The Union – La Nostra Recensione! (2024)
“The Union” è un film comico/action del 2024, di Julian Farino e distribuito da Netflix, che racconta di un uomo che da semplice operaio, attraverso una vecchia conoscenza, si ritrova costretto a diventare un’agente segreto a Londra. Noi di Nerd Al Quadrato l’abbiamo visto e siamo qui per recensirlo!
La recensione di “The Union” è divisa in due parti: una prima parte no-spoiler, con una recensione ed un parere generale sul film; seguita da una recensione spoiler, con analisi della conclusione e pensieri finali sul film.
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Recensione No-Spoiler di The Union
Mike (Mark Wahlberg), un operaio edile con i piedi per terra, si ritrova catapultato nel mondo delle super spie e degli agenti segreti quando la sua vecchia fiamma del liceo, Roxanne (Halle Berry), lo recluta per una rischiosa missione per un’organizzazione segreta di intelligence statunitense.
Questa è la trama di “The Union”, niente di eccessivamente ricercato, ma nemmeno incredibilmente banale. Con questo si può riassumere anche tutto il film: il cast è stellare e, ovviamente, nessuno dei grandi nomi delude e riescono tutti a dimostrare che hanno ancora tanta stoffa, da Mike Colter ad Halle Berry, da Mark Wahlberg a J. K. Simmons fino ad arrivare a Jackie Earle Haley.
È un semplice film comico e d’azione, leggermente debole sul lato comico e un pochino troppo scarno sul lato d’azione, presenta comunque molte battute simpatiche e stranamente poco volgari e buone coreografie sui combattimenti, mostrando come Halle Berry è in grado di essere un’agente segreto che ha dimenticato cosa significa invecchiare.
Voto: 6/10
Recensione Spoiler di The Union
Il film inizia direttamente con un attacco di un gruppo di agenti segreti che non va a buon fine, al cui interno troviamo Halle Berry, Roxanne, che sorveglia da lontano il resto del team capitanato da Mike Colter (il Luke Cage della Marvel), Nick Faraday. Come già detto la missione non va a buon fine, il gruppo viene attaccato e Faraday si presume morto.
Nello stacco ci viene presentato Mark Wahlberg, Mike, che, a quanto pare, si diverte ad andar a letto con chiunque ed ha appena passato la notte con la sua ex insegnante d’arte, gestisce una vita tranquilla, ancora a casa della madre, tirando avanti come operaio con uno stipendio non costante che gli permette però di godersi una birra con i colleghi di lavoro.
All’improvviso, veramente dopo pochi minuti che sono serviti per presentarci un minimo il protagonista, Roxanne lo raggiunge nel bar e si scopre essere una vecchia amica di scuola, nonché ex fiamma dell’operaio. I due chiacchierano rispolverando vecchi ricordi e in un momento di leggerà intimità lei lo narcotizza e lo trasporta dagli USA a Londra, perché è intenzionata a reclutarlo nell’agenzia di servizi segreti di cui lei e anche il defunto Faraday fanno parte: The Union, un’organizzazione dello stesso tipo la CIA, “ma che non scrive sui propri giubbotti chi sono” -cit. che agisce di nascosto, un po’ come qualsiasi agenzia segreta governativa e non, in un qualsiasi film d’azione made in USA.
L’operaio è stato scelto a quanto pare, per le doti fisiche che la Berry ricordava egli avesse durante la scuola, per le capacità di muoversi agilmente ad enormi altezze e con poco spazio di manovra (facendo l’operaio) e perché è un nessuno: i dati sensibili dell’organizzazione sono stati rubati ed ogni agente segreto schedato adesso viene tutte le proprie informazioni in mano ai nemici che potrebbero farne qualsiasi cosa, di conseguenza serviva qualcuno capace, ma anche che non risulti già un agente arruolato.
Si scopre, inoltre, che è stata una decisione unicamente di Roxanne, in quanto, apparentemente, erano a corto di idee su chi arruolare ed il capo della Union, J. K. Simmons, Tom Brennan, ha chiesto aiuto alla sua migliore agente, attore sempre impeccabile che, anche nel ruolo di un capo di un’agenzia segreta come tante, in un film che resta sulla sufficienza, riesce comunque ad essere magnetico e carismatico dando sempre il meglio di sé.
