Venom: The Last Dance – La Nostra Recensione in Anteprima! (2024)
Oggi esce “Venom: The Last Dance” al cinema qui in Italia, e noi di Nerd Al Quadrato l’abbiamo visto e siamo qui per dirvi la nostra!
La recensione di “Venom: The Last Dance” sarà strutturata in queste parti: recensione no-spoiler (per chi vuole un primo parere sul film, ma non l’ha ancora visto), recensione spoiler, analisi del finale e concludendo con l’opinione finale riassuntiva.
L’anteprima di “Venom: The Last Dance”
Ieri, mercoledì 23 ottobre, noi di NerdAlQuadrato siamo stati all’anteprima di “Venom: The Last Dance” a Roma. Terremmo a dedicare queste due righe a Sony Pictures Italia che ci ha concesso di poter accedere all’evento e il The Space Cinema Moderno per averci regalato numerosi gadget e l’esperienza audiovisiva migliore che potessimo desiderare.
Ma soprattutto, ringraziamo voi che ci avete fatto arrivare fino a qui.
Recensione No-Spoiler di “Venom: The Last Dance”
“Venom: The Last Dance“, come dice il titolo stesso del film, è l’ultimo ballo del Venom di Tom Hardy. È una danza sfrenata e divertente. Sarà difficile dire addio a questo personaggio, perché anche se i primi due capitoli erano delle catastrofi, sotto sotto, ci siamo tutti affezionati. Per fortuna, però, quest’ultimo ballo di Eddie Brock è un grandissimo passo in avanti rispetto all’interità dell’SSU.
Il film tecnicamente è anonimo, ma non ci si può aspettare nulla da un prodotto del genere, o almeno sotto quel punto di vista. Da una pellicola come “Venom: The Last Dance” non si hanno pretese, ed è anche quello il punto forte. In sala, personalmente, sono entrato senza alcuna aspettativa e mi sono divertito per un’oretta e mezza.
Non è neanche un film da prendere come un grande pilastro per ciò che verrà nel futuro dell’MCU o dell’SSU: certamente, avrà un certo impatto sotto uno specifico punto di vista, ma questo potrebbe essere realmente l’ultima danza di Venom come no. È una pellicola che lascia le porte aperte a un possibile ritorno del personaggio, senza però mettere hype inutilmente attorno a esso.
Rispetto a “Venom” e “Venom: La furia di Carnage“, questo “The Last Dance” è una boccata d’aria fresca. Le battute, per la prima volta nella trilogia, fanno veramente ridere. I personaggi, seppur dimenticabili, sono simpatici, specialmente quello di Rhys Ifans.
I personaggi sono, sì, simpatici, ma sempre se si ignora il fatto che i corrispondenti attori si siano dimenticati come si recita. Tom Hardy è stato Max Rockatansky, Bane, Bronson e poi nel film sembra costantemente a disagio, è monoespressivo. Il sopracitato Ifans è l’iconico Spike di “Notting Hill“, vederlo così fa quasi tristezza. Juno Temple da “Ted Lasso“, Chiwetel Eijofor da “12 anni schiavo“, Stephen Graham da “This Is England“, sono solo alcuni nomi di grandi attori che in “Venom: The Last Dance” risultano pessimi. Ma diciamo che si può chiudere un occhio.
Voto: 7/10
Recensione Spoiler di “Venom: The Last Dance”
Il film è un viaggio on-the-road che segue Eddie e Venom in fuga dall’esercito di Knull. È proprio con quest’ultimo che inizia il film, ancora prima dei titoli Marvel: ci troviamo su Klyntar; la voce fuori campo di Andy Serkis, interprete proprio del dio dei simbionti, ci rivela che, tanti anni orsono, lui era venerato da chiunque. Venne però rinchiuso in una prigione sullo stesso pianeta, dalla quale si può scappare solo tramite il Codex.
Il Codex, per l’appunto, è una sorta di chiave che viene a crearsi quando un umano viene riportato in vita dal suo simbionte. Proprio nel primo “Venom”, Eddie veniva trafitto da una lama per poi “resuscitare” grazie all’aiuto del simbionte. Infatti, Knull in questo film vuole evadere dalla sua prigionia e per farlo manda dei suoi scagnozzi, chiamati Xenophage, che riescono a rilevare il Codex anche a kilometri di distanza.
Le dinamiche che si creano nel film sono simpatiche, ed è merito della natura stessa di esso: essendo una pellicola on-the-road (ovvero la storia segue il viaggio di una o più persone), è ovvio che incontreranno delle sfide; per esempio, il Codex viene rilevato dagli Xenophage solo quando Venom è nella sua forma finale, perciò non può uscire allo scoperto. Questo darà vita ad alcune delle numerose situazioni in cui Eddie si troverà a dover affrontare dei nemici da solo, uccidendone addirittura uno con le sue mani.
L’utilizzo dei simbionti è molto curioso e porta a un combattimento finale degno di nota, in cui tutti i personaggi principali ne hanno uno a loro disposizione. Ogni design è diverso, ha il suo colore, e sono anche realizzati spaventosamente bene. Uno dei simbionti che appariva negli spot era quello di Patrick Mulligan, che la gente aveva preso come Toxin. Di conseguenza, visto il suo aspetto tendente al verde acqua, le critiche non si sono fatte attendere. Ebbene, Mulligan non è Toxin: è un simbionte senza nome, utile solo a fini narrativi.
Analisi del finale di “Venom: The Last Dance”
Dopo il lungo combattimento nella base militare, dalla durata di circa 15 minuti, Venom si accorge che stanno continuando ad arrivare Xenophage sulla Terra, e l’unico modo per fermarli è eliminare il Codex. Ma, ricordiamo, l’unico modo per farlo è quello di uccidere l’umano o il simbionte, quindi o Eddie o Venom. Quest’ultimo decide così di uscire allo scoperto per farsi attaccare dagli Xenophage, mentre Rex fa cadere dell’acido su di loro. Così, insieme ai mostri, muore anche Venom e così il Codex.
Nella scena finale, Eddie cammina da solo tra le vie di New York City, fermandosi davanti a “Lady Libertà”, come la chiamava Venom. Di sottofondo un montaggio con i momenti più memorabili della trilogia, sulle note di “Memories” dei Maroon 5.
Opinione finale con voto
“Venom: The Last Dance” è stata per noi una grande sorpresa: dopo due disastrosi capitoli, le speranze erano sottoterra. Questo terzo film è però una boccata d’aria fresca per il personaggio interpretato da Tom Hardy, con tempi comici più pungenti e raffinati e una narrazione semplice. È certamente lontano dall’essere un grande prodotto, ma sa di essere trash e ci si diverte proprio per questo.
Voto: 7/10
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