Joker: Folie À Deux – La nostra analisi della relazione tra Joker e Harley Quinn! (2024)
Uno dei cinecomics più attesi dell’anno è certamente “Joker: Folie À Deux“, grazie a una serie di novità rispetto all’antecedente “Joker“ del 2019. In primis l’introduzione della co-protagonista, l’amata Harley Quinn, portata su schermo da Lady Gaga, a cui si aggiunge l’aspetto musicale e cabarettista che rende il film un musical a tutti gli effetti (per maggiori informazioni, vi lasciamo qui la nostra recensione no-spoiler del film).
Proprio Harleen, e con essa tutti i temi importanti che si porta dietro, ha gli occhi puntati sia dalla parte di pubblico amante dei fumetti sia dalla fetta che non li conosce. Si tratta di un personaggio iconico e affascinante, conosciuto da tutti, così come, del resto, anche la sua relazione con Joker. Ecco perché in questo articolo ci preoccuperemo di analizzare la reinterpretazione della relazione e da un punto di vista fumettistico e da un punto di vista cinematografico.
⚠️ ATTENZIONE: ALLERTA SPOILER SU “JOKER: FOLIE À DEUX” ⚠️
L’analisi fumettistica della relazione tra Joker e Harley
Partiamo proprio dalla parte fumettistica. “Joker: Folie À Deux“, proprio come il predecessore, già in partenza si discosta molto dal mondo dei cinecomics, proponendosi piuttosto come un “taglio autoriale“, come una libera reinterpretazione di Todd Phillips. Ciononostante, è lecito aspettarsi una qualche somiglianza, dei vaghi richiami alle opere cartacee, che, però, il film non possiede minimamente.
Tutta la bellezza, la poetica e la profondità delle trame ideate da Paul Dini e Bruce Timm vengono spazzate via dal principio, dalla sola idea di rendere Harleen una paziente dell’Arkham Asylum. Questo priva il personaggio della sua crescita e rende la “follia d’amore” meno folle, normalizzandola e trasformandola in un rapporto sentimentale standard. Il senso del proibito e la pazzia si perdono totalmente. Quel “Folie À Deux” si ferma al titolo.
Proseguendo col film, assistiamo a una sostanziale inversione dei ruoli. Harley, o meglio, Lee, è la mela marcia. Lei è la parte tossica della relazione, la mente diabolica dietro ogni scelta presa da Arthur. I suoi occhi (che nel film non sono nemmeno azzurri) non brillano di speranza e di amore incondizionato. Non sperano che la sua dolce metà possa guarire e tornare a essere l’uomo di un tempo, bensì vogliono vedere solo ed esclusivamente Joker. In quella che sembra una relazione adolescenziale governata da crisi ormonali, tutti i temi e le riflessioni vengono portati al minimo.
Quella tra Mister J. e Harley è una storia di abuso, di tossicità, avanti per i tempi che correvano. Erano gli anni ’90 quando Dini e Timm, con la pubblicazione di “Batman: Mad Love“, ci mettevano in guardia sulla violenza domestica, ci facevano meditare sull’amore incondizionato, sui segnali che indicano la dannosità di una relazione. È il 2024 quando, trent’anni dopo, Todd Phillips ci restituisce una storia romantica blanda, priva di creatività e di coraggio. Inutile dire che la sua versione ha poco a che vedere con la potenza narrativa di quella cartacea.
Anche guardando agli elseworld, quindi alle opere fuori dalla continuity, non si riscontrano le più minime somiglianze. In “Batman: Cavaliere Bianco“, abbiamo forse la più stringente dimostrazione del fatto che Harley non ama la maschera, ma chi c’è sotto, ed è disposta a tutto pur di farlo guarire; in “Harleen“, invece, assistiamo alla miglior esplorazione della complessa psicologia che caratterizza la ragazza. Entrambe le opere, comunque, in un modo o nell’altro, riportano la linea di comportamento tossico seguita da Joker.
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L’analisi cinematografica della relazione tra Joker e Harley
Anche guardando l’aspetto filmico, la scrittura del rapporto tra i due protagonisti non brilla. Harley è una macchietta nel film in cui dovrebbe essere la co-protagonista. Non ha una caratterizzazione e, per di più, le sue entrate in scena generano continue forzature nella sceneggiatura. Di “Folie À Deux“ non c’è proprio niente, Lee non è pazza, non compie azioni né deliranti né surreali; anzi, non fa proprio niente.
Come già detto, inoltre, si tratta di una formula vista e rivista. La loro è una qualsiasi storia d’amore, una di quelle diecimila tutte uguali fra loro. E anche quando si deve e si può entrare nel vivo di questo rapporto, il film risulta timoroso e goffo. La scena di sesso tra i due amanti, per esempio, è ridicola, poco erotica e nemmeno lontanamente sensuale. Quindi, forse, neanche lo stesso Todd Phillips (co-sceneggiatore e regista del film) sapeva cosa voleva realmente da questo legame.
E voi, cosa ne pensate di questa nostra analisi? Siete d’accordo con noi? Fatecelo sapere qui sotto con un commento!