My Old Ass – La nostra recensione della nuova commedia di Megan Park con Aubrey Plaza! (2024)
Dopo mesi di attesa, “My Old Ass” è finalmente arrivato anche in Italia! Da giovedì 7 novembre, infatti, la nuova commedia di Megan Park, presentata al Sundance Film Festival 2024, è disponibile per la visione gratuita su Amazon Prime Video. Si tratta di una pellicola appartenente al filone dei coming-of-age, ovvero quei film che raccontano delle storie di crescita personale in giovane età e che appartengono, perciò, al genere dei film di formazione. Noi di Nerd Al Quadrato l’abbiamo visto e siamo qui per dirvi la nostra!
La recensione di “My Old Ass” sarà strutturata in queste parti: recensione no-spoiler (per chi vuole un primo parere sul film, ma non l’ha ancora visto), recensione spoiler, seguita da un paragrafo polemico verso la distribuzione del film in Italia, concludendo con l’opinione finale riassuntiva.
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Recensione No-Spoiler di “My Old Ass”
Elliott (Maisy Stella) è una teenager di 18 anni che vive in una minuscola cittadina canadese di soli 300 abitanti. I comfort non le mancano, ma, come tutti i giovani, è stanca di quella vita monotona e ripetitiva che caratterizza le piccole realtà urbane. Per questo motivo, tra soli 22 giorni, si trasferirà a Toronto per andare all’università. Per salutarsi, lei e le sue due migliori amiche, Ro (Kerrice Brooks) e Ruthie (Maddie Zegler), hanno pensato di vivere insieme un’ultima esperienza molto particolare: fare campeggio da strafatte.
Perciò, Ro, con non poca fatica, ha recuperato dei funghi allucinogeni. Dopo averne bevuto un infuso, le ragazze hanno iniziato ad avere delle visioni. L’episodio vissuto da Elliott, però, è assai singolare: a differenza delle compagne, la ragazza ha potuto incontrare una versione 39enne di sé stessa (soprannominata “old ass” e interpretata da Aubrey Plaza), che le ha raccontato parte della sua vita nel futuro. Entrambi avranno poi modo di continuare il confronto, con la più vecchia che cercherà costantemente di fornire suggerimenti alla più giovane.
Megan Park, alla sua seconda prova da regista, scrive e dirige questa commedia irriverente con grande passione e spontaneità, realizzando un vero e proprio spaccato di vita della nuova generazione, che nessun regista sembra aver capito così bene finora.
“My Old Ass” è un vero e proprio appello alla loro voglia di vivere e al loro desiderio di cambiare le cose. È un incoraggiamento ricco di speranza, un grido di libertà, furente per tutti i problemi lasciati dalle vecchie generazioni, che si alza nel cielo. Allo stesso tempo, però, è un film che cerca di indagare e risolvere tutti i problemi della tarda adolescenza, dal complicato rapporto con la famiglia, che spesso mal si sposa con la propria vita sociale, alla scoperta della propria sessualità.
Maisy Stella recita con una naturalezza disarmante e sono sicuro che, in futuro, sentiremo ancora parlare di lei. Aubrey Plaza la completa, spesso facendole quasi da spalla, dimostrando tutto il suo talento nella climax finale del film. Buone anche le interpretazioni del resto del cast, sempre in parte.
Voto: 8.5/10
Recensione Spoiler di “My Old Ass”
“My Old Ass” è un film diretto da una regista giovane (38 anni) per i giovani. È un manifesto della spensieratezza e della perpetua incertezza che caratterizzano l’età giovanile, visibili rispettivamente nelle follie compiute da Elliott e nella sua continua scoperta di sé stessa. Al contempo, è un vero e proprio grido della nuova generazione, che desidera solamente essere libera e vivere una vita degna di essere chiamata tale, ma troppo spesso viene frenata dai problemi vissuti dal mondo odierno, lacerato dalle tensioni e dai cambiamenti climatici. In un’ora e mezza scarsa, questo film riesce a comunicare ai sedicenni, diciassettenni, diciottenni, diciannovenni etc… più di quasi tutte le pellicole presenti sul mercato.
“Non so, anche se il mondo è letteralmente nel caos ed è pieno di razzisti ignoranti, cerco di sforzarmi e avere delle speranze. Ho voglia di trasferirmi a Toronto, vivere in città e studiare. Vorrei solo che il tempo si fermasse per un secondo per potermelo godere ancora un po’…” dice Elliott quando le amiche le chiedono dei suoi sogni e delle sue aspirazioni. Nei dialoghi è evidente la ricerca linguistica e contenutistica della Park, che entra nella mente dei teenager, ne studia i comportamenti, gli atteggiamenti e il modo di parlare. Il film diventa, così, un vero colloquio tra pari, una lettera d’amore sincera in cui ritrovarsi per avere speranza e ricercare una felicità che sembra irraggiungibile.
Come già detto, è un’opera basata in gran parte sulla scoperta del proprio io, dalla sessualità alla consapevolezza delle proprie azioni. A diciotto anni, l’adolescenza volge al termine e si appresta a iniziare l’età adulta; perciò, un ragazzo o una ragazza deve chiedersi – forse per la prima volta – “chi sono io? cosa voglio fare della mia vita?”. E lì, il castello di carte inizia a vacillare. Tutte le certezze costruite rischiano di crollare, dovendosi scontrare con la dura realtà della vita. Nel caso di Elliot, a cadere è la certezza di essere lesbica. La conoscenza di Chad le ha scombussolato la vita e l’ha obbligata a ricostruire la sua personalità con dei nuovi tasselli, frutto delle nuove scoperte.
