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ASSASSINIO A VENEZIA– LA NOSTRA RECENSIONE! (2023)

Il terzo capitolo che vede coinvolto il detective Poirot è appena sbarcato al cinema. E noi di Nerd Al Quadrato, non potevamo mancare con la nostra personale recensione.

Come si vedrà dalla nostra recensione, questo terzo capitolo ispirato ad un altra storia di Agatha Christie, Poirot e la strage degli innocenti, si presenta totalmente diverso dai primi due capitoli. Presentando una versione del film in chiave horror con caratteri soprannaturali. Il quale porta il giallo ad un altro livello rispetto i precedenti.

Chi segue già le nostre recensioni, saprà benissimo che la recensione di Assassinio a Venezia si dividerà in diverse categorie: la parte no-spoiler, la parte spoiler, quella dedicata ai personaggi e al cast, un ulteriore paragrafo dedicato all’aspetto tecnico del film e infine, la parte finale con voto.

Assassinio a Venezia

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Recensione No-Spoiler di Assassinio a Venezia

Questo capitolo diretto da Kenneth Branagh nonché protagonista del film, come riporta il titolo stesso, è ambientato a Venezia durante il secondo dopo guerra e riporta sul grande schermo il personaggio di Hercule Poirot. Egli, dopo aver perso tutta la sua fede in Dio e verso l’umanità, decide di trasferirsi a Venezia rifiutando così qualsiasi nuovo caso che gli venga proposto davanti alla sua porta ogni mattina.

Tutto ciò viene sorvegliato dalla sua guardia del corpo. Finché un giorno, Poirot viene chiamato da una sua vecchia amica (scrittrice di gialli) Ariadne Oliver, la quale lo inviterà ad una festa di Halloween al palazzo appartenente all’ex cantante lirica Rowena Drake. Ma è qui che tutto prenderà una piega diversa. Infatti, verrà assunta un’ex infermiera e nota medium, Joyce Reynolds che non farà altro che aiutare Rowena a mettersi in contatto con sua figlia Alicia tramite una seduta spiritica essendo morta all’interno del palazzo.

Ma nonostante questa trama totalmente diversa rispetto all’ultimo film, assassinio sul Nilo, credo sia doveroso fare i complimenti a Kenneth Branagh. Il quale è riuscito a riscrivere il Poirot della Christie. Portando un detective con un stile in chiave thriller con qualche sfumatura di horror a dir poco perfetto, uno di quelli che in realtà non tanto ti aspetti. Vedendo l’abitudine che ogni spettatore si porta dietro dai film precedenti, questo, credo potrebbe superare ogni aspettativa.

Uno stile nuovo e coinciso che tutto sommato ci sta, cercando di portare la differenza dalla serie ormai nota, Knives Out. Ecco perché in così poco tempo, Branagh riesce a puntare tutto sul genere horror, su una narrazione a tratti paranormale e con delle atmosfere dark. Questa personalmente penso che si trasformi in una sfida sia per noi spettatori, che per Poirot stesso. Portando quindi a comprendere non soltanto il passato di quel luogo ma anche se tutta la storia del paranormale presente in quella casa effettivamente sia vera o meno.

Sicuramente, porta una nota differenza che però da chi ama questo genere misto al giallo, può apprezzare senza alcun dubbio.

Voto: 8/10

Recensione Spoiler

Chiaramente, ciò che ho apprezzato molto di più all’interno del film oltre questa presenza molto più dark di Poirot, è stata la libera scelta che Branagh ha avuto in merito alla trama e alla location. Essendo che almeno per questa volta, non ha dovuto rispettare nessun tema al contrario di come accade in Assassinio sull’orient express e Assassinio sul Nilo. Proprio per questo, la scelta geniale di optare per uno dei romanzi meno conosciuti, non è da meno.

Ambientando così il tutto in una nuova location e rendere la trama molto più intrigante. Ed è qui che ho amato questa versione dell’intreccio, il quale non presenta la solita trama bensì riesce a spaziare tra vari generi.

Un altro punto interessante che ho apprezzato all’interno del film (e che, come in precedenza, riesce a distaccarsi dai primi due) è la grande presenza riguardo alle storie di ogni singolo personaggio.

