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ALAN MOORE ATTACCA LA NUOVA INDUSTRIA MODERNA DEL FUMETTO! (2023)

Negli ultimi giorni hanno fatto molto scalpore gli ultimi annunci del celebre fumettista Alan Moore, da molti ritenuto il migliore della storia, che, in un’intervista col quotidiano inglese The Telegraph, ha rivelato che donerà tutti i suoi diritti d’autore in beneficienza al movimento “Black Lives Matter“, molto attivo nella lotta al razzismo.

Moore, infatti, si è detto insoddisfatto degli adattamenti cinematografici realizzati sulle sue opere, poiché ritiene che “non abbiano mantenuto quelli che erano i principi originali”. Inoltre, il grande scrittore ha anche annunciato di star lavorando a un nuovo libro (non fumetto) fantasy per la casa editrice Bloomsbury, fornendo pure importanti critiche che fanno riflettere sulla realtà del mondo e industria del fumetto attuali. Infine, ha fornito aggiornamenti sul suo stato di salute e sulla sua vita.

Alan Moore
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Alan Moore, la “nuova” carriera e l’insoddisfazione per gli adattamenti

Parlando della sua “fresca” avventura in campo letterario con la Bloomsbury, Moore ha riferito che si sta divertendo e che la casa editrice rispetta le decisioni da lui prese, riferendosi chiaramente alla volontà di cedere tutte le royalties sulle storie da lui create in precedenza, prima di sbilanciarsi in un’importante paragone tra le due industrie:

Mi sto divertendo molto.

[La Bloomsbury] rispetta le mie decisioni e opinioni. E io posseggo il mio lavoro. Non sembra molto se siete abituati a una grande pubblicazione tradizionale, ma significa terribilmente tanto se siete abituati all’industria dei fumetti. Mi fa desiderare che fossi andato a scrivere storie di fantasia in prosa negli ultimi anni settanta.

Alan Moore

Successivamente, purtroppo, il 69enne ha dichiarato che formalmente si è ritirato dall’attività che tanto lo ha reso famoso, la stesura di fumetti, nonostante abbia accettato una nuova sfida relativa al mondo letterario, ovvero scrivere dei romanzi di fantasia.

L’uomo ha poi approfondito come avveniva la meticolosa e laboriosa produzione dei suoi fumetti, avendo da ridire persino sull’ “ingentilimento” dell’industria del fumetto, avvenuta dopo l’uscita del suo capolavoro “Watchmen“, che ha portato a un lento decadimento dell’industria fumettistica:

Penso di aver sempre avuto in modo equo un’immaginazione visiva decente e, quando lavoravo ai fumetti, le descrizioni visive andavano nelle lunghe note che scrivevo solo per l’artista.

L’ingentilimento dei fumetti avvenuto dopo Watchmen: quel vicinato è stato esternalizzato dalla ricerca dei suoi abitanti originali. Ora sono chiamate ‘graphic novels’, il che suona sofisticato e puoi far pagare molto di più per loro. Ciò che più mi attratto dei fumetti non c’è più, e questi innocenti e creativi e fantasiosi personaggi supereroi dagli anni Quaranta, Cinquanta, Sessanta sono stati riciclati per un pubblico moderno come se fossero un prodotto per adulti.

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Tuttavia, come ammesso dallo stesso Moore, la colpa è parzialmente anche sua, dati i moltissimi tentativi di implementare dei soggetti e argomenti più oscuri all’interno delle proprie storie. Allo stesso tempo va detto che egli non si aspettava che i suoi “esperimenti” dell’epoca venissero subito “assimilati” e “scopiazzati” in tutta l’industria:

Non volevo che i miei esperimenti coi fumetti fossero immediatamente presi come qualcosa che tutta l’industria dovesse fare. Quando stavo facendo cose come Watchmen, non stavo dicendo che i personaggi oscuri, psicopatici fossero davvero belli, ma quello sembra essere il messaggio che l’industria ha preso per i successivi vent’anni.

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L’autore britannico ha aggiunto in seguito che desidera tutt’ora di non essere mai entrato nell’ambiente lavorativo che lo ha consacrato nella storia, quello dei comics americani:

Oh, sì, lo desidero tutto il tempo

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Alla base delle sue opinioni, Alan ha dichiarato che ci sono dei forti valori morali che gli sono stati impartiti durante la sua crescita nell’area più povera del Northampton, “The Boroughs“, che – tra l’altro – l’hanno anche spinto a trattare di argomenti liberali nelle sue produzioni:

Sebbene fosse povero, c’era un senso di comunità stupefacente, nessuno avrebbe rubato a nessuno, perché nessuno aveva qualcosa. C’era un tipo di condivisione.

