The Umbrella Academy 4 – La Nostra Recensione! (2024)
L’8 agosto è uscita su Netflix la quarta e ultima stagione di “The Umbrella Academy”, famoso prodotto della piattaforma, che narra la storia di 7 fratelli con dei superpoteri che devono sventare l’Apocalisse una volta per tutte. Gli episodi della quarta stagione sono solo sei, per un totale di 5.30h da passare davanti allo schermo. Quindi, dopo una lunga maratona, noi di Nerd Al Quadrato siamo qui per recensirvela!
La recensione di “The Umbrella Academy 4” sarà strutturata in queste parti: recensione no-spoiler (per chi vuole un primo parere sulla serie, ma non l’ha ancora visto), recensione spoiler di ogni singolo episodio, spiegazione del finale, spiegazione della post-credit e concludendo con l’opinione finale riassuntiva.
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Recensione No-Spoiler di The Umbrella Academy 4
Dopo gli eventi della terza stagione, in cui (spoiler!) Allison “resetta” il proprio mondo e, con esso, anche i superpoteri della famiglia, i fan si sono chiesti come gli autori avrebbero concluso la storia degli Hargreeves nella quarta stagione, soprattutto considerando che non esiste un quarto volume della serie a fumetti da cui trarre ispirazione.
Eh sì, fumetti! Per chi non lo sapesse, “The Umbrella Academy” è tratta da una miniserie a fumetti scritta da Gerard Way e Gabriel Bá, pubblicata da Dark Horse Comics. Ogni stagione ha sempre adattato un volume della serie, trascrivendo la sua trama principale in chiave cinematografica. Ma qui nasce il problema: per questa quarta stagione non c’era nessun quarto volume a cui rifarsi, costringendo Steve Blackman e il team di scrittori a creare qualcosa di completamente originale.
E purtroppo, si sente…
Già dai trailer si intuiva il ruolo centrale che le linee temporali avrebbero giocato nella nuova stagione, con una strana e sinistra metropolitana che sembrava destinata a essere un elemento chiave. Purtroppo, la sfortuna e la caotica gestione dei viaggi nel tempo, già vista nel MCU, sembra aver contagiato anche The Umbrella Academy — e non solo questa stagione, ma la serie stessa.
Non è la prima volta che ci troviamo di fronte a questo tema, che è stato già esplorato nelle due stagioni precedenti, sempre in modo un po’ confusionario, ma mai come in quest’ultima. I dettagli legati agli aspetti temporali, che avrebbero potuto essere approfonditi e resi interessanti, vengono trattati con superficialità, finendo per essere oscurati dall’ennesima apocalisse imminente.
Sì, l’apocalisse. Un evento ormai inflazionato che, stagione dopo stagione, torna puntualmente a incombere. La sensazione è che gli sceneggiatori abbiano esaurito le idee. Ma c’è una piccola buona notizia: finalmente, e in modo un po’ furbo e paraculo, viene spiegato perché la famiglia Hargreeves sembra non riuscire mai a liberarsi di queste catastrofi.
“Ogni volta che tentiamo di salvare il mondo, lo distruggiamo ancora e ancora all’infinito” dice un personaggio durante la stagione, una frase che ormai riecheggia anche nelle menti di noi spettatori. È un po’ il riassunto di tutta la serie, ma soprattutto il cuore di questa stagione. I membri della famiglia Hargreeves saranno costretti a confrontarsi anche con questo dilemma, oltre che con i propri problemi personali.
L’utilizzo dei personaggi in questa stagione di Umbrella Academy però lascia molto a desiderare: alcuni subiscono archi narrativi che sembrano puro filler, altri cambiano personalità e intenzioni senza una logica apparente, e tutti sembrano essere diventati decisamente più “stupidi” rispetto alle stagioni precedenti. Non voglio dire che i personaggi siano stati scritti da uno scimpanzé (o da Pogo stesso), ma la magia che c’era nelle stagioni passate sembra essersi affievolita.
Detto ciò, è sempre un piacere rivedere una delle famiglie più eccentriche del piccolo schermo riunirsi per affrontare strambi problemi con i loro strambi superpoteri. La loro recitazione, i tempi comici, le azioni imprevedibili: tutto questo è ciò che mi mancava, e di cui mi son nutrito con questa stagione, anche se mi resta ancora un amaro languorino.