Quindi inizia quasi immediatamente un addestramento intensivo che condensa in due settimane quello che ogni nuovo agente fa in un lasso di tempo decisamente più lungo.
Questa fase viene velocemente superata, mostrando con un montaggio rapido il prevedibile miglioramento sul campo di Mike e l’ancora più ovvia sintonia sempre più crescente tra lui e Roxanne.
Dopodichè si passa immediatamente all’azione: il gruppo deve rintracciare un dispositivo, per partecipare ad un’asta sostituendosi ai veri invitati. Quest’asta prevede la partecipazione di esponenti criminali proveniente da ogni parte del mondo.
Menzione d’onore a questo punto va ad il “Master”, praticamente l’uomo sulla sedia delle missioni di questa unità, interpretato da niente poco di meno che l’originale Freddy Krueger: Jackie Earle Haley! Seppur palesemente invecchiato, non ha perso carisma e risulta, insieme con tutti gli altri, ancora un grande attore incredibilmente capace.
Il colpo non va a buon fine, e questo è un colpo di scena in quanto ci si poteva aspettare che andasse perfettamente, dopo aver apparentemente addestrato a puntino il nuovo arrivato che sembra subito capace.
Fortunatamente non è così e Wahlberg risulta incapace, essendo ovviamente alle prime armi e, seppur cavandosela per il rotto della cuffia e con l’aiuto di Roxanne, rovina irrimediabilmente il cellulare, dispositivo con il quale avrebbero dovuto partecipare all’asta.
Da qui la situazione peggiora, tutti sono affranti e non credono più nelle doti di Mike, il quale, avvertendo l’aria che tira, non aspetta che gli viene detto di allontanarsi e decide di andarsene autonomamente per la sua strada.
Abbattuto in bar, Halle Berry lo raggiunge e lo confronta, cercando di fargli capire che lei ancora crede nelle sue doti e che la colpa non è sua se non è andato come previsto. Di tutta risposta, invece di essere completamente scoraggiato e voler andar via, Mike è ancora combattuto e in parte desiderebbe un’altra occasione perché odia deludere le persone intorno a lui.
Nella seconda occasione, riescono a prendere il dispositivo, non senza intoppi, da un gruppo di criminali iraniani.
In questo momento, si scopre che la CIA, rappresentata ovviamente da un damerino irritante, un vero pallone gonfiato, si è offerta di finanziare economicamente l’operazione permettendo alla Union di partecipare all’asta per recuperare i dati rubati.
Qui inizia un simpatico siparietto comico tra Simmons e l’agente della CIA, mentre cercano di partecipare e allungare quanto più possibile l’asta mentre il Master cerca di geolocalizzare il luogo in cui questa sta avvenendo.
Per quanto simpatica e divertente, poteva durare certamente qualche minuto in meno, in quanto stava quasi rischiando di rendere tutto troppo ripetitivo e rallentare troppo la narrazione.
Una volta individuato il punto, Wahlberg e Berry, che erano in sella ad una moto in giro per avvicinarsi al punto, raggiungono la posizione e recuperano la banditrice che li porta a recuperare classica valigetta contenente il malloppo di turno.
Qui iniziano a muoversi un po’ le acque: mentre si inizia a sospettare che proprio il loro capo, Tom, sia il colpevole che ha vendute i dati sensibili, al punto in cui Mike e Roxanne recuperano la valigetta arriva un colpo di scena.
Faraday è ancora vivo e si scopre addirittura che i due, Roxanne e Nick, in realtà erano una coppia, professionale e personale. I due, infatti, erano sposati e l’uomo ha finto per due intere settimane la sua morte per individuare il colpevole della fuga delle informazioni per acciuffarlo e recuperare anche i dati stessi.
Roxanne decide bene di fare il suo gioco, ma di non fidarsi completamente, quindi, accetta di incontrarlo per consegnargli la valigetta alla data e ora da lui stabilita.
Mike risulta geloso, il che porta ad un breve battibecco comico tra i due uomini, piuttosto simpatico, e discute con Roxanne che apparentemente sembra fidarsi ciecamente, concludendo che per lui è meglio tornare a casa, visto che deve anche partecipare al matrimonio di un amico, piantando in asso la donna.
Di conseguenza, si rintana nuovamente in un bar e rimane lì pensieroso contattando gli amici e la madre, la quale sembra sapere sempre tutto, anticipando i pensieri del figlio come se lo spiasse ogni secondo, quasi come se fosse anch’ella una spia!