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Per questo, non sono mancate nemmeno le critiche di disapprovazione a Frank Miller, il grande rivale, per la presenza di ideologie abbastanza estremiste nei suoi racconti, come “Sin City” o “The Dark Knight Returns“:

Una visione piuttosto semi-fascista sin dai giorni di The Dark Knight [la versione di Batman di Miller]. È l’idea di un uomo, forse a cavallo, che può risolvere questo casino, è un po’ The Birth of Nation.

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Però, quasi beffardamente, un inno scritto dall’inglese per il suo fumetto “V for Vendetta” è diventato il canto ufficiale del forum di discussione per neonazisti “Stormfront“. Queste sono state le parole di Moore in merito alla questione:

La persona che l’ha postato ha detto: ‘dopo aver letto queste belle parole, non posso aiutare ma penso che lui dentro sia segretamente uno di noi’. Quindi, sì, apparentemente sono molto grande con i nazisti.

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Oltre al fraintendimento precedentemente menzionato, il fumettista si è espresso ancora con molto disappunto verso le rielaborazioni cinematografiche e/o televisive delle sue composizioni e ha rivelato di aver “richiesto alla DC Comics di inviare tutti i soldi da qualsiasi serie TV o film futuri a Black Lives Matter”. In passato, tale denaro veniva spartito tra gli scrittori e gli altri creativi che si occupavano di realizzare gli adattamenti, ma – colpevoli di non “averne capiti i principi” – la volontà di Alan è ora cambiata:

Non desidero più che vengano ancora divisi con loro. Non sento davvero che, coi recenti film, abbiano supportato ciò che io assumevo fossero i loro principi originali. Quindi, ho richiesto alla DC Comics di inviare tutti i soldi da qualsiasi serie TV o film futuri a Black Lives Matter.

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Così, il novelliere ha dimostrato nuovamente di non essere per nulla attaccato al capitale, come si può facilmente intuire dal modo in cui vive la vita che gli rimane ancora, ovvero in modo silenzioso e lontano dai riflettori nel Northampton:

Northampton è perfetta per me. La città è una disastrosa discarica, ma la sua essenza non è solo nelle sue circostanze attuali, è l’immensa storia che ha accumulato qui e che nutre nei [suoi] personaggi. L’energia delle persone qui è fantastica.

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Attualmente, lui e sua moglie, Melinda, vedono pochissime persone, fondamentalmente a causa di alcuni problemi di salute che entrambi nutrono e che li costringono a cercare di stare il più lontano possibile dal tanto odiato COVID-19. Pertanto, come dichiarato da lui, l’autore ha dovuto adattarsi a un mondo più “virtuale”:

Sono diventato abituato a un mondo più virtuale. E ho come dimenticato le apparizioni pubbliche, in parte perché sono un po’ vecchio e barcollante e, mentre invecchio, come puoi vedere divento più brutto, ma sono stato trovato anche a delle fiere del fumetto, ho parlato alle persone e loro mi guardavano come se stessero avendo una qualche sorta di esperienza religiosa piuttosto che una conversazione ordinaria.

Quindi mi sono ritirato in ciò che probabilmente pensavo fosse la vita di uno scrittore, dove ti siedi a casa e scrivi libri.

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Infine, Alan ha concluso la sua intervista esclusiva con il The Telegraph parlando dei nuovi libri fantasy su cui si trova al lavoro per la Bloomsbury:

In questi giorni il fantasy sembra essersi ridotto a qualche tipo di mondo di guerrieri e draghi e, per qualche ragione, nani di JRR Tolkien, George RR Martin. I libri fantasy che mi ispirano sono come la trilogia Gormenghast di Mervyn Peake.

Il fantasy non ha assolutamente restrizioni, quindi è un po’ noioso toccare costantemente le stesse note sul piano. Lasciamo avere fantastiche visioni che nessuno ha mai visto prima e molliamo persone dall’apice ristretto per un cambiamento.

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Chi è Alan Moore?

Come già detto nei paragrafi soprastanti, Alan Moore è sicuramente uno dei migliori scrittori di fumetti della storia, da molti ritenuto persino il più grande di tutti. Ma se non conosceste ancora la sua storia, eccola qua.

Alan il 18 novembre 1953 nei pressi della cittadina di Northampton da due operai, Ernest e Sylvia. Sin da piccolo si appassiona ai fumetti leggendo varie serie umoristiche inglesi, scoprendo poi il mondo supereroistico con nel 1961, l’età della cosiddetta Silver Age. Si iscrive, quindi, alla Northampton Grammar School, finendone espulso a 17 anni per aver spacciato LSD, vedendosi costretto a fare qualsiasi tipo di lavoro che gli si presenti davanti. Nel contempo comincia a collaborare con il Northampton Arts Lab e contribuisce alla pubblicazione di alcune riviste come “Embryo” e “Rovel“.

