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Diva Futura – La nostra recensione del nuovo film con Pietro Castellitto! (2024)

Diva Futura, terzo film italiano in concorso alla 81esima Mostra del Cinema di Venezia, è l’opera seconda della regista Giulia Louise Steigerwalt, con il figlio d’arte Pietro Castellitto nei panni del protagonista. Ispirato al libro Non dite alla mamma che faccio la segretaria. Memorie di una ragazza normale alla corte del re dell’hard di Debora Attanasio, il lungometraggio parla della vita di Riccardo Schicchi e della storia dell’omonima agenzia, da lui fondata, che ha dato il nome al film e che è stata la prima società di produzione di porno in Italia. Nel cast troviamo anche: Barbara Ronchi, Denise Capezza, Lidija Kordić e Tesa Litvan. Noi di Nerd Al Quadrato l’abbiamo visto e siamo qui per dirvi la nostra!

La recensione di “Diva Futura” sarà strutturata in queste parti: recensione no-spoiler (per chi vuole un primo parere sul film, ma non l’ha ancora visto), recensione spoiler, concludendo con l’opinione finale riassuntiva.

Diva Futura
Diva Futura

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Recensione No-Spoiler di “Diva Futura”

Negli anni ’80 del secolo scorso, l’Italia si preparava a un’enorme rivoluzione sociale e culturale. Gli artefici? Riccardo Schicchi, Ilona Staller, in arte Cicciolina, Moana Pozzi, Éva Henger e Debora Attanasio. Si trattava di una rivoluzione “amorale, ma mai immorale”, come ripete spesso Pietro Castellitto nel corso del film. Sì, perché quelli erano gli anni della Democrazia Cristiana nel Bel Paese. Il pensiero degli italiani era ancora ricco di pudore e la sessualità veniva vista come un tabù, probabilmente il più grande dei tabù. Guai a parlarne in pubblico.

Il giovane Schicchi, ancora un ragazzino quando si affacciò alla prima rivista osé, non ci stava e voleva cambiare le cose. Desiderava essere libero, celebrare la bellezza naturale del corpo umano. Sfidando il potere, iniziò, di comune accordo, a scattare dei servizi fotografici provocanti a Cicciolina, al tempo suo interesse amoroso, nel mezzo di Roma. Pensate che la donna ha recentemente svelato che, in totale, presero circa una cinquantina di denunce per questo. Ma a loro non importava. Stavano facendo qualcosa di grande, di sovversivo e ne erano felici, felicissimi, e questo gli bastava. Il lavoro confluì, in seguito, alla creazione di un partito politico, il Partito dell’Amore, che portò la Staller a diventare una parlamentare della Repubblica Italiana.

L’opera non era ancora compiuta, almeno non del tutto. Ecco che, infatti, di lì a poco nacque la Diva Futura, la prima società di produzione di porno in Italia che, tra le cose, si occupava pure di scovare nuove possibili modelle. Da quelle porte uscirono alcune tra le più famose pornoattrici della storia non solo italiana, ma anche mondiale; basti pensare alle già menzionate Moana Pozzi, Éva Henger e Ilona Staller.

Chiaramente, la Diva Futura causò ai nostri protagonisti notevoli problemi di natura legale. Lo stesso Schicchi, come ci dice la storia, è stato più volte arrestato dalla polizia del nostro Paese. A questi, si aggiungono le complicazioni causate da un nemico invisibile: internet, che cominciava ad approdare e diffondersi nelle case della gente intorno a quegli anni.

Giulia Louise Steigerwalt dirige bene bene il dramma della vita di un personaggio complicato come Riccardo Schicchi. La regia è caratterizzata da una grande vitalità e da alcune idee molto interessanti, che rendono di diritto la Steigerwalt una delle papabili registe per il futuro del cinema italiano. Da lodare sono anche la direzione degli attori e le loro performance; da un Pietro Castellitto in gran forma, che ruba completamente la scena, a due ottime Barbara Ronchi e Denise Capezza.

A calare l’asso è, tuttavia, Vladan Radovic con la sua fotografia, piena di colori, di emozioni e spensieratezza, proprio come quello a cui puntavano i ragazzi nella loro ricerca della libertà tanto agognata. Quello che, invece, colpisce assai in negativo è il montaggio di Gianni Vezzosi, che salta di qua e di là nel tempo (a volte eccessivamente) senza un’apparente motivo o giustificazione.

Voto: 7/10

Diva Futura

Recensione Spoiler di “Diva Futura”

Mentre frivolezza e spensieratezza si facevano largo nel resto del mondo, l’Italia era ancora schiava di una certa chiusura mentale e, a causa della forte presenza della Chiesa e della Democrazia Cristiana sul territorio, il sesso e tutto quello che lo circondava erano ancora visti come dei tabù. Chi non ci stava erano chiaramente i giovani; in particolare, un ragazzetto siciliano di nascita, ma che si è trasferito quasi subito a Roma, chiamato Riccardo Schicchi. Sin dai primi anni dell’adolescenza si era avvicinato ai giornalini osé del tempo, rimanendo folgorato dalla bellezza del corpo femminile, che meritava di essere esaltata e celebrata, e dalla sensualità.

