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Scarface – la nostra recensione al capolavoro di Brian De palma (2024)

Nel 1983 il regista Brian De Palma riesce a conquistare il mondo con il film che poi diventerà un vero e proprio cult all’interno della storia del cinema. Scarface. E noi di Nerd Al Quadrato siamo qui per portarvi la nostra personale opinione.

Il pubblico inizia ad impazzire di fronte all’interpretazione che dona Al Pacino ad uno dei personaggi più leggendari di sempre. Ovviamente tutto questo è una storia vera ma oltre ciò, il suo Tony Montana al giorno d’oggi, rimane uno dei personaggi più amati e conosciuti nel mondo del cinema.

Il film era rimasto fedele all’originale, diretto da Howard Hawks cinquant’anni prima dalla famosa uscita del remake di De Palma: pur con qualche differenza presente tra i due film, entrambi mostrano senza dubbio il percorso di un uomo che riesce a sconfiggere ogni nemico, superando ogni avversità. Ma stiamo comunque parlando di capolavori, con sfumature di violenza esagerata ma allo stesso tempo centrale nel tema della pellicola

Quello che c’è dietro al film però è ben altro, la storia vera che accomuna l’originale con il remake ed entrambi i capolavori che ne sono usciti

Scarface
“Scarface”

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Scarface: la storia di un boss raccontata al cinema

Le due versioni di “Scarface” condividono un legame profondo con la figura storica di Al Capone, uno dei gangster più noti d’America. Sia il film originale di Howard Hawks che il remake di Brian De Palma si ispirano alla vita malavitosa di Capone, emblema della criminalità organizzata dell’epoca del proibizionismo. Nonostante le origini italiane, Capone divenne un simbolo dei gangster statunitensi degli anni ’20, un’epoca in cui il controllo della malavita richiedeva lotte spietate e ambizione smisurata.

Il soprannome “Scarface” nasce dalle cicatrici che segnavano il suo volto, souvenir di una delle molte risse tra bande rivali, e simboleggia una vita costruita su violenza e potere. Proprio come Tony Montana, anche Capone era ossessionato dall’ascesa sociale e dal dominio su chiunque gli si opponesse, vivendo un’esistenza all’insegna dell’eccesso.

Scarface
“Scarface”

Ma torniamo a Scarface di Al Pacino: Tony e Manny non sono soltanto dei semplici camerieri che lavorano in un ristorante a Miami, bensì due criminali provenienti da Cuba che sbarcarono a Freedom Town, un ghetto di Miami, dove entrambi presero contatti con Frank Lopez (uno dei maggiori boss del posto) cominciando così la vita del gangster.

Chi inizia a promettere di più tra i due è sicuramente Tony, il quale riesce a colpire Lopez costruendo una carriera personale all’interno del mondo della malavita. Per la fiducia del boss, verrà poi spedito in Bolivia per poter raggiungere uno dei più importanti fornitori di Cocaina, qui farà colpo anche su Sosa che dopo, tornando a Miami, interrompe i rapporti con Lopez.

Da qui poi inizieranno varie lotte per aggiudicarsi il posto del numero uno della droga. Lo diventerà Tony una volta che mandò un sicario per uccidere Lopez, il suo primo capo. Diventando così Tony l’indiscusso signore della droga dopo il monologo che ormai fece diventare il film famosissimo con “The World is Yours“.

Personalmente, Scarface decide di essere una pellicola imprescindibile e vertiginosa, riuscendoci benissimo.

Brian De Palma omaggia due figure storiche del cinema, Howard Hawks e Ben Hecht, rispettivamente regista e sceneggiatore del primo Scarface. Ma rispetto al film originale, il remake di De Palma non ha nulla da invidiargli, anzi, riesce a conquistare un posto d’onore nel cinema americano degli anni ’80, dominato da horror e thriller. Nonostante il contesto, Scarface raggiunge vette altissime e si impone come uno dei cult più iconici, con un Al Pacino maestoso e brillante nel ruolo di protagonista.

La pellicola si adatta perfettamente alla Miami dell’epoca, un periodo segnato dalle cronache legate ai narcotrafficanti, e questo sfondo racconta alla perfezione l’ascesa di Tony Montana. Il personaggio di Montana è intriso di un realismo spietato che suscitò, curiosamente, anche l’iniziale diffidenza della comunità cubana, tanto da costringere la produzione a cambiare le location delle riprese per evitare problemi.

Rispetto al film di Hawks, la versione di De Palma si discosta sensibilmente: nell’originale, il protagonista era un italo-americano, Tony Camonte, un giovane gangster impegnato in feroci guerre tra bande per conquistare il potere. De Palma riprende la storia in chiave moderna, con Tony Montana, un immigrato cubano determinato a farsi strada a qualsiasi costo.

Tra i due, personalmente, preferisco il remake di De Palma, che approfondisce con maggior realismo la storia di Tony e del suo amico Manny Ribera. I due emigrano da Cuba a Miami, e il resto è storia.

