The Acolyte: La Seguace – Ecco la nostra recensione della quarta puntata! (2024)
Mercoledì 19 Giugno ha fatto il suo debutto su Disney Plus la quarta puntata della serie tv The Acolyte: La Seguace. Questo episodio, di certo, non lo si può definire monotono in quanto il ritmo della puntata varia in continuo, dall’inizio alla fine, mantenendo interessato lo spettatore.
Chi ci segue sa già che la recensione sarà divisa in diverse categorie: la parte spoiler, con tanto di analisi della puntata, e infine l’opinione finale con voto.
Recensione Spoiler The Acolyte: La Seguace – Quarta Puntata
L’episodio inizia su Khofar, mostrandoci Kelnacca occupato a cucinare all’interno del suo riparo. Da subito possiamo dare un’occhiata al rifugio del wookiee; sulle pareti di esso si possono notare alcuni simboli, ma quello che salta subito all’occhio è il simbolo della congrega delle streghe di Madre Aniseya, lo stesso simbolo che Mae porta sulla fronte. Da ciò possiamo dedurre che, come Torbin, Kelnacca non si è mai ripreso davvero dagli eventi di Brandok e probabilmente ha lasciato l’Ordine a causa di questi ultimi.
Successivamente, la scena si sposta al Tempio Jedi su Coruscant, dove assistiamo a una lezione di addestramento sull’utilizzo della spada laser. I Padawan utilizzano i bastoni bokken, già visti in Clone Wars, Rebels e Ahsoka. A presenziare la lezione c’è il Maestro Lakshay; esso, rivolgendosi verso i Padawan, dice di massimizzare la difesa senza bisogno di colpire, andando a centrare in pieno la morale dei Jedi.
Sul finire della lezione vediamo arrivare Osha, giunta lì per salutare Jacki. Essa, infatti, sta per partire, dicendo che, nonostante abbia scoperto che sua sorella sia ancora viva, non vuole comunque immischiarsi in un affare Jedi. Ancora una volta, in questa situazione, abbiamo una grande differenza tra le due sorelle. Infatti, Mae, appresa la notizia della sopravvivenza di sua sorella, cambierà drasticamente il suo pensiero, mentre Osha, come in passato, dimostra comunque un distacco emotivo, infatti preferisce lasciare ai Jedi il compito di arrestare la sorella.
Jecki, prima di salutare Osha, le chiede se avesse salutato Sol, ma scopriamo che preferiva non farlo per evitare un altro addio doloroso.
La scena successivamente si sposta nuovamente su Khofar, dove Mae e Qimir, appena atterrati, si mettono in viaggio verso la posizione di Kelnacca. Tuttavia, Mae comincia a farsi delle domande sul come Qimir fosse riuscito ad esplorare quel mondo da solo, addentrandosi addirittura in un luogo selvaggio e pericoloso come la giungla del pianeta. Tuttavia, Qimir risponde sfuggevolmente alla domanda, dicendo di averlo fatto per lei, concludendo dicendo che la scoperta della sopravvivenza di sua sorella non cambiava nulla e che doveva in ogni caso eliminare Kelnacca.
La scena torna nuovamente su Coruscant, dove vediamo la riunione del consiglio ristretto raccolto da Vernestra all’interno della prima puntata. Essi sono impegnati a vedere un ologramma di un combattimento di Mae. La Maestra Jedi Holden, commentando l’ologramma, dice che la ragazza era veloce ma debole poiché faceva affidamento sulle emozioni per muovere le sue mosse.
In seguito parla un Jedi che abbiamo già ampiamente conosciuto durante gli eventi della trilogia Prequel, ovvero Ki-Adi-Mundi, il quale, rivolgendosi all’ologramma, afferma che la ragazza ha talento. Successivamente, Mundi, parlando con Sol, chiede chi l’avesse addestrata, ma come ben sappiamo e come Sol dice, la ragazza non conosce l’identità del suo maestro ma ne teme il potere. Il gruppo pensa subito a un ordine scismatico e non all’Ordine dei Sith, elemento molto importante.