L’amarezza deriva da un tipo di comicità che, purtroppo, risulta ripetitiva, con battute che sembrano più adatte a un pubblico infantile che a uno adolescenziale o adulto. Il “languorino” invece è dovuto a una diversa componente, unica in questa stagione: la sua brevità. Con soli 6 episodi, anziché i soliti 10, la scrittura ha sofferto, risultando meno esplorativa nel nuovo worldbuilding e nella caratterizzazione dei nuovi personaggi (di cui parlerò nella parte spoiler). Questo ha generato buchi di trama che, ancora adesso, fatico a colmare.
A mio parere, la scelta di ridurre il numero degli episodi non ha giovato per nulla alla stagione, e questo si nota soprattutto nel finale: confuso, non all’altezza dei suoi predecessori, e decisamente non degno di essere il finale di stagione. Sebbene ci fossero spunti interessanti, vengono annientati da una narrazione eccessivamente rapida e superficiale, soprattutto nel delineare le intenzioni dei personaggi.
Anche sul lato tecnico, la stagione mostra delle crepe. Nonostante una regia solida e una fotografia buona (ma migliorabile), assistiamo a scene in cui la CGI tocca uno dei punti più bassi della serie. Anche qui, la “magia” delle prime stagioni sembra essersi ridotta.In conclusione, ci troviamo di fronte a una stagione finale che potrebbe deludere molti fan. Una storia discreta, con archi narrativi con tanto potenziale che però non vengono sviluppati come avrebbero potuto, e un finale che lascia insoddisfatti. Un plauso va comunque agli attori e ai registi, che sono riusciti a rendere la stagione divertente e, per quel poco che dura, intrattenente, accompagnandoci per l’ultima volta nelle eroiche (e caotiche) gesta dell‘Umbrella Academy.
Però gli occhi non si possono chiudere e i ricordi non si possono cancellare, quindi per il finale più fastidioso della serie non posso che mettere il voto più fastidioso che ci sia.
Voto: 6-/10
Recensione Spoiler di The Umbrella Academy 4
“The Umbrella Academy” non doveva finire così.
Ho sempre considerato questa serie come il mio piccolo rifugio annuale di puro svago. Personaggi completamente diversi tra loro che litigano, si picchiano, si insultano, ma restano sempre uniti perché, alla fine, sono una famiglia. Nelle prime stagioni, gli archi narrativi personali erano tra i punti di forza: l’assenza di interazione con altri membri della famiglia permetteva un’esplorazione intima ed efficace di ogni personaggio.
Ma non più. Soprattutto per quanto riguarda Klaus, uno dei miei personaggi preferiti, che in questa stagione si riduce a un semplice riempitivo, esplorando il nulla cosmico se non per partecipare a qualche gag in veste di sensitivo o per citazioni a Kill Bill (forse l’unica cosa che ho davvero apprezzato).
Ora, il mio sfogo riguarda Klaus, ma in realtà nessun personaggio della famiglia ha avuto una gestione davvero interessante in questa stagione, specialmente riguardo ai superpoteri di alcuni che mutano ma a nessuno frega troppo. Luther diventa più stupido di quel che già era, Allison alterna atteggiamenti da dura spaccaculi con quelli da mamma depressa senza avere delle sfumature, Victor è sempre incazzato col mondo (e sempre con i Reginald sbagliati, dopo 4 stagioni dà anche fastidio che lui e la famiglia continuino a comportarsi in maniera altamente aggressiva quando se la stanno prendendo con una variante di loro padre), mentre Diego diventa un padre depresso e molto geloso.
Cinque e Lila invece ottengono anche un’evoluzione interessante. Un amore proibito, dettato più dall’esasperazione di entrambi che da un interesse vero e proprio. Arco narrativo rovinato dal finale, dove Cinque si confronta con Diego in modo frettoloso, inutile e che non chiuderà davvero tutto il percorso. Lila infatti nell’epilogo terrà la mano ad entrambi, suggerendo solo che la questione non è finita e non verrà risolta.
I nuovi “villain”, Gene e Jean, sono invece una trovata davvero intrigante. Grazie alla loro comicità sopra le righe e alla loro perenne stranezza, questi personaggi riescono a fare una critica sottile ma efficace ai comportamenti e alle bizzarrie delle sette e dei gruppi di complottisti contemporanei, molto presenti in America. Nick Offerman e Megan Mullally offrono interpretazioni straordinarie, aggiungendo un tocco di brillantezza a questa stagione con la loro chimica e la loro capacità di dare vita a personaggi così eccentrici e memorabili.
Ma l’unico che, a mio parere, si “salva” a livello di scrittura davvero è Numero 6, Ben. Ricordo quanto mi affascinava all’inizio della serie, con quell’aura di mistero che circondava la sua morte e i suoi poteri, tra i più potenti della famiglia.
