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The Acolyte: La Seguace – Ecco la nostra recensione della settima puntata! (2024)

Mercoledì 10 luglio è stato rilasciato il 7° episodio di The Acolyte, intitolato “Scelta”. L’episodio ambienta le sue vicende nuovamente nel passato, più precisamente su Brandok, 16 anni prima degli eventi narrati nel presente della serie. Questo episodio, oltre a dare risposte importantissime per la serie, dà anche tante informazioni preziose per il canone, che certamente aiutano la coesione e la conformità della serie.

Quest’ultima, già di per sé, si presenta come la più rispettosa e dettagliata di Star Wars, capace di riprendere elementi da ogni epoca del canone e non solo. L’episodio ha una buona sceneggiatura e la regia rimane, come in tutta la serie, molto buona, ma ciò che spicca di più sono certamente le coreografie, nuovamente impeccabili.

Chi ci segue sa già che la recensione sarà divisa in diverse categorie: la parte spoiler, con tanto di analisi della puntata, e infine l’opinione finale con voto.

The Acolyte: La Seguace
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Recensione Spoiler The Acolyte: La Seguace – Settima puntata

L’episodio si apre su Brandok, 16 anni prima degli eventi narrati nel presente. Stavolta, però, l’episodio ci mostra il passato dal punto di vista dei Jedi. Infatti, vediamo il gruppo di Jedi composto da Sol, Torbin e Kelnacca, capitanato dalla Maestra Jedi Indara, fare alcune rilevazioni sul terreno circostante utilizzando degli strumenti simili a metal detector e a rilevatori.

Sia nel Canone che nel Legends, i Jedi avevano a disposizione moltissimi strumenti che venivano utilizzati per assisterli nei compiti di ricerca, come in questo caso. Una volta notte, i 4 Jedi si ritrovano intorno a un fuoco intenti a mangiare. In questa situazione, abbiamo una citazione a Han Solo in Episodio IV.

Infatti, Indara dice al suo Padawan che “Non è prudente rifiutare la cucina di un Wookiee”, riferimento stupendo alla celebre frase di Han Solo “Non è prudente far innervosire un Wookiee”. Poco dopo scopriamo anche cosa stanno mangiando i Jedi grazie a Torbin, che dice di essere stufo di mangiare cosce di Nuna, creature già ben note nel mondo di Star Wars, ampiamente presenti su pianeti come Naboo e largamente utilizzati nelle varie cucine della galassia lontana lontana.

Inoltre, Torbin dice alla sua maestra di essere stufo di Brandok e di voler tornare a casa su Coruscant. Questo tratto era diffuso in molti giovani Jedi, che preferivano i confort del Tempio piuttosto che l’avventura, preferendo di gran lunga la vita da studioso piuttosto che l’azione.

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A spiegare a Torbin la situazione accorre Indara, la quale rivela che 100 anni prima quel pianeta fu catalogato come privo di vita a causa di un disastro iperspaziale, citazione al “Grande Disastro”, vicenda centrale per quanto riguarda il primo romanzo dell’Alta Repubblica “La Luce dei Jedi”, che ambienta le sue vicende nel 232 BBY.

In questo caso, abbiamo una piccola imprecisione temporale da parte di Indara. Infatti, le vicende del Grande Disastro si posizionano 84 anni prima, essendo le vicende su Brandok 16 anni prima del filone principale, ambientato nel 132 BBY. Probabilmente si tratta solo di un’approssimazione. La spiegazione di Indara non sembra sollevare il ragazzo, quindi Sol si intromette nella discussione dicendo che quello che stavano cercando era molto importante, ovvero una Vergenza.

Indara spiega al Padawan che una Vergenza altro non è che una concentrazione di Forza contenuta in un luogo. Inoltre, Sol spiega che una Vergenza è in grado di generare la vita, concludendo dicendo che proteggere le Vergenze era il compito primario di un Jedi. Nonostante sia la prima volta che la parola “Vergenza” viene pronunciata in un prodotto live action, non è cosa nuova nel mondo di Star Wars.

Infatti, sia le opere Canoniche che le opere Legends offrono tantissimi esempi di Vergenze, le quali possono assumere la forma di un oggetto, luogo o persona. Nel tempo abbiamo avuto tantissime Vergenze sotto forma di luogo, per esempio la caverna su Dagobah o il Tempio di Lothal, Illum e persino Coruscant. Inoltre, le Vergenze avevano effetti che andavano oltre il formare la vita.

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Infatti, lo stesso Maestro Yoda sfrutterà la Vergenza legata al Lato Oscuro su Dagobah per celare la sua presenza all’Impero e all’Imperatore, che a sua volta utilizzò la Vergenza su Coruscant per celare la propria identità ai Jedi. Come detto in precedenza, una persona può essere una Vergenza: è infatti il caso di Anakin Skywalker, definito dallo stesso Qui-Gon Jinn come Vergenza.

Rimanendo in tema Skywalker, la sua stessa spada è stata provocatrice di una Vergenza nei confronti di Rey in Episodio VII. Anche su Brandok era dunque presente una Vergenza, probabilmente situata nel cratere al centro della fortezza delle streghe, ed è dunque probabile che queste ultime ne abbiano fatto uso per creare Mae e Osha.

Successivamente, scopriamo che i Jedi si trovavano sul pianeta da un mese e mezzo, ma la situazione si fa interessante quando Sol trova Osha e Mae vicino all’albero, mostrandoci successivamente la stessa sequenza vista nel terzo episodio dal punto di vista del Jedi.

Scopriamo infatti che quest’ultimo segue le bambine e Madre Koril alla fortezza, dove riesce a entrare scalando la montagna, riuscendo a osservare la quotidianità delle streghe. Una volta tornato al campo, Sol fa rapporto a Indara, citando nel suo racconto le streghe. Torbin si immette nel discorso chiedendo se fossero Sorelle della Notte, ma Indara risponde che le Sorelle della Notte non addestravano bambini.

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Tuttavia, sappiamo che le Streghe di Dathomir lo facevano eccome, ma in maniera del tutto diversa dai Jedi. Sembra che nessuno di loro sia a conoscenza di ciò, lasciandoci intendere che anche a quel tempo c’era ancora molto misticismo sulle azioni delle Sorelle della Notte.

Indara, dopo aver sentito il racconto di Sol, vuole chiedere istruzioni al Consiglio, ma Sol sembra non essere d’accordo, chiedendo a Indara il permesso di intervenire, siccome quella sera ci sarebbe stato un rituale che avrebbe coinvolto le due bambine.

Credendo che potessero essere messe in pericolo, Sol è deciso a intervenire. Indara acconsente e la sera stessa i Jedi raggiungono la fortezza delle streghe, che scopriamo essere un’ex miniera. Indara vorrebbe entrare da sola, ma Sol la ferma dicendo che le streghe erano numerose e sarebbe stato pericoloso.

La scena che segue è identica a quella vista nel terzo episodio della serie. Ciò che cambia tra le due puntate è ciò che accade nella mente di Torbin. Infatti, in questo episodio ci mostrano Aniseya far leva sui desideri di Torbin utilizzando il controllo mentale dato dalla magia oscura.

The Acolyte: La Seguace
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Inoltre, nella sequenza scopriamo qualche informazione in più su Torbin: è infatti originario di Bonadan e figlio di una famiglia di umili contadini. Dopo gli attimi di tensione, i Jedi si allontanano dalla fortezza radunandosi a bordo del Polan. Qui, Indara si complimenta con Sol per l’idea di testare le due ragazze, ma rammenta nuovamente che questa idea non doveva essere presa sul serio, essendo le due troppo grandi per essere iniziate all’ordine.

Tuttavia, Sol insiste dicendo di sentire una connessione con Osha e rivelando di essere preoccupato dal marchio che Mae presentava sulla testa. Indara ribatte dicendo che i marchi sono parte della cultura di alcuni popoli, elemento importantissimo che dimostra come i Jedi in quel periodo avessero molta tolleranza verso gli altri culti, anche se molto diversi dal loro.

Inoltre, aiuta a capire quale fosse l’idea generale dei Jedi sulle altre religioni e su un loro intervento in queste situazioni, rendendo ancora più unica la scelta dei Jedi stanziati su Brandok. Tornando alla scena, vediamo Sol insistere, dicendo che partire con i Jedi era quello che Osha voleva, ma nuovamente Indara ribatte dicendo di non confondere ciò che voleva lei con ciò che voleva lui.

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Successivamente, Madre Koril, Osha e Mae giungono al campo Jedi e, come vediamo dal terzo episodio, la prima a farsi analizzare è proprio Mae. Ella tenta di ingannare i Jedi, fallendo volontariamente i test. Tuttavia, anche con Mae, i due Jedi si accorgono del fallimento volontario. Prima di lasciarla andare, Indara chiede informazioni riguardo al simbolo e al rituale che Mae ha recentemente presenziato.

In questa sequenza è presente il fulcro portante dell’intero episodio. Infatti, Mae, ovviamente involontariamente, descrive il rituale Con termini allarmanti per i Jedi, dicendo che sua madre le aveva detto che “Si deve superare la paura, ci si deve sacrificare per compiere il proprio destino”, queste parole sono ben diverse da quelle pronunciate da Aniseya: “L’ascensione significa superare la paura, significa sacrificare una parte di se stesse, il potere di molte invece del potere di una”.

Questa scena importantissima è rovinata da una traduzione italiana veramente scadente; infatti, la frase originale recita: “Ascension is about walking through fear, it is about sacrificing a part of yourself” e sarebbe stato meglio tradurlo con “Tutti devono superare la paura, tutti devono essere sacrificati per compiere il destino”.

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In questo caso, la frase cambia totalmente le dinamiche e, alle orecchie dei Jedi, sarebbe stato nettamente più impattante. Poco dopo, vediamo anche la prova di Osha e il dialogo completo con Sol, in cui la ragazza esterna la sua volontà di voler entrare a far parte dell’Ordine. Indara sembra turbata da ciò e successivamente contatta il Consiglio per ricevere istruzioni.

Arrivata la sera, Indara raggiunge Sol al campo nella foresta e comunica che la decisione del Consiglio ha avuto esito negativo e che non fosse permesso allontanare le due bambine dalla loro famiglia. Ovviamente, Sol non la prende bene e chiede a Indara di poter parlare personalmente con il Consiglio; tuttavia, Indara ribatte invitando Sol a non alterare il destino delle due.

In questa sequenza abbiamo un altro dettaglio che ci dimostra come l’autrice della serie conosca a fondo ciò su cui sta lavorando: infatti, ha voluto mostrare come il Consiglio abbia preso una decisione corretta e ponderata rispetto alla situazione, andando a sfatare quella nomea negativa che la trilogia Prequel ha buttato sulle alte sfere Jedi.

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Tra i due Jedi nasce nuovamente una discussione, che però viene interrotta da Torbin, il quale ha i risultati delle analisi del sangue di Osha e Mae. I valori delle due sono incredibili: il Valore-M era molto alto e uguale in entrambe le sorelle, cosa impossibile anche per due gemelle. I Jedi capiscono dunque che qualcosa di strano era avvenuto nella nascita di Osha e Mae e che le streghe hanno utilizzato la Vergenza presente su Brandok per creare le due gemelle.

Torbin, rendendosi conto che recuperare Osha e Mae sarebbe stata la chiave per tornare a casa, si lascia prendere dalle emozioni e, disubbidendo agli ordini della sua Maestra, salta a bordo dello speeder e si dirige a piena velocità verso la fortezza delle streghe. Sol così insegue Torbin utilizzando il secondo speeder, mentre Kelnacca e Indara si recano a prendere il Polan.

Nel frattempo, ci viene mostrata una scena tra Koril e Mae, entrambe volenterose di impedire ai Jedi di prendere Osha. Koril dice a Mae di cedere alla rabbia e, nel mentre, ordina alle streghe di armarsi. Mae, nel frattempo, distrugge il quadro elettrico della porta della stanza di Osha, provocando un incendio ma, a differenza del terzo episodio, scopriamo che, come prevedibile, non era voluto e, anzi, prova anche a spegnere le fiamme.

The Acolyte: La Seguace
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I Jedi arrivano nel cortile della fortezza e la situazione diventa incandescente. Aniseya pronuncia una frase quasi profetica: “Un giorno le vostre nobili intenzioni distruggeranno tutti i Jedi della galassia”, cosa che succederà davvero come vediamo alla fine della Trilogia Prequel. A interrompere la scena sopraggiunge Mae, che urla a causa delle fiamme.

Sol scambia la bambina per Osha e, quando Aniseya prova a salvare sua figlia intrappolata nelle fiamme, Sol commette un grave errore: agendo in preda alla paura e alle sue emozioni, colpisce Aniseya nel petto. Questo scatena il panico e le streghe cominciano ad attaccare i Jedi, ma ciò che è più importante è il senso di rabbia e vendetta che instilla in Mae, testimone di quanto accaduto.

Sol, come sappiamo, non si perdonerà mai questo sbaglio e il fardello viene appesantito dalle ultime parole di Aniseya, che rivela che avrebbe lasciato andare Osha con i Jedi poiché era un suo desiderio. Koril attacca Sol con il bastone, ma quest’ultimo non sembra risentire dei suoi attacchi, limitandosi solo a schivare e parare, mentre Torbin deflette i colpi degli archi delle streghe, il tutto mentre la fortezza esplode per gran parte a causa dell’incendio elettrico ormai esteso in tutta la struttura.

The Acolyte: La Seguace
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Koril utilizza lo stesso teletrasporto che Aniseya ha provato a utilizzare e sparisce. Questo tipo di potere non è nuovo nel mondo di Star Wars: infatti, ne fanno ampio uso anche le Sorelle della Notte e il clan della montagna di Dathomir, ma anche personaggi come il Bendu, visto nella terza stagione di Rebels.

Sul campo di battaglia arriva anche Kelnacca, ma scopriamo che esso è stato posseduto dalle streghe, le quali hanno dovuto riunirsi in gruppo e utilizzare una Fusione della Forza per poter prendere il controllo del Wookiee. Kelnacca attacca Sol e Torbin e fin da subito appare inarrestabile.

Possiamo notare come il Wookiee basi molto il suo stile di combattimento sulla sua fisicità, andando a sfruttare le caratteristiche della sua specie, anche i propri artigli. Saranno quest’ultimi il motivo del suo esilio: infatti, per il popolo Wookiee, usare i propri artigli per uno scopo violento era un disonore enorme e, sommato al fatto che Kelnacca era un Jedi, deve aver segnato particolarmente il Wookiee tanto da portarlo a isolarsi. Inoltre, bisogna contare il fattore lealtà, principio cardine della società Wookiee, cosa che in quel momento stava venendo meno.

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Sarà Indara a salvare Sol e Torbin, ma anche lo stesso Kelnacca, liberandolo dal controllo mentale delle streghe causandone però la morte di tutte. Nel frattempo, Sol era andato a cercare Osha e Mae e il Jedi trova le due sopra un ponte mal ridotto in procinto di crollare, portando le due con sé. Il Jedi tenta di tenere entrambe, ma alla fine è obbligato a scegliere e lascia cadere Mae per salvare Osha.

L’ultima scena prende luogo sul Polan, dove Sol e Indara hanno una discussione che sfocia per un attimo in una rissa, calmata però da Torbin che chiede sul dafarsi. Indara vuole dire tutto al Consiglio Jedi, tralasciando però molti dettagli che avrebbero potuto mettere nei guai i Jedi.

Sol, tuttavia, vuole affrontare il Consiglio, ma Indara lo rimprovera dicendo che in quel modo avrebbe tolto anche se stesso a Osha. Indara, tuttavia, ha un’altra motivazione per cui non vuole affrontare il Consiglio: ovvero la colpa che ricadrebbe su di lei. Infatti, la missione era capitanata da lei ed è stato il suo Padawan a causare parte del disastro, facendo ricadere una parte della responsabilità su di lei. 


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Opinione finale con voto

Finisce così il penultimo episodio della serie, il quale è ricchissimo di informazioni, dettagli e tant’altro. Nuovamente, le scene d’azione sono state a dir poco perfette, così come le ambientazioni e i costumi. La sceneggiatura è buona, nonostante la sua semplicità, e la regia si adatta benissimo a quello che è il tono dell’episodio, più cupo e tetro. In definitiva, è stato un ottimo episodio che ha assolto al compito per il quale era stato designato.  

Voto: 9/10

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Best_utente

Nella vita sono uno studente di scienze politiche con una grande passione per l'Universo DC Comics e Star Wars.

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