Infatti, da questo dialogo e da altri durante la riunione e durante il corso dell’episodio, possiamo capire come i Jedi escludessero a priori la possibilità che i Sith fossero sopravvissuti alla purga compiuta dai Jedi ben mille anni prima, come lo stesso Ki-Adi-Mundi specificherà all’interno di Episodio I. Inoltre, questa è la prima volta che lo spettatore medio viene a contatto con altre realtà della galassia che non si limitano a Jedi e Sith, andando ad ampliare il panorama di ordini legati alla Forza presenti all’epoca.
Successivamente si unisce anche Vernestra, che suggerisce di non prendere sotto gamba la ragazza, siccome era riuscita ad eliminare due Maestri Jedi pur non avendo alcun tipo di disciplina, continuando in seguito dicendo di essere sicura che chiunque l’abbia addestrata fosse un Jedi, ulteriore elemento che dimostra come il pensiero che fosse un Sith ad aver addestrato Mae non venisse nemmeno preso in considerazione. Mundi suggerisce di informare l’Alto Consiglio Jedi, ma Vernestra lo contraddice, dicendo che se il Consiglio fosse stato messo al corrente, avrebbero dovuto dire tutto al Senato Galattico, rendendo i Jedi politicamente più vulnerabili.
Successivamente, Vernestra incarica la Maestra Holden e un gruppo di Jedi di raggiungere Khofar e portare Kelnacca a Coruscant. Dopo la riunione, Sol ferma Vernestra, pregandola di lasciare a lui l’arresto della ragazza. Tuttavia, Vernestra è titubante, siccome è ben consapevole del suo coinvolgimento personale nella vicenda, aggiungendo che Mae era solo un piccolo tassello di un piano più grande di qualcuno di misterioso che avrebbe spostato gli equilibri galattici. Ovviamente è l’ennesimo riferimento agli eventi della trilogia Prequel. Nonostante ciò, Vernestra permette a Sol di far parte della missione, così che potesse seguire Mae e fermarla prima che uccida anche Kelnacca.
La scena successiva riporta l’attenzione su Khofar, dove Mae e Qimir discutono sul metodo della prova. Infatti, la ragazza trova assurdo dover uccidere un Jedi senza arma e, stranamente, Qimir insiste sulla questione. A questo punto Mae, insospettita, chiede a Qimir quale fosse il suo rapporto con il loro Maestro e, in maniera poco convincente, Qimir risponde che gli deve un favore e quindi raccoglie persone in giro per la galassia.
Successivamente, Qimir tenta di cambiare discorso, ma Mae comincia a parlare di sua sorella, dicendo che fosse incredibile che sua sorella fosse feccia Jedi, citando così l’iconica frase del Generale Grievous. Continuando, poi chiede a Qimir come stesse sua sorella quando le ha parlato. Qimir dice che Osha sembrava titubante e insicura, ma anche affezionata al Jedi di nome Sol.
In questa occasione vediamo chiaramente il cambiamento emotivo di Mae, la quale è sempre più convinta a lasciar perdere la missione e concentrarsi esclusivamente su sua sorella, dimostrando ancora una volta l’attaccamento quasi morboso nei confronti di Osha, visto già all’interno del terzo episodio.
La sequenza successiva riporta l’attenzione su Coruscant, in particolar modo su Osha, che poco prima di andarsene viene fermata da Sol. Esso chiede aiuto a Osha per catturare Mae, dicendo che in lei ci fosse ancora del buono, anch’essa una citazione alla frase che Luke dice al fantasma di Obi Wan nei confronti di suo padre. Dopo uno scambio di battute legato all’abbigliamento, Osha si convince a seguire Sol e i restanti Jedi, salendo così a bordo del Polan.