Finalmente, in questa stagione, scopriamo come è morto. Ma prima, permettetemi una digressione: davvero nessuno nella famiglia si era mai chiesto COME fosse morto uno dei loro fratelli? Sono passati decenni dalla sua morte, e nessuno ha mai pensato di indagare su quella frase che ripetevano all’infinito? Potevano sicuramente trattare questa trama in modo molto diverso.
Tornando a noi, e cercando di evitare gli onnipresenti buchi di trama, finalmente ci viene rivelata la causa della morte di numero 6, ovvero assassinato freddamente dal padre durante una missione, insieme al nuovo problema che la famiglia dovrà affrontare: Ben stesso sarà la causa dell’apocalisse. O meglio, lui e Jennifer, un nuovo personaggio introdotto (troppo velocemente) nel corso della stagione.
Jennifer è un personaggio decisamente dimenticabile, se non per un dettaglio: è nata grazie alle particelle Durango. Queste particelle, se messe a contatto con quelle Marigold (presenti nel corpo dei personaggi principali), causano una reazione catastrofica che potrebbe portare alla distruzione del mondo. Naturalmente, il Durango non verrà esplorato ulteriormente. Grazie sceneggiatori.
Magari fosse solo questo l’argomento ad essere tralasciato. Questa stagione, in realtà, lascia tantissime porte aperte, creando buchi di trama, incomprensioni, e una confusione tale da rischiare di annoiare lo spettatore, più che coinvolgerlo.
Prendiamo, per esempio, la metropolitana: uno degli elementi nuovi e potenzialmente interessanti della stagione. Eppure, secondo me, si esplorano troppe poche cose, lasciando molto alla fantasia. Avrei apprezzato vedere di più sulla costruzione della metro (solo accennata da una versione alternativa di Cinque nel finale, una sequenza interessante ma lasciata al caso), o capire perché solo in altre linee temporali erano presenti le scalinate che portavano alla metro. E cosa dire delle linee temporali che Cinque e Lila hanno visitato? O del misterioso diario nascosto vicino alle rotaie, lasciato lì da chissà chi? Tutto questo rimane un mistero.
Possiamo solo teorizzare e immaginare, ma questa è una pratica scomoda e insoddisfacente per chi guarda una serie TV. Gli spettatori, infatti, sono disposti a investire tempo per approfondire il worldbuilding, ma non quando devono colmare da soli le lacune narrative lasciate incomplete dagli sceneggiatori.
Sei episodi invece di dieci. Probabilmente una scelta dettata dalla paura degli autori di tirare fuori troppe idee senza avere un solido materiale di partenza, una decisione che ha condannato la stagione più importante di “The Umbrella Academy”. Hanno tagliato tutto, hanno corso contro il tempo, compreso nell’epilogo.
Parlando del finale, prendiamo ad esempio il rapporto tra Abigail e Reginald: un legame che viene esplorato solo alla fine, rivelando che dietro tutto c’era lei, apparentemente per far capire a suo marito che ha fatto una grossa cazzata. E cosa fa lei? Aiuta una pericolosissima setta per distruggere il mondo? Il senso di ciò che si dicono rimane oscuro, lasciando troppe cose senza spiegazione.
E poi c’è la brillante idea della Umbrella Academy di sacrificarsi per chiudere definitivamente il ciclo infinito di apocalissi e catastrofi. Un atto audace, sì, forse un po’ prevedibile, ma presentato in modo discutibile. Il loro piano è utilizzare le particelle Marigold dentro di loro per annientare l’abominio (non solo in termini di aspetto, ma anche di CGI, a voler essere onesti) rappresentato da una fusione tra Ben e Jennifer, con la convinzione che “si cancelleranno a vicenda”.
Peccato che, solo poche ore prima, fosse stato chiarito che il contatto tra Marigold e Durango scatenava esclusivamente la fine del mondo e non avrebbe di certo sconfitto il mostro. Ovvio, l’intento era quello di sacrificarsi per eliminare la Marigold dal mondo e prevenire ulteriori disastri, ma l’han presentato in modo orribile. E poi, davvero non esistono altre particelle Marigold nel mondo che proseguiranno la serie di apocalissi? Nessun altro superpotere in giro? Ricordo che 43 donne avevano partorito bambini speciali. E in questa linea temporale? Non ce ne sono? Spiegatelo, maledizione.
