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The Piano Lesson – La nostra recensione del nuovo film prodotto da Denzel Washington! (2024)

“The Piano Lesson” è il nuovo adattamento cinematografico prodotto da Denzel Washington, uscito su Netflix il 22 novembre. Noi di Nerd Al Quadrato l’abbiamo visto e siamo qui per dirvi la nostra!

La recensione di “The Piano Lesson” sarà strutturata in queste parti: recensione no-spoiler (per chi vuole un primo parere sul film, ma non l’ha ancora visto), recensione spoiler, analisi del finale e concludendo con l’opinione finale riassuntiva.

The Piano Lesson - La nostra recensione (2024)
“The Piano Lesson”

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Recensione no-spoiler di “The Piano Lesson”

The Piano Lessonvede Malcolm Washington al suo esordio dietro la macchina da presa e un cast corale comprendente John David Washington (“Tenet”, “Blackkklansmen”, “The Creator”), Danielle Deadwyler (“Till”), Samuel L. Jackson (“Pulp Fiction”, “Django Unchained”, “The Hateful Eight”) e Ray Fisher (“Justice League”, “Rebel Moon” parte 1 e 2).

Terzo adattamento del “ciclo di Pittsburgh”, raccolta di dieci opere teatrali dell’autore afroamericano August Wilson e ambientate nell’omonima città (clicca qui per avere più informazioni sull’autore e il suo lavoro, in lingua inglese), il pregio più grande del film è proprio l’ensemble di attori: Washington, Jackson e Fisher riprendono i loro rispettivi ruoli nell’omonimo spettacolo di Broadway, ma è Deadwyler che eleva il materiale di partenza in una prova attoriale ancora una volta eccellente e rubando la scena ogni volta che è sullo schermo.

La regia di Malcolm Washington è pulita e senza fronzoli, riuscendo a destreggiarsi in maniera buona sia nel lato drammatico che nelle sequenze a tinte più sovrannaturali: altrettanto ottime sono scenografia e una colonna sonora firmata Alexandre Desplat (“Grand Budapest Hotel”, “Godzilla”, “Harry Potter e i Doni della Morte” parte 1 e 2), al netto di una sceneggiatura la quale però bilancia non sempre in maniera funzionale il ritmo della storia, rendendola in alcuni momenti troppo lenta.

The Piano Lesson è un buon drama a tinte sovrannaturali il quale riesce ad andare in profondità grazie all’ottimo materiale di partenza e alle performance di John David Washington, Danielle Deadwyler e Samuel L. Jackson: tutta via un ritmo troppo lento e allungato in alcuni punti impedisce al prodotto di spiccare a pieno il volo.

Voto: 7.5/10

Voto:

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Da sinistra: Danielle Deadwyler, Samuel L. Jackson, John David Washington e Ray Fisher in “The Piano Lesson”.

Recensione spoiler di “The Piano Lesson”

Nell’era hollywoodiana odierna è risaputo che chi ha i migliori contatti è il più veloce ad arrivare in cima alla catena alimentare dell’industria dell’intrattenimento: nel caso di Malcolm Washington, avere suo padre Denzel coinvolto da anni nell’adattamento e produzione cinematografici delle pièces teatrali di August Wilson ha di certo aiutato.

Nel caso di The Piano Lesson è interessante soprattutto il coinvolgimento degli attori i quali hanno recitato nell’omonimo spettacolo a Broadway, tra i quali il fratello e altro figlio di Denzel Washington, John David Washington: a prima vista potrebbe sembrare una mossa di spudorato nepotismo, tuttavia le tematiche trattate rendono questo prodotto ben più profondo del semplice “film a gestione hollywoodiana famigliare fatti apposta per lanciare le carriere dei figli” (“Trap”, “Watchers” e M. Night Shyamalan, questa è dedicata a voi con affetto).

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La famiglia Washington alla première di “The Piano Lesson”.

The Piano Lesson si apre ambientato al 4 luglio 1911, nel pieno dei festeggiamenti dell’indipendenza americana in una villa di bianchi: quattro uomini di colore entrano furtivamente in casa del proprietario e rubano un pianoforte intagliato in legno: tuttavia uno di essi muore. La scena di apertura è diretta da Malcolm Washington in maniera accattivante e con un sapiente uso dei bagliori dei fuochi d’artificio, creando effetti di luce e ombra che rendono l’intera operazione coinvolgente e tesa da seguire per lo spettatore.

Il film si sposta in avanti nel 1936 a Pittsburgh: Boy Willie (John David Washington) e Lymon (Ray Fisher) arrivano dal Mississippi per vendere cocomeri e, dopo aver raggiunto la casa del parente Doaker Charles (Samuel L. Jackson), svegliano all’alba tutti gli abitanti. Nonostante l’avviso dello zio, Boy Willie sveglia la sorella Berniece (Danielle Deadwyler) e informa tutti i presenti della morte di Sutter: tuttavia la donna è scettica alla notizia e crede che il fratello abbia avuto una parte nella morte dello schiavista.

