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RAPITO – LA NOSTRA RECENSIONE! (2023)

Presentato in anteprima alla 76esima edizione del Festival di Cannes. Rapito è il nuovo film del acclamato regista Marco Bellocchio (Il Traditore, Esterno Notte) che narra la storia vera del rapimento di Edgardo Mortara nel 1858. Le ossessioni del regista si sposano perfettamente con la storia che racconta, Un horror in cui il mostro è la Chiesa cattolica. Noi di NerdAlQuadrato vi spieghiamo il motivo per cui Rapito è un titolo da recuperare senza se e senza ma!

Chi ci segue sa già che la recensione di “Rapito” sarà divisa in diverse categorie: la parte no-spoiler, la parte dedicata ai personaggi e al cast, un ulteriore paragrafo dedicato all’aspetto tecnico e infine l’opinione finale con voto.

Rapito

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Recensione No-Spoiler

Nel 1858, a Bologna, il piccolo Edgardo Mortara viene strappato alla sua famiglia ebrea dalla chiesa, la quale scopre che una domestica lo aveva battezzato in segreto, per paura che morisse senza salvezza. Un atto di violenza, che avviene poco prima delle guerre di indipendenza che portarono alla nascita dell’Italia e della caduta del potere temporale della chiesa con la breccia di Porta Pia. Bellocchio coglie questa occasione storica per riflettere sull’Italia e la sua storia in tutta la loro complessità, attraverso le vicende di questo film.

Attraverso la splendida fotografia di Francesco Di Giacomo (che aveva già lavorato con Bellocchio in Esterno notte), Rapito si apre, e resta,come un film horror, un horror psicologico, gotico. L’orrore del film, sta senza giri di parole, nella spietata determinazione della Chiesa (di Papa Pio IX in particolare, interpretato da uno grandioso Paolo Pierobon) nel fare del caso Mortara un caso unico, di non cedere di fronte a nessuna pressione, nella consapevolezza, però, della fine di un’era e di un potere, e nell’attuare un vero e proprio lavaggio del cervello nel piccolo Edgardo e di tanti altri bambini.

L’altro orrore del film è il dolore inesprimibile di due genitori (Fausto Russo Alesi e Barbara Ronchi) che assistono impotenti al rapimento di un figlio, portato via e costretto a seguire una religione che non gli appartiene.

In Rapito, Bellocchio affronta ancora una volta i suoi temi, che lo hanno contraddistinto nel cinema italiano, la politica e la religione, in una nuova chiave, sottolineando con lucidità e crudeltà le loro contraddizioni, accompagnti da una regia a dir poco perfetta: dalla sceneggiatura che sa bilanciare una visione acuta e consapevole dei grandi problemi e una cura toccante dei particolari della vita quotidiana dei personaggi, a una forma potente e coinvolgente, passando per una capacità di dirigere gli attori e far esprimere a ciascuno il meglio che ha dell’incredibile.

Ne viene fuori un film che è insieme cinema, storia, e analisi delle dinamiche e delle perversioni del potere e dell’ideologia, che lascia un’impronta netta, profonda e duratura. Rapito non è storicamente accurato, ma questo non è un malus, anzi, la visione che da Bellocchio è quella di un rapito appunto, che non sa cosa lo aspetta, che vive in un mondo di contraddizioni e di violenze, che cerca la sua identità tra due fedi e due culture.

Un film che non vuole essere una lezione di storia, ma una riflessione sul presente, sulle radici del conflitto tra religione e politica, tra potere e libertà, tra individuo e collettività. Un nuovo capolavoro da parte di uno registi più importanti nel cinema italiano odierno.

Voto: 9.5/10

Rapito

Personaggi e Cast

Uno dei punti di forza di Rapito, è sicuramente il cast, che offre delle interpretazioni intense e memorabili. A partire dal piccolo Enea Sala, che presta il suo volto innocente e smarrito al protagonista bambino, vittima di un’ingiustizia storica. Fausto Russo Alesi e Barbara Ronchi sono i suoi genitori disperati in una prova di grande umanità e coraggio.

Leonardo Maltese è Edgardo adulto, diventato sacerdote dopo una lunga educazione cattolica, in un ruolo complesso e ambiguo. Paolo Pierobon è Papa Pio IX, il responsabile del rapimento, che mostra una faccia crudele e autoritaria, una grande interpetazione che riceverà i giusti meriti alla prossima edizione dei David di Donatello.

Filippo Timi è il cardinale Giacomo Antonelli, il braccio destro del Papa, che cerca di gestire la situazione con pragmatismo e diplomazia. Fabrizio Gifuni è l’inquisitore Pier Gaetano Feletti, che ordina il rapimento e lo giustifica con la legge ecclesiastica. Tutti gli attori sono perfettamente calati nei loro personaggi, dando vita a un affresco storico e drammatico di grande impatto emotivo e visivo.

Rapito

Aspetto tecnico

Rapito è un film che colpisce non solo per la sua storia, ma anche per la sua forma, che dimostra la maestria di Marco Bellocchio e del suo team. La fotografia di Francesco Di Giacomo crea delle immagini suggestive e contrastanti, che sottolineano il clima di tensione e di oppressione che si respira nella Roma del 1800, ma anche la luce e la speranza che animano i personaggi. Il montaggio di Francesca Calvelli e Stefano Mariotti è fluido, alternando scene drammatiche a momenti più profondi, senza perdere mai il filo della narrazione.

Gli effetti speciali di Rodolfo Migliari sono l’unica pecca del film… ma si vedono in pochissime scene quindi meglio così. Le musiche di Fabio Massimo Capogrosso accompagnano la vicenda, con una colonna sonora che spazia dal sacro al profano, dal corale al solista. La scenografia di Andrea Castorina e i costumi di Sergio Ballo e Daria Calvelli ricostruiscono con cura e fedeltà l’epoca storica, creando degli ambienti credibili che trasmettono il senso del potere e della religione.

Rapito

Opinione finale con voto

Marco Bellocchio conferma la sua grandezza con Rapito, un film potente che si distingue nel panorama del cinema italiano, spesso appiattito da remake di film francesi e su logiche di nepotismo. Rapito è il capolavoro di Bellocchio che trasforma un fatto storico in un horror, in cui il “diavolo” è Papa Pio IX. Bellocchio dimostra di saper crescere e rinnovarsi in ogni film (o serie) che realizza, sia nella regia che nella sceneggiatura.

Il film ha riscosso un grande successo al botteghino nazionale ed è giusto che un autore come Bellocchio venga riconosciuto e apprezzato. Rapito è un film che merita di essere visto, non solo per la sua storia vera e drammatica, ma anche per la sua forma artistica e tecnica.

Il film riesce a coinvolgere lo spettatore in una vicenda che parla di potere, religione, identità e libertà, senza mai scadere nel didascalico o nel rigido. Rapito è un film che fa riflettere e commuovere, che racconta una pagina di storia italiana e universale, che lascia un segno nel cuore e nella mente.

Voto: 9.5/10

Rapito | Da sinistra a destra Leonardo Maltese, Paolo Pierobon, Enea Sala e Marco Bellocchio

Cosa ne pensate? Vedrete Rapito?

Cliff

Amante della settima arte, cinefilo in tutto e per tutto ma sempre disposto a conoscere cose nuove. Amo particolarmente il cinema di James Gray e ascolto Taylor Swift, i cinecomic Marvel sono la mia kryptonite 👀

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