Purtroppo, Scarface del 1983 non fu accolto subito con entusiasmo dalla critica, e nemmeno dal pubblico. Tuttavia, grazie alla magistrale interpretazione di Al Pacino, il film è riuscito a ritagliarsi il proprio spazio tra i capolavori del cinema, consolidando la propria importanza nell’olimpo delle pellicole cult.

Scarface
“Scarface”

Analisi di Scarface di Brian De Palma

“Scarface” di Brian De Palma è un viaggio senza ritorno in un mondo spietato, dove i demoni si manifestano in un’ascesa senza freni, seguita da un’inevitabile caduta. Tony Montana non è un gangster qualunque, ma l’incarnazione del potere e del desiderio che, divorando tutto e tutti, finisce per ferire anche coloro che gli sono più vicini.

De Palma e Stone, complici sul set, non fanno sconti e ci regalano un’opera che si compiace delle sue esagerazioni. Questo è un film che suscita emozioni contrastanti e che non stanca mai. La violenza, fisica e verbale, è portata all’estremo e diventa una parte fondamentale del fascino che caratterizza la carriera di De Palma.

Droga, denaro e malavita rappresentano il mondo in cui Tony Montana si perde, un “anti-sogno” americano divorato da un capitalismo senza scampo. La frase “The World is Yours” incarna il desiderio insaziabile di Montana e il ritmo brutale che pervade l’intera pellicola.

Il cast è un punto di forza indiscutibile, con la coppia Michelle Pfeiffer e Al Pacino: lei, una perfetta femme fatale; lui, un anti-eroe meravigliosamente interpretato, costruito da Stone per smontare il mito del sogno americano, che si consuma nel sangue e nella distruzione. La violenza è quasi la protagonista del film, toccando livelli mai visti fino a quel momento.

Scarface, qualunque sia l’opinione dietro la cinepresa, rimane un cult degli anni ’80, destinato a rimanere nella storia e nell’immaginario dei cinefili e di chiunque sia affascinato dall’intensità senza tempo di Al Pacino.

Scarface
“Scarface”

Analisi del finale di Scarface con Al Pacino

Il finale di “Scarface” di Brian De Palma è in perfetta sintonia con la crudezza e l’intensità che attraversano l’intero film. De Palma crea una sequenza finale indimenticabile, girata con ben cinque cineprese, che rappresenta la caduta di Tony Montana, ormai schiacciato dal peso della colpa e dei suoi peccati. La scena ci mostra un Tony devastato dopo aver ucciso, accecato dalla gelosia, il suo amico e compagno di vita Manny Ribera, fraintendendo il suo amore per Gina, sua sorella, come un tradimento.

Il rapporto morboso tra Tony e Gina, molto più marcato rispetto al film di Hawks, aggiunge un ulteriore strato di complessità e intensità emotiva. In un momento di follia, Gina cerca di uccidere il fratello, un gesto che ferisce profondamente Tony, poiché lei è, nel suo mondo contorto, l’unico vero amore della sua vita.

Questa scena finale è inoltre simbolica per la dipendenza che ossessionava lo sceneggiatore Oliver Stone, tanto che la montagna di cocaina diventa una sorta di esorcismo. La rabbia di Tony esplode nel desiderio di vendetta contro i carnefici di Gina, in un atto disperato e autodistruttivo. Con la telecamera che cattura ogni bagliore dei colpi di Tony, De Palma crea un’estetica viscerale e violenta, rendendo ogni proiettile un colpo al cuore.

Poi entra in scena The Skull, un killer spietato che, con un’inquadratura western, toglie la vita a Tony in un colpo secco e memorabile. Il film si chiude con il corpo senza vita di Tony Montana ai piedi dell’iconica scritta “The World is Yours”. È un finale che riflette il destino tragico di ogni gangster, un ammonimento eterno che mette Scarface al vertice dei film di genere e ne fa un cult intramontabile.

Scarface, Al Pacino
“Scarface”

Opinione finale con voto

 Lo Scarface di Brian De Palma è molto più di una semplice rivisitazione: è un cult che non smette di parlare a nuove generazioni, regalando una prospettiva ancora più spietata della scalata al potere rispetto all’originale di Hawks. Questa versione rompe tutti i freni morali, portandoci nel mondo di Tony Montana, in cui la violenza si fonde con una pericolosa attrazione per il male.

Al Pacino dona al personaggio un’intensità ineguagliabile, mentre la sceneggiatura di Oliver Stone distrugge il mito del sogno americano, svelandone l’oscurità. Il fascino sinistro di Montana e la brutalità che permea ogni sequenza rendono questo film memorabile, iconico, e disturbante come pochi altri.

Voto: 8/10

Al Pacino in Scarface
“Scarface”

E voi cosa ne pensate di “Scarface”? Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate!

Giulia Aiello

La scintilla è nata con la prima trilogia di Star Wars. Da allora, la passione per il cinema è diventata immensa. Amo scrivere ed è qui che cerco di diffondere ciò che il cinema mi trasmette.

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