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INDIANA JONES E IL QUADRANTE DEL DESTINO – LA NOSTRA RECENSIONE! (2023)

Presentato in anteprima alla 76esima edizione del Festival di Cannes. Indiana Jones 5 rappresenta quello che dovrebbe essere il gran finale della saga inizata nel 81′ da Steven Spielberg; Il risultato? Una degna conclusione del nostro caro Indiana Jones ma che non è privo di difetti, con una prima parte troppo tirata per le lunghe e personaggi non del tutto sviluppati come si dovrebbe. Nella nostra recensione di NerdAlQuadrato vi parliamo di questo tanto discusso e atteso Indiana Jones e il quadrante del destino!

Chi ci segue sa già che la recensione di “Indiana Jones e il quadrante del destino” sarà divisa in diverse categorie: la parte no-spoiler, la parte spoiler,la parte dedicata ai personaggi e al cast, un ulteriore paragrafo dedicato all’aspetto tecnico e infine l’opinione finale con voto.

Indiana Jones | Harrison Ford
Indiana Jones e il quadrante del destino

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Recensione No-Spoiler

Indiana Jones e il Quadrante del Destino è il primo capitolo del franchise a non avere il co-creatore Steven Spielberg sulla sedia da regista, cosa che per qualsiasi fan accanito sarà evidente dalla struttura generale del film, e anche il primo a non avere il secondo co-creatore George Lucas coinvolto nella scrittura della trama. Al suo posto, il regista di Logan e Le Mans 66 James Mangold si presenta come successore di Spielberg, oltre che come sceneggiatore insieme a Jez Butterworth, JohnHenry Butterworth e David Koepp. Data la sua solida e impressionante esperienza, Mangold fa un lavoro soddisfacente, come ci si aspettava. Tuttavia, è innegabile che spesso fatica a catturare il fascino iconico dei film originali.

Fin dall’inizio, il film di James Mangold trascina il pubblico in una delle sue numerose sequenze d’azione meticolosamente coreografate con un flashback agli anni ’40, quando Indy incontra per la prima volta il cattivo principale di questa storia, il dottor Jürgen Voller (Mads Mikkelsen), che è, avete indovinato, un altro nazista!

Li troviamo su un treno in corsa pieno di artefatti rubati, tra cui il meccanismo di Anticitera, noto come “il Quadrante del Destino”, un misterioso strumento che, se usato correttamente, può sbloccare il potere del viaggio nel tempo. L’unica persona nota per aver fatto progressi nella decifrazione del codice è l’archeologo Basil Shaw (Toby Jones), tenuto prigioniero dai nazisti su un treno mentre Indy cerca di salvarlo.

Questo prologo mostra al pubblico come l’azione nei film di Indiana Jones sia sempre stata avvincente e curata, il tipo di azione che ti tiene incollato allo schermo e ti fa vivere un’emozione unica. Un salto nel futuro al 1969 e ritroviamo un Indy invecchiato e coriaceo che fa ancora il professore di archeologia, ma ora a New York. Mentre si appresta a raggiungere il traguardo (amaro) della pensione, si ricongiunge alla figlioccia Helena Shaw (Phoebe Waller-Bridge).

Nonostante i 18 anni di distanza, Indy la chiama ancora con affetto “vombato”. A differenza della vecchia passione del padre per l’Antikythera, il suo interesse per il fantastico manufatto è solo per il denaro. La bramosia di Helena per il grande bottino del padre spinge Indy e il dottor Voller – ora un ex nazista al servizio della NASA – a darle la caccia in giro per il mondo fino in Marocco.

Indiana Jones e il quadrante del destino è un film che intrattiene e diverte, ma non è memorabile come i primi episodi della saga. Il film ha dei pregi, come la performance di Harrison Ford, la chimica con Phoebe WallerBridge, l’azione avvincente e il ritorno di alcuni personaggi classici. Ma ha anche dei difetti, come una prima parte lenta e prolissa, una sceneggiatura non sempre coinvolgente e alcuni personaggi poco sviluppati o inutili. Il film è un discreto capitolo finale per il franchise, ma non aspettatevi un film che raggiunge le vette del terzo o del secondo film.

Voto: 7/10

Indiana Jones | Harrison Ford
Phoebe Waller-Bridge in una scena di “Indiana Jones e il quadrante del destino

Recensione Spoiler

Il finale del film ha suscitato molte critiche, ritenuto peggio di quello del quarto capitolo. Personalmente mi è piaciuto, non lo trovo così male nonostante contraddica il senso di questo film, ovvero quello di concludere la saga di Indiana Jones. Mi è piaciuto che alla fine Helena riporta Indy a casa nel suo tempo e non da Archimede e che sembra riappacificarsi con sua moglie Marion, ma forse ci meritavamo di più.

L’ultima inquadratura sul cappello di Indy sembra dire: “ehi, è finita” ma poi lascia un “oppure no…”. Sapendo che questo non era il finale originale, ma uno dei tre girati e poi scelto dopo i test screening, penso sia il più accettabile anche se troppo semplice e meno audace di quanto sarebbe stato opportuno.

