Hit Man: Killer per caso – La nostra recensione del nuovo film di Richard Linklater! (2024)
Richard Linklater torna nelle sale cinematografiche italiane con la sua nuova commedia “Hit Man – Killer per caso“ (ispirata a una storia vera), che vede il celebre Glen Powell nella duplice veste di protagonista e co-sceneggiatore insieme al regista del film.
Glen Powell che in italiano è doppiato dal grandissimo Edoardo Stoppacciaro, famoso e importante doppiatore a cui abbiamo avuto modo di fare un’intervista durante l’Etna Comics di quest’anno, la trovate per intero QUI.
Proprio il lungometraggio ha avuto una distribuzione abbastanza complessa e articolata: viene presentato fuori concorso un anno fa al festival del cinema di Venezia, rimanendo nel limbo per circa un’anno, prima di debuttare su Netflix negli USA quest’anno. In Italia l’uscita era fissata per fine maggio, salvo poi essere rimandato al 27 giugno 2024. La lunga attesa (supportata da ben quattro diversi trailer) sarà valsa a qualcosa? Scopritelo in questa recensione!
La recensione di “Hit Man – Killer per caso” sarà così suddivisa: una prima parte no-spoiler, per chi non è ancora riuscito a recuperarlo e vuole sondare il terreno, seguita da una parte spoiler, più lunga e sostenuta, un paragrafo dedicato all’aspetto tecnico e finalmente l’opinione finale riassuntiva.
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Recensione No-Spoiler
Gary Johnson è un ordinario professore di psicologia e filosofia all’università di New Orleans. All’apertura del film, veniamo subito catapultati in una delle sue lezioni, dove facciamo la conoscenza di un personaggio bizzarro, “sfigato“… Attitudine che è destinata a cambiare da lì a pochi minuti. Gary, infatti, come secondo lavoro part-time aiuta la polizia a smascherare potenziali mandanti di omicidi, inducendo questi a colloquio con un finto sicario, Jasper, per poi incastrarli tramite le registrazioni ottenute.
A un certo punto, però, Jasper viene sospeso temporaneamente dal suo ruolo e, in cerca di una soluzione rapida, il team – passato da quattro a tre membri e ora composto dai soli Claudette, Phil e Gary – opta per cedere il compito allo strambo insegnante, che si dimostra subito in grado di sostenere sulle proprie spalle l’ardua impresa, riuscendo a incastrare Craig (l’uomo a cui doveva parlare) al primo tentativo. In seguito, grazie specialmente al suo lavoro e agli studi conseguiti, il protagonista dimostrerà di avere un talento innato per questa mansione, scalzando Jasper prima del suo ritorno.
La cosa che lo contraddistingue dalla tecnica del collega è la capacità di creare diversi personaggi, di cambiare la sua identità più e più volte in base all’occasione, intuendo il “tipo di sicario” che il cliente cerca. In questo senso i reparti del trucco e dei costumi di “Hit Man – Killer per caso” e Glen Powell sono stati formidabili nel diversificare le varie persone create da Gary, i primi lavorando sul fisico, mentre il secondo fornendo un’eccezionale interpretazione, con una gamma di espressioni estremamente ampia e variegata.
Tutto, però, cambia con l’entrata in scena di Madison (interpretata da un’ottima Adria Arjona), una giovane donna che vive una relazione matrimoniale pessima, da cui vuole uscire, per l’appunto, assoldando un sicario per uccidere il marito. L’incontro segna irreversibilmente entrambi in maniera profonda, tanto da cambiare drasticamente le loro vite. Da quel fatidico giorno, infatti, il loro rapporto sarà destinato a crescere sempre di più, creando magistralmente una climax che conduce a un finale inaspettato, che chiaramente approfondiremo nella parte spoiler.
“Hit Man – Killer per caso“ è un film che sorprende, che in 116 minuti racchiude una molteplicità di azioni incredibile, con cui Linklater si riconferma un narratore eccezionale e assai creativo, dall’anima indie e indipendente ormai rara.
