volendo un po’ seguire la falsariga di “The Village” e “A Quiet Place” per la messa in scena e l’incipit alla base.

Purtroppo, si parte bene, cercando di rimescolare le carte sul genere, ma si va via via a perdersi, presentando dei momenti completamente privi di tensione che si sarebbero potuti evitare, fino ad arrivare ad una sequenza finale che non dà alcuna soddisfazione, con una risoluzione del problema frettolosa e confusionaria.

Un gran peccato anche perché c’è più di un momento che risulta interessante, ma sono comunque pochi e non abbastanza per mantenere la tensione alta.

Un film che voleva osare e cercare di trasmettere messaggi importanti attraverso metafore, ricco di un comparto attoriale ed una fotografia semplice e affascinante, ma che alla fine non lascia niente.

Voto: 5½/10

Never Let Go
Never Let Go

Recensione Spoiler di “Never Let Go”

Un film che parte bene e si perde nella seconda parte cercando di essere incredibilmente filosofico, provando a trasmettere molteplici messaggi legati ad altrettante riletture del sottotesto che solo il regista riesce a districare.

La prima metà del film è anche molto interessante: come già anticipato, questo Never Let Go cerca di imitare alcuni dei film meglio riusciti negli ultimi anni e stravolgere l’idea di film horror con un mostro. L’organizzazione in capitoli permette di mantenere lo spettatore, il quale è curioso e cerca di anticipare ciò che può accadere leggendo il titolo della sequenza, che ne riassume gli eventi.

Anche se il concetto del “nemico invisibile” è già stato usato spesso (vedi “L’uomo Invisibile” o “Babadook”, per fare degli esempi recenti), risulta comunque promettente.

Il dover stare legati alla propria casa, in quanto elemento sacro, è una svolta nuova perlomeno. Da sempre la famiglia è legata ad una casa, le generazioni più grandi, infatti, difficilmente accettano l’idea di doversi trasferire, anche nei casi in cui è una necessità e non un capriccio. La casa rappresenta il focolare e, in quanti animali sociali non più nomadi, per noi è l’unico nucleo sicuro, in cui crescere la nostra famiglia, elementi imprescindibili nella tradizione umana.

Quindi, per la prima parte la storia sembra un horror psicologico ed il regista vuole volutamente farci intendere che sia la Madre (Halle Berry) a soffrire di allucinazioni o di schizofrenia ed inventarsi la presenza di un mostro. Infatti, non a caso, è lei ad imporre tutta questa struttura di segregazione ai figli, a ripetergli il mantra da seguire, ed è sempre lei l’unica che, in caso di abbandono della corda, è in grado di vedere la creatura.

Never Let Go
Never Let Go

Unico neo della prima parte direi che è il modo in cui ci viene spiegato il perché non bisogna lasciare la corda: ci viene mostrata la sequenza iniziale in cui ci fanno subito capire l’importanza di tenerla ben salda al corpo.

Poi, però, con una scusa veramente stupida si ritrovano tutti senza di essa. Posso comprendere la volontà di Nolan di toglierla per recuperare quell’unico uovo che potrebbe sfamare perlomeno lui. In un certo senso, comprendo anche che Sam ci si ritrova senza corda, strattonato dal fratello; anche se mi è poco chiaro il come sia possibile che addirittura gli si spezzi e cada rovinosamente dopo che un bambino di circa 10 anni ci mette un piede sopra.

La Madre, invece, dopo tutta l’agitazione e apprensione che ci mette ad insegnare ai ragazzi, invece di tentare (anche solo per qualche secondo per far percepire il terrore della conseguenza nel togliere la corda) di aiutare i ragazzi da lontano, si scioglie la corda in men che non si dica. Devo ammettere che, anche se potrebbe essere prevedibile la scelta di sacrificare il cane, l’evoluzione di quella sequenza è inaspettata e personalmente mi ha tenuto piuttosto in tensione, fino a raggiungere uno stupore genuino al momento dei suicidio della Madre.

Questo è centrare in pieno il concetto di rimescolare le carte!