Così, dopo una lunga epopea in cui Lila e Allison cercano di mettere in salvo i loro familiari (Cinque e Lila si sono persi per 7 anni in quella metropolitana ma loro riescono tranquillamente a raggiungere la loro meta come se fosse la M1 di Milano e dovessero scendere in Piazza Duomo) e dopo qualche siparietto comico, si arriva al finale. E purtroppo, il viaggio finisce con più domande che risposte.
Analisi del finale di The Umbrella Academy 4
I sette fratelli, insieme a Lila, si ritrovano per un’ultima volta nel luogo dove tutto è iniziato: la Umbrella Academy. Qui, dopo scambi di ultime parole e battute, si preparano a essere inglobati dalla Catarsi tramite una strana melma che prosciuga le particelle Marigold, e con esse, la loro stessa vita. In un’ultima, toccante sequenza, la serie ci riporta a tutte le stagioni precedenti attraverso scene memorabili, evocando un senso di nostalgia che appaga, ma al tempo stesso deprime, poiché le altre linee temporali iniziano a sfaldarsi e non le rivedremo mai più.
L’episodio si conclude con una rapida visione della linea temporale principale, dove vediamo la famiglia di Lila e Claire, ancora vivi, che giocano in un grande prato verde. Un’inquietante normalità mai vista prima nel corso della serie avvolge la scena. A fare da sfondo, la voce di un narratore esterno, Pogo, che conclude la storia con queste parole: “Nella dodicesima ora dell’ottavo giorno dell’agosto del 2024, non successe assolutamente nulla di insolito o di straordinario. Si potrebbe dire che fu semplicemente un giorno normale.”
La famiglia quindi ce l’ha finalmente fatta.
Analisi della post-credit di The Umbrella Academy 4
La scena post-credit arriva dopo una serie di fotografie dal set di “The Umbrella Academy 4”, e ci offre un breve scorcio nella linea temporale originale, mostrandoci otto fiori che sbocciano liberando nell’aria particelle Marigold, la sostanza che dona i poteri ai fratelli Hargreeves. Questi fiori sembrano rappresentare proprio i nostri otto protagonisti, suggerendo che, in qualche modo, i fratelli nasceranno comunque, sebbene in ritardo (dopo il 1° ottobre 1989) e nonostante i possibili danni che potrebbero causare alla linea temporale.
Questa scena potrebbe essere interpretata come un segno di speranza: un modo per farci pensare che la famiglia si riunirà nuovamente nella linea temporale originale, proprio come Allison spera nel finale prima di morire. Tuttavia, c’è un evidente controsenso in tutto questo. Lo stesso finale ci ha appena rivelato che sono proprio i fratelli Hargreeves a causare le apocalissi e a distruggere le linee temporali, ogni volta. Quindi, se era necessario cancellarli dalla storia per evitare ulteriori disastri, perché mostrarci che ritorneranno, per giunta con i poteri? Questo sembra contraddire l’intera premessa della stagione, soprattutto considerando che non ci sarà una quinta stagione per sviluppare ulteriormente questa idea.
È possibile che quei fiori rappresentino un’altra famiglia, lasciando aperta la possibilità di uno spin-off con nuovi personaggi in questo universo. Tuttavia, dopo una stagione così caotica, che ha stravolto diversi concetti e si è spesso contraddetta, forse sarebbe meglio non forzare ulteriormente questo universo televisivo. Potrebbe essere il momento di lasciare che questa storia giunga alla sua naturale conclusione, senza cercare di estenderla oltre il necessario.
Opinione finale con voto
In conclusione, questa stagione finale di “The Umbrella Academy” rimane una grande delusione. Un’eccessiva fretta e il poco tempo a disposizione hanno reso i personaggi e la storia principale obsoleti e a volte noiosi, buttando nell’immondizia un finale che aveva il potenziale di essere celebre ma che si riduce ad un ammasso di incompletezze, CGI mal fatta e scrittura non al livello delle altre stagioni.
La serie TV si salva per la recitazione di ogni personaggio, sempre unica e godibile, specialmente nelle sequenze comiche o d’azione, accompagnati da una colonna sonora sempre azzeccata, una fotografia semplice ma d’impatto per alcune inquadrature e una regia che soddisfa.
Pensare che non vedremo più la famiglia Hargreeves un po’ mi fa soffrire, specie dopo un epilogo così immeritato. Noi vi consigliamo comunque di approcciare la serie TV o la stagione per chi non l’avesse ancora vista, poiché il clima e l’eccentricità presenti all’interno di questo prodotto vi faranno sicuramente innamorare di ogni personaggio, facendovi passare ore piacevoli con delle storie fuori di testa.
Voto: 6-/10
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E voi l’avete già visto The Umbrella Academy 4? Fateci sapere la vostra!