Terrifier 3 – La nostra recensione del nuovo e brutale capitolo della saga di Art the Clown! (2024)
“Terrifier 3” è il terzo capitolo della saga horror con protagonista Art the Clown, ideata e interamente diretta da Damien Leone (“Terrifier”, “Terrifier 2”) e uscito nelle sale il 7 novembre. Noi di Nerd Al Quadrato l’abbiamo visto e siamo qui per dirvi la nostra!
La recensione di “Terrifier 3” sarà strutturata in queste parti: recensione no-spoiler (per chi vuole un primo parere sul film, ma non l’ha ancora visto), recensione spoiler, analisi del finale e concludendo con l’opinione finale riassuntiva.
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Recensione no-spoiler di “Terrifier 3”
Damien Leone oltre alla regia si occupa nuovamente della sceneggiatura e del montaggio, mentre il cast comprende in gran parte gli attori del film precedente: David Howard Thornton, Lauren LaVera, Elliot Fullam e Samantha Scaffidi riprendono i ruoli rispettivamente di Art the Clown, Sienna Shaw, Jonathan Shaw e Victoria Heyes.
In una saga che rende il gore e lo splatter i propri punti di forza, nel terzo capitolo Art the Clown è ancora più violento e brutale: le uccisioni sono creative e non fanno sconti praticamente a nessuno, con un lavoro prostetico e di trucco pratico sempre eccellente e credibile. La regia di Leone è sempre funzionale e brilla nei momenti più truci: il film inoltre contiene alcuni easter-eggs richiamanti la cultura horror anni’80, specialmente nel finale.
Il progetto, come i prequel della stessa saga, soffre in particolare a livello narrativo: la trama è ridotta all’osso in favore della carneficina di Art e l’esplorazione di tematiche interessanti è sacrificata e mai approfondita, oltre a un ritmo rallentato spesso da spiegoni e flashback mal gestiti. Altro punto a sfavore sono le prove attoriali, le quali eccetto quelle di Thornton e LaVera risultano dilettantistiche e in alcuni punti al limite del comico-grottesco: i nuovi personaggi introdotti sono puramente macchiette bidimensionali e carne da macello.
“Terrifier 3“ non presenta particolari margini di miglioramento rispetto ai capitoli precedenti: il cambio di atmosfera e la regia di Leone nei momenti gore danno una ventata di aria fresca al film, nonostante la presenza di pecche narrative e una recitazione abbastanza scadente. Ai fan del personaggio di Art the Clown e del genere è un prodotto che piacerà sicuramente, allo spettatore casuale e alla ricerca di buon intrattenimento decisamente meno.
Voto: 5/10
Recensione spoiler di “Terrifier 3”
Avviso: la seguente recensione comprende riferimenti a violenza, gore e scenari facilmente impressionabili.
Nessuno probabilmente, all’uscita di “Terrifier 2” in sala nel 2022, si sarebbe aspettato il suo enorme successo al box-office: costato solamente 250.000 dollari finanziati da crowd-funding, il film ne ha incassati globalmente quasi 16 milioni, portando il genere gore nel mirino dell’industria cinematografica mainstream (clicca qui per leggere l’articolo in inglese sul “fenomeno Art the Clown”).
“Terrifier 3“, a fronte di un budget di 2 milioni di dollari e due anni più tardi, alla data in cui viene scritta questa recensione (8 novembre 2024) ne ha già guadagnati 72 milioni in tutto il mondo. Per la grande fetta di amanti dell’horror a volte tutto ciò che serve è un clown omicida vestito da Babbo Natale, ma ciò che è più importante è che si veda il sangue scorrere sullo schermo: Damien Leone ne è consapevole, aumentando anche in questo terzo capitolo la posta in gioco e riutilizzando la formula che lo ha portato al successo commerciale e tra le community di appassionati.
“Terrifier 3“ inizia ambientato nel periodo natalizio: Art the Clown, travestito da Babbo Natale, entra in casa di una famiglia e la stermina a colpi di accetta. Damien Leone, tramite un buon montaggio e l’aiuto di protesi ed effetti pratici, confeziona una scena di apertura cruenta e che non risparmia lo spettatore dalla visione di viscere e fiumi di sangue, comprese quelle delle vittime non adulte come quella del fratellino maggiore. La figlia più piccola sopravvive al massacro e, sotto shock, guarda Art, il quale la saluta con un inquietante sorriso.
Il film poi torna a dove si era concluso “Terrifier 2”: il corpo decapitato di Art, dopo aver ucciso un poliziotto e averne preso la testa, arriva al manicomio dov’è ricoverata Victoria Heyes (Samantha Scaffidi), unica sopravvissuta alla furia omicida del clown. La ragazza è ora posseduta dall’entità sotto forma di Ragazzina di “Terrifier 2” e ha appena partorito la testa di Art: dopo essere scappati dall’istituto, entrambi raggiungono in una casa abbandonata ed entrano in uno stato ibernativo.
Cinque anni dopo si è nel presente: Sienna (Lauren LaVera) e Jonathan Shaw (Elliot Fullam) stanno cercando di ricostruire la loro vita dopo gli eventi di “Terrifier 2”; se il secondo, ora al college, fa finta che non sia successo niente, la prima ha passato tutto questo tempo in cura da una clinica di salute mentale. La ragazza viene presa in custodia dagli zii Jess e Greg e dalla cuginetta Gabbie: oltre ad avere allucinazioni terrificanti, Sienna al momento fa fatica a riconnettersi emotivamente col fratello: se l’introduzione dei nuovi personaggi è decisamente facilona, altrettanto lo è il discorso riguardante il trauma e la salute mentale, tematiche importanti che vengono a malapena accennate senza il minimo approfondimento.