Infatti, qualsiasi personaggio all’interno della pellicola, trova il momento adatto per poter raccontare la propria storia. Storie che non fanno altro che arricchire la trama e le tematiche che il film cerca di affrontare, tra paternità difficili, storie di guerra, orfani, soldati e morte. Beh, storia che se molti di voi ricordano, abbiamo già affrontato in precedenza. Ovvero, le Storie piene di sofferenze appartenente a gente che non possono essere che obbligate a combattere con i propri demoni cercando di nascondere le loro mancanze. Mi sento di dire che questo è nettamente uno dei pochi caratteri che distinguono Branagh. Ma è un po’ ciò che il personaggio di Poirot tende a fare. Essere una sorta di eroe per chiunque.

Ecco quindi, l’interessante intreccio che si crea. Ma è qui che Assassinio a Venezia ambientato nel secondo dopo guerra, sembra essere nettamente un passo avanti. Presentando per esempio in maniera accurata, la storia complessa tra Rowena e Alicia.

Una storia madre/figlia capace di portare aspetti molto inquietanti al suo interno. Eppure, ritornando al discorso principale, questa idea di un Poirot che si ritrova alle prese, per la prima volta in vita sua, con qualcosa di inspiegabile che lo costringe a dubitare delle sue stesse convinzioni, sulla vita e sulla morte, è molto interessante ed è sicuramente da apprezzare la volontà di Kenneth Branagh di sperimentare cose nuove, come è da apprezzare, la sua performance attoriale quando si cala nei panni di Hercule Poirot. Peccato soltanto che a livello di messa in scena, troppo spesso, risulta ripetitivo nelle situazioni soprannaturali.

Ciò che invece non è variato, rispetto ai precedenti prodotti del 2017 e del 2022, è lo schema del film. Poirot infatti anche qui, conduce la sua vita, si ritrova invischiato in un delitto, interroga i sospettati per tutto il corso della pellicola per poi formulare le sue conclusioni davanti a tutti portando ad eclatanti colpi di scena.

Proprio per questo, la sua visione logica e razionale, viene messa in dubbio. con una semplice domanda, e se esistesse davvero un’anima? Qualcosa che va oltre la morte, quella che Hercule Poirot ha visto così tante volte da vicino. Lui che più di qualunque sensitivo ha fatto da tramite fra defunti e vivi. Un messaggero capace di dar voce e fare giustizia a chi non c’è più. (ritorniamo al discorso di prima) Ma che ha anche perso la fede. Troppa oscurità nel mondo per poter credere nell’esistenza di un Dio o in una vita oltre la morte. Solo un caso sovrannaturale e terrificante come quello veneziano è capace di farlo riflettere sulla realtà

Infatti, tra le tante tematiche presenti nel film, una per definire questo terzo capitolo, è senza dubbio la fede. Che si presenta come nucleo tematico di questo nuovo capitolo. Quello concettualmente più interessante rispetto i primi due, da trattare per una figura enigmatica come quella del detective. Purtroppo però il film non si spinge abbastanza oltre e vediamo solo la punta dell’iceberg di questa sua caratteristica. Oltre a vedere un Poirot stanco e molto ansioso del suo lavoro

Qui vorrei aprire una piccolissima parentesi. Il film ci fa notare questo cambiamento di Hercule Poirot. Che va da uno stato ansioso ad uno che dopo gli eventi del film, non vede l’ora di rimettersi in gioco alla ricerca di nuovi casi.

Dopo questa analisi breve mi sento però di far passare come protagonista, l’intenzione. Quella ovvero di provare a portare tematiche del tutto nuove all’interno del film dopo il flop che ha avuto il secondo capitolo dedicato al detective. Portando poi alla fine ad avere un film giallo con qualche scia di horror mista al thriller.

Detto questo, sembra che tutto il gioco in sé funzioni. Tutto si presenta come un vero e proprio delitto a tutti gli effetti. Quindi sì, si tratta di un giallo nettamente diverso dai primi due in grado di trasmettere magari quel piccolo brivido horror in grado di rendere la scena poco spaventosa. Interessante vedere come questa nuova proposta di Branagh, l’horror misto ad un riuscitissimo thriller, riesca benissimo almeno, sotto l’aspetto stilistico del film, insieme a delle bellissime atmosfere cupe e classiche da casa infestata.

Intanto, nonostante questo nuovo stile in chiave horror, non bisogna dimenticare che si tratta pur sempre di un giallo e anche se non lo sembra, il delitto che si risolve con molta facilità e banalità porta a classificarlo ancora come tale. Essendo che spesso, tende ad abbassare l’interesse dello spettatore quando sembra che la situazione si stia per fare interessante. Per citare una scena, quella dell’analisi al caso.