La storia di quel giovanotto ci viene narrata attraverso le quattro donne che, più di chiunque altro, ne hanno caratterizzato la vita: Ilona (Lidija Kordić), Moana (Denise Capezza), Debora (Barbara Ronchi) ed Éva (Tesa Litvan), che ci vengono presentate una alla volta, in modo semplicemente geniale, tramite una schermata con il loro nome scritto col font di Broadway, il luogo dello spettacolo per antonomasia.

Iniziamo facendo la conoscenza di Ilona Staller, meglio nota come Cicciolina, che, tra le cose, fu il suo primo interesse amoroso. I due, insieme, diedero vita a un grande scandalo in tutta la penisola (e il meglio doveva ancora arrivare). Girarono l’Italia facendo servizi fotografici provocanti in pubblico, venendo ospitati a programmi televisivi e conducendo una trasmissione radiofonica erotica. Nel complesso, le loro azioni gli valsero una cinquantina di denunce, come rivelato dalla Staller in persona.

Il vero grande salto avvenne qualche anno dopo con la fondazione della Diva Futura, la prima agenzia produttrice di porno in Italia. È lì che nacquero le grandi amicizie con le altre donzelle (e anche qualcosa di più con Éva) e gli altri problemi di natura legale, culminati con l’arresto di Schicchi. Anche di fronte alle manette, però, non si arrese e, una volta rilasciato, tentò di riaprire le porte dell’agenzia, vedendosi di nuovo costretto a richiuderle, dopo gran parte della confisca del materiale e la malattia diabetica (causa della morte) che iniziava ad attaccarlo attaccava sempre di più.

I rapporti vengono presentati, gestiti e intrecciati bene nel corso della visione, merito di una buona scrittura alle spalle, che rende piacevole la visione grazie a un tono divertente e spesso ironico. Non mancano, comunque, i momenti di serietà e di riflessione.

C’è spazio per riflettere su un discorso complicato come quello della professione dell’attrice di film a luci rosse. Potrai essere intelligente quanto vuoi e magari più colta di metà nazione, però, una volta intrapresa quella via, la gente ti vedrà sempre e solo come una stupida prostituta, buona solo a mostrare le proprie parti intime. La metafora esce fuori molto bene con il personaggio della Pozzi, la quale prova a compiere diverse iniziative, fra cui una campagna per diventare sindaco di Roma, ma nessuno la prende sul serio. Viene snobbata e derisa da tutti. Allo stesso modo, quando cerca di compiere sfondare nel mondo del cinema, viene relegata rapidamente dai critici al vecchio ruolo di pornoattrice.

Un’altra scelta ottima e coraggiosa di Diva Futura è l’aver presentato entrambe le facce del porno: da una parte la versione sensuale, liberatoria e positiva, dall’altra la versione in cui le attrici vengono mercificate e trasformate in oggetti senz’anima. Discorso che, questa volta, viene esposto tramite le esperienze della Henger, che, in seguito alla chiusura obbligata di Diva Futura, prova diverse nuove esperienze nel mondo della pornografia, girando dei film per conto di altre case produttrici. La realtà che si ritrova davanti, però, è profondamente diversa da quella a cui era abituata con il marito Schicchi.

In questa nuovo ambiente viene usata e oggettificata per produrre più video possibili da caricare su internet, in modo da guadagnare a più non posso.

Non è solo la penna Giulia Louise Steigerwalt a convincere, ma anche la regia vitale e dinamica, ricca di movimenti e idee interessanti, anche se qua e là pecca un po’ probabilmente di inesperienza. Ottima è anche la direzioni degli attori e delle attrici, che forniscono tutti delle valide interpretazioni, specialmente Castellitto Jr., Denise Capazza e Barbara Ronchi.

Tuttavia, il vero pezzo da 90 è la fotografia, carica di colori, di allegria e spensieratezza, esattamente quello che volevano comunicare Schicchi e compagnia tramite la loro rivoluzione. Convince meno il montaggio, che fa avanti e indietro nella linea temporale (a volte in modo davvero eccessivo) senza una giustificazione, solo per il gusto di farlo.

Diva Futura

Opinione finale con voto

Alla fine della fiera, “Diva Futura” è un film riuscito, che vuole mandare una serie di messaggi e lo fa bene, sensibilizzando senza scadere in un moralismo eccessivo o in una ridondanza espressiva. I contenuti più pesanti sono smorzati da dei tempi comici sempre azzeccatissimi e da protagonisti molto simpatici. Il montaggio, purtroppo, è una grande nota dolente e, per i più, potrebbe rendere il Diva Futura leggermente più complesso da seguire, anche se, a fine visione, dovrebbe risultare tutto chiaro.

L’unica cosa che mi resta da dire: andate a vederlo. Appena uscirà nelle sale, comprate il biglietto. Il cinema italiano autoriale, giovane e originale ha bisogno di noi e noi di lui.

Voto: 7/10

Diva Futura

E voi avete visto “Diva Futura”? Lo andrete a vedere quando uscirà nei cinema? Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate!

Davide Citterio

Amante del cinema e dei fumetti, adoro follemente Richard Linklater, Hayao Miyazaki e la DC Comics. Nel tempo libero sono uno scrittore amatoriale e un aspirante sceneggiatore.

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