Il pensiero che due ragazzini completamente ignari di cosa ci sia oltre le mura di casa, cresciuti con dei concetti distorti, ora devono sopravvivere da soli e si inizia seriamente a dubitare che quel che si è visto finora fosse reale o meno. Il problema è che da questo momento in poi, gradualmente, si inizia a fare molta confusione.

Never Let Go
Never Let Go

Quasi ci si dimentica che la Madre abbia anticipato che Nolan è al sicuro perché è una scelta del demone, quella di lasciargli credere che lo sia.

Soprattutto perché, visto che la donna ha anticipato che Nolan non viene toccato per trarre i ragazzi in inganno e rivoltarli contro la Madre stessa, allora perché continuare a non attaccarlo una volta che la Madre è fuori dallo schema? Ad avvalorare il pensiero che sia solo frutto di una malattia mentale della madre è la scoperta dell’autostrada.

A proposito di questo, può risultare strana l’apparizione dell’uomo che afferma di avere un’auto a pochi chilometri dalla casa e di aver sentito le urla di Nolan. Strano perché per sentirlo doveva trovarsi già per strada, o comunque già in prossimità del ragazzo.

Ma questo non è possibile, in quanto la sua apparizione avviene molto dopo che Nolan torna da Sam, implicando che era piuttosto lontano. Quindi senza altre indicazioni sonore, come ha fatto ad arrivare fin lì? Eppure, l’uomo non è il demone, perché non tenta di avvicinarsi ai ragazzi, né insiste nel voler entrare in casa.

Al contrario, quando Sam compare armato di balestra, non ci pensa due volte prima di tentare di scappare, non prova nemmeno a ragionare con lui approfittando della cosa per tentare di avvicinarsi a loro. Anche la ragazzina può trarre in confusione, in quanto potrebbe essere reale, ma in effetti risulta strano che una bambina così piccola riesca ad attraversare da sola un bosco di notte.

Inoltre, è piuttosto strano che riconosca una torcia anonima riconducendola a quella posseduta dal padre, è una torcia come tante altre senza dettagli particolari (perlomeno allo spettatore non viene mostrato alcun dettaglio particolare dell’oggetto).

La confusione più grande è sicuramente tutto quel che avviene dopo questa parentesi: l’infezione, da parte del demone, di Sam è l’unica scena più horror del film e si risolve in una manciata di secondi; lo pseudo-scontro tra il demone e Nolan parte bene, ma in fin dei conti non accade nulla. La chiusura con Nolan che abbraccia la donna-serpente e le dice “Ti voglio bene, mamma” è di una banalità e stupidità incredibile che mi ha ricordato quel finale atroce di “Venom 2” tra Carnage e Venom

Per non parlare della scena finale, in cui l’elicottero porta via i bambini, comprendo che sia volutamente confusionario, ma qualsiasi interpretazione vanifica in qualche modo tutti gli avvenimenti del film o non si allinea bene a ciò che è stato visto.

Never Let Go
Never Let Go

Analisi del finale di “Never Let Go”

Sono dell’idea che, se bisogna andare a cercare un’intervista del registra, creatore di un prodotto, non per capire delle sottotrame ma per capire la storia in sé, allora ci potrebbe essere qualche problema di fondo sul come si sia raccontata la storia stessa.

Questo è quel che è accaduto con questo film, il cui finale mi ha disorientato completamente e, più cercavo di confrontarmi, più si creava un alone incredibile di confusione. L’intera sequenza finale è frutto di un trucco del mostro e nessuno è vero? Quindi la città è abbandonata? Se così fosse, perché fare tutto questa fatica.

Se, invece, è tutto vero, allora il demone è frutto dell’immaginazione? Non può essere perché nella foto accanto a Sam è visibile una mano mostruosa.

Quindi, l’unica spiegazione sarebbe che il demone è reale ed è ancora dentro Sam, visto che lo stesso cita la frase “vuole più bene a me” che dovrebbe fare intendere proprio questo. Ma allora chi ha ucciso Nolan? Abbiamo visto un mostro che urla disperato, abbraccia il bambino e poi si disfa diventando polvere, quindi è stato un trucco? Solo per distruggere la casa, ignorando completamente l’esistenza dei ragazzi?

