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AHSOKA – ECCO LA NOSTRA RECENSIONE DELLA SESTA PUNTATA! (2023)

Ecco la nostra recensione della sesta puntata di “Ahsoka”!

Serie che era molto attesa sia dai fan dei prodotti animati, quali “Star Wars: The Clone Wars” e “Star Wars: Rebels“, sia dai fan dei prodotti live action, come per esempio “The Mandalorian“, dove Ahsoka ha fatto il suo debutto nella sua forma live-actionQuesta serie è stata rinominata Star Wars: Rebels 5“, ma la vera domanda è: sarà davvero una quinta stagione per “Rebels”? Le premesse sembrano confermare il tutto, ma solo il tempo ce lo dirà.

La scorsa puntata di Ahsoka è stata senza dubbio fonte di delirio su tutti i social media, delirio più che giustificato.

Chi ci segue sa già che la recensione sarà divisa in diverse categorie: la parte no-spoilerla parte spoiler, con tanto di analisi della puntata, e infine l’opinione finale con voto.

Ahsoka
Ahsoka

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Recensione No-Spoiler

Il 20 Settembre è stata rilasciata la 6 puntata della prima stagione di Ahsoka ,alla scrittura come sempre troviamo Dave Filoni mentre alla regia troviamo Jennifer Getzinger famosa per aver diretto Westworld. Questo episodio di Ahsoka ha una durata complessiva di 48 minuti inclusi i crediti. Questo episodio non ha nulla da invidiare al precedente e anzi ha un cambio di tono netto che lo rende unico ed emozionante.

Voto: 10/10

Recensione Spoiler

L’episodio si apre con Ahsoka e Huyang a bordo del T-6 dentro un Purgil Ultra, l’effetto provocato dal viaggio iperspaziale presente alcuni dettagli colorati (come già visto in Star Wars: Rebels 1×9), questo dettaglio va a sottolineare la distanza maggiore del salto commesso, a sostegno di questa ipotesi vi è anche il ritorno dell’effetto nella sequenza con l’occhio di Sion, un ulteriore dettaglio lo troviamo sulla superficie cutanea del Purgill dove possiamo vedere un alone verde riconducibile al Gas Clouzon-36, gas utilizzato proprio per alimentare il motore ad iperguida.

La scena si sposta dentro l’abitacolo del T-6 in cui, Huyang, in maniera scherzosa dice di averle fatte proprio tutte adesso che viaggia nell’iperspazio in un Purgill, Ahsoka così cita le storie su questi viaggi iperspaziali che venivano raccontate al tempio. Huyang afferma di averle ancora nella sua banca dati e chiede se vuole sentire la uno la due o la tre (riferimento al numero di trilogie di Star Wars), così Ahsoka dice di non volerle ascoltare per adesso ma che comunque la migliore resta la prima (così Filoni si espone sulla eterna diatriba su quale sia la migliore trilogia, ovviamente tramite la bocca di Ahsoka e in maniera scherzosa).

Andando avanti sentiremo che l’incipit della storia sarà il classico “tanto tempo fà in una galassia lontana lontana“, questo è il primo caso che un personaggio all’interno dell’universo pronuncia l’iconica frase di apertura di ogni prodotto di Star Wars e ovviamente ha fatto emozionare tutti i fan.

Andando avanti con il discorso Ahsoka dice a Huyang che c’è qualcosa che ha omesso di dire a Hera, ovvero che grazie alla psicometria ha scoperto che Sabine è andata con il nemico in maniera spontanea. Ahsoka rimarca quindi quello che per lei sarebbe stata la scelta più giusta ovvero distruggere la mappa e impedire il ritorno di Thrawn ,a quel punto Huyang con la sua saggezza millenaria dice ad Ahsoka che magari la scelta fatta da Sabine era l’unica scelta che poteva fare, ma come ci insegna da sempre Star Wars è questione di punti di vista.

Veniamo poi catapultati a bordo dell’occhio di Sion dove vediamo Sabine ancora rinchiusa che ricorda a Baylan Skoll, andato a vedere le condizioni della prigioniera, che essi hanno un accordo. Una volta che Baylan torna sul ponte uno dei droidi di navigazione informa dell’imminente uscita dall’iperspazio essendo ormai la destinazione raggiunta, così gli antagonisti arrivano finalmente a Peridea.

Morgan Elsbeth svela che il pianeta era un mondo antico appartenente ai Dathomiri, così facendo risponde anche alla domanda posta nel secondo episodio in cui viene citato un antico popolo, noi conosciamo bene i Dathomiri con il nome più noto di Dathomiriani visti in diverse opere animate e cartacee, Morgan ci rivela anche che le sorelle della notte furono le prime a cavalcare i Purgill.

Per finire il discorso essa rivelerà che Peridea non è altro che la tappa finale delle balene, infatti quello non era altro che il luogo in cui i Purgill andavano a morire, facendo vedere gli ammassi di ossa nell’atmosfera del pianeta (scena che cita direttamente il Re Leone con il suo iconico cimitero degli Elefanti), questo elemento è anche una spiegazione indiretta sul perché Ezra e il Grande Ammiraglio Thrawn non abbiano potuto usare le balene per tornare indietro, essendo quel luogo la tappa finale dei Purgill.

L’occhio di Sion viene contattato e finalmente Morgan e gli altri con una scialuppa scendono sul pianeta. Durante il viaggio in esso possiamo notare numerose statue simili a quelle viste in Star Wars: Jedi Fallen Order proprio su Dathomir. La nave atterra su un tempio dove si trovano tre Sorelle della Notte le quali si rivolgono a Morgan definendola figlia di Dathomir (citando il famosissimo fumetto Darth Maul: Figlio di Dathomir).

Esse tuttavia non sono semplici Sorelle della Notte ma bensì Grandi Madri cosa intuibile anche dal loro abbigliamento uguale a quello della famosa Madre Talzin, i loro nomi sono Klothow, Aktrpoaw e Lakesis. Esse compongono anche un riferimento alle Parche, ovvero le Moire nella mitologia Greca. L’ambientazione generale è perfetta e a contribuire a questa perfezione vi è la voce modulate di ogni Grande Madre.

Esse utilizzano delle sfere per catalizzare la loro Magick (nome canonico della magia delle sorelle della notte), queste sfere emettono dei fili rossi e tramite esse ammanettano Sabine e con l’ausilio della loro magia leggono la sua mente scoprono che essa è collegata ai Jedi.

Il luogo viene abbandonato da tutti e li rimangono solo Shin e Baylan, quest’ultimo racconta alla sua apprendista che essi si trovano in una terra di storie leggendarie, continua il discorso parlando del suo passato e di come ha visto i Jedi bruciare (riferendosi ovviamente all’ordine 66), e di come ha visto l’Impero ascendere. Ci rivela anche il suo vero obiettivo, ovvero fermare questa catena di cadute e ascensioni di ordini e imperi, esso infatti intende raggiungere la fonte di un potere non meglio definito ma che sarebbe in grado di spezzare tale reazione a catena in corso da migliaia di anni.

Sabine essendo stata portata in prigione prova ad utilizzare la Forza per liberarsi, ovviamente anche in questo caso essa risulta bloccata, ma ancor prima di poter ritentare nel cielo di Peridea appare lo Star Destroyer Chimaera (nave base del Grande Ammiraglio), essa risulterà rattoppata in maniera molto provvisoria a seguito degli eventi visti nel finale di Star Wars: Rebels. La nave accompagnata dalla colonna sonora di Thrawn attracca al tempio delle Sorelle della Notte.

Nell’hangar della nave possiamo subito notare dei Caccia Tie e delle cannoniere di sfondo, ma la cosa che salta subito all’occhio è il plotone di Thrawn (chiamati Night Troopers) in posizione di parata, capeggiati dal comandante e guardia del corpo chiamato Enoch. Le armature di questi soldati sono ovviamente danneggiate con dei rattoppi fatti da nastri rossi e filamenti dorati (riferimento alla cultura Giapponese del Kintsugi), la tecnica di riparazione è la stessa praticata su Exegol dagli schiavi dell’Imperatore sull’elmo di Kylo Ren.

Ahsoka

In questa scena fa il suo debutto live action il Grande Ammiraglio Thrawn interpretato dal suo doppiatore in” Rebels”, Lars Mikkelsen. Il personaggio è stato reso molto bene e il suo doppiaggio è opera di Mario Cordova. Esso comincia a parlare e per prima cosa si complimenta con Morgan e annuncia conseguenze contro chi si opporrà al suo ritorno.

Scopriamo poi che Thrawn in questi anni ha stretto un’alleanza con le Sorelle della Notte, esso infatti si riferisce ad un carico il quale verrà rivelato essere delle Tombe. Infatti Thrawn si sta servendo e si servirà in futuro della Magia della resurrezione delle Sorelle della Notte chiamata Canto della Resurrezione, è molto probabile che il suo esercito visto nel Hangar sia composto da morti viventi, e questo andrebbe a giustificare anche la non necessità di risorse alimentari eccessive.

Thrawn poi viene a conoscenza del prigioniero portato da Baylan Skoll, esso verrà chiamato Generale Baylan Skoll facendo ovviamente riferimento al ruolo militare che avevano i Cavalieri Jedi nel Grande Esercito della Repubblica. Baylan risponde di essersi allontanato dall’ordine e a quel punto Thrawn risponde di non essere l’unico facendo ovviamente riferimento ad Anakin Skywalker, infatti Thrawn nel romanzo “Thrawn: Alleanze” era riuscito ad intuire che sotto la maschera di Lord Vader vi era il giovane Jedi, Anakin Skywalker.

Thrawn così una volta venuto a conoscenza dell’identità del prigioniero vorrà parlare con esso, e così Sabine e Thrawn si ritroveranno dopo molto tempo faccia a faccia, Thrawn è incline ad aiutare Sabine con la ricerca di Ezra siccome essa seppur indirettamente aveva aiutato la sua causa, interessante è il discorso intrapreso da Thrawn su come la ricerca di un amico perduto possa rimodellare la galassia.

Thrawn fornisce tutti i mezzi necessari per la ricerca dando addirittura l’ultima posizione nota di Ezra, ma il Grande Ammiraglio la mette anche in guardia dicendo che probabilmente esso è morto da tempo, e dicendo di aver messo in pericolo la sua galassia per un flebile speranza, la risposta di Sabine sarà colma di significato essa infatti pronuncia “tu non puoi capire” con la conseguente risposta di Thrawn che dice “forse no”. Lo sguardo di Thrawn dice molto più di quanto si potesse dire a parole, infatti come i lettori delle opere letterarie sanno Thrawn ha sacrificato molto per proteggere l’Ascendenza Chiss, compresi molti amici.

Verrà così fornito un Howler (creatura il quale nome cita una famosa creatura apparsa nel videogioco Legends, Star Wars: Jedi Academy) e ridata indietro la sua attrezzatura (mancante però di elmo essendo andato perso durante lo scontro su Seatos nel quarto episodio della serie).

Nella sequenza successiva vedremo Thrawn, le Grandi Madri, Baylan e Shin che osservano Sabine lasciare la fortezza in cerca di Ezra. Il Grande Ammiraglio chiederà a Baylan e Shin di seguirla e una volta che essa trova Ezra di uccidere entrambi (questa non è altro che una mossa astuta per liberarsi di tutti i Force User in modo che non possano creare alcun tipo di problema).

È interessare notare come in questa sequenza venga mostrato il muro della fortezza dove in esse vi è scritto in alfabeto Sith un omaggio a Kujet, lo Zeffo che instaurò una dittatura tramite l’utilizzo del lato oscuro il quale sottomise anche le stesse Sorelle della Notte come ci viene narrato in Fallen Order, è plausibile infatti che il periodo in cui le Sorelle della Notte intrapresero il viaggio verso Peridea corrisponda allo stesso periodo del dominio dello Zeffo su di esse.

Questo dettaglio potrebbe ricollegarsi anche al potere che chiama a se Baylan Skoll, è molto improbabile che sia lo stesso Kujet essendo esso morto millenni prima ed essendo la sua tomba su Dathomir ma d’altro canto è possibile che si tratti degli Zeffo che hanno intrapreso il viaggio nel grande ignoto come narrato in Fallen Order, e che esso corrisponda proprio alla nuova galassia.

Nella community di Star Wars si fa sempre più insistente anche la possibilità che il potere che richiama Baylan e che le Grandi Madri temono non sia altro che Abeloth personaggio apparso nella serie a romanzi Legends “Fate of Jedi”. Essa è una creatura della Forza strettamente legata al lato oscuro tuttavia però trovo improbabile una sua aggiunta nel canone Disney essendo esso un personaggio estremamente forte e non adatto all’attuale continuity.

Sabine nel frattempo si avventura alla ricerca di Ezra ma all’improvviso viene aggredita da dei predoni, essi hanno un armatura color cremisi e il design di quest’ultima è un chiaro riferimento alle armature della cultura giapponese. I predoni emettono versi e compiono azioni simili a quelle dei Sabbipodi in Episodio IV, lo scontro non sarà facile per Sabine essendo in minoranza ma riuscirà grazie alla sua spada laser a sgominare i predoni e a continuare il viaggio a piedi essendo che la sua cavalcatura per la paura l’ha abbandonata.

Intanto la scena si sposta alla fortezza dove vediamo i Night Troopers caricare a bordo della Chimaera delle tombe (esse probabilmente costituiscono la gran parte dell’esercito di Thrawn non ancora risvegliato dal canto della resurrezione delle Grandi Madri), nel frattempo Enoch avvisa Thrawn che Baylan e Shin sono partiti, Thrawn ordina allora di inviare due squadre nel caso Baylan avesse inviato il segnale. A questo punto Morgan fa notare che due squadre non sono sufficienti, Thrawn guarda Morgan e vi è un silenzio disarmante capace di mettere a disagio anche i morti. Thrawn spiega a Morgan che durante il suo esilio le sue forze si sono assottigliate e che non si poteva permettere di mandare troppe squadre.

Il tono e le espressioni che usa sono importantissimi, infatti a Thrawn sembra di ribadire un ovvietà e si stupisce che Morgan non ci sia arrivata prima, questo elemento è marcato molto nelle opere cartacee con protagonista l’alieno con la pelle Blu.

Egli ha una mente militare così avanzata che talvolta non si rende conto di ciò e trova assurdo che i suoi sottoposti non arrivino alla strategia con le proprie menti, tuttavia a differenza di molti ufficiali di alto rango imperiali esso non si scompone in sbruffonate ma aiuta il ragionamento del sottoposto come vediamo per esempio con l’ammiraglio Pellaeon nella “trilogia dell’erede“, questa era infatti una qualità molto apprezzata dai vari sottoposti di Thrawn che vedevano in lui una guida eccelse.

La scena torna su Sabine che dopo una scena comica con l’Howler riesce grazie all’aiuto di quest’ultimo a trovare una sorgente di acqua dove vi erano nascosti delle creature con il guscio chiamati Noti, essi sono una nuova razza e fin da subito si dimostrano molto spaventati e talvolta divertenti. Uno di loro riconosce il simbolo della ribellione (lo StarBird) sullo spallaccio di Sabine e mostra che tutti loro ne hanno uno, riconducendo così Sabine alla possibile posizione di Ezra.

La scena si sposta su Baylan e Shin, quest’ultima chiederà al maestro se conosceva Ezra ma Baylan dirà che esso era troppo giovane e che non era stato addestrato al tempio facendo parte dei Jedi Bokken, Jedi addestrati dopo la caduta dell’ordine (il termine Bokken deriva dal nome delle spada di addestramento dei Samurai fatte in legno, nome canonizzato anche in Star Wars riferendosi alle spade di legno di addestramento viste sia in Ahsoka ma soprattutto in Rebels).

Baylan ribadisce anche che Shin non ha ricevuto un addestramento da Jedi bensì uno superiore (esso non si riferisce all’addestramento da Sith ma bensì ad un addestramento che non seguisse dettami o codici). Baylan poi risponde alla domanda posta da Shin dicendo che non gli manca l’ordine Jedi come istituzione ma gli manca ciò che doveva rappresentare ovvero il suo ideale, il discorso tra i due verrà interrotto dall’arrivo dei predoni. Baylan ferma Shin la quale è intenta ad attaccare dicendo che il nemico del suo nemico è suo amico.

La scena si sposta nel villaggio dei Noti dove Sabine sente la voce di Ezra e girandosi all’indietro lo vede. Esso dice che contava su di lei (citando il discorso finale fatto in Rebels). I due cominciano così uno scambio di battute ricche di emozioni e il tutto si conclude con un abbraccio che pone fine alla ricerca portata avanti da Sabine per tutto questo tempo. Ezra interpretato da Eman Esfandi è stato trasposto alla perfezione, i suoi occhi azzurri e la sua cicatrice sono a dir poco perfetti e lui stesso assomiglia molto a suo padre Ephraim Bridger.

Sabine tuttavia porta un grande peso con se peso che verrà ingrandito dalla frase “torniamo a casa” pronunciata da Ezra il quale è all’oscuro di tutto quello che è successo fino al quel momento. Sarà davvero interessante vedere come Sabine dirà il tutto a Ezra e come lui reagirà. Nel mentre vediamo che Ezra ha imparato la lingua dei Noti, sarà anche curioso sapere cosa ha fatto in questi 9 anni su Peridea e soprattutto quali abilità ha appreso.

La sequenza finale vede Thrawn e Morgan convocati dalle Grandi Madri le quali hanno visto tramite il filo del destino che un altro Jedi stava giungendo li, Thrawn allora intuisce che si tratti di Ahsoka Tano la quale era creduta morta da Morgan a seguito degli avvenimenti del finale della IV puntata.

Thrawn allora afferma che l’avrebbero considerata viva finche non si sarebbe provato il contrario, vorrà anche sapere ogni informazione sul suo passato ma quello che risalta di più è il volere di conoscere anche il suo maestro. Anakin e Thrawn si sono incontrati più volte come vediamo nel romanzo “Thrawn: Alleanza” in cui il Chiss incontra il cavaliere Jedi e la Senatrice Padmé Amidala durante una missione, quest’ultima citerà più volte Ahsoka ma senza mai dire direttamente che essa è l’apprendista di Anakin.

Il secondo incontro avverrà anni dopo durante il periodo Imperiale dove Vader e Thrawn collaborano, quest’ultimo era addirittura riuscito a capire l’identità di Vader facendola risalire all’identità di Anakin Skywalker morto anni prima durante la rivolta Jedi secondo gli archivi ufficiali. Thrawn dirà quindi di abbattere ogni Purgill che si avvicina a Peridea, e così si conclude l’episodio VI di Ahsoka.


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Opinione finale con voto

L’episodio ha avuto un clima molto diverso rispetto ai precedenti, regalando però tantissime emozioni. Anche a livello tecnico è a dir poco impeccabile. La regia e la sceneggiatura sono ad altissimi livelli, un plauso speciale anche ai costumisti e agli addetti al trucco che in questo episodio hanno dato il meglio di loro. Ahsoka si sta rivelando essere tra i migliori prodotti della Galassia Lontana Lontana dimostrando che è ancora possibile raccontare storie di Star Wars di alta qualità.

Voto: 10/10

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