Indiana Jones | Harrison Ford
Boyd Holbrook in una scena di “Indiana Jones e il quadrante del destino

Personaggi e Cast

È facile capire quanto Harrison Ford si diverta ancora a interpretare Indy dopo tutti questi anni. Sebbene sia Harrison che Indy siano invecchiati, sono ancora tanto carismatici quanto enigmatici e non hanno problemi ad assestare un colpo pesante. Phoebe WallerBridge ha una splendida alchimia e una tensione scherzosa con Ford, sfidando quest’ultimo ma senza mai cercare di rubare troppo la scena a Indy. Ma il suo personaggio non è sviluppato come dovrebbe nonostante la performance della Waller-Brige sia eccellente.

Invece, sfortunatamente, Teddy (Ethann Isidore), la spalla di Helena, risulta irritante, poiché non è scritto per avere un significato o anche solo per fornire un risvolto comico, come lo era Shorty di Ke Huy Quan così iconico nel Tempio maledetto. Toby Jones è un’ottima ma fugace presenza in questo universo, il suo personaggio serve a presentare sua figlia e il quadrante. Tuttavia, riesce a essere memorabile con il suo limitato tempo su schermo. Gli sgherri del personaggio di Mikkelsen non hanno uno spessore (ma come tutti gli sgherri della saga), sono dei semplici sgherri ma funzionano (lancia a favore del look di Klaber che è veramente fighissimo e ha un minimo di personalità).

Indiana Jones | Harrison Ford
Mads Mikkelsen in una scena di “Indiana Jones e il quadrante del destino

Aspetto tecnico

Nel corso di questa avventura, ci vengono offerti una serie di grandiosi segmenti con tonnellate di nuovi amici e nemici, tra cui quelli interpretati da Antonio Banderas e Shaunette Renée Wilson. Il tutto è accompagnato da quella che si dice essere l’ultima colonna sonora di John Williams prima del pensionamento, che francamente è una delle partiture più esaltanti della sua ultima carriera.

Con ancora più sollievo, “Indiana Jones e il Quadrante del Destino” non dipende dalla tecnologia di invecchiamento per portare avanti la narrazione. Sembra che la Lucasfilm abbia imparato dal pessimo risultato ottenuto con il de-invecchiamento di Mark Hamill nei panni di Luke Skywalker in “The Mandalorian” e che abbia invece investito maggiori risorse per migliorare questo tipo di effetto visivo, che non è stato apprezzato.

La regia di Mangold in “Indiana Jones e il Quadrante del Destino” è stata una sfida, che ha preso il posto del leggendario Steven Spielberg, rimasto come produttore esecutivo. Mangold ha accettato l’offerta perché era un fan della saga e perché aveva l’opportunità di lavorare con Harrison Ford, a cui aveva proposto di evidenziare il contrasto tra il suo Indy anziano e quello dei primi film. Mangold è un regista versatile e talentuoso, che ha diretto film di vari generi. La sua regia in Indiana Jones 5 è eccellente per la sua capacità di creare un’azione coinvolgente e curata, senza perdere il senso dell’umorismo e dell’avventura tipici della saga.

La fotografia di Phedon Papamichael prova a ricreare lo stile visivo dei primi film della saga, usando una palette di colori caldi e saturi, e privilegiando le riprese in esterna e in location reali. La fotografia contribuisce a dare al film un’atmosfera avventurosa e nostalgica, ma anche a sottolineare il contrasto tra il passato e il presente, come nella sequenza iniziale ambientata nel 1944. La fotografia è anche attenta a valorizzare i paesaggi esotici in cui si svolge l’azione, come il Marocco, dove si trova il luogo finale della ricerca del Quadrante.

Indiana Jones | Harrison Ford
Harrison Ford in una scena di “Indiana Jones e il quadrante del destino

Opinione finale con voto

Per quella che era stata venduta come un’ultima avventura, la posta in gioco non raggiunge mai il massimo potenziale in Indiana Jones 5 e le emozioni non raggiungono il livello necessario per elevare il sentimento a cui questo film cerca ardentemente di attingere. L’inquadratura finale del film – che dovrebbe chiaramente essere la conclusione di un intero franchise – è lasciata aperta all’interpretazione per capire se si tratta davvero del capolinea.

D’altro canto, le imprese di Indiana Jones saranno sempre parte dell’essenza del suo essere o forse ci sono ancora altre sfide da affrontare… solo non al cinema. Nel complesso, il quinto episodio è un episodio discreto, sì un film nella media ma che diverte, riscattando il franchise dal fallimento di critica e pubblico del “Teschio di Cristallo“, non è indimenticabile ma saprà comunque farvi divertire.

Voto: 7/10

Indiana Jones | Harrison Ford
Harrison Ford in una scena di “Indiana Jones e il quadrante del destino

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Cosa ne pensate? Vedrete Indiana Jones e il quadrante del destino?

Cliff

Amante della settima arte, cinefilo in tutto e per tutto ma sempre disposto a conoscere cose nuove. Amo particolarmente il cinema di James Gray e ascolto Taylor Swift, i cinecomic Marvel sono la mia kryptonite 👀

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