TRANSFORMERS – LA NOSTRA RECENSIONE! (2023)
Questo mercoledì 7 giugno è uscito nelle sale italiane Transformers: Il risveglio, film che dovrebbe dare il via ad un nuovo ciclo narrativo. Di fatto, un reboot! Noi, di Nerd Al Quadrato, ci siamo recuperati l’intera saga diretta da Micheal Bay per parlarvene durante tutto il mese di giugno!
Innanzitutto facciamo presente che l’intera saga di Transformers sarà ignorata per la produzione della prossima trilogia. Questo rende vano un re-watch dei precedenti film ma sicuramente potrebbe far piacere a più di qualcheduno. La recensione non è suddivisa in parte spoiler e non spoiler per l’anzianità, per così dire, del primo film.
Inoltre, col tempo porteremo altri contenuti dedicati alla saga, motivo per il quale parleremo del primo capitolo in questo articolo per poi produrne altri dedicati agli altri prodotti.
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L’inizio
Il film si apre molto lentamente presentandoci molti personaggi importanti tra cui Sam Witwicky, interpretato da un novizio Shia LaBeouf, Mikhaela Banes, interpretata da una stupenda Megan Fox, e il capitano Lennox, interpretato da Josh Duhamel, e soprattutto introducendo la trama: una fonte di energia a forma di cubo chiamata AllSpark, la quale è in grado di creare nuovi mondi o la vita su di essi, risulta l’obiettivo ricercato da due fazioni appartenenti alla stessa razza aliena rappresentata come enormi esseri senzienti simili a delle macchine, o per meglio dire: Robot.
Essi sono in grado di trasformarsi e prendere la forma e l’aspetto di dispositivi elettronici presenti all’interno della società umana del 2000 oppure in veicoli e simili (aeromobili o mezzi navali).
Sam Witwicky inizia a fare la conoscenza di Bumblebee, la sua prima macchina da neopatentato, il quale non è altro che un Autobot. Gli Autobot, viene spiegato, sono una delle due fazioni aliene in cerca del cubo. Solo che questa prima fazione lo cerca per difendere la vita in sé mentre gli avversari, i Decepticon, lo cercano per ottenere il potere che custodisce. Un potere attraverso il quale chiunque potrebbe dominare e distruggere.
Durante lo svolgimento della trama si introducono nuovi personaggi e si approfondiscono i protagonisti, compresi gli Autobot. Viene, inoltre, spiegato che il Trisavolo di Sam, Archibald Witwicky, fu un esploratore che scoprì il corpo di Megatron, leader dei Decepticon. Nel momento in cui Megatron si risveglia tra i ghiacciai, il Decepticon incide sugli occhiali dell’esploratore le coordinate dell’AllSpark.
Gli occhiali di Archibald sono l’unico oggetto al mondo che possono portare sia gli Autobot che i Decepticon dal cubo. Motivo per il quale l’intera trama gira intorno ad essi. Infatti, una buona parte della pellicola non è altro che una corsa contro il tempo in cui entrambe le fazioni si braccano. Il particolare che porta gli Autobot in vantaggio e più banalmente li distingue dagli avversari è la cooperazione con gli umani. Di preciso, col governo degli Stati Uniti d’America e con le sue forze militari.
Il film si conclude con uno scontro tra le due fazioni nel quale gli Autobot combattono con il supporto dei militari americani e del protagonista Sam. Nella sequenza finale il ritmo viene scandito da colpi d’acciaio ed esplosioni notevoli e vistose sparse su tutto il terreno di battaglia, il quale sarebbe una città immaginaria chiamata “Mission City”.
Alla fine dello scontro, Sam uccide Megatron impiantandogli l’AllSpark nel petto d’acciaio. Cosa che, secondo il piano, avrebbe dovuto fare a Optimus Prime, leader degli Autobot, segnando così la personalità dell’alleato: qualcuno (in questo caso qualcosa) che è pronto a tutto pur di salvare ciò che gli è più caro. Un tema e una personalità ricorrente che vedremo più volte all’interno dei cinque film che compongono la prima saga.