Nel frattempo Art the Clown e Victoria si risvegliano a causa di due addetti ai lavori entrati nella casa abbandonata, i quali vengono uccisi brutalmente: il clown, dopo aver testato un nuovo oggetto di tortura, si mette alla ricerca delle prossime vittime. Nell’incontrare un vecchio travestito da Babbo Natale in un bar, Art uccide lui e tutta la sua compagnia rubando il costume: la regia di Leone nelle sequenze più violente è decisa e non lascia sconti ai particolari più disgustosi, specialmente nell’ammazzare il proprietario del costume natalizio.
Sienna, arrabbiata con Gabbie in quanto quest’ultima aveva letto senza permesso il suo diario (contenente anche l’esperienza che aveva passato con il clown demoniaco), esce con la cuginetta al centro commerciale per passare del tempo assieme: all’improvviso vede Art the Clown nei panni di Babbo Natale, ma non dice nulla per il timore che sia semplicemente un’allucinazione; tuttavia il clown è realmente lì e, prendendo il posto di un impiegato vestito in abbigliamento natalizio, comincia a distribuire i regali ai bambini.
La scena è straniante e tesa, data l’imprevedibilità del personaggio e dell’espressività dello stesso Art, talmente esagerata da essere disturbante: poco tempo dopo che il clown viene mandato via dalla sicurezza, un bambino scarta un pacco bomba che deflagra, provocando una strage. Damien Leone è senza freni nel mettere in scena ciò che è più eticamente sbagliato possibile e lo fa senza edulcorare la pillola, in una scelta narrativa tanto azzardata quanto impensabile filmicamente.
Sienna incontra Jonathan in università e lo supplica di tornare in un paio di giorni, convinta che Art sia tornato per finire ciò che aveva iniziato: la ragazza fa inoltre la conoscenza del coinquilino del fratello, Cole, e la fidanzata Mia. Quest’ultima conduce un podcast horror ed è ossessionata dalla figura di Art the Clown: un personaggio dalle buone potenzialità metanarrative sulla cultura del fandom, le quali però vengono rimosse e riducono Mia all’ennesima figura bidimensionale.
Il clown omicida arriva successivamente all’università e uccide Cole e Mia con una motosega mentre fanno la doccia assieme: in un chiaro richiamo a “Psycho” (1960), la scena è la più brutale e iconica dell’intero capitolo, caratterizzata da una regia e montaggio ottimi e da un trucco prostetico eccellenti. Nel frattempo, Greg va a prendere Jonathan e Sienna si addormenta a casa in un momento di tranquillità: al risveglio però trova in salotto non gli zii ma Art the Clown e Victoria, che decorano il corpo decapitato dello stesso Greg.
Analisi del finale di “Terrifier 3”
Dopo aver perso conoscenza, Sienna ritorna in sé e sua zia è legata ad una sedia: Victoria mostra poi una testa mangiata dai ratti, sostenendo che si tratti di quella di Gabbie, mentre Jess viene uccisa da Art tramite un tubo di plastica e dei topi. Il clown poi rientra in scena con Gabbie in ostaggio e si scopre che in realtà la testa apparteneva a Jonathan, ammazzato da Art the Clown probabilmente dopo il massacro della doccia.
Victoria tenta di possedere Sienna senza successo, in quanto la protagonista ha ancora qualcuno per cui lottare (Gabbie): la cuginetta chiede come ultimo desiderio che la protagonista apra il regalo di Natale da parte sua, il quale si rivela essere la spada con la quale Sienna aveva combattuto contro Art the Clown in “Terrifier 2”. Liberandosi, la ragazza comincia un duello all’ultimo sangue contro il clown dopo aver decapitato Victoria: il sangue di quest’ultima però apre una voragine infernale nel pavimento.
L’intera scena ricorda nella regia “Poltergeist” (1982) di Tobe Hooper (regista di“The Texas Chainsaw Massacre”), in un omaggio ben realizzato sotto molti punti di vista: Gabbie cade nel portale e Sienna, costretta a scegliere tra salvare la bambina o uccidere Art the Clown, decide di aiutare la cuginetta. Quest’ultima perde la presa e cade nel portale assieme alla spada: la protagonista, affranta, giura di ritrovare Gabbie e uccidere il brutale nemico. Il film si conclude con una base per il quarto capitolo (già confermato) in quanto Art è riuscito a scappare, prendendo un autobus e inquietando l’autista e una passeggera, fissando quest’ultima: poi sorride e suona la sua trombetta.
Opinione finale con voto
“Terrifier 3“ è la fiera del gore e dello splatter: la regia di Leone e la performance di Thornton nei panni di Art the Clown sono ancora al top, assieme a un impressionante reparto prostetico; tuttavia il film viene affossato da una sceneggiatura povera e dalle scarse prove attoriali della maggior parte del cast, oltre che da un ritmo squilibrato in favore di una violenza che nel peggiore dei casi risulta ridondante.
Voto: 5/10
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