THE 7TH GUEST VR – LA NOSTRA RECENSIONE! (2023)
Sviluppato e pubblicato da Vertigo Games, The 7th Guest VR è un ottimo remake in realtà virtuale del leggendario puzzle game rilasciato ormai trent’anni fa, che fu uno dei primissimi giochi ad essere pubblicati su CD-ROM e non su floppy disk, e che ancora oggi rimane una pietra miliare del genere puzzle. Di seguito la nostra recensione completa.
Storia The 7th Guest VR
The 7th Guest VR racconta la storia di Henry Stauf, un vagabondo diventato un pazzo produttore di giocattoli, e le cui creazioni hanno causato la morte di innumerevoli bambini che le hanno ricevute. In seguito alla tragedia, Stauf si ritirò nella sua villa isolata, dove risiedeva da 15 anni. Un giorno, diverse persone vengono invitate per una cena nella villa, per poi scomparire e non essere più ritrovate. In The 7th Guest VR, il vostro obiettivo è quello di esplorare l’inquietante tenuta, risolvere gli ingegnosi enigmi del produttore di giocattoli e scoprire i segreti dietro ciò che è accaduto a Stauf e ai suoi sfortunati ospiti.
Naturalmente, questo compito è molto più facile a dirsi che a farsi. Ognuna delle quasi 20 stanze della villa è piena di enigmi che richiederanno molta attenzione da parte del giocatore, quindi mettetevi comodi e armatevi di tanta pazienza, perchè gli enigmi sono tutti di altissimo livello e vi daranno filo da torcere se non prestate la massima attenzione anche ai minimi dettagli.
Gameplay
Il titolo adotta un approccio leggermente diverso ai suoi enigmi rispetto all’originale, noto per i suoi rompicapi così complessi che spesso richiedevano l’uso di carta e penna per essere risolti. Gli enigmi qui vi metteranno comunque alla prova e vi faranno pensare fuori dagli schemi, tuttavia questa volta si tratta più di manipolazione pratica e sperimentazione, che renderanno The 7th Guest VR decisamente più simile a una serie di escape room che a una raccolta di sinistri giochi da tavolo, poiché ogni stanza è una vera matrioska di enigmi intrecciati che dovrete risolvere per progredire nella storia.
Alcuni enigmi sono piuttosto stravaganti, come quello nella camera del mago Hamilton Temple, che vi richiederà di eseguire una serie di trucchi con un set di cappelli magici. Più che semplici copricapi alla moda, questi cappelli hanno qualità simili a quelle di una Portal Gun, permettendovi di afferrarne uno e far emergere la vostra mano dall’altro, creando alcune opportunità di gameplay molto creative.
Altri enigmi sono molto più sinistri. Ad esempio, un enigma piuttosto macabro trovato verso la fine del gioco vi farà decapitare bambole infestate con una ghigliottina a misura di bambino e mescolare e abbinare le loro teste con i loro corpi. C’è anche un puzzle che vi farà rivoltare lo stomaco, dove dovrete rinchiudere alcuni scarafaggi lungo le pareti di un bagno sporco e infestato da ragni per poter azionare un meccanismo.
Basti dire che in The 7th Guest VR è possibile trovare un’eccellente varietà di enigmi, ma questo non vuol dire che quelli presenti nella versione originale siano stati completamente eliminati. In un puzzle, ad esempio, dovrete posizionare otto regine su una scacchiera senza lasciare nessuna di loro esposta ad un attacco. È essenzialmente una versione aggiornata del puzzle dei sette vescovi presente nel gioco originale, che i veterani della serie apprezzeranno sicuramente.
Comparto tecnico e grafico
Il comparto tecnico del gioco è ottimo. La nostra esperienza si è rivelata estremamente fluida e piacevole, merito di un eccellente polishing effettuato dallo studio di sviluppo, e anche le prestazioni sono sempre state fisse a dettagli altissimi.
Il comparto grafico del titolo è di altissimo livello. Gli ambienti sono tutti estremamente dettagliati, la risoluzione delle texture è molto alta e anche l’illuminazione è sfruttata benissimo dalle ambientazioni. Gli enigmi hanno un design eccellente, e crediamo che sia uno dei puzzle game visivamente più belli presenti su piattaforme.
Conclusione e Voto
In conclusione, The 7th Guest VR è un remake di altissima qualità del leggendario puzzle game rilasciato 30 anni fa. La storia, ancora oggi molto interessante e per niente invecchiata, è sostenuta da un gameplay completamente rivoluzionato che sfrutta al massimo le potenzialità della realtà virtuale (non con qualche piccolo problema in alcuni puzzle adattato da flat a VR, ma niente di particolarmente grave), e da un comparto tecnico estremamente pulito e fluido.
A chiudere l’ottimo pacchetto offerto dal gioco è il suo comparto grafico, che presenta ambienti estremamente dettagliati, texture ad alta risoluzione e alcune delle tecniche utilizzate dal gioco originale che hanno rivoluzionato il genere trent’anni fa (come lo scan 3D completo degli attori che danno le sembianze ai fantasmi presenti nella villa infestata).
VOTO: 8.5 / 10
Versione testata: PCVR (Meta Quest 3)
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E voi avete già giocato a The 7th Guest VR o all’originale? Fateci sapere la vostra opinione nei commenti!