Un cast modesto e una sceneggiatura traballante
Parlando del cast non si può non menzionare Shia LaBeouf, interprete di Sam Witwicky, il quale ha svolto un lavoro sufficiente da buon mestierante. Intendiamoci: Transformers è uno dei primi prodotti a cui quest’attore ha partecipato. Motivo più che sufficiente per giustificare questo giudizio. Cosa che, tra l’altro, cambierà in meglio nei successivi due capitoli (in cui il livello aumenta). Come non citare la splendida Megan Fox, interprete di Mikhaela Banes, che ha reso perfettamente il suo personaggio col suo sguardo di ghiaccio.
Per quanto riguarda i personaggi umani citiamo anche John Turturro e la sua splendida interpretazione dell’agente Simmons, Josh Duhamel, viso del comandante Lennox, Tyrese Gibson, interprete del sergente Epps, e l’affascinante famiglia del protagonista composta da Ron Witwicky (Kevin Dunn) e Judy Witwicky (Julie White). Aggiungo, per par condicio, Peter Cullen, voce di Optimus Prime, e Hugo Weaving (teschio rosso in “Captain America – il primo Vendicatore”), voce di Megatron.
Parliamo di un cast modesto alle prese con un film che sperimenta e tenta di dare il via ad una trilogia degna di nota… Ma essendo un film la cui produzione è stata abbastanza travagliata alcune cose, come la sceneggiatura (in particolare i dialoghi), non sempre si mostrano all’altezza del resto.
Parlando invece della sceneggiatura possiamo affermare con certezza che la suddetta presenta svariati problemi sia per quanto riguarda la dimensione temporale che per i dialoghi. Entrambi i fattori rappresentano il più grande problema della pellicola. Spesso accade tutto troppo velocemente e i dialoghi risultano abbastanza fuorvianti più di una volta. In pratica, non si riesce ad immedesimarsi nel protagonista poiché troppe cose superano il limiti della realtà nostrana.
La frenesia dell’alta qualità
Ciò che sicuramente stupisce della pellicola è l’aspetto tecnico distinto da grandi esplosioni adatte a dare grande spettacolo e da grandi combattimenti tra esseri senzienti di dimensioni non indifferenti. Anche l’alta qualità delle immagini è, di fatto, un vantaggio. Ciò che, però, rende indimenticabile almeno il nome del film sono i suoni dei Transformers udibili durante le trasformazioni, per l’appunto.
Sentire quella sequenza di suoni meccanici ed elettronici mentre si osserva la propria Chevrolet Camaro (Bumblebee) trasformarsi in un gigante combattente d’acciaio armato fino ai denti e oltre, con persino un volto amichevole, è una delle cose più affascinanti che Michael Bay ci potesse regalare.
Avendo citato il regista, vorrei parlare anche del suo operato. La regia di questo film non delude ma neanche stupisce, purtroppo. Michael Bay ha uno stile tutto suo molto particolare. Spesso risulta difficile capire completamente ciò che si sta guardando soprattutto durante i combattimenti e questo rende il film meno comprensibile, anche se di poco. Nonostante ciò, lo spettatore rimane affascinato, almeno per la prima visione, da ciò che gli si presenta di fronte, ovvero un’esperienza assolutamente intrattenente e frenetica.
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Un nuovo carattere cinematografico
Prima dell’uscita di questo film, nel 2007, il mondo aveva già sperimentato questo nuovo carattere cinematografico con i vecchi film di Godzilla e i relativi altri mostri già dal 1954, anno in cui il primo film di Godzilla venne rilasciato nei cinema giapponesi. Stiamo, però, parlando di prodotti completamente diversi tra loro.
Transformers è pura azione. Questo lo distingue dal resto dei suoi simili, se così possono essere chiamati. Potrà anche non piacerti la sessualizzazione dei personaggi femminili, l’irrealismo delle conseguenze o i protagonisti… Ma sicuramente uno scontro fisico tra due fazioni di robot alieni alti otto metri e mezzo ti lascerà soddisfatto di aver speso due ore della tua vita. Anche grazie all’indimenticabile colonna sonora!
Insomma, il primo film di Transformers è azione frenetica e comicità puntuale ma anche una grande introduzione se non un grande esperimento riuscito per buona parte.
Voto: 7/10
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E voi? Cosa ne pensate di Transformers?