Nel 1974 si sposa poi con Phyllis Moore (da cui divorzierà nel 2007 per risposarsi con la sua collega Melinda Gebbie), da cui avrà anche le sue due uniche figlie, Leah (che seguirà le orme del padre) e Amber.

In seguito, con la nascita della primogenita, comincia a crearsi una carriera nel mondo del fumetto, riuscendo a ottenere incarichi presso alcuni quotidiani locali grazie alle sue striscie.

Nel 1982 conosce Dez Skinn, curatore editoriale di fumetti, che gli permette di fare il grande salto: Alan viene incaricato di realizzare la serie rilancio su Marvelman (prima Captain Marvel). La prima ha così tanto successo che l’autore ne realizza ben tre, prima di cedere il testimone a Neil Gaiman, soprattutto grazie alla sua visione più cupa e reale del personaggio.

Sempre in quell’anno cominciano la stampa di “V for Vendetta” (uno dei suoi più grandi capolavori), che durerà per ben tre anni, fino al 1985, e una collaborazione con Marvel UK, da cui nascerà il personaggio di Capitan Bretagna. Il 1982 e il 1983 corrispondono anche agli anni in cui vince i suoi primi riconoscimenti, due Eagle Awards per il miglior scrittore.

Lein Wein, creatore di Swamp Thing, si accorse presto del talento del ragazzo, decidendo quindi di proporgli una collaborazione per la scrittura di una nuova serie sul personaggio, determinando il passaggio di Moore alla DC Comics e l’abbandono della Marvel a causa di un trattamento scorretto.

Proprio in DC avviene la definitiva consacrazione dell’autore, che idea anche altre pubblicazioni come “Tales of the Green Lantern Corps“, “Vigilante” e due storie su Superman passate in sordina, “L’uomo che aveva tutto” e “Che cosa è successo all’uomo del domani?“. Successivamente proseguì la collaborazione con il signor Wein per la serie capolavoro “Watchmen“. L’opera riscosse un successo così grande da diventare il primo fumetto a vincere un premio letterario, il premio Hugo, e molti simboli contenuti in essa raggiunsero presto l’apice della popolarità, come il famoso smiley.

In seguito, realizzò altri grandi e piccoli progetti per la casa editrice americana, come il meraviglioso “Batman: The Killing Joke“, ma – in quel periodo – lo scrittore inglese decise che, dopo aver completato definitivamente “V for Vendetta“, avrebbe abbandonato la barca della DC Comics.

Dopo la separazione, tra la fine degli anni ottanta e gli anni novanta, Moore ebbe delle brevi parentesi lavorative per altre case, tra cui la Image Comics, dove lavorò ad alcune piccole serie su Spawn. Nel ’89 Steven Bissette propone allo scrittore di redigere qualcosa per la sua azienda, chiamata Taboo, da cui scaturirono opere come “From Hell” e “Lost Girls“. Nello stesso tempo, insieme a sua moglie Phyllis e alla sua amante Deborah Delano, fonda la casa editrice Mad Love, per la quale compose, prima del fallimento, alcune opere a scopo benefico per le associazioni che lottavano per i diritti delle persone omosessuali.

Come se non bastasse, sempre in quel periodo compone cinque tragedie teatrali e un romanzo, intitolato “La voce del fuoco“, che si pone di raccontare tutti i 6000 anni di storia della città Natale di Alan, cioè Northampton.

Poi, però, avvenne un riavvicinamento alla DC Comics (Wildstorm) grazie a tutte le libertà concessegli da Jim Lee, con la creazione del progetto America’s Best Comics (in cui Moore avrebbe dato vita al proprio universo fittizio). Ecco che così presero il via molte nuove serie, come “Tom Strong“, “Top 10” o ancora “La Lega degli Straordinari Gentleman“, che – ad oggi – rimane l’ultima opera fumettistica realizzata da Alan Moore prima del suo fatidico ritiro.

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E voi, cosa ne pensate di queste dichiarazioni di Alan Moore? Fatecelo sapere qui sotto con un commento!

Fonte: The Telegraph

Davide Citterio

Amante del cinema e dei fumetti, adoro follemente Richard Linklater, Hayao Miyazaki e la DC Comics. Nel tempo libero sono uno scrittore amatoriale e un aspirante sceneggiatore.

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