CinemaRecensioni

Qui non è Hollywood – La nostra recensione! (2024)

Dopo le varie vicissitudini giudiziarie, la serie di Mezzapesa, Qui non è Hollywood (è stato eliminato dal titolo il riferimento alla città di Avetrana), è finalmente disponibile su Disney+ e noi di Nerd Al Quadrato e siamo qui per dirvi la nostra!

La recensione di “Qui non è Hollywood” sarà strutturata in queste parti: recensione no-spoiler, recensione spoiler e opinione finale .

Qui non è hollywood


PER RESTARE SEMPRE AGGIORNATI SU TUTTE LE NEWS SUL MONDO DEL CINEMA, SEGUITE IL NOSTRO CANALE TELEGRAM!


Recensione No-Spoiler di “Qui non è Hollywood”

La serie Qui non è Hollywood, affronta il caso di cronaca nera riguardante la morte della giovane Sarah Scazzi, avvenuta nel 2010 nella piccola cittadina di Avetrana. Devo essere sincero, in un primo momento ero molto scettico sulla buona riuscita di questa serie. Innanzitutto non amo questo “genere” di progetti poiché nella maggior parte dei casi, pur di rendere il prodotto più catchy, si vanno ad inserire dinamiche che mancano di rispetto alla vittima e alla sua famiglia (ma non solo).

In secondo luogo la scelta della locandina: rabbrividisco ancora. Quasi grottesca, lontana dalla gravità del soggetto trattato. Tuttavia, ogni dubbio iniziale si è dissolto con sorprendente rapidità grazie alla cura con cui la narrazione è stata costruita e all’attenzione che la regia presta alla complessità dei personaggi.

La serie è articolata in quattro episodi, ciascuno incentrato su uno dei protagonisti principali della vicenda: Sarah, sua cugina Sabrina, lo zio Michele Misseri e infine la zia Cosima Serrano. È una scelta strutturale interessante, che permette di esplorare la storia da punti di vista distinti, quasi a creare un mosaico che svela, tassello dopo tassello, le dinamiche familiari e sociali che hanno portato all’omicidio. Mezzapesa gestisce con precisione e rispetto l’arduo compito di rappresentare una vicenda così tragica senza cedere al sensazionalismo, concentrandosi invece sulla natura umana dei protagonisti e sulla percezione che ciascuno di essi ha degli eventi.

Voto: 7,5/10

Qui non è hollywood

Recensione Spoiler di “Qui non è Hollywood”

Il racconto di Qui non è Hollywood si sviluppa con una costruzione lineare che parte da Sarah, la vittima quindicenne, interpretata da Federica Pala. Attraverso il suo sguardo vediamo gli ultimi giorni di vita di una giovane che sta attraversando la difficile transizione dall’adolescenza all’età adulta. Sarah è affascinata dal mondo della cugina più grande, Sabrina, una ragazza carismatica che rappresenta per lei una guida e, inconsapevolmente, anche una rivale.

Il rapporto con Sabrina, interpretata da Giulia Perulli, è al centro della prima parte della narrazione: la rivalità latente tra le due diventa una delle chiavi principali per comprendere il tragico epilogo della vicenda. La dinamica tra Sarah e Sabrina rappresenta un microcosmo di tensioni adolescenziali esasperate dalla loro stretta vicinanza e dalla competitività latente che, agli occhi di chi già conosce i fatti, diventa quasi presagio di tragedia.

Nel secondo episodio, Sabrina si fa protagonista e il rapporto con Sarah viene esplorato dal suo punto di vista, rivelando un quadro in cui gelosia e frustrazione sono alimentate dall’interesse reciproco per un ragazzo del paese, Ivano.

La tensione si amplifica quando entriamo nell’episodio dedicato allo zio Michele, interpretato da Paolo De Vita. Michele è una figura complessa, inizialmente dipinta come il confessante dell’omicidio, ma la sua versione dei fatti continua a cambiare, creando un caleidoscopio di incoerenze che si intreccia con le ipotesi della polizia e con la pressione mediatica crescente. La sua rappresentazione riflette un uomo disturbato, la cui percezione della realtà è frammentata e costantemente in bilico tra verità e menzogne.

Il racconto si conclude con l’episodio dedicato a Cosima Serrano, la zia di Sarah, interpretata da Vanessa Scalera in una performance impeccabile. Cosima emerge come una figura di controllo, una donna che incarna la forza e l’autorità nella famiglia Misseri, circondata da una ragnatela di segreti e incomprensioni che si svelano lentamente.

Il focus sull’ambiente familiare mostra un microcosmo chiuso, in cui le tensioni latenti e i ruoli rigidi si rivelano con tutta la loro drammaticità. L’interpretazione di Scalera rende Cosima una figura memorabile e tormentata, difficile da etichettare, vittima e carnefice allo stesso tempo

A dispetto del pregiudizio iniziale, Qui non è Hollywood riesce a costruire un racconto coinvolgente, che, pur mantenendo una forte fedeltà ai fatti, riesce ad approfondire le sfumature emotive dei personaggi senza cadere nella morbosità o nello stereotipo. Mezzapesa offre un ritratto spietato ma empatico del Sud Italia, presentandolo in modo volutamente esagerato ma accurato.

La serie mette in evidenza, senza retorica, la problematicità di una rappresentazione mediatica che spesso non fa altro che amplificare il dolore delle persone coinvolte, trasformandolo in uno spettacolo consumato da una massa sempre più insaziabile di dettagli morbosi.

Questa critica emerge sin dalla prima scena, in cui un fiume di curiosi invade Avetrana in cerca dei luoghi “dell’orrore”, come se il dolore della famiglia di Sarah fosse solo un’attrazione da vedere e commentare.

Qui non è Hollywood, infatti, non si limita a raccontare i fatti, ma riflette anche su come il pubblico sia, in fondo, parte di una catena che non sempre si interroga sulla propria parte di responsabilità nell’alimentare la spettacolarizzazione del crimine.

Qui non è Hollywood riesce quindi a superare le aspettative iniziali grazie a una sceneggiatura curata e a un cast di attori che eccelle nel dare vita a personaggi complessi e credibili. Vanessa Scalera, Paolo De Vita e Giulia Perulli sono straordinari nell’esprimere la disperazione e le ambiguità che circondano i loro ruoli

Opinione finale con voto

In definitiva, Qui non è Hollywood si rivela una serie capace di far riflettere, scavando nel profondo delle dinamiche umane che spesso rimangono celate dietro i titoli dei giornali. Nonostante i dubbi iniziali, il risultato finale è un’opera intensa, ben realizzata e rispettosa, capace di mantenere alta la tensione e di offrire uno sguardo inedito su una vicenda che è ancora impressa nella memoria collettiva del paese.

Voto: 7,5/10

qui non è hollywood

E voi avete visto “Qui non è Hollywood“? Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *