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The Last of Us 2×03 – Analisi e pareri sul nuovo episodio! (2025)

È stato da poco rilasciato il terzo episodio di The Last of Us 2 e noi di Nerd Al Quadrato siamo qui con la nostra analisi completa!

⚠️ ATTENZIONE: ALLERTA SPOILER SU “The Last of Us” ⚠️

​Il terzo episodio della seconda stagione di The Last of Us, intitolato “The Path”, rappresenta un momento cruciale nella narrazione della serie, segnando l’inizio del viaggio di Ellie verso la vendetta e introducendo nuovi elementi che arricchiscono il mondo post-apocalittico della storia.​


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Il prologo della spirale

Tre mesi dopo l’attacco devastante a Jackson, la comunità cerca di riprendersi, ma Ellie è consumata dal desiderio di giustizia per la morte di Joel. Nonostante sia ancora in fase di guarigione, sia fisicamente che emotivamente, Ellie cerca l’approvazione per lasciare l’ospedale e inseguire Abby, la responsabile della tragedia, proprio come accade nel videogioco. Dina rivela informazioni cruciali su Abby e il W.L.F., riaccendendo la determinazione di Ellie. Anche se il consiglio di Jackson rifiuta la sua richiesta di missione a Seattle, Ellie e Dina decidono di partire segretamente, con un minimo aiuto di Seth che fornisce loro equipaggiamento e armi.

L’episodio introduce, inoltre, i Serafiti, una setta religiosa che vive secondo principi arcaici, rifiutando la tecnologia moderna e comunicando tramite fischi simbolici. Guidati dagli insegnamenti di un profeta defunto, credono che l’epidemia di Cordyceps sia una punizione divina. Una scena toccante mostra una bambina Serafita di nome Constance che riceve un martello per sentirsi più sicura nonostante venga ribadito in maniera molto saggia che la distanza risulta l’unica vera difesa, solo per essere testimone di un massacro perpetrato dal W.L.F., evidenziando il conflitto brutale tra le due fazioni che nel gioco viene posto nel corso della narrazione senza vere e proprie spiegazioni profonde e giustificate.

Isabela Merced offre una performance significativa nel ruolo di Dina, mostrando una lealtà incrollabile e una profondità emotiva che arricchiscono la narrazione. La cosa non è scontata e risulta un pregio, considerando che il personaggio accompagnerà Ellie per parte del viaggio. La relazione tra Ellie e Dina è rappresentata con tenerezza e autenticità, evitando stereotipi e concentrandosi sull’emozione genuina. Questa dinamica fornisce un’ancora emotiva per Ellie nel suo percorso di vendetta, la quale avrà le sue profonde conseguenze successivamente.

La scenografia del terzo episodio di The Last of Us 2 è particolarmente curata: il mondo post-apocalittico viene reso con grande attenzione ai dettagli ambientali – edifici semi-distrutti, natura che riconquista le città, e interni scarni ma evocativi a Jackson e lungo il viaggio di Ellie. Si percepisce sempre la sensazione di desolazione e di sopravvivenza forzata, carattere fondamentale del gioco.

La fotografia, invece, è altrettanto significativa: colori freddi e spenti dominano, accentuando il senso di perdita e solitudine, con grande riserva, però, anche per momenti emozionali rappresentati da colori caldi. I contrasti tra luci naturali e ombre profonde sottolineano i momenti emotivi più intensi, soprattutto nelle scene notturne o nei paesaggi boschivi, come la scena di Ellie che sente ancora una volta l’odore di Joel nei suoi panni. L’uso della camera spesso ravvicinata sui volti di Ellie e Dina contribuisce a rendere molto intime le loro emozioni.

La regia nel terzo episodio usa scenografia e fotografia per narrare moltissimo senza bisogno di parole. Molti momenti chiave – come Ellie che osserva da sola il paesaggio distrutto o i brevi scambi di sguardi con Dina – sono costruiti con inquadrature statiche o lenti movimenti di camera, lasciando che siano l’ambiente e i volti a parlare.

Il vuoto degli spazi abbandonati, le case invase dalla vegetazione, i corridoi deserti o pieni di rovine comunicano da soli lo stato d’animo dei personaggi: isolamento, dolore, ma anche determinazione.
Inoltre, l’alternanza tra campi lunghi (per la vastità e la solitudine) e primi piani strettissimi (per la tensione interna) rafforza l’impressione di un mondo dove la natura ha vinto ma l’umanità, nel suo peggio e nel suo meglio, sopravvive ancora.


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L’inizio della parabola

“The Path” si distingue per la sua capacità di intrecciare emozioni profonde, sviluppo dei personaggi e introduzione di nuovi elementi narrativi. L’episodio esplora temi universali come la vendetta, la fede e la complessità delle relazioni umane in un mondo devastato. D’altronde la storia comincia a vertere su questi temi ma al momento si sta solo avviando, poiché la spirale di “giustizia”, per usare le parole di Ellie, deve essere ancora esposta sullo schermo.

E c’è ancora molto di cui parlare, quando si citano temi come la vendetta e la fede, parlando di un titolo come The Last of Us 2, la quale trama non è altro che una enorme, sublime, parabola sui suddetti temi. Con interpretazioni potenti e una narrazione coinvolgente, questo episodio rappresenta un punto di svolta nella serie, preparando il terreno per i conflitti futuri e le prossime stagioni.

9/10

Voi cosa ne pensate? Vi è piaciuto questo nuovo episodio di The Last of Us 2?

Massimo Massullo

Massimo Massullo. Redattore di Nerd Al Quadrato. Studente iscritto alla facoltà di Lettere e Filosofia (articolazione di Filosofia), presso la Sapienza di Roma. Aspirante scrittore, filosofo e professore. Amante del cinema e del mondo nerd.

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