Alcuni critici hanno associato l’evoluzione del racconto ad una denuncia razziale: la famiglia protagonista è di colore e l’unico posto in cui essere al sicuro è insieme legati alla casa, mentre “in un’altra vita” la madre sembrava più “bianca” e bionda, così come lo sono i nonni dei ragazzi quando appaiono sotto forma del mostro. Le uniche persone che li raggiungono sono un maschio ed una ragazzina, entrambi bianchi, come è bianca anche la raffigurazione del vero aspetto del demone.

Questo, secondo me, ad esempio, non funziona perché il padre dei ragazzi, sempre sotto forma del mostro, non viene in qualche modo “sbiancato”. In ogni caso è una lettura che trovo piuttosto forzata.

Never Let Go
Never Let Go

Il regista, invece, pone una interpretazione che posso comprendere, anche se lascia comunque leggermente confusi. Il concetto di restare legati è dovuto a dei traumi irrisolti che, dalla nonna dei ragazzi, sono passati alla madre che voleva trasmetterli a loro.

Nolan è il più sveglio dei due ed il più forte, di conseguenza il suo voler abbandonare la corda è il tentativo del ragazzo di voler abbandonare quei traumi, quelle paure tramandate. Sam è il più debole ed influenzabile, è più legato alla madre e ne assimila di più le paure. Infatti, nel finale, mentre Nolan festeggia una libertà ritrovata, sinonimo che “abbracciando il mostro” ha fatto pace con quei traumi e li ha superati.

Al contrario, Sam è ancora posseduto dal demone, e fino alla fine del film si aggrappa ancora alla sicurezza della corda e della casa finchè non si lascia convincere che la ragazzina sia reale. Il fatto che lui sia ancora posseduto implica che non ha superato quei traumi e che gli si sono impiantati nella testa proprio come è successo alla madre e alla nonna e, quindi, non se ne libererà mai.

Personalmente trovo questa spiegazione confusionaria perché porta comunque a delle domande non risolte: allora il demone è frutto dell’immaginazione? Se è una metafora dei traumi, allora la città ed il salvataggio sono reali, ma allora il demone in quanto essere e non metafora, che motivo ha di abitare ancora il corpo del ragazzo?

Never Let Go
Never Let Go

Opinione finale con voto

Inizialmente ero convinto che ci fosse una grande allegoria alla bibbia e all’eden, grazie al fatto che si parlava di tentazioni e di serpenti, e la cosa mi ha incuriosito parecchio. È stato un gran peccato, poi, scoprire che questa lettura della trama era tutto frutto della mia mente.

Sicuramente le doti attoriali sono indiscusse, ho amato tantissimo la caratterizzazione del personaggio di Nolan, il suo voler continuamente contrastare la madre e mettere in dubbio ogni cosa; il suo picco lo raggiunge, secondo me, quando deve difendere il proprio cane.

Sam è altrettanto bravo, è un personaggio che ho trovato incredibilmente irritante quasi da subito, sinonimo di bravura attoriale. Halle Berry è brava in qualsiasi ruolo decida di immergersi, interpretare una madre psicopatica e combattiva non è di certo un lavoro semplice, ma lei riesce ad essere inquietante e irritante allo stesso tempo, mostrando sprazzi di umanità e dipingendo, senza dover necessariamente raccontarlo, uno scontro interiore ed una angoscia palpabile per tutto il film.

Purtroppo, al netto di questo, e di una fotografia incredibilmente suggestiva che mostra un bosco quasi infinito, il film tenta e fallisce nel voler portare qualcosa di innovativo. Il forzare una lettura in più tra le righe si scontra con un racconto che diventa fin troppo frettoloso e confusionario, paradossalmente con molti momenti lenti e pochi in cui si crea una vera tensione.

Voto: 5½/10

Never Let Go
Never Let Go

E voi avete visto “Never Let Go”? Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *