Kung Fu Panda 4 – La nostra recensione del nuovo film con Jack Black!
Dopo il grande successo riscosso in tutto il mondo dalla trilogia, arriva anche in Italia “Kung Fu Panda 4“, il nuovo capitolo dedicato al panda più forte e amato da tutti, Po, doppiato dal mitico Jack Black (in lingua originale). Il film della DreamWorks approderà ufficialmente nei cinema dal 21 marzo; tuttavia, domenica 17 si è tenuta l’anteprima nazionale, a cui tutta la popolazione poteva avere la fortuna di partecipare. Alla regia troviamo Mike Mitchell, mentre Glenn Berger e Jonathan Aibel hanno fatto il loro ritorno alla sceneggiatura, con l’aggiunta di Darren Lemke.
La recensione dell’ultima leggendaria storia del guerriero dragone sarà così strutturata: recensione no-spoiler (per chi vuole un primo parere sul film, ma non l’ha ancora visto) e recensione spoiler, concludendo con l’opinione finale riassuntiva.
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Recensione No-Spoiler
“Kung Fu Panda 4“ riparte non molto tempo dopo la conclusione del terzo, mostrando Po che deve confrontarsi con le responsabilità della sua nuova veste, quella di guida spirituale della Valle della Pace, e scegliere un degno successore per il ruolo di guerriero dragone. Più facile a dirsi che a farsi. Per sua fortuna, la ricerca – sia interiore sia esteriore – può attendere, un’incombenza più grande ha la precedenza: la Camaleonte, una potente maga mutaforma, progetta in segreto (ma non troppo) piani di conquista per la Valle della Pace.
Essendo i cinque cicloni indisponibili, Po è l’unico in grado di occuparsi della questione; per farlo, però, gli sarà necessario l’aiuto di Zhen, una piccola e “adorabile” volpe, nativa di Juniper City, la metropoli dove domina la villain del film, in altre parole il luogo in cui necessita di recarsi il nostro eroe. Dal loro incontro, ha inizio una lunga serie di peripezie, la quale andrà a comporre una vera e propria avventura e un percorso di crescita e miglioramento personale.
Trattandosi di un film adatto a tutte le età, le vicende di “Kung Fu Panda 4“ sono condite da numero sostanzioso di dialoghi e siparietti comici, che, purtroppo, personalmente non mi hanno fatto né caldo né freddo, arrivando a farmi ridere una sola volta in 94 minuti. Proprio la sceneggiatura di Mitchell, Berger e Aibel è, in effetti, il vero problema di “Kung Fu Panda 4”, andando a rovinare quello che, visivamente, è un film gradevole, con una buona regia, un’animazione di livello e delle ottime coreografie. Ciò evidenzia ancor di più come un quarto capitolo fosse alquanto inutile, specialmente se la storia viene forzata e narrata in questo modo.
Voto: 5/10
Recensione Spoiler di “Kung Fu Panda 4”
Se “Kung Fu Panda 4″ visivamente si mantiene sullo stesso livello dei tre precedenti, dal punto di vista della sceneggiatura compie un paio di passi indietro. Un bel po’ di passi indietro. Siamo molto lontani dall’originalità e dalle riflessioni dei primi due film, e anche dalla comicità dell’ormai penultimo lungometraggio della quadrilogia. Sfortunatamente, quindi, i problemi non si fermano a un’umorismo scadente e basico (e a tratti delirante, come nella scena dell’inaugurazione della nuova taverna dei papà, dove Po “taglia” il nastro con il bastone della saggezza datogli da Oogway), ma si estendono anche nei dialoghi, che ho trovato quasi forzati e innaturali nella prima parte del film.
Un’altra critica che si potrebbe fare è la gestione iniziale del personaggio di Zhen, che, quasi un momento dopo essere uscita dalla cella, cambia il suo carattere per aprirsi e collaborare con Po, rendendo abbastanza palese quello che dovrebbe essere il colpo di scena del film: il doppio gioco della volpe.
In generale, però, i personaggi al di fuori del trio Po, Zhen, Camaleonte sono delle macchiette, a cui è riservato poco spazio. Al viaggio intrapreso da Li e Ping viene dedicato un minutaggio quasi irrisorio per l’importanza che ha sull’intreccio e sulla crescita dei due padri. Inoltre, avrei preferito un approfondimento leggermente maggiore sulla parte criminale di Juniper City e su come influenza la città e gli abitanti, o quantomeno sulla “famiglia” di criminali che ne popola la parte sottostante.
Infine, arriviamo all’ultimo problemino, relativo alla villain, la Camaleonte. Personalmente, non ho mai percepito la sua pericolosità nella totalità complessiva dei 94 minuti; anzi, ho sempre pensato che Po sarebbe riuscito a sconfiggerla relativamente facilmente (che, in effetti, è ciò che è accaduto). Tai Lung, Shen e Kai sono stati di gran lunga superiori come nemesi, dando decisamente più grattacapi al nostro amato panda, nonostante la Camaleonte avesse assorbito tutta loro abilità nel kung fu. Anche la colonna sonora del maestro Zimmer l’ho trovata piuttosto anonima, uguale a moltissime altre, seppur faccia la sua parte in alcune sequenze epiche.
Come già detto, l’animazione e la dinamicità della regia rendono comunque gradevole, almeno per gli occhi, la visione del lungometraggio.
Opinione finale con voto
In conclusione, “Kung Fu Panda 4“ è un film di cui non c’era assolutamente bisogno e la visione stessa lo conferma: la storia è scarna, quasi forzata. Da raccontare non c’è più nulla, la DreamWorks sta spremendo il più possibile un universo da cui ha già ottenuto tanto, tantissimo e che forse dovrebbe mettere da parte per concentrarsi sulla realizzazione di storie più nuove. A maggior ragione se il potenziale rimasto viene sprecato con un umorismo elementare, dei dialoghi scadenti e una fretta immane di giungere alla conclusione.
Voto: 5/10
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