Nel baccano si è svegliata nel frattempo la figlia di Berniece, Maretha: la madre torna di sopra per controllare la figlia e vede la sagoma del fantasma di Sutter nel corridoio. Viene svelato il motivo della visita di Boy Willie, il quale è intenzionato comprare la terra posseduta da Sutter tramite la vendita del magnifico pianoforte in soggiorno: tuttavia Doaker (il quale faceva parte del quartetto di ladri dello strumento nel 1911) avverte il nipote della resistenza di Berniece a vendere il pianoforte, mentre quest’ultimo è convinto di farle cambiare idea.

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“The Piano Lesson”

Nel film è proprio lo strumento musicale il macguffin attorno al quale ruotano i conflitti principali della famiglia Charles: lo strumento diventa simbolo del retaggio famigliare e di come quest’ultimo viene visto dai due protagonisti principali e da chi li circonda. John David Washington dona al suo Boy Willie un’energia e vitalità uniche, caricando molto la recitazione come se fosse sul palco teatrale ma senza risultare sopra le righe o in over-acting: nelle scene più concitate le sue motivazioni sono dettate soprattutto dal desiderio di vendetta contro Sutter e la possibilità di rifarsi una vita senza sottomettersi alla supremazia bianca.

È però Danielle Deadwyler che offre la prova attoriale più interessante e potente: l’attrice riesce a incarnare una Berniece forte e sicura caratterialmente, in un personaggio femminile che si erge al di sopra dell’ensemble maschile dell’opera con la sua sensibilità e determinazione. In ogni scena lei è la punta di diamante, riuscendo a incapsulare le emozioni più crude tramite un’espressività e gestualità misurate ma allo stesso tempo che trasportano lo spettatore a livello emotivo: sarebbe un peccato se questa performance non venisse riconosciuta a dovere in futuro.

Per Berniece il pianoforte è ben più che un semplice strumento, è un patrimonio dall’inestimabile valore e dove viene narrata un’intera storia famigliare: è allo stesso tempo memoria del padre, ucciso dopo il furto dello stesso strumento, e della madre, la quale non è mai riuscita a superare la morte del marito e aveva reso il mantenimento del pianoforte unica ragione di vita e far rivivere il marito tramite il suo utilizzo da parte di Berniece.

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Berniece (Danielle Deadwyler) in “The Piano Lesson”.

Per quest’ultima quindi darlo via o venderlo sarebbe stato come togliersi a forza una parte di sé stessa, nonostante lo strumento stesso non fosse più usato per il suo scopo. Lo stesso pianoforte è stato, generazioni prima, anche causa della separazione di una famiglia da parte di Sutter stesso, il quale vendette moglie e figlio separandoli dal padre per acquistare lo strumento: essendo il padre troppo di valore per essere venduto in quanto carpentiere, nell’incarico di decorare il piano intagliò i volti della moglie, del figlio e la sua storia di famiglia, scatenando l’ira dello schiavista.

È interessante notare come Boy Willie ricalchi il padre a livello caratteriale, presentando la stessa smania materialista che viene raccontata dallo stesso Doaker: Boy Charles era ossessionato dall’avere quel pianoforte come Boy Willie era disposto a tutto pur di trarne profitto. Berniece allo stesso modo richiama la madre nella sua impossibilità nel superare il lutto di suo marito Crawley, il quale destino tragico per la vedova è stato colpa di Boy Willie stesso.

Mano a mano che i conflitti aumentano, lo spettro di Sutter appare sempre più spesso, arrivando anche a mostrarsi davanti a Maretha: Berniece chiama quindi padre Avery per scacciare lo spirito; un religioso il quale, dalla morte di Crawley, cerca di conquistare la donna nel tentativo di sollevarla dal dolore della perdita del marito.

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“The Piano Lesson”

Analisi del finale di “The Piano Lesson”

Nella climax del film, Boy Willie e Lymon cercano di portare via lo strumento a forza per poi essere fermati da Berniece, armata della pistola del marito defunto: lo spirito di Sutter si mostra ancora e Avery cerca di mandarlo via, senza successo. Boy Willie viene attaccato dallo spettro, il quale lo strangola: la sorella capisce che, per scacciarlo definitivamente, deve essere lei stessa a suonare il pianoforte in un’accettazione catartica della morte del padre e del suo lutto, oltre ad omaggiare i suoi antenati che appaiono dietro di lei come fantasmi.

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“The Piano Lesson”

Tutto torna alla normalità e Boy Willie sopravvive all’attacco sovrannaturale: dopo aver abbracciato la sorella tuttavia la avverte di continuare a suonare il piano, in quanto lui o Sutter sarebbero sempre stati pronti a ritornare per lo strumento. Entrambi sono quindi personificazioni delle minacce alla memoria famigliare, la quale deve sempre essere protetta da persone come Berniece per non essere sfruttata e condizionata in maniera sbagliata.

Opinione finale con voto

The Piano Lesson si avvale di un ottimo cast corale per un buon dramma dai risvolti sovrannaturali che colpisce più in profondità di quanto si pensi: John David Washington e Danielle Deadwyler brillano nelle parti protagoniste, Samuel L. Jackson e Ray Fisher funzionano ma non vengono purtroppo sfruttati al massimo. La regia di Malcolm Washington al suo esordio è buona e regala un paio di momenti ottimi, ma il ritmo troppo lento della storia e qualche allungamento non necessario di alcune scene frenano il prodotto dall’essere ottimo.

Voto: 7.5/10

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