Queste conversazioni si concludono con tutti che gli danno man forte, credendo che qualsiasi cosa lo tenga lontana da casa, dovrà per forza essere una cosa importante e che sia giusto che lui la porti a termine.
Stimolato da queste conversazioni non tanto motivazionali, allora il nostro cambia per la seconda volta idea e decide di aiutare Roxanne, la quale si scopre sospettare dell’ex marito e di aver indovinato.
L’uomo, infatti, voleva incastrare i due facendoli arrestare insieme al capo dell’organizzazione, mentre lui avrebbe venduto i dati, in quanto voleva “cambiare lavoro” per avere di più perché la sua posizione senza promozioni o avanzamenti di carriera gli andava stretta.
Tutta questa breve conversazione è sembrata incredibilmente surreale, dato il contesto in cui è stata inserita, non si sta parlando infatti di un lavoro di ufficio, dove magari dopo anni di onorata carriera una persona si aspetta e pretende una promozione, qui la situazione era un’agente sul campo di un’organizzazione di spionaggio al pari dell’FBI e della CIA, soltanto probabilmente a scala leggermente ridotta! Il problema più grande è la serietà con cui si è affrontato questo discorso, facendo capire che non era una gag!
Dopo questo momento esilarante, inizia l’ultimo atto del film con un classico inseguimento ed un lungo e coreografato combattimento tra Roxanne, Mike e gli iraniani prima, nel cui mezzo c’era anche Nick; e con Roxanne e Mike che si alternano periodicamente a scontrarsi con Nick.
C’è da dire, però, che, seppur le scene d’azione sono incredibilmente poche per un film del genere, sono tutte molto pulite e ben coreografate; l’inseguimento attraverso dei paesini colorati fino ad arrivare alla costa è anch’esso molto bello da vedere, senza rischiare nausee o mal di testa come spesso è successo con un Fast and Furious a caso tra gli ultimi della saga.
Il film si conclude con un classico discorso tra l’eroina ed il cattivo per cercare redenzione, per poi finire con Halle Berry che spara a Colter, e vissero tutti felici e contenti.
Tutto viene chiarito, tutto si conclude per i meglio (tranne che per le vittime tra le file degli eroi secondari), addirittura la Berry si scopre essere “più un tipo domestico”, come se si stesse parlando di cani, e raggiunge Mike al matrimonio dell’amico, un altro paio di gag sull’amore e sull’ex professoressa di entrambi, e il tutto si conclude con una grande festa e loro che si richiudono in uno sgabuzzino a far chissà cosa!
Analisi del finale di The Union
Non c’è molto da dire sul finale, è uno dei classici finali a lieto fine che mette un punto a tutto quel che c’è stato, dà una ripulita ai nostri eroi dai tagli e dalle esplosioni varie da cui sono usciti sempre ovviamente quasi del tutto illesi, strappa un sorriso con le ultime gag cacciate dalla manica del regista e chiude il tutto con un lieto fine, che non implica né che la storia muore lì, né che non sia possibile un seguito, si spera magari un pochino più divertente.
Opinione finale con voto
Il film risulta leggermente meno comico del previsto, Wahlberg sembra un po’ più stanco e scarico rispetto ad altri film dallo stampo simile che ha interpretato, anche se comunque è abbastanza simpatico, il rapporto tra Mike e Roxanne è quasi sempre poco più che accennato, non è invadente ma si avverte la presenza ed è sempre più concreta.
Le poche sequenze action sono ben curate e si è fatto poco uso della CGI, anche se in un paio di occasioni è comunque brutta da vedere; tranne per un solo caso, in cui Mike viene catapultato da una moto in corsa direttamente dentro a bagagliaio di un’auto chiudendolo così ermeticamente da non essere in grado di aprirlo per buoni cinque minuti, non ci sono enormi assurdità e le coreografie degli inseguimenti sono altrettanto belli.
Il film non si prende troppo sul serio, né ambisce ad essere qualcosa di incredibilmente ricercato dal punto di vista della storia o della tecnica, riesce comunque molto bene ad intrattenere, ripeto, essendo molto meno stupido di tanti altri film del genere, che forse cercano troppo di essere qualcosa di più.
Voto: 6/10
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