Ovviamente, in questa età, gli amici sono fondamentali, mentre la famiglia tende a passare un po’ in secondo piano. Al contrario, “My Old Ass” lancia una bellissima celebrazione della vita famigliare e del tempo speso con i propri fratelli e genitori, senza tralasciare la vita sociale. È solo imparando a connettere queste due cose che possiamo davvero diventare adulti e crescere senza rimpianti. I dolori e le fatiche da superare ci saranno sempre, come evidenzia il personaggio della Plaza, ma non per questo dobbiamo vivere in sottrazione, limitando le esperienze per paura che possano rovinarci la vita.
La bellissima morale che ci lascia la regista canadese è, infatti, quella di pensare meno all’avvenire e di ascoltare maggiormente il cuore giovane e spensierato. Chi vive con un occhio proteso al futuro, finisce per non vivere davvero. Concetto che viene espresso chiaramente dalla Elliott trentanovenne, che inizialmente, pensando di fare la cosa giusta, cerca di dissuadere la sua versione giovane dal compiere alcune scelte, come fare sesso con Chad per non soffrirne troppo a seguito della morte, capendo poi che, in realtà, era lei a sbagliare. Come dice lei stessa nel monologo finale, non bisogna vivere pensando al futuro o restando bloccati nel passato.
“My Old Ass” è un film che dà tanto, tantissimo, specie se, come detto poc’anzi, siete coetanei di Elliott. Sicuramente vi ritroverete in una delle molteplici situazioni immaginate dalla Park e nei lunghi, profondi, articolati dialoghi. Allo stesso tempo, purtroppo, la sceneggiatura soffre di un grande buco narrativo, che richiede una sospensione dell’incredulità enorme da parte dello spettatore.
Infatti, non viene mai realmente spiegato come le due versioni di Elliott siano connesse l’una all’altra. Apparentemente, sono legate dall’uso di sostanze stupefacenti e si incontrano quando una delle due è strafatta; tuttavia, non è una spiegazione abbastanza convincente, soprattutto perché si mantengono in contatto telefonicamente. Com’è possibile telefonare a una persona che vive vent’anni nel futuro e viceversa? Sarebbe stato decisamente più semplice ed efficace rendere il personaggio di Aubrey Plaza un’allucinazione della Elliott 18enne, mettendo quest’ultima ancora più in difficoltà.
Detto questo, per i messaggi, le metafore e l’importanza che assume nel nostro contesto storico, è un film che promuovo comunque a pieni voti. Merito anche del lato tecnico: la regia di Megan Park non è contraddistinta da particolari guizzi, se non le sequenze con la barca al lago, ma si regge interamente su una messa in scena straordinaria con una tensione drammatica elevatissima; la fotografia, invece, è meravigliosa e, grazie all’uso di poca color correction, riprende perfettamente il tema dell’amore per la semplicità.
Le interpretazione delle due protagoniste valgono da sole la visione. Maisy Stella, alla sua prima prova attoriale, recita con una naturalezza disarmante, come se avesse già anni di esperienza, calandosi perfettamente nei panni di un’adolescente problematica. Aubrey Plaza la completa in maniera perfetta, dimostrando tutta la sua bravura nel finale.
La pessima distribuzione
Ora apriamo una parentesi dolente e polemica, di cui né la regista né il film hanno colpe: perché diavolo non è stato mandato in sala?! “My Old Ass” è stato distribuito in America e nel Regno Unito a settembre. Noi (ma anche altre nazioni) abbiamo dovuto aspettare il 7 novembre per vederlo, senza nemmeno la possibilità di guardarlo con il doppiaggio italiano. Perché?
La risposta risiede probabilmente nel fatto che il film della Park è un’opera indipendente, che avrebbe attratto troppo poco pubblico. “My Old Ass”, però, è un’esperienza cinematografica, un lungometraggio che fa crescere e riflettere, la cui visione, per dei ragazzi che stanno per diventare maggiorenni o che lo sono da poco, potrebbe rivelarsi fondamentale.
Per una volta che viene realizzato un film che analizza i problemi dei giovani d’oggi, cerchiamo quasi di nasconderlo. Non lo mandiamo in sala e non lo doppiamo, affossandolo ancora di più. Infatti, mentre all’estero ha già raggiunto la vetta della classifica dei film più visti in tutto il mondo su Prime Video, nella classifica dei film più visti in Italia non è nemmeno in top 10.
Qual è il problema? Non farebbe guadagnare abbastanza i magnati dell’industria? Oppure è troppo diretto ed esplicito nel messaggio che vuole mandare? O forse siete voi che non capite i problemi di noi giovani e non cercate nemmeno di risolverli, perché, a quanto pare, “Il Gladiatore II” può essere classificato 6+, ma “My Old Ass” deve essere 16+.
Perché stiamo lentamente dicendo addio al cinema indipendente e al cinema di stampo fortemente sociale? Perché i messaggi e le critiche devono sempre più spesso essere veicolati? Perché le sale si stanno svuotando e i giovani perdono sempre più interesse nel cinema? Perché, perché non riusciamo a risolvere e sbloccare questa situazione? Fa male vedere le sale che si riempiono di pubblico solamente per i blockbuster delle grandi multinazionali, ma forse ce ne accorgeremo quando sarà troppo già tardi, come, del resto, tutte le cose.
Opinione finale con voto
“My Old Ass” è un’esperienza, una piccola perla del cinema indipendente americano. Al netto di un paio di difetti nella scrittura, si tratta di una film che dà tanto e fa riflettere, specialmente se siete molto giovani e nel periodo finale dell’adolescenza. Si tratta di una commedia la cui forza risiede nella semplicità e nella naturalezza con cui porta su schermo dei concetti complessi e stratificati, raggiungendo il cuore degli spettatori grazie a una climax emotiva perfetta, che conduce a un finale profondo ed emotivo.
Voto: 8.5/10
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