AVATAR FRONTIERS OF PANDORA – LA NOSTRA RECENSIONE! (2023)

Sviluppato e pubblicato dallo studio di Ubisoft Massive Entertainment, Avatar: Frontiers of pandora è un mozzafiato RPG open world, con ambienti straordinari e una grafica impressionante, che però ci ha deluso sotto diversi aspetti, prima fra tutti la storia principale.

Storia Avatar Frontiers of pandora

Su Pandora, la RDA sta sfruttando le lussureggianti risorse naturali del pianeta per il proprio guadagno. Per il programma TAP, gestito da John Mercer, la RDA ha rapito diversi bambini Na’vi per farne dei soldati, con il pretesto di condividerne la cultura. Dopo la sconfitta della RDA per mano di Jake Sully e co. (appena dopo gli eventi del primo film) il vostro personaggio e i suoi compagni sono stati messi in criosonno e sono stati abbandonati.

Sedici anni dopo, la RDA torna sul pianeta e dovrete fermarli. Per guarire la Frontiera Occidentale di Pandora, dovrete scoprire cosa significa essere Na’vi e fare i conti con la vostra educazione umana, riconnettendovi alle vostre origini.

Grazie ad una collaborazione strettissima con Lightstorm e i produttori del film, il team narrativo di Massive Entertainment ha potuto visionare la sceneggiatura di tutti i 5 film della saga cinematografica per creare un mondo coerente, e in questo il team ha fatto centro in maniera eccellente.

La lore di Pandora è legatissima ai film e il gioco è canonico con le produzioni cinematografiche, ma purtroppo la storia lascia molto a desiderare. I personaggi, tranne pochissime eccezioni, sono estremamente dimenticabili, così come la storia che è priva di grossi colpi di scena e fatica ad essere interessante.

Gameplay

Dopo una breve introduzione, creerete il vostro personaggio. Non ci sono un sacco di opzioni, ma potrete sbloccarne di più man mano che avanzerete nel gioco, con la possibilità di cambiare la maggior parte delle opzioni, inclusa la voce del personaggio, in qualsiasi momento.
Dal momento che il vostro personaggio è stato rapito alla nascita, non ha idea di cosa significhi essere Na’vi, tanto meno cosa significhi far parte di un clan. Come tale, questa è la maggior parte di ciò che Frontiers of Pandora è – imparare ad essere Na’vi.

Imparerete a cacciare e rispettare le vostre prede, a legare con un Ikran per volare, a cavalcare le pianure su un cavallo e altro ancora. Ci vuole un po’ per sbloccare tutte queste cose, ma il tutto è molto interessante e ci ha fatto sembrare di far parte dei film in tantissime occasioni.

La caccia e la raccolta di materiali sono sorprendentemente profondi. Per cacciare gli animali dovrete colpirli esclusivamente nel loro punto debole. Più eseguirete bene l’uccisione, e più raccoglierete carne, corna, ossa e altri oggetti artigianali di qualità superiore.

Questo vi fa avvicinare la caccia con uno scopo ben preciso, piuttosto che semplicemente uccidere tutto non appena si muove. Dovrete scegliere saggiamente la vostra arma e il tipo di munizioni, e poi assicurarvi di avere spazio di manovra per eseguire l’uccisione il più semplicemente possibile.
La raccolta dei materiali introduce un piccolo minigioco in cui si tira delicatamente un frutto, un po’ di muschio o un’altra pianta in varie direzioni per non farlo rompere. Dovrete anche considerare l’ambiente quando raccoglierete materiali, poiché alcune piante sono più mature quando piove o di notte.

Una delle parti più interessanti di Avatar: Frontiers of Pandora è il platforming. Come Na’vi, avrete un salto potenziato e una scivolata incredibilmente soddisfacente e divertente. Muoversi rapidamente per il mondo toccando le piante blu per un aumento di velocità è molto bello, anche se il modo più veloce per spostarsi è usare il vostro Ikran.

Il gioco mostra il suo favoloso gameplay quando giocherete sfruttando l’ambiente come in Mirror’s Edge, ma con un combattimento significativamente migliore. Sfortunatamente, non molte missioni principali lo sfruttano.

Proprio la struttura delle missioni è la parte peggiore del gioco. Quasi ogni missione principale si basa sull’uccidere soldati RDA o assaltare le basi nemiche. Le missioni secondarie sono leggermente più varie, e dovrete raccogliere determinati materiali o indagare e seguire alcuni sentieri.

Le basi nemiche iniziano ad essere tutte praticamente uguali dopo pochissimo tempo, e con un pool molto poco variegato di nemici la maggior parte delle missioni è praticamente identica. La missione finale per fortuna ha diverse sequenze d’azione ottime e fasi stealth ben implementate, ma a parte questa, solo due missioni sono veramente interessanti, ed entrambe si concentrano maggiormente sul movimento e sull’esplorazione.

Queste due sono la missione di legame con l’Ikran e una dove accorderete alcuni strumenti. I momenti in cui i temi del gioco, il gameplay e il mondo di Pandora si uniscono sono incredibilmente emozionanti e ben realizzati, ma sono purtroppo pochi e lontani tra loro.

Comparto tecnico e grafico

Il comparto tecnico del gioco è di ottima fattura. Durante la nostra esperienza abbiamo riscontrato pochissimi bug e glitch, e anche le performance in qualità ultra su pc si sono rivelate quasi sempre fluidissime.

Il comparto grafico del titolo è semplicemente eccellente. Il mondo di gioco è mozzafiato, vivissimo e pieno di dettagli, ed è forse uno degli open world tecnicamente migliori mai visti. Anche i design della flora, della fauna e dei Na’vi sono spettacolari, grazie anche alla stretta collaborazione tra Massive e Lightstorm, l’azienda che ha curato i modelli della fauna presente nei film.

Conclusione e Voto

In conclusione, Avatar: Frontiers of Pandora è un gioco tecnicamente mozzafiato, che però si perde in una storia banale e in missioni principali troppo ripetitive. Sfortunatamente, il gioco non offre molte opportunità per utilizzare l’intera gamma dei suoi ottimi elementi di gameplay, ma tuttavia è molto divertente e il mondo di gioco vi rapirà per tantissime ore.

VOTO: 7.8 / 10

Versione testata: PS5

E voi avete già giocato ad Avatar Frontiers of Pandora? Fateci sapere la vostra opinione nei commenti!