Proprio in quest’ultimo Yord presiede un meeting prima della missione in cui spiega il piano. In questa occasione vediamo diversi Jedi inediti, ma sicuramente il più degno di nota è il Jedi di specie Kel Dor, la stessa specie del Maestro Plo Koon. Ovviamente, non è lui, bensì un Jedi di nome Ithia Paan. Durante la riunione facciamo anche la conoscenza di Bazil, una creatura di razza Tynnan che avrà il ruolo da cercatore
Questa non è la prima volta che abbiamo a che fare con questa specie. Infatti, essa deriva dal Legends, apparsa per la prima volta all’interno del romanzo “Star Wars: Han Solo’s Revenge” del 1979 e ricanonizzata all’interno del romanzo “Catalyst” del 2016. Bazil e Pip hanno un piccolo battibecco, fermato da Yord che richiama all’ordine Osha, chiamandola civile con tono superbo e dispregiativo. Anche in questo caso abbiamo una citazione al personaggio di Mace Windu che, nella settima stagione di Clone Wars, si rivolge ad Ahsoka (che così come Osha aveva abbandonato i Jedi) chiamandola civile con lo stesso tono arrogante e dispregiativo.
Una volta atterrati sul pianeta, abbiamo nuovamente una interazione tra i due personaggi. Infatti, Yord, nuovamente con aria presuntuosa, chiede a Osha di consegnarli il blaster che si era tenuta dalle vicende di Olega, ma nuovamente Osha risponde al Jedi con fare ironico e scherzoso. I due hanno modo di parlare durante il tragitto al seguito di Bazil e qui Yord confessa di non essere seccato dalla presenza di Osha bensì preoccupato per la sua incolumità.
Durante la scena, inoltre, apprendiamo che Yord da Padawan non aveva appreso solo la lingua Shyriiwook, ovvero l’idioma wookiee, ma si era cimentato anche nell’apprendere la lingua dei Tynnan. Successivamente, Osha chiede a Yord di fermare Mae nel caso lei fallisse, così da impedirle di compiere altra violenza. Tuttavia, Yord dice a Osha che avrebbe dovuto affrontare il suo passato definendolo come una ferita ancora aperta.
Nel mentre, il cammino verso Kelnacca si fa pericoloso, infatti la foresta di Khofar era infestata da umbramoth, creature simili alle falene giganti, andando a richiamare proprio il mito delle falene giganti delle foreste Appalachiane. Una di queste creature stava per attaccare Osha, che viene salvata dall’intervento di Sol, che trancia in due la creatura con la sua spada laser.
Osha, successivamente parlando con Jecki, dice di sentirsi in colpa per aver provocato la morte di una creatura, ma quest’ultima le fa un discorso sull’accettazione della morte, dicendo che fosse un onore assistere alla trasformazione di qualcuno o qualcosa nella Forza. Sebbene molto giovane, Jecki è già una ottima Jedi, infatti tale discorso ha lo stesso identico significato del discorso che Yoda fa ad Anakin proprio perché non riusciva ad accettare la morte, tratto in comune con Osha, che successivamente dirà proprio di non aver mai accettato la morte come un vero Jedi.
Jecki dà nuovamente prova della sua saggezza dicendo: “Non ci definisce ciò che perdiamo, ma a ciò a cui sopravviviamo”, frase che centra in pieno la filosofia e il modo di pensare dei Jedi.
La scena successiva si sposta su Qimir e Mae, a poca distanza dai Jedi. Qimir dimostra molta impazienza nel raggiungere l’abitazione di Kelnacca e infatti, quando Mae si ferma per riposare, si dimostra irritato. Mae tuttavia ribatte dicendo che avrebbe dovuto combattere un wookiee da sola a mani nude e che quindi avrebbe dovuto recuperare le sue energie. Successivamente torna a parlare del suo maestro, dicendo che egli ha chiamato la missione “L’ultima lezione”, dicendo che avrebbe dovuto impararla da sola.
Mae dimostra nuovamente il suo disappunto sul metodo in cui andrebbe svolta, dicendo che fosse impossibile uccidere un Jedi a mani nude, ma nuovamente Qimir risponde che non lo era, come se parlasse per esperienza. Mae, ancor più sospettosa, abbandona totalmente l’idea di uccidere Kelnacca e, attraverso l’inganno, attira Qimir in una trappola e quest’ultimo cade in pieno. La ragazza dice di non avere alcuna intenzione di rispettare l’accordo con il maestro e che anzi si sarebbe arresa a Kelnacca, collaborando in seguito per la sua cattura e quella del suo maestro.
