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September 5: La diretta che cambiò la storia – La nostra recensione del nuovo film di Tim Fehlbaum! (2025)

Con September 5 – La diretta che cambiò la storia, presentato fuori concorso all’81. Mostra Internazionale del cinema di Venezia, il regista svizzero Tim Fehlbaum porta su schermo la vicenda del massacro delle Olimpiadi del 1972 dal punto di vista della troupe televisiva americana responsabile della copertura mediatica. Il film, candidato all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, verrà rilasciato nelle sale italiane il 13 febbraio. Noi di Nerd Al Quadrato l’abbiamo visto in anteprima e siamo qui per dirvi la nostra!

La recensione di “September 5 – La diretta che cambiò la storia” sarà strutturata in queste parti: recensione no-spoiler (per chi vuole un primo parere sul film, ma non l’ha ancora visto), recensione spoiler, analisi del finale e concludendo con l’opinione finale riassuntiva.

September 5 - La diretta che cambiò la storia
“September 5 – La diretta che cambiò la storia”

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Recensione No-Spoiler di “September 5 – La diretta che cambiò la storia”

Nel mezzo dei giochi olimpici del 1972, in un clima generale di festa nella Germania dell’Ovest, alcuni membri di un’organizzazione terroristica per la Palestina libera, chiamata Settembre nero, fanno irruzione nel villaggio degli atleti. Gli uomini prendono in ostaggio tutti gli undici membri della divisione israeliana, minacciando la possibilità di un massacro, se le loro richieste non venissero ascoltate. Una vera e propria catastrofe, specie per un Paese come quello tedesco, che sta cercando di ripresentarsi al mondo dopo gli indicibili crimini perpetrati dai nazisti nella Seconda Guerra Mondiale.

Nello studio dell’ABC, l’emittente televisiva americana che si occupa della distribuzione oltreoceano dei contenuti dedicati alle Olimpiadi, i livelli di ansia e di inquietudine si alzano sempre di più, generando uno stato di agitazione complessiva: cosa fare? Cosa non fare? Andare in onda o non andare in onda? In molti sembrano in apprensione, dai dirigenti ai semplici tecnici, dalla giovane traduttrice Marianne (Leonie Benesch) al direttore Marvin Bader (Ben Chaplin). In realtà, come la storia purtroppo ci racconta, le speranze e le ansie dei protagonisti saranno vane…

“September 5 – La diretta che cambiò la storia” riflette in modo interessante sulla presenza di umanità nel mondo del telegiornalismo: da una parte, lo studio è animato da persone realmente angosciate e turbate, dall’altra sembra che un piccolo gruppo sia più interessato allo scoop, alla notizia, al modo con cui rivelare al mondo i potenziali aggiornamenti; sorgono, quindi, diversi interrogativi sulla figura del giornalista e sulla professione da lui svolta.

La tensione viene mantenuta abbastanza alta per tutto il corso della pellicola, grazie a una regia molto dinamica, caratterizzata da un frequente dello zoom e spesso di riprese a mano libera, e a un buon montaggio, frenetico e caotico, ma mai eccessivamente confusionario; talvolta, però, la regia di Tim Fehlbaum risulta piuttosto invadente nella narrazione. Ciononostante, la direzione degli attori è lodevole, con tutti i membri del cast che sfoggiano delle ottime interpretazioni.

La scrittura, invece, malgrado le belle riflessioni, risulta troppo semplice e debole, a partire dalle caratterizzazioni dei personaggi, che potevano essere un po’ più decise e delineate: le posizioni e i temi potevano essere trattati ed espressi con più fermezza.

Voto: 6.5/10

“September 5 – La diretta che cambiò la storia”

Recensione Spoiler di “September 5 – La diretta che cambiò la storia”

Nella sua semplicità, “September 5 – La diretta che cambiò la storia” contiene delle riflessioni interessanti circa l’umanità nel mondo del giornalismo. Sin dal momento in cui vengono sparati i primi colpi, lo studio inizia a “dividersi”: un lato sembra più interessato alla diffusione delle notizie e alla ricerca di eventuali scoop, mentre l’altro appare più umano, meno vuoto e con un occhio di riguardo per gli ostaggi.

Due scene in particolare sono piuttosto significative: la prima è quella in cui Roone (Peter Sarsgaard) litiga al telefono per occupare la fascia oraria della CBS, mentre la seconda vede protagonista Geoffrey (John Magaro), il quale decide di posizionare una telecamera in modo da ottenere una ripresa migliore sull’appartamento degli israeliani. Il focus di questi due personaggi è costantemente incentrato sulla produzione di notizie, sulla ricerca dell’esclusiva e sul desiderio di essere meglio della “concorrenza”; il loro pensiero è votato ai servizi, al pubblico, all’appeal. Entrambi appaiono, quindi, come dei personaggi vuoti, freddi, privi di calore umano.

Parallelamente, però, vi sono dei colleghi che sembrano davvero angosciati e preoccupati per lo stato delle persone coinvolte, a partire da Marianne (Leonie Benesch), la quale viene anche inviata sul campo. Il dolore e il forte disagio emotivo provato dalla ragazza vengono alla luce soprattutto nell’ultimo dialogo con Geoffrey, dove è ben visibile il diverso atteggiamento dei due ragazzi. Anche Marvin Bader (Ben Chaplin) si dimostra un personaggio molto umano e attento, specialmente nel momento in cui “ammonisce” Geoffrey, spiegandogli che avere l’esclusiva sul caso non è la cosa più importante, poiché è in gioco la vita di numerose persone; infine, persino il tecnico Jacques (Zinedine Soualem) appare inquieto circa la sorte degli atleti rapiti.

Si tratta di un dualismo tanto affascinante e intrigante quanto poco esplorato: Fehlbaum poteva calcare di più la mano su questo aspetto, aumentando così la complessità psicologica del film; dei personaggi più decisi e risoluti, insieme a dei dialoghi più elaborati, avrebbero giovato alla narrazione.

La regia del nativo di Basilea, invece, appare spesso eccessivamente caotica e invadente, soprattutto a casa dei ripetuti zoom, che talvolta si rivelano innecessari. Al contrario, la direzione degli attori è ottima. Tutti i membri del cast sono perfettamente in parte: dai meravigliosi John Magaro e Peter Sarsgaard alla brava Leonie Benesch.

I lati negativi del film vengono “salvati” dall’eccellente montaggio di Hansjörg Weißbrich, caotico e turbolento – ma mai troppo dispersivo o disordinato -, e dalla stupenda fotografia di Markus Förderer.

“September 5 – La diretta che cambiò la storia”

Opinione finale con voto

“September 5 – La diretta che cambiò la storia” di Tim Fehlbaum è un thriller che ben racconta (da un punto di vista storico) i tristi eventi delle Olimpiadi di Monaco del 1972, unendovi una bella esplorazione dell’etica e del comportamento dei telegiornalisti, seppur in modo semplice, a volte persino fin troppo.

Per concludere, il periodo di rilascio, visti i recentissimi conflitti tra palestinesi e israeliani nella striscia di Gaza, potrebbe generere numerose polemiche e – vista l’importanza del tema trattato – forse andrebbe proprio rivista.

Voto: 6.5/10

“September 5 – La diretta che cambiò la storia”

E voi avete visto “September 5 – La diretta che cambiò la storia“? Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate!

Davide Citterio

Amante del cinema e dei fumetti, adoro follemente Richard Linklater, Hayao Miyazaki e la DC Comics. Nel tempo libero sono uno scrittore amatoriale e un aspirante sceneggiatore.

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