Voto: 8.5/10
Recensione Spoiler
Ripartiamo proprio dal finale del film, costruito piano piano da Linklater e Powell, che riescono a creare in modo eccellente un incremento di tensione, un vortice di avvenimenti che guida a un finale dolce, che conclude la visione come un tiramisù a fine pasto. Il duo, a un certo punto, finisce per costruire una situazione complicata con la morte di Ray, una matassa da sbrogliare non indifferente, ma riesce ad uscirne con grande intelligenza, una cosa che non era così semplice da fare.
Certo, arrivarci, per i più, potrebbe non essere agevolissimo e l’opera potrebbe risultare quasi pesante, poiché, in pieno “stile Linklater”, c’è un continuo botta e risposta tra i personaggi, con dei dialoghi e delle battute spesso lunghi, che obbligano lo spettatore a rimanere sul pezzo. Ciononostante, la visione vale a pieno il prezzo del biglietto e la visione in sala, finché disponibile, potrebbe rivelarsi un momento piacevole.
Discorsi sull’omicidio di un poliziotto a parte, l’epilogo di “Hit Man – Killer per caso” regala anche una bella morale: non dobbiamo vivere una vita di eccessi né da una parte né dall’altra, non dobbiamo essere o Ron o Gary, dobbiamo trovare una via di mezzo, un punto di incontro che ci permetta di unire tutte le nostre sfaccettature, belle e brutte, per essere semplicemente noi stessi. Merito anche di una chimica semplicemente perfetta tra la Arjona e Powell.
Tornando indietro nei minuti, è possibile trovare altri spunti interessanti che potevano essere esplorati meglio ed essere marcati maggiormente, mentre forse non sono stati toccati abbastanza: il discorso sul cambiamento delle persone, su quanto sia facile/difficile cambiare sé stessi, che Gary fa con la sua migliore amica Alicia, troppo poco presente nel computo finale; il matrimonio difficile e psicologicamente provante di Ray e Madison; la corruzione morale di Jasper. Lodevole, è invece, la costruzione del rapporto tra i due innamorati, che si prende i giusti tempi e ritmi.
Il pezzo forte di questo film, però, è il reparto tecnico, che andremo ad approfondire subito qua sotto.
L’aspetto tecnico di “Hit Man – Killer per caso”
Quello che è veramente invidiabile a questo film è il reparto tecnico, grazie a un’estetica meravigliosa. La regia del 63enne di Houston è di grande qualità, sempre al servizio della narrazione, con trovate creative e soluzioni interessanti ben piazzate, come le carrellate laterali nella seconda metà e il piano sequenza nella centrale di polizia, che rompono quanto basta la generale staticità della telecamera. Specialmente nelle scene più intime, Linklater risulta sempre elegante, senza scaturire in volgarità.
Il vero pezzo da novanta è la fotografia di Shane F. Kelly: piena di colori, satura, vivace e con interessanti giochi di luce, come quello in discoteca. La superficie patinata gli dona, infine, quel tocco di classe anni ’90, periodo di ambientazione del film.
Anche il trucco di Tara Cooper, Wendy Karcher, Nicole Schultz, Courtney Lether, Darla Edin e Gary Archer e i costumi di Juliana Hoffpauir hanno fatto la loro parte, mascherando perfettamente Glen Powell, celando l’identità di Gary Johnson.
La colonna sonora composta da Graham Reynolds, che rinnova la collaborazione con Linklater che va avanti da ormai qualche anno, passa in sordina rispetto a tutto il resto, divenendo a tratti dimenticabile.
Opinione finale con voto
In conclusione, “Hit Man – Killer per caso“ è certamente una produzione che si distingue da molte delle uscite recenti, con un’estetica fantastica, che lo rende un piacere per gli occhi, e delle ottime interpretazioni. Non è il film più riuscito del regista texano, ma certamente nemmeno il peggiore, tanto che alla fine delle circa due ore si è pienamente soddisfatti della visione.
Voto: 8.5/10
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E voi, cosa ne pensate? Avete già visto Hit Man? Concordate con questa recensione? Fatecelo sapere qui sotto con un commento!