Forse perché in questa risoluzione dei problemi, sia presente un tempismo più alto rispetto al solito e che personalmente, credo tenda a rovinare molto di più quel poco di giallo presente nel film. Anche se bisogna affermare che qualche forzatura durante il film, non manca. Tuttavia, la gestione nei rapporti fra i personaggi nonostante le loro storie, non è stata molto curata. Portando una versione dei dialoghi quasi fortemente voluta però anche qui, sono presenti delle caratteristiche davvero inquietanti.

In effetti, del film se ne potrebbe parlare parecchio visto che le sviste narrative, sono tante e possono lasciarci qualche dubbio comunque. Ma nel complesso, resta un terzo capitolo interessante. Uno di quelli che riesce senza dubbio ad andare avanti sia nel genere horror che in quello thriller, e come primissima volta possiamo dire a gran voce che Kenneth Branagh, ci è riuscito alla grande.

Assassinio a Venezia

Personaggi e Cast

Per quanto riguarda il cast, sicuramente, Kenneth Branagh (Il quale ha reso ancora una volta Poirot un gran personaggio) non è circondato da super nomi. Eppure i presenti, risultano essere uniti tra loro, nonostante la presenza di piccoli errori. Una di cui non si può non parlare, è lei, l’attrice premio oscar di Everything Everywhere All At Once, la talentuosissima Michelle Yeoh accompagnata da Kelly Reilly, Tina Fay, Camille Cottin e a gran sorpresa, l’italiano Riccardo Scamarcio. Oltre all’importante presenza di attori come Jude Hill e Jamie Dornan i quali ancora una volta, tornano ad interpretare dei personaggi con un bellissimo approfondimento sentimentale/psicologico all’interno del film.

Aspetto tecnico

Qui ci sarebbe qualcosa da dire riguardo alcune delle nette differenze rispetto alle prime pellicole. Infatti, bisogna riconoscere che gli aspetti tecnici all’interno di questo film, sono quelli che probabilmente colpiscono di più lo spettatore. Solamente la presenza di un genere prettamente diverso dal solito giallo, riporta sul grande schermo un ambiente più dark, più “spaventoso” e che sembra abbia in qualche modo incuriosito lo spettatore ad assistere a qualcosa di differente. Ecco perché la regia di Branagh si presenta molto più complessa, più ricca in un certo senso.

Un punto in meno credo vada alla scenografia quanto alla fotografia poiché sembra vogliano puntare soltanto all’apparenza invece di far risaltare i punti chiave della pellicola Eppure, Assassinio a Venezia, sembra essere molti passi avanti rispetto al recente Assassinio sul Nilo del 2022. Un esempio pratico che sento di riportare, è la scarsa presenza di CGI all’interno della pellicola e quindi cercare di curare e di dare un estetica migliore al film in generale, ci sono riusciti.

Assassinio a Venezia

Opinione finale con voto

Giunti alla conclusione, non si può dire non affermare che Assassinio a Venezia, sia di gran lunga uno dei migliori film che vede coinvolto il nostro detective preferito, Hercule Poirot.

Per molti, questa scelta di inserire un genere diverso all’interno del film, ovvero Horror, è una ventata d’aria fresca. Intanto, non per tutti è così. Infatti, rischia di trasformarsi in una nota dolente perché il genere in questione, potrebbe non andare giù a chi non piace proprio l’horrorthriller e magari si aspetta di vedere un giallo ai pari dei precedenti. Inoltre, non bisogna dimenticare lo sforzo che un regista fa allontanandosi dal testo originale, di reinventare un po’ la narrazione aggiungendo qualche elemento inaspettato. Almeno, un gran passo avanti rispetto ad Assassinio sul Nilo è stato fatto.

È stato un cambio di narrativa geniale e che abbiamo apprezzato come innovazione all’interno dei vari capitoli. Tuttavia, come detto in precedenza, non tutti potrebbero essere pronti ad apprezzare un genere diverso dal solito. Per adesso, rimane uno dei film più belli della trilogia, con una trama ricca, intreccio complesso e intrattenimento puro nonostante il genere sia leggermente diverso. Non ci resta che aspettare la prossima avventura del Detective.

Voto: 8/10

Assassinio a Venezia

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