Qimir tuttavia non sembra preoccupato, anzi smette di divincolarsi e dice alla ragazza che “Il Maestro la ucciderà”, ma di tutta risposta Mae dice che prima l’avrebbe dovuta trovare.
Prima di proseguire, voglio soffermarmi sul commentare questo cambio di idea da parte di Mae che, a differenza di come molti hanno detto, non è affatto gettato al vento. Infatti, come vediamo dal terzo episodio, Mae nutre un affetto morboso nei confronti di Osha e quando ha scoperto che era viva, ogni suo obiettivo è diventato d’un tratto futile, essendo che la persona di cui le importava più al mondo era viva.
Non per questo, ovviamente, il suo odio verso i Jedi è sparito, ma sapere che sua sorella gemella è sopravvissuta alla distruzione su Brandok di 16 anni fa grazie ai Jedi sicuramente ha aiutato nel prendere la sua decisione. Inoltre, non abbiamo ancora il quadro completo di ciò che è successo 16 anni prima su Brandok. Come ricorderete, infatti, mancano ancora numerosissimi elementi che certamente verranno spiegati nelle prossime puntate.
Tornando all’episodio, la scena torna su Sol e Osha che, dopo aver sentito il grido di Mae utilizzato per attirare Qimir in trappola, si mettono a parlare dicendo che entrambi avrebbero dovuto affrontare il proprio passato, affermando che una volta riunita con sua sorella le avrebbe spiegato tutto. Nel mentre, Mae raggiunge la casa di Kelnacca, ma raggiunto il wookiee scopre che era appena stato ucciso dal suo maestro.
Notiamo fin da subito che la ferita da spada laser è ancora calda e da essa esce ancora del fumo. Mae impietrisce rendendosi conto che il suo maestro si trovasse proprio lì e nel momento stesso in cui si rende conto di questa cosa il sole tramonta del tutto, lasciando la foresta nell’oscurità più totale.
Nel frattempo, anche il gruppo di Jedi era giunto di fronte alla casa di Kelnacca e qui uno dei Jedi chiama Mae recitando la procedura d’arresto. In questa situazione, vediamo Mae preoccupata non per i Jedi, bensì per ciò che sta per succedere, mentre Osha fuori è tesa al pensiero di doversi scontrare con sua sorella.
Anche Sol si rende conto che qualcosa non andava e, voltandosi verso Osha, vede arrivare verso di lei una figura oscura. Osha è pietrificata dalla paura avendo la creatura oscura di fronte a lei. Essa attiva la sua spada laser a lama rossa e con un semplice gesto lancia via Osha. I Jedi, capendo la gravità della situazione, attivano le proprie spade laser e, dopo aver tentato una carica, vengono tutti spazzati via da un potentissimo Force Push, concludendo così l’episodio.
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Opinione finale con voto
Si conclude così il quarto episodio di The Acolyte. Ho trovato questo episodio davvero interessante sotto ogni punto di vista, con ottime linee di dialogo e buona regia, anche se da questo punto di vista ho notato un certo abuso di transizioni. Nonostante ciò, l’episodio regala emozioni uniche approfondendo tematiche viste anche nel passato. Ovviamente ha anche la funzione di episodio di metà stagione, funzione che svolge egregiamente.
Anch’esso, tuttavia, non è esente da critiche prive di fondamenta da parte del pubblico che, poco informato, urla alla retcon nei confronti di Ki-Adì-Mundi, ma ovviamente la retcon in questo caso è inesistente… denota inoltre l’incoerenza del fandom, infatti quando è Filoni a fare retcon (e le sue sono reali) nei confronti di altre opere, nessuno urla allo scandalo e lo trovo davvero vomitevole. Oltre ciò, l’assurda critica dovuta al cambiamento di pensiero di Mae denota come il pubblico non presenti attenzione a ciò che guarda o semplicemente non ne comprenda il contenuto. Detto questo, questa quarta puntata è stata davvero ottima lasciando molto interesse per le prossime.
Voto: 9/10
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